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2. introduzioni – 5 GENNAIO II DOMENICA DOPO NATALE

5 GENNAIO

II DOMENICA DOPO NATALE

CRISTO LUCE DELLA STORIA E BENEDIZIONE DI DIO

Le liturgie del tempo di Natale puntano a farci comprendere il significato della festività che abbiamo celebrato il 25 dicembre e a mantenerci vigili affinché essa non rimanga soltanto un evento isolato, dimenticato man mano che i giorni si susseguono sul calendario.

Questa domenica siamo invitati a riflettere sulle conseguenze storiche e teologiche della venuta di Dio sulla terra in Gesù Cristo: egli è la Sapienza di cui aveva parlato l’Antico Testamento, il Verbo di cui Giovanni dice che si è fatto carne e colui tramite il quale, utilizzando le parole di san Paolo, il Padre ci ha predestinato a essere suoi figli adottivi.

PRIMA LETTURA

La sapienza di Dio è venuta ad abitare nel popolo eletto.
L’autore del testo descrive la venuta della Sapienza in mezzo al popolo d’Israele, il popolo eletto, destinato un giorno ad accogliere il Messia  mandato da Dio.

SALMO RESPONSORIALE                

Dal Salmo 147

Come nella prima lettura, troviamo un riferimento a Gerusalemme, la città in cui il Signore ha posto la sua tenda.

 

SECONDA LETTURA

Mediante Gesù, Dio ci ha predestinati a essere suoi figli adottivi.
Paolo parla agli Efesini di una benedizione da parte di Dio. Tale benedizione, che coincide con un’elezione avvenuta prima della creazione del mondo, è l’invio di Gesù Cristo tra gli uomini. In lui Dio si fa uomo e rende l’uomo santo.

VANGELO

Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.
La molteplicità di significati della parola greca «logos» è difficilmente traducibile nelle lingue moderne. È questa la parola che Giovanni usa per riferirsi a Gesù Cristo:  egli è «verbo», poiché in lui Dio parla  e compie la sua azione nel mondo; ma è anche «ragione»,  «motivo», cioè chiave per comprendere il vero senso della storia della salvezza.

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2. introduzioni – 22 DICEMBRE – IV DOMENICA DI AVVENTO

22 DICEMBRE

IV DOMENICA DI AVVENTO

MARIA SI ALZÒ E ANDÒ IN FRETTA

Domenica scorsa ci siamo presentati dal Battista e abbiamo chiesto: che cosa dobbiamo fare? Oggi Maria ci dà una risposta e un esempio. È diventata la madre di Gesù (quando una donna concepisce, è già madre) e si chiede: come mi preparo alla venuta del Messia? Non ci pensa molto. Si alza e va in fretta, forse per aiutare Elisabetta, ma certamente e soprattutto a portare Gesù a lei e a Giovanni.

PRIMA LETTURA

Da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele.
I re discendenti di Davide non hanno portato pace e prosperità, ma violenze, ingiustizie e corruzione. Il profeta Michea alza la voce e annuncia che il Signore sta per mandare un re pacifico, che pascerà il popolo con giustizia. Michea forse pensava a un re che sarebbe arrivato in breve tempo, ma il Signore realizzerà questa profezia 700 anni dopo, con Gesù.

SALMO RESPONSORIALE                

Dal Salmo 79 (80)

La preghiera accorata del salmista chiede al Signore che intervenga per salvare il suo popolo e proteggerlo dai nemici, concedendo la sua forza al re che lui stesso ha scelto.

SECONDA LETTURA

Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà.
Già nel Primo Testamento i profeti erano giunti alla convinzione che non erano i sacrifici di animali a ottenere il perdono dei peccati e la benedizione di Dio, ma l’obbedienza alla sua volontà. Gesù realizza in pieno la volontà del Padre, offrendo se stesso in sacrificio, e così abolisce definitivamente i sacrifici antichi e li sostituisce con il proprio. I cristiani, per essere purificati e santificati, devono immergersi nel sacrificio di Cristo.

VANGELO

A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?
Luca non racconta un fatto di cronaca, ma un evento di salvezza. Maria è l’Arca della Nuova Alleanza, perché porta in grembo il Messia salvatore. La sua visita a due rappresentanti del Primo Testamento segna la realizzazione delle promesse di Dio, l’annuncio della pace e la consegna della gioia, frutto della presenza del Messia.

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2. introduzioni – 15 DICEMBRE III DOMENICA DI AVVENTO

15 DICEMBRE

III DOMENICA DI AVVENTO

Gaudete

«CHE COSA DOBBIAMO FARE?»

Riconoscere il proprio peccato è solo il primo passo, che chiede un cammino concreto di cambiamento. La conversione non si fa con le parole; purtroppo non si fa neanche con il sacramento della Riconciliazione, quando produce solo buoni propositi che restano parole. La domanda ripetuta ben tre volte al Battista ci mette sulla strada giusta: ascoltata la parola di Dio e riconosciuto il proprio peccato, bisogna cambiare modo di pensare, atteggiamenti e comportamenti. Questa è la metànoia richiesta dal Vangelo.

PRIMA LETTURA

Il Signore esulterà per te con grida di gioia.
Nei suoi oracoli il profeta Sofonia ha denunciato i peccati del popolo e ha minacciato terribili castighi, ma la conclusione del libro è sorprendente: Dio non punirà il suo popolo, ma lo rinnoverà con il suo amore che perdona. La vittoria di Dio non è nel castigo, ma nel perdono.

SALMO RESPONSORIALE                

Da Is 12,2-6

La grandezza del Signore si manifesta nel realizzare grandi opere per la salvezza del suo popolo e di ogni fedele. È questo che fa vincere ogni paura.

SECONDA LETTURA

Il Signore è vicino!
Paolo e la comunità di Filippi attraversano diverse difficoltà, ma la loro fede è salda. Per questo l’apostolo invita tutti a non farsi rattristare dagli avvenimenti, ma a gioire, e dà due motivi: il Signore è vicino e interviene per salvare; Dio ascolta la preghiera dei suoi figli e dona loro la pace.

VANGELO

E noi che cosa dobbiamo fare?
Giovanni sa che la sua missione è preparare il popolo alla venuta del Messia e ci tiene a richiedere una vera conversione, concreta e possibile. Le sue risposte alla domanda «cosa dobbiamo fare?» indirizzano alla condivisione dei beni e al rispetto del fratello più debole con il rifiuto di ogni violenza. Il Messia porterà la salvezza piena e la vita nuova, incentrata sull’amore.

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2. introduzioni – 8 DICEMBRE IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

8 DICEMBRE

IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

«NULLA È IMPOSSIBILE A DIO»

Questa espressione dell’angelo Gabriele a Maria non esalta la potenza di Dio, ma la grandezza del suo amore, che non conosce ostacoli. Come ha reso la piccola e umile Maria immune dal peccato originale e capace di diventare madre del Salvatore, così ha reso immacolati tutti coloro che credono in lui e si lasciano battezzare nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Quella di oggi è una festa di Maria, alla quale siamo associati tutti noi, chiamati a combattere ogni forma di peccato, con la forza che ci viene da Dio.

PRIMA LETTURA

Porrò inimicizia tra la tua stirpe e la stirpe della donna.
Eva, la madre dei viventi, ingannata dal serpente, e Adamo, primo uomo, disobbediente a Dio, daranno vita a una discendenza di peccatori che subiranno le conseguenze del primo peccato e dovranno lottare contro il “serpente antico”. Dio promette un figlio che vincerà definitivamente sul tentatore. Maria, libera dal peccato di origine, collaborerà con Dio per la realizzazione della promessa: sarà la madre del Messia salvatore.

SALMO RESPONSORIALE                

Dal Salmo 97 (98)

Il salmista e tutte le genti hanno fatto esperienza della salvezza operata dal Signore. Così il canto di lode e di ringraziamento nasce spontaneo nel popolo di Dio.

SECONDA LETTURA

In Cristo Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo.
Paolo in questo bellissimo inno (qui riportato parzialmente) raccoglie a grandi linee il progetto di salvezza che la Trinità, nel suo infinito amore, ha coltivato fin dall’eternità e ha realizzato nella storia umana. Grazie al Battesimo tutti i figli di Dio diventano immacolati e santi, in attesa di ereditare la vita eterna.

VANGELO

Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.
È giunta la pienezza dei tempi. Tutta la storia attende il Salvatore. Dio mantiene le sue promesse, fatte attraverso i Profeti. Maria, piccola e umile ragazza ebrea, promessa sposa di Giuseppe, rimane stupita e turbata dal messaggio dell’angelo, ma, risolto un piccolo dubbio, si offre totalmente e liberamente a Dio, per collaborare alla realizzazione del progetto di salvezza dell’umanità.

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2. introduzioni – 1° DICEMBRE 2024 I DOMENICA DI AVVENTO

1° DICEMBRE 2024

I DOMENICA DI AVVENTO – Anno C

IO REALIZZERÒ LE PROMESSE

Domenica scorsa abbiamo celebrato la regalità di Cristo, Signore dell’universo; oggi, con l’inizio del nuovo anno liturgico, ci immergiamo nell’attesa del Natale di Gesù, figlio di Maria. Il vangelo ci parla già della seconda venuta del Signore, alla fine dei tempi, che attendiamo con speranza e per la quale siamo invitati a essere sempre pronti. La vita cristiana così viene ritmata sulla prima venuta di Gesù nella carne, sulla seconda alla fine della storia, e su quella intermedia, che avviene ogni giorno. È vero, dunque, che il nostro Dio e Padre realizza tutte le sue promesse di salvezza in Cristo Gesù, salvatore nostro e dell’umanità intera.

PRIMA LETTURA

Farò germogliare per Davide un germoglio giusto.
Israele è stato colpito da molte sventure causate dai propri peccati e dal tradimento dell’alleanza. Molti si chiedono se il Signore resterà offeso per sempre e non interverrà per salvare il suo popolo. Il profeta ricorda agli sfiduciati che il Signore è fedele e non verrà meno alle promesse fatte, nonostante i numerosi tradimenti. Dalla casa di Davide egli farà sorgere il Messia.

SALMO RESPONSORIALE                

Dal Salmo 24 (25)

Il salmista si mette alla scuola di Dio e chiede di essere istruito, perché solo lui può indicargli la via giusta che conduce alla salvezza.

SECONDA LETTURA

Il Signore renda saldi i vostri cuori al momento della venuta di Cristo.
I cristiani di Tessalonica sono già bravi e vivono secondo l’insegnamento di Gesù. Ma Paolo li esorta a crescere nell’amore fraterno, in modo da essere sempre pronti ad accogliere il Signore, quando tornerà nella gloria con i santi per radunare tutti i salvati.

VANGELO

La vostra liberazione è vicina.
Le immagini apocalittiche che Luca riporta, ai cristiani del suo tempo e a quelli di oggi più che del futuro parlano del presente. Il mondo è oppresso e sconvolto dalle cattiverie e malvagità e tutti possono esserne spaventati. L’evangelista però annuncia che Gesù ha già iniziato il mondo nuovo e ha già liberato l’umanità dal peccato. I credenti sono invitati a una condotta di vita coerente con il Vangelo e alla preghiera costante, per essere sempre pronti.

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2. introduzioni – 24 NOVEMBRE – XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

24 NOVEMBRE

XXIV DOMENICA EL TEMPO ORDINARIO

Gesù Cristo Re dell’universo

(Giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostentamento del clero)

«IL MIO REGNO NON È DI QUAGGIÙ»

I re di questo mondo creano degli schiavi, spargendo menzogne e favorendo le divisioni e le guerre. Nel processo davanti a Pilato Gesù accetta di essere chiamato re. Nel suo Regno egli rende noi uomini figli di Dio, fratelli tra di noi, guidati dalla verità e animati dall’amore. Per questo è evidente che il suo Regno non appartiene a questo mondo, anche se inizia nella storia e diventa definitivo nell’eternità.

PRIMA LETTURA

Il suo potere è un potere eterno.
Daniele ha visto prima quattro bestie feroci, che rappresentano i grandi regni che opprimono Israele. Ma ecco la profezia che alimenta la speranza: un uomo (Daniele forse pensava all’intero popolo di Dio) che riceve forza e potere da Dio e trionfa su tutti gli altri popoli. Solo Gesù realizzerà questa profezia, senza sottomettere nessuno, ma dando la propria vita.

SALMO RESPONSORIALE                

Dal Salmo 92 (93)

Il salmista canta la propria fede nel Signore e si affida con totale fiducia alla verità dei suoi insegnamenti.

SECONDA LETTURA

Il sovrano dei re della terra ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio.
L’Apocalisse (=rivelazione) è uno scritto rivolto a sette Chiese dell’Asia minore sottoposte alla persecuzione da parte dell’impero romano. All’inizio l’autore, in esilio nell’isoletta di Patmos, presenta Gesù come re dei re. Il suo regno, istituito con il sacrificio della sua vita, raccoglie i salvati, rendendoli tutti sacerdoti, cioè ministri sacri, capaci di offrire a Dio la propria vita.

VANGELO

Tu lo dici: io sono re.
L’evangelista Giovanni utilizza il processo davanti a Pilato come il luogo della rivelazione della regalità di Gesù. Egli ha rifiutato di essere fatto re dalla folla (cf Gv 6,15), ma ora si proclama re di un regno che proviene direttamente da Dio. Pilato non capisce ma, senza volerlo, con l’iscrizione sulla croce, in quanto rappresentante ufficiale dell’Impero romano presenterà Gesù come re al mondo intero.

 

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2. introduzioni – 10 NOVEMBRE – XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

17 NOVEMBRE 2024

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

(Giornata mondiale dei poveri)

RADUNERÀ I SUOI ELETTI

Quando si parla degli ultimi tempi e della fine del mondo, la fantasia viene colpita dalle catastrofi annunciate e si sviluppa un senso di paura e di angoscia. Non è questa l’intenzione degli evangelisti, tanto meno del Signore. Per i credenti la morte personale non è la fine, ma il nuovo e definitivo inizio della vita eterna. Così gli ultimi tempi non segnano la fine del mondo, ma l’inizio dei nuovi cieli e della terra nuova (cf 2 Pt 3,13) e il Signore non verrà per distruggere, ma per radunare tutti i salvati.

PRIMA LETTURA

In quel tempo sarà salvato il tuo popolo.
In Israele molti stanno soffrendo l’attacco della cultura ellenistica che vuole far tradire Dio e la sua Legge. Il profeta annuncia la vittoria di chi conserva la fede e la sconfitta e la condanna dei persecutori. È annunciata qui con chiarezza la risurrezione.

SALMO RESPONSORIALE                

Dal Salmo 15 (16)

Il salmista professa la sua fede assoluta nel Signore, che lo sostiene, lo protegge e lo libera dalla morte.

SECONDA LETTURA

Cristo con un’unica offerta ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.
Il peccato accompagna la vita degli uomini di tutti i popoli e condiziona il rapporto con Dio. In Israele si celebravano riti e sacrifici di animali per chiedere il perdono dei peccati. L’autore afferma con chiarezza che il sangue degli animali non purifica gli uomini. Il sangue di Gesù, sì.

VANGELO

Il Figlio dell’uomo radunerà i suoi eletti dai quattro venti.
La Chiesa è perseguitata e i cristiani rischiano di scoraggiarsi per il ritardo del ritorno del Signore. Marco, per consolare le comunità, introduce nel suo vangelo questo discorso apocalittico di Gesù. Annuncia la caduta di tutti gli idoli, simboleggiati dagli astri, e il trionfo del Signore risorto, che viene per radunare i figli di Dio e condurli in paradiso. Quando questo avverrà in pienezza, lo sa solo il Padre.

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2. introduzioni – 10 NOVEMBRE – XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

10 NOVEMBRE

XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Giornata nazionale del ringraziamento)

QUANDO IL POCO DIVENTA TUTTO

Nel nostro mondo in tanti credono che per valere ed essere stimati bisogna possedere molte ricchezze e fare anche beneficenza. Il Vangelo di oggi ci fa vedere come il molto possa essere niente agli occhi di Dio, mentre il poco può diventare tutto. L’amore per Dio e i fratelli si realizza quando si offre tutto, senza trattenere nulla per sé. Solo allora risplendono la fraternità, che elimina ogni indigenza, e la comunione con Dio, che scende ad abitare in noi.

PRIMA LETTURA

La vedova fece con la sua farina una piccola focaccia e la portò a Elia.
Il re Acab, istigato dalla regina Gezabele, cerca Elia, considerato il responsabile della siccità, per metterlo a morte e placare il dio Baal e ottenere da lui la pioggia. Elia, profeta del Signore, è costretto a fuggire in terra straniera. Una povera vedova, pagana per cultura, ma vera fedele nel cuore, gli offre l’acqua e l’ultimo pane che le è rimasto. Per la sua generosità il Signore stesso si prenderà cura di lei e del figlio.

SALMO RESPONSORIALE                

Dal Salmo 145 (146)

Il salmista innalza il proprio canto per lodare il Signore. È sufficiente fare l’elenco delle opere del Signore perché ci si renda conto che i prediletti del Signore sono i poveri e gli umili.

SECONDA LETTURA

Cristo si è offerto una volta per tutte per togliere i peccati di molti.
È Cristo l’unico ed eterno sacerdote della nuova alleanza. È lui, che offrendo non sangue di animali, ma il proprio santo sangue, non molte volte, ma una sola volta sulla croce, ha ottenuto dal Padre il perdono dei peccati di tutta l’umanità, in attesa di condurla nella casa del Padre.

VANGELO

Tra parentesi [  ]  f la forma breve.

Questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri.
Marco mette in forte contrasto da una parte gli scribi, che avrebbero dovuto essere i modelli della religiosità e invece nascondono sotto l’ipocrisia la sete di potere e di denaro, e i ricchi che facendo ricche offerte al tempio non si privano che di parte di ciò che hanno di superfluo cercando di farsi vedere dalla gente, e dall’altra una povera vedova che, con l’offerta di tutto ciò che possiede, è ritenuta da Gesù modello di fede e di religiosità autentica.

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2. introduzioni – 3 NOVEMBRE – XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

3 NOVEMBRE

XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

«HAI DETTO BENE, MAESTRO…»

Tutti parlano di amore, tutti sono convinti di sapere bene cosa significhi questa parola, forse la più maltrattata del vocabolario. Invece sull’amore abbiamo bisogno di essere istruiti e di vederlo attuato. Già riconoscere che Gesù è il vero maestro dell’amore e il solo che ce lo ha mostrato in tutto il suo splendore dalla cattedra e dall’altare della croce, costituisce un grande passo di chi vuole capirlo davvero e viverlo, fino alla fine.

PRIMA LETTURA

Ascolta, Israele: ama il Signore tuo Dio con tutto il cuore.
Il cuore per gli Ebrei non è la sede solo dei sentimenti, ma di ogni pensiero e decisione. Mosè in questo brano inizia con l’invito a «temere» Dio, che significa amarlo in modo tale da obbedire in tutto alla sua parola e desiderare di non offenderlo mai. Amarlo «con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze» vuol dire consegnare a lui tutto di sé, della propria vita e delle proprie azioni, perché è totale la fiducia nel suo amore.

SALMO RESPONSORIALE                

dal Salmo 17 (18)

Il salmista canta la propria esperienza dell’amore di Dio, rinnova la fede in lui e dichiara il suo amore riconoscente.

SECONDA LETTURA

Egli, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta.
L’autore della lettera agli Ebrei, nostalgici del tempio e delle sue celebrazioni, celebra la superiorità di Gesù per tre motivi: i sacerdoti del Primo Testamento morivano ed erano sostituiti, Gesù risorto rimane per sempre; è innocente e non deve offrire sacrifici per i propri peccati, come i sacerdoti del tempio; non ha offerto il sangue di animali, ma se stesso in sacrificio gradito a Dio una volta per tutte.

VANGELO

Amerai il Signore tuo Dio. Amerai il prossimo tuo.
Manca poco alla passione. Gli avversari sottopongono Gesù a molte prove, per avere di che accusarlo. Questo scriba sembra sincero nella sua domanda, campo di battaglia di tutte le scuole rabbiniche. Qui Marco mette insieme i due comandamenti più importanti, secondo Gesù. Ma non sono in concorrenza: il vero amore di Dio si manifesta nell’amore del prossimo.

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2. introduzioni – 27 OTTOBRE XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

27 OTTOBRE

XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

SEGUIVA GESÙ LUNGO LA STRADA

Il cieco chiede e riacquista la vista. Il suo modo di ringraziare Gesù è diventare suo discepolo, seguendolo sulla strada che porta alla passione. Anche noi abbiamo ricevuto tanti doni dal Signore, altri ne chiediamo, ma tante volte il nostro modo di ringraziare si ferma a qualche veloce preghiera. L’Eucaristia è il ringraziamento più ricco e profondo, perché nella comunione con Cristo e i fratelli ci dispone a vivere da discepoli in ogni circostanza della vita.

PRIMA LETTURA

Riporterò tra le consolazioni il cieco e lo zoppo.
Geremia è noto per gli annunci di sventura per il popolo di Israele, ma il suo libro ha anche dei capitoli detti della «consolazione» (30-33). Il profeta annuncia l’intervento di salvezza di Dio che ricondurrà dall’esilio il «resto di Israele», composto da persone che da sole non potrebbero realizzare il secondo Esodo, ma per un dono del Signore saranno proprio loro a costituire il nucleo dell’Israele rinnovato.

SALMO RESPONSORIALE                

Salmo 125 (126)

Il salmista canta il ritorno dall’esilio e lo paragona al raccolto: gli esiliati sono partiti nel pianto, ma il ritorno avviene nella gioia più piena, come quella del mietitore che, dopo aver seminato nel pianto, raccoglie il grano maturo.

 

SECONDA LETTURA

Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchìsedek.
Ai cristiani nostalgici delle «cerimonie» del tempio, questo brano ricorda che Gesù è il vero ed eterno sommo sacerdote, molto superiore ai sommi sacerdoti del Primo Testamento. Essi lo erano per discendenza da Aronne, Gesù lo è «secondo l’ordine di Melchisedek». Il re di Salem, al tempo di Abramo, compare nella Genesi senza genealogia. Ciò significa che Cristo non ha ricevuto il sacerdozio per discendenza di sangue, ma direttamente da Dio.

VANGELO

Rabbunì, che io veda di nuovo!
Marco conclude la sezione dedicata alle istruzioni morali fatte ai discepoli con la guarigione di un cieco, Bartimeo. Non è semplicemente un fatto, ma un itinerario simbolico di natura battesimale. Il cieco rappresenta il discepolo, ancora incapace di vedere e di percorrere la via del Signore e ostacolato da abitudini e persone. Grida il suo desiderio di vedere, il Signore lo chiama attraverso intermediari e gli ridona la vista. Ora Bartimeo diventa vero discepolo e segue Gesù verso Gerusalemme, cioè, verso la passione.