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5. Preghiere dei Fedeli – 6 marzo 2022

6 MARZO 2022
1ª DOMENICA QUARESIMA anno C

In rapporto col Padre

RICHIESTE DI PERDONO

  • Signore, nella nostra fragilità, non seguiamo il tuo esempio e lasciamo che le cose di questo mondo ci dividano da te. Abbi pietà di noi.
  • Cristo, distorciamo la tua Parola e compiamo atti orribili nel tuo nome. Abbi pietà di noi.
  • Signore, vorremmo farti spazio nelle nostre vite, ma ci manca la disciplina. Abbi pietà di noi.

PREGHIERA UNIVERSALE

Celebrante. In Gesù, ogni uomo ha guadagnato la possibilità di mantenere la propria libertà di fronte al peccato. Preghiamo insieme e diciamo: Signore, mantienici nella tua fedeltà.

  • Perché, anche in mezzo alla confusione e alle distrazioni di ogni giorno, sappiamo cogliere i segni della tua presenza. Preghiamo.
  • Perché la certezza che tu ci sei vicino anche nella sofferenza, non ci faccia dubitare di te di fronte all’ineludibile presenza del male. Preghiamo.
  • Perché non rifuggiamo la solitudine, ma abbiamo il coraggio di confrontarci con noi stessi e con te. Preghiamo.
  • Perché non crediamo a chi ci racconta che non ci ami come tuoi figli e che non desideri la nostra vera felicità. Preghiamo.
  • Per le popolazioni che sono in guerra, costrette a fuggire, a difendersi. Il Signore porti la pace che viene dal rifiuto del male, del potere, della forza. Preghiamo.

Celebrante. O Padre, se non lasciamo che altre forze offuschino la tua immagine, nessun sacrificio che ci chiedi è troppo grande da sopportare. Aiutaci a ricercare il tuo volto e a rimanere nel tuo amore. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

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6. Vignetta di RobiHood – 6 marzo 2022

6 MARZO 2022
1ª DOMENICA QUARESIMA anno C

In rapporto col Padre

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

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2. Letture – 20 febbraio 2022

20 FEBBRAIO 2022
7ª DOMENICA T.O.
Punta in alto

PRIMA LETTURA
Il Signore ti aveva messo nelle mie mani
   e non ho voluto stendere la mano.

Dal primo libro di Samuèle 26,2.7-9.12-13.22-23

In quei giorni, Saul si mosse e scese nel deserto di Zif, conducendo con sé tremila uomini scelti d’Israele, per ricercare Davide nel deserto di Zif. Davide e Abisài scesero tra quella gente di notte ed ecco, Saul dormiva profondamente tra i carriaggi e la sua lancia era infissa a terra presso il suo capo, mentre Abner con la truppa dormiva all’intorno. Abisài disse a Davide: «Oggi Dio ti ha messo nelle mani il tuo nemico. Lascia dunque che io l’inchiodi a terra con la lancia in un sol colpo e non aggiungerò il secondo». Ma Davide disse ad Abisài: «Non ucciderlo! Chi mai ha messo la mano sul consacrato del Signore ed è rimasto impunito?».
Davide portò via la lancia e la brocca dell’acqua che era presso il capo di Saul e tutti e due se ne andarono; nessuno vide, nessuno se ne accorse, nessuno si svegliò: tutti dormivano, perché era venuto su di loro un torpore mandato dal Signore.
Davide passò dall’altro lato e si fermò lontano sulla cima del monte; vi era una grande distanza tra loro. Davide gridò: «Ecco la lancia del re: passi qui uno dei servitori e la prenda! Il Signore renderà a ciascuno secondo la sua giustizia e la sua fedeltà, dal momento che oggi il Signore ti aveva messo nelle mie mani e non ho voluto stendere la mano sul consacrato del Signore».
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE Sl. 102(103)

R. Il Signore è buono e grande nell’amore.

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe.

Quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.
Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo temono.

SECONDA LETTURA
Come eravamo simili all’uomo terreno,
   così saremo simili all’uomo celeste.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 15,45-49

Fratelli, il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l’ultimo Adamo divenne spirito datore di vita.
Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale.
Il primo uomo, tratto dalla terra, è fatto di terra; il secondo uomo viene dal cielo. Come è l’uomo terreno, così sono quelli di terra; e come è l’uomo celeste, così anche i celesti.
E come eravamo simili all’uomo terreno, così saremo simili all’uomo celeste.
Parola di Dio

CANTO AL VANGELO Gv 13,34
Alleluia, alleluia.
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Alleluia.

VANGELO
Siate misericordiosi,
   come il Padre vostro è misericordioso.

Dal Vangelo secondo Luca (6,27-38)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.
E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Parola del Signore

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4. Per comprendere la Parola – 20 febbraio 2022

20 FEBBRAIO
7ª DOMENICA T.O.
IO VI PERDONO

PER COMPRENDERE LA PAROLA

Non bisogna rendere male per male. È la legge del perdono riportata dal Vangelo. La liturgia usa la 1ª lettura come esemplificazione di questo tema.

PRIMA LETTURA
È un episodio a gloria di Davide, in quanto contribuisce a consolidarne l’autorità di fronte a coloro che gli si oppongono. Saul stesso lo riconosce al termine del racconto: “Tu saprai fare e riuscirai in tutto” (v. 25).
Il racconto proviene da una tradizione popolare. Il cap. 24 ne offre una versione diversa; vi troviamo quasi la vivacità d’un fumetto. Il cap. 26 fa intervenire Dio per spiegare l’impresa straordinaria: Dio immerge l’accampamento in un profondo sonno, per cui nessuno si accorge dell’incursione di Davide. Perciò Davide, che non approfitta certamente della situazione offertagli da Dio, dà prova di magnanimità.
Un’altra ragione spiega il comportamento di Davide: a tutti coloro che più tardi saranno suoi sudditi vuole inculcare l’idea che la persona del re è intoccabile (cf 2 Sam 1).

SALMO
È un inno di ringraziamento a Dio per la sua bontà. Il Signore la manifesta soprattutto quando non ci tratta secondo le nostre colpe.

SECONDA LETTURA
Il cap. 15 affronta il conflitto provocato in seno alla comunità da coloro che non credono nella risurrezione dei morti (cf domenica precedente). Contro di loro Paolo ha sostenuto la realtà di tale risurrezione. Ora cerca di spiegare ai Greci (tali sono i Corinzi) in che senso egli intende la risurrezione.
Lo fa anzitutto (vv. 35-45) partendo da un’antropologia nella quale non si trova a suo agio: “Gli esseri viventi non sono tutti uguali”…
Poi rievoca (vv. 45-49) i due capi dell’umanità, Adamo e Gesù. Lo fa anche in Rm 5 per contrapporre peccato e morte a giustificazione e vita. Qui afferma che da Adamo riceviamo la vita che chiamiamo terrena, mentre da Cristo riceviamo la vita che ci fa appartenere al cielo. Questo dualismo presenta dei limiti per molti nostri contemporanei. Comunque, questa prospettiva biblica – e non filosofica – ci insegna che noi siamo destinati al cielo, non per un’immortalità naturale dell’anima, ma per un’appartenenza e una conformità al Cristo risorto.
La traduzione liturgica, nella sua esattezza, facilita la comprensione del testo.

VANGELO
È il seguito delle Beatitudini: Luca aggiunge alcune precisazioni sull’applicazione della legge del Regno.
Gesù insiste anzitutto su una delle qualità dell’amore: la gratuità. Si deve amare senza aspettarsi un contraccambio, amare persino i nemici. Gesù indica alcuni esempi così concreti che la sua esigenza lascia turbati: in realtà l’amore non ammette limiti, non ammette calcoli.
In tale contesto, viene indicata “la Regola d’oro” (cf Mt 7,12). Tale regola viene già enunciata, ma in forma negativa, nell’Antico Testamento (Tb 4,15) (e anche nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo). Il Vangelo ne offre una formulazione positiva, più esigente.
Siccome però il Vangelo non è un testo di morale sociale, Luca riporta i motivi che giustificano le esigenze della legge evangelica. Bisogna superare il comportamento dei peccatori (Matteo parla di pubblicani e pagani: 5,46-47). Si tratta soprattutto (cf Mt 5,41) di imitare il Signore nella sua misericordia infinita.
La pericope termina con un invito alla liberalità, espressione dell’amore generoso.

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3. Annunciare la Parola – 20 febbraio 2022

20 FEBBRAIO
7ª DOMENICA T.O.
IO TI PERDONO

PER ANNUNCIARE LA PAROLA

Amare senza condizioni né limiti (Vangelo e 1ª lettura)
È bene ricordare che la legge evangelica non è una piacevole banalità, e che nessuno è – anche sul piano morale – naturalmente cristiano.
Così come è riferita da Luca, la legge di Gesù dà il capogiro: non rendere male per male (come Davide con Saul); lasciarsi sfruttare e derubare; dare senza aspettarsi alcun ricambio umano; amare i nemici.
Nessuno mette totalmente in pratica una simile morale, e si cercano giustificazioni: si parla quindi di utopia, di paradosso semitico…
Invece, prima di liquidare questa pagina del Vangelo, bisognerebbe ricordare che molti discepoli l’hanno vissuta: santi famosi e tante persone che hanno consacrato gratuitamente la loro vita a poveri disgraziati che per loro erano nulla e che non dimostravano alcuna riconoscenza.

Amore fraterno e spirito filiale
Nel campo dell’amore fraterno il Vangelo è molto esigente.
Per arrivare a questo amore, però, la via non è quella di cercare in se stessi la forza d’una rinuncia eroica a vantaggio degli altri. Non è questa la via cristiana.
A noi è chiesto di credere nella bontà del nostro Padre celeste, di sforzarci di ispirarci ad essa e di lasciare soltanto a Dio il pensiero di ricompensarci.
La prima ricompensa sarà di diventare i migliori figli del nostro Padre (Lc 6,35). Inoltre, Dio si comporterà con noi sempre meglio di quanto noi ci saremo comportati con gli altri. Se noi abbiamo misericordia per gli altri, Dio avrà misericordia per noi. Se noi non giudichiamo, Dio rinuncerà a giudicarci. Se trattiamo generosamente gli altri, Dio sarà ugualmente generoso con noi (Lc 6,36-38).
Il Vangelo non è per gli eroi, né per i superuomini. È per coloro che hanno in Dio la fiducia di un cuore di figlio.

Amare come Dio
Gesù non è un moralista. La sua missione è di farci conoscere quel Dio che nessuno ha mai visto (Gv 1,18). Il suo insegnamento morale è un modo per rivelare Dio: fate così e sarete “come il Padre vostro”, misericordiosi, benevoli verso gli ingrati e i malvagi. Amate gratuitamente e sarete i figli dell’Altissimo (vedi il salmo del giorno).
Verità umana profonda, rivelata dalla pedagogia evangelica: si conosce Dio soltanto facendo proprio il suo comportamento spirituale. Un principio che si può estendere alla conoscenza del prossimo: lo si conosce veramente soltanto ispirandosi all’ideale che lo fa vivere.
Davide rinuncia a vendicarsi di Saul, perché “consacrato del Signore”. Il discepolo di Cristo sa che ogni uomo è sacro agli occhi di Dio, che è chiamato a diventare figlio di Dio. Per questo motivo non si vendica di nessuno.
Conseguenza d’una morale ispirata dal comportamento di Dio: se si vive il Vangelo, anche senza tante parole si rivela Dio agli altri. Ciò però suppone che ci si comporti in modo diverso dai peccatori (Lc 6,32-34).

Adamo e Cristo (2ª lettura)
Paolo non si pone sul piano morale, ma sul piano della vita dell’umanità:
– da Adamo gli uomini ereditano una vita che appartiene solo alla terra;
– da Cristo ricevono la vita del cielo.
Anche se la prospettiva è diversa, il parallelismo è pregnante:
– Cristo comunica un senso umano, un senso dell’amore diverso da quello dei “peccatori” (cioè, in questo caso, di coloro che non accettano il Vangelo);
– così pure comunica una vita alla quale non partecipano coloro che accettano unicamente la vita che proviene da Adamo.
La vita celeste, la vita divina è l’Amore, ma quale ce l’ha rivelato Cristo.

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5. Preghiere dei Fedeli – 20 febbraio 2022

20 FEBBRAIO
7ª DOMENICA T.O.

Io vi perdono

 

PREGHIERA UNIVERSALE

Celebrante. Ora abbiamo imparato quanto è esigente la legge dell’amore fraterno promulgata da Cristo: raggiunge anche i nemici. Nella Preghiera dei fedeli chiediamo al Signore che ci renda capaci di solidarietà e amicizia verso tutti.

Lettore. Preghiamo insieme e diciamo: Insegnaci, Padre, a vivere nel tuo amore.

1. Preghiamo per la santa Chiesa di Dio. Essa è chiamata a essere nel mondo il simbolo dell’amore gratuito e universale del Padre per le sue creature.
Perché la Chiesa sia di fatto, anche per mezzo nostro, uno stimolo alla concordia, alla pace e alla speranza di un mondo migliore, preghiamo.

2. Per tutti i cristiani. È loro fondamentale impegno morale infrangere le barriere dell’egoismo, e aprirsi agli altri nella carità.
Perché con il servizio cordiale reso ai fratelli più poveri dimostrino la verità del loro amore verso il Padre che è nei cieli, preghiamo.

3. Per quanti, soprattutto giovani, lottano contro le tante forme di discriminazione, razzismo, violenza. Non sono pochi i veri cristiani che si impegnano con coraggio in questo senso, nel privato e nel sociale.
Perché trovino in Dio Padre misericordioso, e in Cristo che fu il primo dei non-violenti, il modello per la loro azione nel quotidiano, preghiamo.

4. Per quelli che si sentono sfiduciati, ignorati, sfruttati. Molti, nel groviglio della società, si trovano tagliati fuori e abbandonati a se stessi.
Perché incontrando la solidarietà fattiva dei cristiani acquistino nuova fiducia in sé, e la forza di risollevarsi, preghiamo.

5. Per la nostra comunità (parrocchiale). Anche molte persone accanto a noi incappano in ingiustizie, e trovano difficoltà a vivere in condizioni umane.
Perché a imitazione del Signore noi sappiamo interrompere la spirale della violenza, portando la carità per primi, e nonostante tutto, nella nostra famiglia,
nell’ambiente di lavoro, nel quartiere, nella società, preghiamo.

Celebrante. O Padre, tu ci hai creati a tua immagine e somiglianza. Rendici capaci – sull’esempio della tua paternità – di amare anche i nemici, e vivere in amicizia, carità e misericordia verso tutti. Per Cristo nostro Signore.

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6. Vignetta di RobiHood – 20 febbraio 2022

20 FEBBRAIO
7ª DOMENICA T.O.

Io vi perdono

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

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2. Letture – 13 febbraio 2022

13 FEBBRAIO 2022
6ª DOMENICA T.O.
Punta in alto

PRIMA LETTURA
Maledetto chi confida nell’uomo;
benedetto chi confida nel Signore.

Dal libro del profeta Geremìa             Ger 17,5-8

Così dice il Signore:
«Maledetto l’uomo che confida nell’uomo,
e pone nella carne il suo sostegno,
allontanando il suo cuore dal Signore.
Sarà come un tamarisco nella steppa;
non vedrà venire il bene,
dimorerà in luoghi aridi nel deserto,
in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere.
Benedetto l’uomo che confida nel Signore
e il Signore è la sua fiducia.
È come un albero piantato lungo un corso d’acqua,
verso la corrente stende le radici;
non teme quando viene il caldo,
le sue foglie rimangono verdi,
nell’anno della siccità non si dà pena,
non smette di produrre frutti».
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE        Sal 1

R. Beato l’uomo che confida nel Signore.

Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.

È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.

Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.

SECONDA LETTURA
Se Cristo non è risorto, vana è la nostra fede.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi  1 Cor 15,12.16-20

Fratelli, se si annuncia che Cristo è risorto dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non vi è risurrezione dei morti?
Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. Perciò anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti.
Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini.
Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti.
Parola di Dio

CANTO AL VANGELO                  Lc 6,23ab
Alleluia, alleluia.
Rallegratevi ed esultate, dice il Signore,
perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo.
Alleluia.

VANGELO
Beati i poveri. Guai a voi, ricchi.

Dal Vangelo secondo Luca                 (Lc 6,17.20-26)

In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne.
Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
Parola del Signore

 

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4. Per comprendere la Parola – 13 febbraio 2022

13 FEBBRAIO
6ª DOMENICA T.O.
Punta in alto

PER COMPRENDERE LA PAROLA

Il legame fra la 1ª lettura e il Vangelo nella forma è chiaro. Si tratta di due esempi di maledizione-benedizione contrapposte. Nella sostanza invece il rapporto è solo indiretto: in Geremia: fiducia nell’uomo o fiducia in Dio; nel Vangelo: beatitudine e maledizione nel Regno di Dio.

PRIMA LETTURA
Non è un testo secondo lo stile abituale di Geremia. Si tratta d’un insegnamento sapienziale, costruito seguendo un parallelismo abbastanza sviluppato.
L’autore pone i contemporanei davanti a una scelta: maledizione o benedizione. A tale scopo, riprende il tema delle due vie, frequente nella Bibbia.
Mettere la propria fiducia nell’uomo: è l’aridità, l’accecamento, il deserto. Fuori di Dio l’uomo non può riconoscere la grandezza della propria esistenza.
Invece l’uomo che mette la sua fiducia in Dio, che fonda la sua vita sul rapporto con Dio, non teme il caldo, non ha paura dell’aridità, non è sterile. Le sue foglie rimangono verdi, perché è piantato lungo l’acqua.
Il parallelismo è chiarissimo fra le due parti del testo:
– fiducia nell’uomo = terra desolata, arida, nessuna felicità;
– fiducia in Dio = acqua corrente, foglie verdi, frutti.
Scegliere Dio vuol dire felicità, scegliere se stesso vuol dire infelicità.

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3. Annunciare la Parola – 13 febbraio 2022

13 FEBBRAIO
6ª DOMENICA T.O.
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PER RIFLETTERE E MEDITARE

Stare con Dio
La maledizione del Signore è rivolta all’uomo che trae la sua forza e sicurezza da un altro uomo, da un essere fatto di carne come lui e che pertanto allontana il suo cuore da Dio. La maledizione si dà in quanto viene rifiutata la benedizione di Dio, non confidando nel suo amore: Non confidate nei potenti, in un uomo che non può salvare (Sal 146,3). Lontano da Dio, l’uomo non riconoscerà l’arrivo del bene che il Signore invia al suo popolo (cfr. 2Re 7,17- 18). La maledizione è associata alla terra arida del deserto e a terreni salmastri in cui è impossibile la vita; l’uomo maledetto è incapace di frutto. Benedetto è invece l’uomo che confida nel Signore e da Lui trae ogni sua forza: beato l’uomo che in Lui si rifugia (Sal 34,9). Confidare nel Signore è fidarsi di Lui e dunque porre il fondamento della propria casa sulla roccia; l’uomo benedetto è come un albero piantato lungo un corso d’acqua che non teme caldo né arsura. La benedizione è infatti associata alla fecondità: Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi» (Gn 1,28).

Una fede fondata
L’annuncio della risurrezione di Gesù è il fondamento su cui poggia la fede cristiana. Non deve meravigliare che dubbi sulla risurrezione dei morti sorgano nel cuore dei cristiani. L’argomentazione di Paolo parte dall’ipotesi che i morti non risorgano, per poi confutarla attraverso la considerazione delle conseguenze negative che ne verrebbero, contraddette dall’esperienza di fede dei suoi interlocutori. Negare la risurrezione finale dei morti porta infatti a negare anche la risurrezione del Signore, oppure conduce a diventare falsi testimoni. C’è un legame tra la risurrezione di Cristo e il perdono dei peccati, perché la risurrezione fa vedere che Gesù non è un semplice maestro di morale ma è il Figlio di Dio, che nel Battesimo unisce il discepolo al suo mistero di morte e di risurrezione donandogli la vita nuova. Se Cristo non fossa risorto, i morti in Cristo sarebbero perduti, non potendo Cristo liberarli dalla morte e dal giudizio. Inoltre una fede cristiana priva della fede nella risurrezione si ridurrebbe ad un’etica incapace di aprire nuovi cammini.

Stare nella beatitudine
Tra la risurrezione di Cristo Gesù e la vittoria finale sulla morte c’è il cammino delle Beatitudini che porterà il mondo dell’uomo alla trasfigurazione. Il Vangelo è un pedagogo realista che vuole prepararci a fare le nostre scelte a partire da un’accresciuta consapevolezza di pericoli e rischi di fallimento. Ma l’addestramento a scegliere bene, l’educazione a saper valutare scopi giusti e mezzi acconci (dentro una gran varietà di opportunità «umanistiche»), non è la verità più profonda del Vangelo, non è il suo messaggio essenziale. Parecchie volte, si chiede al Vangelo di essere una specie di scuola super dello Spirito, aperto al mito dell’«eccellenza formativa». Ma le parole del Vangelo ci informano di come le cose sono e stanno nel «suo» sguardo. Di fatto ci aiuta a vedere l’uomo più in profondità, a contatto con drammi anche inevitabili, con contraddizioni e insufficienze che riguardano bravi e meno bravi, e proprio a questa «povertà di tutti» esso osa spalancare orizzonti grandiosi, non per ciò che gli uomini sanno fare, scegliere e realizzare, ma perché di essi si cura il Signore della misericordia, che li salva, li grazia, ne previene pensieri e sostiene fatiche, ne indirizza lo spirito.

Alla presenza dell’Unico
È la presenza invisibile ma potente di Dio che rende «beati» i poveri e annuncia e vede i «guai» dei ricchi sazi. I nostri progetti, fragili soprattutto se ambiziosi, nascono quasi tutti da desideri e bisogni umani e comuni. Possono dirsi cristiani solo se e quando nascano segnati dalla sorpresa e gratitudine per questa rivelazione, che è incarnazione di Dio e risurrezione dell’uomo. Con i suoi insegnamenti Gesù delinea e propone una morale di altissimo livello. Ricevere queste Parole e chiedere umilmente di poterle accogliere nella nostra vita personale e comune, è certamente risposta giusta al dono di Dio.

PER IL CONFRONTO NEL GRUPPO

  • Come si manifesta il nostro stare con Dio?
  • Perché risulta tanto difficile compiere quello che la Parola chiede?

IN FAMIGLIA

  • Nel corso della vita ci capita di fare dei bilanci. Forse ci siamo allenati molto a tenere in ordine i bilanci economici, oppure a calcolare le nostre forze nell’affrontare un nuovo compito che ci è stato affidato.
  • È bello poter fare anche un bilancio di com’è il nostro rapporto con Cristo Gesù, evidenziando quali sono gli elementi che abbiamo fatto nostri, le resistenze che poniamo, le incomprensioni che ci accompagnano.

(tratto da R. Paganelli – Vivere la domenica aprendoci alla Parola, anno C, Elledici 2015)