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5. Perdono e Preghiere dei Fedeli – 19 dicembre 2021

19 dicembre 2021

4ª DOMENICA DI AVVENTO

Beata Colei che ha creduto 

RICHIESTA DI PERDONO

  • Signore Gesù, formato nel cuore di Maria per essere accolto nel tuo Natale, abbi pietà di noi.
  • Cristo, messia atteso, aumenta la nostra debole fede in questo tempo di grazia, abbi pietà di noi.
  • Signore Gesù, che vuoi rinascere nella nostra umanità ferita e distratta, abbi pietà di noi.

PREGHIERA UNIVERSALE

Celebrante. Fratelli e sorelle carissimi, di fronte a Maria, Elisabetta ha riconosciuto la sua divina maternità. Accogliamo anche noi Maria in questi giorni di vigilia, e le chiediamo di intercedere per noi.

Vieni, Signore Gesù, per le mani di Maria.

  • Per la Chiesa, perché sia pronta a celebrare l’incarnazione del Figlio di Dio e a donarlo nella fede alla gente del nostro tempo, preghiamo.
  • Per i cristiani, perché in questi giorni sentano come Maria il desiderio di rendersi vicini a chi è in difficoltà e attende la nostra solidarietà, preghiamo.
  • Per la nostra comunità, perché a imitazione di Maria e di Giuseppe sia pronta ad accogliere i sorprendenti progetti di Dio e a rispondere con generosità, preghiamo.

Celebrante. O Padre, che facendoti uomo ci hai comunicato una gioia inattesa e senza misura, aiutaci a essere testimoni tra gli uomini del nostro tempo del grande mistero del tuo amore. Per Cristo nostro Signore.

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6. Vignetta di RobiHood – 19 dicembre 2021

19 dicembre 2021

4ª DOMENICA DI AVVENTO

Beata Colei che ha creduto 

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

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3. Annunciare la Parola – 12 dicembre 2021

12 dicembre

3ª DOMENICA DI AVVENTO

Vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco   

Gaudete

PER RIFLETTERE E MEDITARE

Il Battista, testimone credibile, annuncia il Messia. La gente si fida di lui e gli domanda: «Che cosa dobbiamo fare?». La domanda gliela pongono addirittura anche i pubblicani e i soldati. E il Battista dà la sua ricetta semplice, ma nello stesso tempo che profuma già di Vangelo, perché è segnata dalla solidarietà e dall’amore.

Un programma di vita
Alle folle Giovanni dice: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». La straordinarietà sta tutto nella normalità di ciò che Giovanni propone. E un poco si rimane stupiti, perché in altri interventi il Battista è pieno di rigore e di severità.
Così pure ai pubblicani dice: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Anche questo è un invito che può apparire normale, ma invece è qualcosa di straordinario e molto impegnativo, perché era una pratica quasi scontata per gli esattori delle tasse approfittare del loro ufficio per arricchirsi alle spalle di chi doveva pagare.
Infine ai soldati, abituati a varie forme di prepotenza e di saccheggio, il Battista chiede qualcosa di semplicemente inaudito per quel tempo: di non maltrattare e di non estorcere niente a nessuno, ma di accontentarsi delle loro paghe.

Dio s’interessa di noi?
Un altro interrogativo che risuona in questa domenica e che gli scettici pongono a Sofonia in un tempo particolarmente difficile per il popolo di Israele è questo: «Dio guida la nostra storia? S’interessa di noi?». Il profeta ha di fronte la corruzione delle autorità politiche e religiose, accusa quelli che si sottomettono allo straniero seguendone le mode nel vestire e nelle pratiche religiose. Il giorno del Signore è imminente, dice: giunge il momento in cui Dio interviene e vendica il suo popolo. L’ira di Dio si manifesterà in un vero cataclisma cosmico senza precedenti (il Dies irae sembra essersi ispirato alle terribili parole di questo profeta).
Il giorno del Signore non appare tuttavia per Sofonia come la fine del mondo e della storia, ma come una metamorfosi e una rigenerazione del popolo di Dio: la fine di un’età di peccato. E tutto sfocia nei canti di gioia del «resto» di Israele.
Dio salverà un «resto», come al tempo dell’esodo. Gli umili possono sperare. Le parole del profeta cambiano improvvisamente tono e hanno accenti di tenerezza proprio per i piccoli che mettono in pratica la volontà del Signore. «Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia!». Sono questi «umili» che possono sperare di sfuggire al cataclisma dell’ira divina. Saranno il nuovo popolo di Dio.
Dio radunerà questo nuovo Israele, questo «resto», e lo onorerà davanti ai popoli, in una Gerusalemme festante, libera e santa dove lui stesso risiederà come sovrano: «Il Signore tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia».

Siate sempre lieti nel Signore!
Anche la lettera di Paolo ai cristiani di Filippi invita alla gioia. Anzi, sono proprio le parole di Paolo a timbrare questa domenica “Gaudete” con l’antifona d’inizio. Quando Paolo scrive a questa comunità si trova a Efeso ed è in carcere a causa del Vangelo. Per questo avrebbe tutte le carte in regola per sentirsi infelice e sconfitto. Invece nelle sue parole ritorna come un ritornello l’invito alla gioia. Paolo è consapevole del periodo difficile che sta vivendo, sa che forse dovrà aggiungere il sacrificio della sua vita a quello della loro fedeltà, ma invita i Filippesi a rallegrarsi con lui (Fil 2,17-18).
E oggi? Quali sono i motivi per vivere nella gioia? Si direbbe al contrario che la nostra società sia sistematicamente attraversata da periodi di crisi. I giornali sono pieni di notizie negative e anche le nostre vicende personali ci ripetono ogni tanto che non è il caso di stare troppo allegri. Eppure i motivi per gioire sono tanti, molti di più di quanto siamo soliti pensare. Anzitutto perché siamo vivi e possiamo parlare della nostra situazione così come la viviamo.
Un altro motivo di gioia è che guardandoci attorno, guardando al nostro passato, a tutto ciò che abbiamo vissuto, possiamo riconoscere di essere come delle persone scampate a un grande naufragio: quante ne abbiamo viste! Eppure siamo ancora qui, tutto sommato decentemente vivi.
Ma questi sono ragionamenti puramente umani e direi quasi superficiali. Mentre la parola di Dio ci assicura che «il Signore è vicino», e se è così, perché dovremmo lasciarci prendere dal pessimismo e dalla tristezza? La parola di Dio è zeppa di espressioni piene di consolazione e di certezza che ci assicurano che il Signore si prende cura di noi.
È questo probabilmente che intende dire Giovanni quando parla del messia che verrà «In Spirito Santo e fuoco». Dovremmo lasciarci sorprendere in questo tempo dalla sua venuta, lasciarci avvolgere dal fuoco della meraviglia e dello stupore.
Se sarà così, sarà inevitabile per ogni cristiano, come suggerisce il Battista, rendere visibile questo fuoco nel modo di rapportarsi quotidiano, diventando giusti e generosi, aperti e fraterni nei confronti delle persone che vivono con noi o che incontriamo.
E poi, come dice san Paolo, diventare amabili, che è certamente una delle cose che ci viene chiesta con più insistenza in questo periodo di attesa del Signore che per amore viene tra noi, mostrandoci il suo volto umanissimo. «Un cuore contento è il risultato normale di un cuore che brucia d’amore», diceva madre Teresa di Calcutta.

UN FATTO – UNA TESTIMONIANZA

«Fate che chiunque venga a voi se ne vada sentendosi meglio e più felice. Tutti devono vedere la bontà del vostro viso: nei vostri occhi, nel vostro sorriso. La gioia traspare dagli occhi, si manifesta quando parliamo e camminiamo. Non può essere racchiusa dentro di noi. Trabocca. La gioia è molto contagiosa» (Madre Teresa di Calcutta).

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4. Parola da Vivere – 12 dicembre 2021

12 dicembre

3ª DOMENICA DI AVVENTO

Vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco   

Gaudete

COMMENTO

Continua la predicazione del Battista, per preparare «un popolo ben disposto» alla venuta del Messia. Nei versetti precedenti aveva smontato la presunzione degli appartenenti al popolo eletto che, nonostante la predicazione di Geremia sull’effimera sicurezza offerta dalla presenza del Tempio del Signore, ancora presumevano di essere comunque giusti in quanto discendenti di Abramo. Con dura chiarezza Giovanni aveva affermato che senza una conversione del cuore, reale e visibile, non potevano sperare nella salvezza. È stato così convincente che gruppi di persone si sono presentati con una domanda decisiva e molto concreta: «Che cosa dobbiamo fare?». Una domanda che esprime il riconoscimento di essere peccatori, di non conoscere la strada da percorrere, di avere bisogno di un «maestro» che indichi la via; così mostrano di essere disposti a «fare» il necessario per convertirsi. E Giovanni risponde anche lui concretamente.
A tutti indica la strada del recupero della fraternità (per Luca è universale e non limitata a Israele), che si traduce in condivisione dei beni posseduti e suppone il superamento della paura di diventare poveri per mezzo della fiducia in Dio che provvede ai suoi figli (senza una vera comunità questo non si può realizzare).
Ai pubblicani non chiede di lasciare il loro mestiere di “scomunicati”, ma “solo” di riscuotere le tasse stabilite per legge, senza rubare e senza ingannare i più deboli e poveri.
Anche ai soldati non chiede di cambiare mestiere, ma “solo” di non approfittare della loro posizione di forza, e di pratica impunità per derubare, terrorizzare e violentare le persone, cui dovrebbero offrire l’ordine e la sicurezza promessi dalla legge.
Queste tre indicazioni potrebbero far pensare: «Chiede troppo poco»; e in realtà esige il recupero di virtù semplicemente umane (che già non sarebbe “poco”, anche oggi, e anche tra chi si dice cristiano). Ma il Battista non è il Messia. Il suo compito è di indicare alla gente come prepararsi ad accoglierlo, togliendo gli ostacoli interiori (i colli da spianare e i burroni da colmare). Quando verrà Gesù, porterà l’annuncio di una vita nuova in una predicazione più esigente (ma anche più misericordiosa). Di questo Giovanni è perfettamente consapevole e lo afferma con decisa umiltà a chi pensa che possa essere lui il messia: Egli viene e si manifesterà presto, è più «forte», porterà un altro «battesimo», che non realizza solo la conversione ma l’appartenenza al popolo della Nuova Alleanza, animato dallo Spirito Santo e che riceverà in dono la stessa vita di Dio. Così il “vangelo” del Battista prepara e in parte anticipa il Vangelo di Gesù.
La presunzione di essere “giusti” può presentarsi oggi per i cristiani in forme molto varie, avvolta in una “fede” che conserva solo l’involucro religioso e rituale, ma è vuota della presenza del Crocifisso-Risorto e del fuoco dello Spirito.
La fraternità, che ha come frutto visibile la condivisione, ha due ostacoli consolidati: la mancanza di vere comunità e l’ansia del possesso, radice e frutto delle paure.
Il Vangelo afferma che esiste la giustizia di Dio. Alcuni che si dicono cristiani pensano di poter trasferire l’impunità che riescono a comprare in questo mondo, sfuggendo alla legge umana, sul piano del rapporto con Dio, con i fratelli e con la vita eterna. Si illudono. La conversione inizia dall’onestà e dalla giustizia nelle relazioni personali e sociali e nel proprio lavoro.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. Giovanni punta al recupero della fraternità e del rispetto tra gli uomini. Gesù è l’uomo pienamente umanizzato. La Chiesa ha ricevuto questa eredità, perciò ha pure il compito di rendere sempre più “umano” il mondo. Sa bene che deve cominciare ogni giorno da se stessa. Se noi, cristiani, cresciamo in umanità, la strada del Vangelo si fa più agevole e credibile per le persone che incontriamo.
  2. Oggi i medici, gli imprenditori, i dipendenti, i genitori, i giovani, i ragazzi… si presentano alla Chiesa e le chiedono: «E noi che cosa dobbiamo fare?». Se la domanda è seria, il loro cuore e la loro intelligenza spirituale li renderanno capaci di accogliere le indicazioni evangeliche che lo Spirito Santo suggerisce e che la Chiesa offre.
  3. Le risposte di Giovanni portano nella nostra vita ordinaria lo straordinario della semplicità, di un gesto gratuito, di un sorriso, di un cuore che cerca e diffonde la pace. Sciogliamo i nodi e le rabbie che abbiamo nel cuore. E preghiamo: perché ciò che sembra impossibile agli uomini è possibile a Dio.
  4. Il Battista evangelizza e minaccia, due verbi in contrasto tra loro. Gesù non minaccia, ma rivela la verità dell’uomo e dell’esito delle sue scelte in questa vita e nell’altra. Il vangelo di Gesù non vuole suscitare paure, ma ci invita ad accogliere la verità e a cambiare modo di pensare e di vivere, per rendere più bella la nostra vita e quella degli altri.

PROPOSTA DI IMPEGNO PER LA SETTIMANA

Possiamo presentarci alla guida spirituale, o anche a un amico, e chiedergli: cosa devo fare per prepararmi bene al Natale?


Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2018

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5. Perdono e Preghiere dei Fedeli – 12 dicembre 2021

12 dicembre

3ª DOMENICA DI AVVENTO

Vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco   

Gaudete

RICHIESTA DI PERDONO

  • Signore Gesù, il Battista ci invita a fare gesti sinceri di conversione, abbi pietà di noi.
  • Cristo, che in questo tempo di Avvento ci inviti a gioire per la tua venuta, abbi pietà di noi.
  • Signore Gesù, tu ci chiami in questi giorni a una preghiera più intensa e personale, abbi pietà di noi.

PREGHIERA UNIVERSALE

Celebrante. Il Padre ha mandato a noi il suo unico Figlio per redimere la nostra storia e realizzare il regno di Dio. Preghiamo insieme e diciamo:

Ascoltaci, Signore, nella tua misericordia.

  • Per la nostra Chiesa e i nostri governanti, perché di fronte a ogni conflitto sappiano scegliere le vie della concordia e dar vita a progetti di pace, preghiamo.
  • Signore Gesù, che hai conosciuto la tenerezza di una Madre e il calore di una casa, benedici le nostra famiglie che si affidano a te, preghiamo.
  • Per i giovani, affinché dall’esempio e dalla testimonianza del Battista sappiano affrontare con coraggio le difficoltà della vita, preghiamo.
  • Per tutti noi, perché non ci stanchiamo di lottare per la giustizia, confidando nel Dio che cambia la storia, preghiamo.

Celebrante. O Padre, fonte di ogni bene, fa’ che in questa domenica della gioia riusciamo a sentire la straordinaria bellezza del tuo venire tra noi e ti attendiamo nella semplicità e nella fraternità, per Cristo nostro Signore.

 

 

 

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6. Vignetta di RobiHood – 12 dicembre 2021

12 dicembre

3ª DOMENICA DI AVVENTO

Vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco   

Gaudete

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

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3. Annunciare la Parola – 5 dicembre 2021

5 dicembre

2ª DOMENICA DI AVVENTO

La parola di Dio venne su Giovanni

PER RIFLETTERE E MEDITARE

Il brano del Vangelo inquadra l’attività del Battista nel tempo storico che gli fa da cornice. Siamo nell’anno 27-28 d.C., il quindicesimo di Tiberio, sotto il potere religioso dei sommi sacerdoti Anna e Caifa. Ponzio Pilato governa la Giudea, Erode è il tetrarca della Galilea.

L’attesa del messia
Il paese è sotto il dominio dei Romani. Alle dipendenze dei Romani sono sia Erode che il fratello Filippo e il tetrarca Lisania. Gli ebrei attendono un liberatore, il nuovo Mosè, un messia inviato da Dio per scacciare l’esercito romano che occupa politicamente e militarmente il paese. La gente è convinta che sarà il messia, da tempo atteso e annunciato dai profeti, a riportare la nazione al suo antico splendore, come ai tempi di Davide.
Nella pienezza dei tempi Gesù viene annunciato dal Battista, un profeta austero che ha scelto per sé il deserto, un uomo che non ha peso politico, ma che è animato dallo spirito dei grandi profeti. Presenta con parole di fuoco l’arrivo del messia, esorta a preparare la strada, a spianare i monti e a colmare i burroni, a convertirsi e a cambiare vita.

La parola dei profeti
Dio affida ai profeti i suoi annunzi di speranza. E lo fa anche in questa domenica di Avvento attraverso le parole di Baruc e del Battista.
Baruc paragona la città di Gerusalemme a una vedova a cui sono stati strappati i figli e siede sconsolata, ricoperta della veste di lutto. Il profeta si riferisce in realtà al fatto drammatico della distruzione di Gerusalemme, la città santa, e alla deportazione dei suoi abitanti. Gerusalemme ha assistito tristemente all’esilio dei suoi figli, che probabilmente non avrebbe più rivisto. Ma Baruc, a nome di Dio, reca un messaggio di gioia nella certezza che Dio interverrà, confermando la vocazione universale della città santa. Il profeta invita Gerusalemme a correre fin sulla cima di un monte, a guardare verso oriente e a vedere il miracolo del ritorno dei suoi figli. Essi tornano trionfanti. Ed è Dio stesso che rende piano ogni monte, che livella il terreno, perché possano ritornare sicuri e senza fatica.
Profetizza anche il Battista, l’ultimo dei profeti dell’Antico Testamento. Percorre «tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati». Fa sua la parola di Isaia, che invita a «preparare la via del Signore, a raddrizzate i suoi sentieri!». Giovanni dà a queste parole il significato più evangelico: battezza perché il messia sia atteso con animo aperto e con la disponibilità alla conversione.

Il nostro Avvento
«Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!», esorta il Battista. Un tempo le strade venivano materialmente spianate e bonificate per l’arrivo del re. Anche oggi, quando c’è la visita del papa o di un politico importante si asfaltano le strade, si ridipingono le facciate delle case.
In realtà siamo chiamati a convertirci, a raddrizzare i sentieri del nostro spirito, ad attendere l’arrivo del messia con una vita buona. La parola di Dio parla di burroni e di valli da spianare, di passi tortuosi, di luoghi impervi da rimuovere. È la nostra vita che va risistemata, è il nostro cuore, sono i nostri difetti che accettiamo a volte troppo pacificamente. Allora potremo vedere «la salvezza di Dio».
Dobbiamo rinnovarci nel nostro tempo, nella concretezza del momento storico in cui viviamo, con le persone concrete che ci governano. Sapendo che anche la nostra società ha bisogno di essere battezzata per essere degna del Signore che viene, affinché la venuta di Gesù lasci un segno, diventi qualcosa di storico.

Profeti tra noi
«Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio», dice il Vangelo. La venuta di Gesù trasformerà la terra, dice il Battista. Dovrebbe essere così. Purtroppo a Natale la trasformerà sicuramente con miliardi di luci che si accenderanno in ogni angolo del mondo, anche dove il vero Natale non è di casa.
Oggi come ieri viviamo in tempi difficili, la nostra società spesso non ci piace perché non funziona come vorremmo. Siamo anche noi in attesa di un salvatore e qualche volta sentiamo come insopportabili il silenzio di Dio. In Gesù, annunciato dal Battista, Dio si fa vicino e ci parla. Oggi comunica con noi attraverso la sua parola e quella dei nuovi profeti, che non mancano anche nei nostri giorni. Tocca a noi aprire le orecchie per ascoltare le tante voci che ci parlano di lui.
Giovanni ci invita a entrare in un atteggiamento di attesa, e ci lascia il suo esempio di vita. Lui ha scelto il silenzio e l’austerità del deserto, e così dovremmo fare anche noi, per essere noi stessi, quelli che Gesù desidera incontrare venendoci incontro. Ci invita a fare un po’ a meno di radio e tv, a evitare i tanti rumori della nostra società per trovare un po’ di tempo per noi. Se lo faremo, potremo lasciare anche noi un segno profetico come ha fatto il Battista. In ogni tempo Gesù sollecita qualcuno che annunci la sua venuta, che gli prepari la strada, che raddrizzi i sentieri. Perché il Figlio di Dio possa venire anche oggi e raggiungere gli uomini del nostro tempo.

UN FATTO – UNA TESTIMONIANZA

«Orsù, misero mortale, fuggì via per breve tempo dalle tue occupazioni, lascia per un po’ i tuoi pensieri tumultuosi. Allontana in questo momento i gravi affanni e metti da parte le tue faticose attività. Attendi un poco a Dio e riposa in lui. Entra nell’intimo della tua anima, escludi tutto tranne Dio e quello che ti aiuta a cercarlo, e, richiusa la porta, cercalo» (sant’Anselmo).

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4. Parola da Vivere – 05 dicembre 2021

5 dicembre

2ª DOMENICA DI AVVENTO

La parola di Dio venne su Giovanni

COMMENTO

Luca si impegna nel suo lavoro di storico con lo scopo di situare gli avvenimenti nella storia reale e nella geografia conosciuta da tutti. Secondo le sue indicazioni, il Battista inizia a predicare tra il 27 e il 28 d.C.
Egli nomina le autorità civili dell’Impero e di Israele e quelle religiose di Gerusalemme; tutte saranno interessate, direttamente o indirettamente, dall’opera di Gesù, il Messia.
E subito annuncia la bella notizia: lo Spirito Santo è in azione e muove il Battista alla realizzazione della sua missione. Era stato l’angelo Gabriele a comunicare a Zaccaria, padre di Giovanni, la missione che il figlio avrebbe dovuto svolgere: preparare un popolo ben disposto alla venuta del Messia.
La parola di Dio lo raggiunge nel deserto e la piccola modifica che Luca apporta al testo di Isaia dice che è proprio nel deserto che risuona la voce che invita a conversione. Il deserto è sì il luogo della prova, ma è anche il luogo del cammino faticoso, sì, ma pieno di speranza, che il popolo di Dio ha compiuto per giungere alla terra promessa. C’è un nuovo cammino da percorrere e c’è una nuova terra promessa da raggiungere: la salvezza che tocca ogni uomo e che il Messia realizzerà.
Bisogna preparare la strada. Il profeta Baruc, nella prima lettura, ha detto che Dio stesso spianerà la strada, mentre Isaia (40,3-5) ordina ai fedeli di spianare i colli e colmare le valli. Le metafore sono abbastanza chiare, vanno eliminate l’alterigia di chi si innalza e le ingiustizie che affossano i poveri. Luca, da parte sua, ponendo i verbi al futuro, sembra mettere insieme l’opera di Dio e quella degli uomini con la certezza che il Battista riuscirà a preparare il popolo ad accogliere la salvezza operata da Dio nel Messia. Perciò, niente deve ostacolare la venuta del Signore e niente deve impedire di correre verso di lui. La traduzione spirituale di queste immagini richiede un lavoro su di sé non solo da parte delle singole persone ma anche, e soprattutto, delle intere comunità cristiane.
Se Luca dovesse raccontare oggi il Vangelo farebbe i nomi dei luoghi più conosciuti da noi e citerebbe i governanti del nostro tempo. Su questo piano niente è cambiato. Ma dobbiamo ricordarci che anche oggi la parola del Signore scende su chiunque si renda disponibile ad ascoltarla, perché essa porti i frutti per i quali il Signore la manda sulla terra; essa annuncia le grandi opere di Dio per la salvezza del mondo, a cominciare da tutto quello che ha insegnato e fatto Gesù.
Anche nel nostro mondo c’è bisogno di conversione e di purificazione. Perché questo avvenga, sono necessari dei nuovi Giovanni Battista, che con la propria vita contestino la ricerca di ricchezza e di potere e abbiano il coraggio di dire a tutti, prima dentro la Chiesa e poi fuori di essa, le cose che devono essere assolutamente cambiate e quelle che tutti devono cercare, ad iniziare da una vera conversione del cuore, per tornare a Dio e ai fratelli.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. Lo Spirito Santo anche oggi fa scendere la parola di Dio sui nuovi profeti che invitano alla conversione, per accogliere il Signore che viene. Oggi possiamo essere dei “Battista”, che annunciano, o dei peccatori che ascoltano e si muovono. Anche tutti e due.
  2. Luca nomina i potenti del mondo. La parola di Dio risuona sempre nel nostro mondo. Anche oggi ci sono potenti e deboli, peccatori e santi. Anche oggi l’invito arriva ai popoli e a ogni persona. Arriva anche a ciascuno di noi.
  3. Il Signore vuole arrivare al cuore di ogni suo fratello e sorella. Lui è capace di scavalcare qualunque ostacolo. Ma non si impone a nessuno. Entra nel nostro cuore solo se noi, liberamente e con gioia, gli apriamo la porta.
  4. Ogni preparazione richiede fatica. Non è facile liberare mente e cuore dagli ostacoli che poniamo al Signore. La fatica sarà dolce solo se a muoverci sarà l’amore, che nell’Avvento assume il volto del desiderio di salvezza per noi e per i fratelli.

PROPOSTA DI IMPEGNO PER LA SETTIMANA

Individuiamo in noi un atteggiamento poco evangelico di questi ultimi tempi e combattiamolo.


Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2018