Si riporta la recensione pubblicata il 3 agosto 2019 su stanzevaticane.tgcom24.it dedicata al libro Extra omnes di Francesco Antonio Grana.
I segreti dei conclavi di Francesco e Benedetto
“Durante le votazioni ho visto con i miei occhi alcuni cardinali, non molto distanti da dove ero seduto io, che prendevano appunti durante i vari scrutini e poi mettevano in tasca i loro bigliettini sui quali avevano segnato i voti ottenuti da ciascun candidato. La norma è chiara e prevede che ognuno di noi avrebbe dovuto consegnare tutti i suoi appunti del conclave ai cerimonieri pontifici perché fossero bruciati nelle stufe della Cappella Sistina insieme con le schede. Purtroppo alcuni cardinali hanno agito diversamente. Ecco perché i voti di questi due conclavi sono stati resi pubblici pochi anni dopo il loro svolgimento”. A parlare è Papa Francesco…
…che così spiega come sia stato possibile che siano stati pubblicati prima i voti con i quali nel 2005 è stato eletto Joseph Ratzinger e poi quelli che lui stesso ha ricevuto nel 2013. Voti che dovevano rimanere segreti pena la scomunica per i cardinali elettori che li avrebbero rivelati. Ma così non è stato. Questo è solo uno dei tanti retroscena, finora inediti, degli ultimi due conclavi svelati da Francesco Antonio Grana, vaticanista de ilfattoquotidiano.it, nel suo ultimo libro intitolato Extra omnes (Elledici).
Al primo scrutinio, la sera del 12 marzo 2013, i risultati sono: Angelo Scola 30, Jorge Mario Bergoglio 26, Marc Ouellet 22, Sean Patrick O’Malley 10, Odilo Pedro Scherer 4. Il sorpasso dell’arcivescovo di Buenos Aires su quello di Milano avviene subito. L’indomani mattina, nella seconda votazione, infatti, le posizioni sono ribaltate: Bergoglio 45, Scola 38, Ouellet 24. Nella terza e immediata votazione Bergoglio sale a 56 e Scola a 41. Nel pomeriggio del 13 marzo 2013 l’esito della quarta votazione è: Bergoglio 67, Scola 32, Ouellet 13. È nella quinta votazione che avviene l’intoppo con 116 schede su 115 votanti perché un cardinale ha erroneamente inserito nell’urna anche una scheda bianca rimasta attaccata a quella dove aveva espresso il suo voto. Non si procede allo scrutinio, ma si rivota immediatamente. Bergoglio con 85 voti supera il quorum dei 77 suffragi e viene eletto Papa. Scola si ferma a 20, Ouellet a 8. Nel 2005 Ratzinger fu eletto con 84 voti, uno in meno di quelli ottenuti, otto anni dopo, dal suo diretto successore.
Nel suo libro, Grana svela anche di un voto particolarmente strano trovato nell’urna durante l’ultimo scrutinio del conclave del 2013. Un voto interpretato da alcuni cardinali presenti nella Cappella Sistina come un messaggio indirizzato al neo Papa per sottolineare chi si era speso particolarmente per l’elezione dell’arcivescovo di Buenos Aires. “Nell’ultima votazione del 2013 – scrive il vaticanista – avviene, però, un fatto singolare. Al momento dello scrutinio su una scheda si legge il nome ‘Bertoglio’. Al che i cardinali discutono sull’attribuzione di quel voto: ‘A Bertello, a Bertone o a Bergoglio?’. ‘Il voto per il pupo e i suoi due padrini’, commenta un porporato che confida di aver sempre votato per Scola durante tutto il conclave. Alla fine il voto per ‘Bertoglio’ non viene attribuito”.
A fumata bianca avvenuta, racconta il vaticanista, “un cerimoniere pontificio apre le porte della Cappella Sistina e rivolto ai presenti che attendevano all’esterno, nella Sala Regia, e che ancora ignoravano chi fosse stato eletto, senza svelare il nome del nuovo Papa profeticamente afferma: ‘Non è cambiato un mondo. È cambiato il mondo’. L’allora sostituto della Segreteria di Stato, monsignor Giovanni Angelo Becciu, entra nella Sistina ma non riesce a vedere dal fondo il neo-eletto. Mentre guarda i possibili candidati della vigilia e li vede tutti ancora vestiti di rosso, si sente afferrare il braccio. È il cardinale Antonio Maria Vegliò che gli domanda: ‘Eccellenza, cosa ha fatto il Milan ieri sera?’. ‘Ha vinto, Eminenza’, replica Becciu che domanda: ‘Ma chi avete eletto?’. ‘Bergoglio’”.