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Sulle ali della fantasia: il sussidio estivo “Vola con noi” si arricchisce di una nuova canzone originale

Sulle ali della fantasia: il sussidio estivo “Vola con noi” si arricchisce di una nuova canzone originale

ESTATE 2022

Paolo De Marca e Valter Rossi

Sulle ali della fantasia è il titolo della nuova canzone che completa l’offerta collegata al sussidio Elledici “Vola con noi” per l’animazione dell’Estate Ragazzi 2022 degli oratori italiani. Si tratta di una ballata calma e piacevole composta e interpretata dall’oratorio di Potenza.

Scritta da Paolo De Marca, già coautore del sussidio, e musicata da Antonio Lavagna, la canzone è finalmente disponibile sul canale YouTube dell’editrice Elledici, con un video che raccoglie le immagini tratte dal sussidio ambientato in un antico mondo fantastico: Il Regno di Haparra. In essa quattro giovani eroi saranno impegnati a trovare una soluzione ad un oscuro male che ha sconvolto la tranquillità del regno e a salvare in modo pacifico un nemico vicino che vuole prendere con la violenza il loro grande tesoro: il farmaco dell’eterna giovinezza.

Il video può essere visto a questo indirizzo.
E scaricato liberamente.

Per Estate Ragazzi, Grest, Campi scuola, Oratorio

La nuova proposta per l’animazione estiva dei fanciulli e dei ragazzi. Ispirata ad una storia fantasy, è ambientata nell’immaginario regno di Perhosa dove vivono gli uomini e le donne alati, guidati da lord Akos Morrigan.

Talon, l’erede al trono, si unisce ai suoi amici Rhea, Wren e Jonah per salvare il suo popolo da una misteriosa malattia che potrebbe essere collegata al farmaco dell’eterna giovinezza, sperimentato sugli adulti.

L’avventura dei giovani li porterà ai confini del mondo conosciuto, incontrando nemici e alleati inattesi in un continuo susseguirsi di colpi di scena.

Gioco di squadra e amicizia, capacità di comunicare e solidarietà, accoglienza della diversità e gratuità, avventura e sacrificio sono i valori indispensabili del cammino di crescita personale che i ragazzi e i bambini faranno in compagnia di questi fantastici eroi, in un clima generale di rispetto della natura.

Una storia avventurosa e coinvolgente divisa in 16 puntate con un copione teatrale immediatamente utilizzabile.

I punti di forza del Sussidio

  • Tematiche attuali e ricche di spunti per l’attività di gruppo.
  • Per ogni puntata, un brano biblico per introdurre il tema del giorno attraverso la Parola di Dio e un impegno da vivere durante la giornata.
  • Un’attività formativa della durata media di 20-30 minuti realizzabile con elementari e scuola media.
  • Giochi di squadra originali ambientati nel clima della storia.
  • Un percorso di formazione per gli animatori.
  • Disegni accattivanti e coinvolgenti.
  • Il testo e gli accordi di un inno sul tema del sussidio, disponibile anche su YouTube.

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“Vola con noi” – IL SUSSIDIO DELL’ESTATE

“Vola con noi”

IL SUSSIDIO DELL’ESTATE

Paolo De Marca e Valter Rossi

Caro Lettore,

abbiamo il piacere di informarti della pubblicazione del nuovo sussidio per l’Estate Ragazzi, Grest e campi scuola ispirato ad una avvincente storia fantasy “Vola con noi” a cura di Paolo De Marca e Valter Rossi, edito da Elledici.

Per Estate Ragazzi, Grest, Campi scuola, Oratorio

La nuova proposta per l’animazione estiva dei fanciulli e dei ragazzi. Ispirata ad una storia fantasy, è ambientata nell’immaginario regno di Perhosa dove vivono gli uomini e le donne alati, guidati da lord Akos Morrigan.

Talon, l’erede al trono, si unisce ai suoi amici Rhea, Wren e Jonah per salvare il suo popolo da una misteriosa malattia che potrebbe essere collegata al farmaco dell’eterna giovinezza, sperimentato sugli adulti.

L’avventura dei giovani li porterà ai confini del mondo conosciuto, incontrando nemici e alleati inattesi in un continuo susseguirsi di colpi di scena.

Gioco di squadra e amicizia, capacità di comunicare e solidarietà, accoglienza della diversità e gratuità, avventura e sacrificio sono i valori indispensabili del cammino di crescita personale che i ragazzi e i bambini faranno in compagnia di questi fantastici eroi, in un clima generale di rispetto della natura.

Una storia avventurosa e coinvolgente divisa in 16 puntate con un copione teatrale immediatamente utilizzabile.

I punti di forza del Sussidio

  • Tematiche attuali e ricche di spunti per l’attività di gruppo.
  • Per ogni puntata, un brano biblico per introdurre il tema del giorno attraverso la Parola di Dio e un impegno da vivere durante la giornata.
  • Un’attività formativa della durata media di 20-30 minuti realizzabile con elementari e scuola media.
  • Giochi di squadra originali ambientati nel clima della storia.
  • Un percorso di formazione per gli animatori.
  • Disegni accattivanti e coinvolgenti.
  • Il testo e gli accordi di un inno sul tema del sussidio, disponibile anche su YouTube.

Autori

PAOLO DE MARCA, nasce a Potenza nella primavera del 1998. Formatosi all’attività di animatore nell’Oratorio Salesiano di Potenza. Si diploma al Liceo e completa la Laurea Triennale in Ingegneria Meccanica nel 2020, ma le sue passioni sono i fumetti, le storie e i romanzi del genere fantasy/avventura. Ha esordito con il suo primo romanzo La fonte dell’eterna giovinezza, parte di una futura trilogia Cronache degli uomini alati, da cui è tratta la riduzione teatrale e i contenuti del sussidio Vola con noi.

VALTER ROSSI, classe 1964, sacerdote salesiano, giornalista e scrittore. Già direttore delle riviste Elledici Mondo Erre e Dimensioni Nuove, e ora di Dossier catechista, si occupa della formazione dei catechisti e degli animatori da molti anni. Ha pubblicato numerosi sussidi per Elledici.

Vola con noi

IL SUSSIDIO DELL’ESTATE

È possibile scaricare gratuitamente l’anteprima del libro (introduzione, un capitolo, l'indice)

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2. Letture – 3 aprile 2022

3 aprile 2022

5ª DOMENICA DI QUARESIMA
IL DIO RI-CREATORE

Prepararsi alla settimana santa significa ri-costruire le proprie relazioni in due direzioni.
La prima è quella che va verso Dio, il quale, se ci rivolgiamo a lui coscienti dei nostri peccati e desiderosi di ricevere il suo perdono, non ci rifiuta mai e ri-conferma la sua scelta di considerarci figli. La seconda è quella che va verso il nostro prossimo, salvato, come noi, dalla misericordia del Padre e dunque nostro fratello nel difficile cammino verso il Regno.

PRIMA LETTURA
Ecco, io faccio una cosa nuova e darò acqua per dissetare il mio popolo.
Il profeta si rivolge a un popolo prostrato dall’esilio in Babilonia. La vera sciagura, tuttavia, non è la condizione di servitù, dalla quale Israele è già stato liberato in passato, ma l’assenza di fiducia nell’opera del Signore.
Dal libro del profeta Isaia                      Is 43,16-21
Così dice il Signore,
che aprì una strada nel mare
e un sentiero in mezzo ad acque possenti,
che fece uscire carri e cavalli,
esercito ed eroi a un tempo;
essi giacciono morti, mai più si rialzeranno,
si spensero come un lucignolo, sono estinti:
«Non ricordate più le cose passate,
non pensate più alle cose antiche!
Ecco, io faccio una cosa nuova:
proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?
Aprirò anche nel deserto una strada,
immetterò fiumi nella steppa.
Mi glorificheranno le bestie selvatiche,
sciacalli e struzzi,
perché avrò fornito acqua al deserto,
fiumi alla steppa,
per dissetare il mio popolo, il mio eletto.
Il popolo che io ho plasmato per me
celebrerà le mie lodi».
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE          Dal Salmo 125 (126)
È il Signore a decidere della nostra sorte, anche quando essa sembra già segnata dalle circostanze sfavorevoli, dal giudizio degli uomini o dall’ineluttabilità della morte.

Rit. Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.

Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.

Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.

Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.

SECONDA LETTURA
A motivo di Cristo, ritengo che tutto sia una perdita, facendomi conforme alla sua morte.
Il credente in Cristo non è più intrappolato nel calcolo dei meriti e dei demeriti stabiliti dalla Legge. Una certezza lo anima: il Signore continua ad amarlo. Il tempo presente, perciò, è da vivere orientati al futuro, nella fede in Cristo risorto e nella speranza di giungere alla piena comunione con lui.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi        Fil 3,8-14
Fratelli, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui, avendo come mia giustizia non quella derivante dalla Legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede: perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti.
Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.
Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO                  Cf Gl 2,12-13
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore, perché io sono misericordioso e pietoso.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

VANGELO
Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei.
Gli scribi e i farisei di cui si parla oggi hanno la tendenza a dare molto per scontato: la salvezza in conseguenza dell’ottemperanza ai precetti della Legge, la dannazione di fronte alla sua violazione e, soprattutto, la differenza tra loro e l’adultera. Gesù, al contrario, non dà nulla per scontato, tantomeno l’importanza di una persona e del suo rapporto intimo con la misericordia di Dio.

Dal vangelo secondo Giovanni                    Gv 8,1-11
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro:
«Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
Parola del Signore.

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4. Per comprendere la Parola – 3 aprile 2022

3 aprile 2022

5ª DOMENICA DI QUARESIMA
IL DIO RI-CREATORE

PER COMPRENDERE LA PAROLA

La scorsa domenica, riflettendo sul sacramento della riconciliazione, si è osservato come la confessione dei peccati è in vista dell’accoglienza della misericordia, non della vergogna delle proprie miserie.
La memoria di sé è spiritualmente importante, ma a patto che non ci blocchi nel passato ma ci rilanci nel futuro. Anche nel sacramento della riconciliazione il riconoscimento del proprio peccato è in vista del futuro.
Le letture proposte portano a riflettere sul valore del secondo momento del sacramento della riconciliazione: il ricevimento del perdono nell’assoluzione sacramentale.

Il Dio creatore e ri-creatore
Isaia si rivolge al popolo deportato in Babilonia. È un oracolo diviso in tre parti. Nella prima (cf Is 43,16-17) egli fa memoria dell’azione di Dio in favore di Israele schiavo in Egitto. La seconda parte attira l’attenzione su quanto sta accadendo (cf Is 43,19). La terza parte è la promessa del ritorno dall’esilio babilonese (cf Is 43,19b-21). Il Dio liberatore è lo stesso Dio creatore. E con il ritorno in patria il Dio creatore è il Dio ri-creatore.

Svolta esistenziale
La dimensione personale ed esistenziale di quest’affermazione emerge nella seconda lettura. Paolo, dopo aver narrato la sua autobiografia, cioè dopo aver fatto memoria di sé, imprime una svolta al discorso: «Per lui [Gesù Cristo] ho lasciato perdere tutte queste cose e le ritengo spazzatura» (Fil 3,8). Paolo rilegge il proprio passato alla luce dell’evento fondante della sua nuova esistenza: l’essere stato «conquistato da Gesù Cristo» (Fil 3,12). La relazione con Cristo di cui Paolo parla è una relazione affettiva e mistica (cf Fil 3,10), totalizzante che, pur senza negare il passato (non ne ha appena fatto il racconto?), tuttavia lo proietta verso il futuro (cf Fil 3,13) Anche nella lettera di Paolo dunque il Dio creatore è ri-creatore.
Paolo, però, aggiunge un tassello. Ciò che opera la ri-creazione non è una presunta auto-giustificazione che può venire dall’osservanza della legge, bensì la grazia che viene dalla fede (cf Fil 3,9). E da questo punto di vista si può leggere il brano di vangelo.

La peccatrice perdonata
La scena narrata da Giovanni è un conflitto fra Gesù, scribi e farisei. In questo conflitto la donna è solo causa e strumento. Se non fosse per l’attenzione che Gesù le riserva, tutti sarebbero disinteressati alla sua persona. Lei è il suo peccato, è bloccata nel suo passato e nel suo peccato.
L’interesse vero degli accusatori è di trovare il modo di mettere Gesù in contraddizione con Mosè o con se stesso. La Legge dichiara questa donna colpevole, e condannabile alla lapidazione. Questo è il massimo che può fare una legge. Stabilire il confine fra bene e male; dare chiarezza di ciò che è bene e ciò che è male. Prevedere premi e punizioni. Ma è incapace di dare perdono. Grazie alla legge si può sapere cosa bisognerebbe fare, ma la legge non dà la forza di farlo. Per questo ci vuole la grazia.
Nel dialogo fra Gesù e i suoi interlocutori, Gesù non raggiunge solo il risultato di non far lapidare la donna, ma anche di porre tutti di fronte a se stessi. Chi può arrogarsi di giudicare gli altri se appena guarda se stesso in onesta coscienza?
Nel successivo dialogo con la donna, Gesù si relaziona con lei mettendo al centro dell’attenzione la sua persona, non il suo peccato. Non è un rapporto bugiardo sminuente la gravità della sua azione. La prende seriamente, anche nel suo peccato. Ma non la blocca nel suo peccato: le offre una nuova possibilità di vita (cf Gv 8,11).

La riconciliazione
La vicenda dell’adultera è l’immagine del percorso del peccatore riconciliato. È qui che giunge alla sua pienezza il cammino incominciato con il riconoscimento del proprio peccato. Nel perdono che ci raggiunge nel sacramento, Dio è realmente il creatore ri-creatore, e con il suo perdono ci dischiude orizzonti di vita nuova. Questo è l’effetto del perdono: siamo ri-creati a sua immagine e somiglianza; restituiti alla nostra dignità di figli ricevuta nel battesimo, purificata nell’ascesi, visualizzata nella trasfigurazione, desiderata dalla pazienza misericordiosa di Dio. Siamo liberati dalla nostra colpa, rivestiti degli abiti di figli, e rilanciati verso la vita. In ciò sta il senso della Quaresima. A questo punto è possibile avviarsi verso la settimana santa.

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5. Preghiere dei Fedeli – 3 aprile 2022

3 aprile 2022

5ª DOMENICA DI QUARESIMA
IL DIO RI-CREATORE

RICHIESTE DI PERDONO

  • • Signore, pensiamo che sia tipico dei forti giudicare con durezza, ma non abbiamo il coraggio assumerci la responsabilità delle nostre condanne. Abbi pietà di noi.
  • Cristo, approfittiamo del tuo perdono per non convertirci e per ricadere negli stessi sbagli. Abbi pietà di noi.
  • Signore, non crediamo che, anche di fronte alle nostre colpe, tu possa davvero volerci ancora bene. Abbi pietà di noi.

PREGHIERA UNIVERSALE

Celebrante. In Cristo, Dio non ha atteso che fossimo degni della sua presenza, ma ci ha raggiunto nella nostra miseria, per portarci la sua misericordia. Preghiamo insieme e diciamo:
Signore, siamo peccatori: non condannarci.

  • Perché, quando sono in gioco l’incolumità, la libertà o la felicità di altri esseri umani, riflettiamo con saggezza e agiamo con prudenza. Preghiamo.
  • Perché il nostro desiderio di punire nel tuo nome sia deluso dall’inconfondibile chiarezza del Vangelo. Preghiamo.
  • Perché sappiamo vederci come uomini nuovi, rigenerati nel sacramento della riconciliazione. Preghiamo.
  • Perché abbiamo il coraggio di considerarci e di considerare i nostri fratelli persone, senza affidarci alla comodità del «così si dice» e del «così si suole fare». Preghiamo.

Celebrante. O Padre, ci hai chiesto di rinunciare alla sicurezza del nostro giudizio di condanna, per aprirci all’onnipotenza del tuo amore. Fa’ che, con il tuo aiuto, progrediamo nel cammino di fede e nella comunione con i fratelli. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

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6. Vignetta di RobiHood – 3 aprile 2022

3 aprile 2022

5ª DOMENICA DI QUARESIMA
IL DIO RI-CREATORE

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

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2. Letture – 27 marzo 2022

27 marzo 2022

4ª DOMENICA DI QUARESIMA
(Domenica «laetare»)

FRA MISERIA E MISERICORDIA

La liturgia della quarta domenica di Quaresima ci propone, sia nella prima lettura, sia nella seconda, sia nel vangelo, il tema della riconciliazione col Padre.
Tale riconciliazione è, in un senso importante, innanzitutto un ritorno: alla nostra libertà, dopo la schiavitù del peccato; alla nostra condizione di uomini, creati a immagine e somiglianza di Dio, dopo la distorsione del suo volto operata dal male; alla nostra dignità di figli, dopo l’apparente vittoria della morte.

PRIMA LETTURA
Il popolo di Dio, entrato nella terra promessa, celebra la Pasqua.
Per gli Israeliti, giunti finalmente nella terra promessa, il ricordo della schiavitù patita presso gli Egiziani non è più un’umiliazione. Dio ha infatti provveduto a fare del grido di dolore del suo popolo un punto di partenza per condurlo fino alla libertà.

Dal libro di Giosuè                      Gs 5,9a.10-12

In quei giorni, il Signore disse a Giosuè: «Oggi ho allontanato da voi l’infamia dell’Egitto».
Gli Israeliti rimasero accampati a Gàlgala e celebrarono la Pasqua al quattordici del mese, alla sera, nelle steppe di Gerico. Il giorno dopo la Pasqua mangiarono i prodotti della terra, àzzimi e frumento abbrustolito in quello stesso giorno.
E a partire dal giorno seguente, come ebbero mangiato i prodotti della terra, la manna cessò. Gli Israeliti non ebbero più manna; quell’anno mangiarono i frutti della terra di Canaan.

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE              Dal Salmo 33 (34)
Tutti siamo poveri di fronte a Dio. Tutti abbiamo dunque motivo di ascoltare la sua Parola e di rallegrarci per la sua misericordia.

Rit. Gustate e vedete com’è buono il Signore.
Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.

SECONDA LETTURA
Dio ci ha riconciliati con sé mediante Cristo.
Dopo la croce e risurrezione di Cristo, il punto non sono più i nostri peccati, che possono essere vinti dalla misericordia di Dio, ma la nostra volontà di aprirci o meno a tale misericordia.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi                     2 Cor 5,17-21
Fratelli, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.
Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.
In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.

Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO                         Lc 15,18
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

VANGELO
Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita.
Dio non è «particolarmente paziente» secondo i nostri canoni, è semplicemente a un altro livello. In questo brano del vangelo di Luca, sia il figlio minore, sia il figlio maggiore continuano a ragionare in termini di meriti e di demeriti; il padre, invece, mette in gioco un nuovo elemento che sconvolge l’intera storia: un amore infinito.

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

Parola del Signore.

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4. Per comprendere la Parola – 27 marzo 2022

27 marzo 2022

4ª DOMENICA DI QUARESIMA
(Domenica «laetare»)

FRA MISERIA E MISERICORDIA

PER COMPRENDERE LA PAROLA

La liturgia di Quaresima dell’anno C, seguendo il vangelo di Luca, conduce lungo un percorso di scoperta e di coinvolgimento nella misericordia del Signore. È in ragione di tale misericordia che si dischiude per l’uomo la possibilità della fuoriuscita dalla propria condizione di peccato, per accogliere in pienezza il dono della risurrezione.
Così si giunge a questa domenica, penultima di Quaresima, in cui la contemplazione si fissa con maggior intensità proprio sul tema centrale: la misericordia.

Il percorso analogo dei due figli
La parabola proposta, forse la più famosa di tutto il Vangelo, è erroneamente detta la parabola del Figliol Prodigo. È meglio chiamarla, come ormai sempre più spesso si fa, la parabola del Padre Misericordioso. Il padre ha due figli. Il minore è quello su cui l’attenzione normalmente si ferma di più. Si allontana da casa dopo aver chiesto l’eredità. Rompe la relazione in modo evidente. Nulla più lo trattiene nella casa del padre e liberamente sceglie il proprio cammino. In questo percorso dissipa tutto ciò che ha, fino al colmo dell’aberrazione: pascola i porci e, addirittura, ne vorrebbe mangiare le carrube (cf Lc 15,14-16). A questo punto si pente, anche se il suo pentimento è piuttosto sospetto: vero ritorno o solo fame che a casa del padre sa di poter soddisfare?
Ma l’atteggiamento del figlio maggiore è molto differente da quello del figlio minore? Vero che non se ne va di casa, ma è mai stato a casa? Al ritorno del fratello si rivolge al padre con parole (cf Lc 15,29-
30) che dimostrano la sua incapacità di gioire della sua gioia, perché non è mai stato in comunione con lui. Un estraneo in casa sua. Alla fin fine bisogna riconoscere che, seppure secondo modalità diverse, l’atteggiamento di fondo dei due fratelli non li differenzia affatto.

Il padre misericordioso
E qui si ritrova la figura del padre. Silenziosamente aveva accettato la libera decisione del figlio minore di allontanarsi. Silenziosamente, ma con evidente apprensione, lo aveva atteso. Al solo vederlo in lontananza gli corre incontro. Gioisce per il ritorno. Chiama il maggiore a condividere la sua gioia. Irrigidito nella sua presunta bontà dimostra di non essere capace di condividere la  gioia. D’altronde questa parabola (e le due precedenti) è stata narrata da Gesù per farisei e scribi che «mormoravano dicendo: “Costui accoglie i peccatori e mangia con loro”» (Lc 15,2).
La reazione del padre stona però anche con l’atteggiamento del figlio minore. Forse perché mosso più dalla fame che da reale pentimento torna a casa con un discorso preparato (cf Lc 15,18-19) nel quale afferma che non è possibile per lui ritornare a essere considerato figlio. Il padre invece, e qui è la misericordia, non solo non lo lascia finire di parlare, ma, ancor più, chiama i servi per restituirgli tutti i segni della sua dignità (cf Lc 15,22).
Tale è il rapporto con Dio annunciato anche da Paolo nella seconda lettura. Un rapporto che ha in Cristo il mediatore della riconciliazione (cf 2 Cor 5,19). Riconciliazione che inaugura una totale novità, che rinnova tutte le dimensioni dell’uomo: la sua identità e le sue relazioni (cf 2 Cor 5,17). È una novità di vita che viene dall’essere inseriti in Cristo, dal riscoprire la nostra dignità di figli ricevuta nel battesimo. Il senso del cammino quaresimale.

Sperimentare la misericordia
Nella vicenda del figlio minore della parabola il punto di svolta si ha quando «ritornò in sé» (Lc 15,17). È un momento di consapevolezza, di presa di coscienza della propria situazione.
La Quaresima è un tempo forte in cui ci si accosta a celebrare il sacramento della riconciliazione. Perché non sia solo un rito sterile, dettato esclusivamente dall’abitudine, è opportuno che ci si identifichi con il cammino di esilio e ritorno del figlio minore.
La confessione del proprio peccato, nella sua asprezza, educa all’introspezione, è un autentico momento di verità, nasce dalla preziosa capacità di mettersi onestamente di fronte a se stessi, ma non cede alla disperazione. È l’identificazione di quei precisi punti su cui dobbiamo crescere per essere ciò che veramente siamo, non per vergognarci di ciò che siamo stati.
La confessione dei propri peccati è l’ammissione umile della propria miseria, ma solo perché questa è accolta e sanata dalla misericordia di Dio. Fra miseria e misericordia ciò che conta è la misericordia.

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5. Preghiere dei Fedeli – 27 marzo 2022

27 marzo 2022

4ª DOMENICA DI QUARESIMA
(Domenica «laetare»)

FRA MISERIA E MISERICORDIA

RICHIESTE DI PERDONO

  • Signore, non crediamo che tu sia più grande delle nostre colpe. Abbi pietà di noi.
  • Cristo, non siamo capaci di imitare la tua misericordia verso i fratelli. Abbi pietà di noi.
  • Signore, non sappiamo essere sinceri con noi stessi e continuiamo a nasconderci le nostre miserie. Abbi pietà di noi.

PREGHIERA UNIVERSALE

Celebrante. Il ritorno a Dio da peccatori non è un momento di tristezza, ma di gioia. Egli desidera riconciliarsi con noi, prima ancora di averci giudicato. Preghiamo insieme e diciamo:
Signore, non siamo degni: perdonaci.

  • Perché non crediamo di essere migliori dei nostri fratelli lontani soltanto perché frequentiamo la tua casa. Preghiamo.
  • Perché dissoluzione e disordini non ci impediscano di ricordare che siamo tuoi figli, chiamati a raccogliere l’eredità del Regno. Preghiamo.
  • Perché la consapevolezza del tuo amore ci aiuti a coltivare le virtù della pazienza e della perseveranza. Preghiamo.
  • Perché in Cristo sappiamo scorgere l’umanità per come tu hai desiderato che fosse. Preghiamo.

Celebrante. O Padre, nulla se non il nostro egoismo è in grado di separarci da te. Aiutaci a non fuggire dal nostro passato e a non temere il nostro futuro, ma a fidarci di te, mettendo tutto nelle tue mani. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

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6. Vignetta di RobiHood – 27 marzo 2022

27 marzo 2022

4ª DOMENICA DI QUARESIMA
(Domenica «laetare»)

FRA MISERIA E MISERICORDIA

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco