Di Luca Raspi Si riporta l'articolo pubblicato sul settimanale cattolico genovese “Il Cittadino", nella giornata di domenica 19 maggio, in cui viene sottolineato e descritto l'incontro che avverrà venerdì 24 maggio 2019, alle ore 17.30, presso la libreria San Paolo di Genova (Piazza Matteotti) in cui ci sarà la presentazione del volume: “Che Dio mi aiuti – Superare lo stress dell'insegnamento della religione". Dialogheranno l'autore, Luca Raspi, e Rossella Verri – UCIIM Genova.
Il 24 maggio, alle ore 17.30, presso la libreria San Paolo, a Genova, Luca Raspi, insegnante e saggista, presenta l'ultima sua fatica, il cui titolo cattura e incuriosisce subito: “Che Dio mi aiuti – Superare lo stress dell'insegnamento della religione". Nell'incontro dialogano l'autore Luca Raspi e Rossella Verri (UCIIM Genova). Splendido. Chi svolge la professione di docente non può che sentire un immediato desiderio di leggere questo breve e bellissimo saggio, il quale offre un aiuto pratico e stimolante nella prevenzione di un rischio al quale ogni vero insegnante è esposto: il burnout. Si tratta di un rischio davvero concreto, soprattutto per chi vive questo lavoro senza risparmiarsi. Cos'è il burnout? È una sindrome che, come afferma E. Gianoli, può comportare “esaurimento fisico ed emotivo con conseguente mancanza di risorse da offrire al prossimo; depersonalizzazione che si traduce in cinismo, freddezza e ostilità verso gli utenti; ridotta realizzazione personale a causa di un senso di inadeguatezza e incompetenza nel lavoro." Insegnare, infatti, è una professione d'aiuto, un lavorare per la crescita di altri, un voler (e dover!) coniugare l'erudire con l'educare. È un educare in primo luogo se stessi, un rinnovare continuamente il proprio approccio e il proprio linguaggio per andare incontro all'immensa varietà di cuori e situazione con cui ci si rapporta. È un reinventarsi sempre, perché ogni classe è un universo. È un rialzarsi dopo sonore facciate, un mitigarsi per non sparare a colleghi che talora lo meriterebbero. È un affrontare riunioni che potrebbero durare un decimo della loro durata e sarebbero ugualmente – anzi forse più – proficue, un affrontare alcuni genitori che vengono a “educare" i docenti anziché i figli, un incontrare ogni giorno sguardi stupendi di ragazzi che non devi, non vuoi, non puoi deludere. Non sei il Messia, ovviamente, nè ti è richiesto di esserlo, ma se insegni Religione devi portare un po' del Suo profumo vivificante, soprattutto in un mondo in cui molti, troppi adolescenti e preadolescenti sono smarriti e feriti dalla vita, e si ritrovano ad avere un solo, unico e prezioso momento per esplorare il senso della vita: l'ora di IRC. Il saggio del prof. Raspi asplora efficacemente il tema dello stress lavoro-correlato, derivante dalle condizioni di lavoro non sempre facili, così come da una visione antropologica che, mettendo in secondo – anzi direi ultimo – piano la dimensione spirituale dell'uomo, determina una più o meno consapevole svalutazione, da parte di ragazzi e colleghi, nei confronti dell'ora di Religione. E se, da una parte, tale situazione rappresenta per il docente una sfida ancora più forte e stimolante, dall'altra rende necessari uno zelo e un impegno di autopromozione non propriamente rilassanti. Grazie a interessanti test di autovalutazione e spunti di riflessione che favoriscono il benessere, Raspi offre un aiuto reale a chi, vivendo con passione la vocazione di insegnante, desidera avere validi strumenti per prevenire – e superarne – lo stress.
Che Dio mi aiuti
Superare lo stress nell'insegnamento della religione
Paolo Pero
Categoria: News
#aggrappatialei – San Pietro e la Madonna
#aggrappatialei
San Pietro e la Madonna
Siamo entrati nel mese di maggio, il mese per eccellenza dedicato a Maria, la madre celeste.
Durante il nostro percorso domenicale saremo accompagnati dalle storie di Bruno Ferrero, tratte dal suo libro “Ti racconto Maria“.
Oggi la storia ha come protagonista san Pietro, il guardiano del Paradiso.
Era da un po’ di giorni che il Signore non faceva un giro per il Paradiso; una mattina quindi si svegliò deciso a controllare se tutto lassù filava per il verso giusto. Con sua grande sorpresa vide, in mezzo a un gruppetto di persone, un tipo che in vita non aveva mai concluso niente di buono, era un gran lazzarone, indolente e poco pio.
«Come ha fatto un individuo del genere a entrare in Paradiso? San Pietro dovrà rendermi conto di questo!», si indispettì il Signore.
Continuò il giro di controllo ed ecco che scoprì tra gli altri beati una donna che nella vita ne aveva combinate di tutti i colori.
«Anche lei qui?», esclamò sbalordito.
«Ma chi controlla l’ingresso tra le anime beate? San Pietro dovrà spiegarmi anche questa!».
Girando qua e là, s’imbatté in altre persone che non si aspettava proprio di incontrare in Paradiso. A passi decisi, con un viso che prometteva tempesta, il Signore si avviò verso l’ingresso. Lì, a fianco del portone, con le chiavi in mano, stava san Pietro.
«Non ci siamo, non ci siamo proprio!», lo affrontò severamente il Signore. «Ho visto gente qui intorno, che del Paradiso non è proprio degna! Che custode sei? Non sarà che ti addormenti mentre sei in servizio?».
«Eh no! Io non dormo proprio!», rispose risentito san Pietro.
«Io alla porta ci sto, e con gli occhi ben aperti anche. È che sopra di me, c’è una piccola finestra. Di là, ogni tanto la Madonna fa scendere una corda e tira su anche quelli che io avevo allontanato. A questo punto è proprio inutile che io faccia il portinaio! Do le dimissioni!».
Il volto del Signore si distese in un grande sorriso. «Va bene, va bene», disse bonariamente, cingendo le spalle di san Pietro con un braccio, come ai vecchi tempi, in terra.
«Quello che fa la Madonna è sempre ben fatto. Tu continua a sorvegliare la porta e lasciamo che al finestrino ci pensi lei».
Ancilla Domini -sorrisi mariani-
Conclusione del 32° Salone Internazionale del Libro di Torino
Conclusione del 32° Salone Internazionale del Libro di Torino
Lunedì 13 maggio, si è concluso il prestigioso appuntamento annuale del Salone Internazionale del Libro svoltosi presso il Lingotto Fiere di Torino.
Anche quest’anno, l’Editrice Elledici ha registrato un ottimo apprezzamento da parte dei visitatori del Salone, grazie alle tante novità e iniziative che sono state promosse per far conoscere ai lettori l’attività della Casa Editrice Salesiana.
Ottimo riscontro per i 3 incontri con l’Autore che si sono svolti presso lo stand UELCI (Unione editori e librai cattolici italiani).
Di seguito, qualche scatto delle giornate Elledici al Salone Internazionale del Libro di Torino 2019.
Intervista a Salvatore Esposito: autore di “Mater Nostra”
Mater Nostra
Un mese con Maria, Donna della Pasqua
In occasione del nuovo libro “Mater Nostra”, abbiamo avuto il piacere di intervistare l'autore don Salvatore Esposito, il quale presenta trenta celebrazioni dedicate a Maria per tutto il mese di maggio che assume un ruolo più liturgico, più ricco e pastoralmente più vero.
“Com'è nata la devozione a Maria?”
Riporto una frase detta da Paolo VI al santuario di Bonaria (Sardegna): “La devozione a Maria è nata perché sono cristiano”. Ciò implica che chi è cristiano è anche mariano. Specifico: Maria letta, naturalmente, alla luce del mistero della Pasqua di Gesù.
“Com'è nato il libro “Mater Nostra?”
Il libro è nato così: guardando in giro come si vive il mese di maggio ci si rende conto che va al di là della stagione liturgica che viviamo in tempo di Pasqua dove, al centro, vi è la parola di Dio, ovvero gli atti degli apostoli.
L'opera è dedicata al mese di maggio, dato che è la prima volta che viene proclamato nell'anno liturgico. La devozione popolare a Maria è molto viva nella mia terra (la Campania)… anzi, è stata promossa proprio lì.
Si è pensato di inserire il libro nel cammino liturgico che la Chiesa ci propone, cercando di valorizzare e recuperare tutto quello che la riforma, altrettanto liturgica, ci ha dato:
- alcuni rituali (tra cui il rituale della penitenza nella forma comunitaria)
- alcune celebrazioni (tra cui la valorizzazione della liturgia delle ore, il libro delle benedizioni e la raccolta di messe in onore di Maria).
Quindi, questo testo, ha il compito di far vivere il mese di maggio in un contesto più liturgico ma anche di far recuperare quello che la costituzione liturgica ci ha dato: un motivo in più per valorizzare ciò che c'è già.
“Don Bosco diceva ai suoi sacerdoti: “Non parliamo mai abbastanza, nelle nostre omelie, di Maria”, è vero?”
Credo che di Maria si parli in tutti i momenti perché, durante la messa, nella preghiera eucaristica, il vertice è lei e, di conseguenza, non si può dire che Lei non sia presente.
Giovanni Paolo II la chiama “Donna eucaristica”: primo ostensorio dell'eucarestia nel mondo che ha portato dentro il “verbo fatto carne”.
Credo che nelle omelie si debba parlare di Maria quando i testi della parola di Dio ce lo consentono e quando la liturgia stessa sottolinea la sua presenza.
Vorrei aggiungere che, grazie a questo testo, si hanno in mano altre celebrazioni che permettono alla chiesa di conoscere altri momenti celebrativi, oltre che alla messa.
“Una curiosità: che ruolo ha l'accompagnamento alla devozione mariana nella vita di un catechista o di un educatore in un oratorio (figure rilevanti per l'Elledici)?”
Penso che Maria diventi il modello per il catechista. San Luca, due volte, ci ripete che Maria conservava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore:
- la prima volta nel cap. II, quando sono arrivati i pastori;
- la seconda volta, quando parla del ritorno insieme a Nazareth
Maria conserva tutto nel suo cuore: medita, legge, impara, imita, si fa discepola perché ascolta e vede. Credo che il catechista debba guardare Maria nell'ascolto, mentre si fa discepola della parola per meditarla nel cuore e, in seguito, donarla.
#aggrappatialei – Il guerriero dell’amore di Dio
#aggrappatialei
Il guerriero dell’amore di Dio
Siamo entrati nel mese di maggio, il mese per eccellenza dedicato a Maria, la madre celeste.
Durante il nostro percorso domenicale saremo accompagnati dalle storie di Bruno Ferrero, tratte dal suo libro “Ti racconto Maria“.
Oggi la storia ha come protagonista san Girolamo Emiliani il quale ci mostra la sua devozione a Maria.
Si chiamava Girolamo, ma il suo cognome, Emiliani, a Venezia era famoso. La famiglia Emiliani era una delle più nobili e ricche della città. Girolamo era rimasto orfano del papà a 10 anni, ed era cresciuto rissoso e disubbidiente. La sua più grande passione erano le armi. Sognava grandi avventure cavalleresche e trascurava lo studio. I duelli che scoppiavano frequentemente lo ve devano sempre tra i protagonisti. Era anche uno tra i più temuti, perché era diventato uno spadaccino infallibile.
Un giorno prese la decisione che avrebbe segnato la sua vita. Si presentò alla madre e disse: «Ho riflettuto a lungo, voglio arruolarmi, voglio intraprendere la carriera militare».
«Come farai, figlio mio, proprio tu che non hai mai voluto obbedire?».
«La carriera mi permetterà di farmi onore e con il mio valore accrescerò la gloria della nostra famiglia».
La vita di caserma era dura, ma il giovane Emiliani si impose per il coraggio e il desiderio di fare carriera. A ventiquattro anni era già capitano. Proprio in quell’anno, 1510, Francia e Austria dichiararono guerra alla Repubblica di Venezia.
Il capitano Emiliani fu incaricato di difendere con trecento uomini la fortezza di Quero, che dominava uno stretto passo del fiume Piave.
Nell’estate del 1511, la fortezza di Quero fu attaccata dalle forze francesi.
Il capitano Emiliani e i suoi uomini la difesero con tutte le loro forze, ma la fortezza cadde e tutti i difensori furono fatti prigionieri. Girolamo fu spogliato, rivestito di un sacco e incatenato in un sotterraneo buio e umido. Per un mese fu lasciato con un po’ d’acqua e mezza pagnotta. Fiaccato nel fisico e nel morale cominciò a pensare alla morte, che tante volte aveva sfidato con le armi in pugno.
«Finirò dannato per l’eternità, Signore. Come posso sperare nel tuo perdono? Vergine Maria, che mia madre mi ha insegnato fin da bambino a invocare nei momenti di difficoltà, salvami!».
Rimase in ginocchio a pregare per diverse ore. Poi una voce lo chiamò.
«Girolamo, Girolamo!».
«Chi mi chiama?».
In una luce abbagliante le apparve la Vergine Maria.
«Coraggio, Girolamo! La tua implorazione è stata accolta ed esaudita», disse Maria. In quell’istante le catene che lo tenevano prigioniero si spezzarono.
La Madonna gli porse una chiave dorata: «Prendi questa chiave, Girolamo. Ti permetterà di aprire le porte della prigione e tornare libero. Ma ricordati di mantenere tutto quello che hai promesso».
La visione scomparve e la cella piombò nel buio. Girolamo pensò a un’allucinazione, ma la sua mano stringeva la chiave e le catene erano spezzate.
Provò la chiave, il pesante portone si aprì cigolando. Sicaricò sulle spalle le catene: «Le porterò davanti all’immagine della Madonna nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Treviso», pensò.
Guardingo, rasentando i muri, Girolamo si allontanò indisturbato, ma alcune ore dopo si trovò il cammino sbarrato da un accampamento di soldati francesi.
Angosciato si buttò in ginocchio.
«Vergine Maria, non mi abbandonare proprio adesso», implorò.
La grande luce gli riapparve accanto.
«Sono qui, Girolamo. Non ti ho abbandonato. Dammi la tua mano e non temere», disse Maria.
Tenendo per mano la Madonna, Girolamo attraversò il campo dei nemici. Nessuno si accorse di lui. Quando fu in salvo, la Madonna scomparve, Girolamo arrivò sano e salvo a Treviso e posò le catene della sua prigionia e della sua vita passata davanti all’altare della Madonna, dove sono conservate ancora oggi.
Molte altre avventure attendevano ancora Girolamo Emiliani, che divenne un grande santo, protettore dei poveri e dei piccoli, fondatore dell’Ordine religioso dei Somaschi.
Ancilla Domini -sorrisi mariani-
Elledici al 1° giorno del Salone Internazionale del Libro
Elledici al 1° giorno del Salone Internazionale del Libro
Nella giornata di ieri, si è aperto il Salone Internazionale del Libro presso il Lingotto Fiere di Torino.
Il 1° giorno del Salone è iniziato per l'Editrice Elledici con la presentazione del libro Elogio della generosità a cura degli autori don Luca Peyron e Ivan Andreis.
Un libro semplice ma profondo, che parte da un concetto essenziale:
Dio è generosità e credere in Lui è un atto di altrettanta generosità.
Qualche scatto della giornata:
Elledici al 32° Salone Internazionale del Libro di Torino
32° Salone Internazionale del Libro di Torino
L’Editrice Elledici è presente al prestigioso appuntamento annuale del Salone Internazionale del Libro dal 9 al 13 maggio 2019 presso il Lingotto Fiere di Torino
Sarà possibile trovare la Casa Editrice Salesiana all’interno dello stand UELCI
(Unione editori e librai cattolici italiani):
Stand UELCI, PAD2 – J66-K67
Tante novità e appuntamenti da non perdere!
3 incontri con l’Autore:
Don Luca Peyron e Giuseppe Tipaldo
parleranno di COSCIENZA della SCIENZA
a partire dai loro rispettivi libri Incarnazione Digitale (ed. Elledici)
e Società della pseudoscienza (ed. Il mulino).
Gli appuntamenti si svolgeranno all’interno dello Stand UELCI, PAD2 – J66-K67
“Incarnazione digitale” al Centro Congressi dell’Unione Industriale di Torino
“Incarnazione digitale” al Centro Congressi dell’Unione Industriale di Torino
8 Maggio 2019 – Nell’ambito del “Ciclo degli Appuntamenti del Mercoledì mattina” presso il Centro Congressi dell’Unione Industriale di Torino, don Luca Peyron ha affrontato il tema “Come vivere nella rivoluzione tecnologica. La rivoluzione digitale e noi” con la presentazione del suo nuovo libro Incarnazione digitale, edito da Elledici.
L’intervento condotto da don Luca Peyron assieme a Vincenzo Camarda, docente del Liceo Classico V. Gioberti di Torino, ha portato ad una accurata analisi della realtà odierna, cogliendo le sfaccettature della rivoluzione digitale e le conseguenze sulla vita di ogni giorno, sulle nuove generazioni, fino al modo che abbiamo di leggere noi stessi e il rapporto con Dio. Un insieme di riflessioni che sono partite dal concetto di infosfera, offrendo una interessante indagine dell’uomo nel tempo in cui si trova a vivere.
Mercoledì 8 maggio, presso il Centro Congressi dell'Unione Industriale di Torino, alle ore 10.00, don Luca Peyron affronterà il tema “Come vivere nella rivoluzione tecnologica. La rivoluzione digitale e noi“, con la presentazione del suo nuovo libro Incarnazione digitale, edito da Elledici. Il tema verrà discusso assieme a Vincenzo Camarda, docente del Liceo Classico V. Gioberti di Torino.
Di fronte alle sfide di una contemporaneità impastata di tecnologia, questo nuovo volume e il suo incontro di presentazione trovano un’importante collocazione nel dibattito sulla rivoluzione digitale, portando al centro dell’analisi il tema di Dio e della speranza, suggerendo spunti di riflessione educativi e generali.
Abbiamo così chiesto a don Luca Peyron di rispondere ad alcune domande in merito all'argomento, alle quali si aggiungeranno le riflessioni dell'incontro previsto per l'8 maggio presso l'Unione Industriale di Torino.
“Incarnazione digitale”. Qual è l’attualità di questo tuo nuovo libro?
L'attualità del libro sta in 4 tra le ultime notizie relative alla rivoluzione digitale da cui si evincono alcune delle questioni fondamentali in gioco:
- La ricerca di una università spagnola che ha dimostrato come 1/4 degli europei vorrebbe che fosse un'intelligenza artificiale a decidere e prendere posizione circa le questioni politiche europee;
- La recente protesta dei rider (coloro che si occupano delle consegne di pasti a domicilio), che hanno condiviso sui Social un elenco di personaggi della musica e dello spettacolo accusati di non dare la mancia ai fattorini;
- Tutto quello che normalmente accade sui Social Media rispetto al bullismo e non solo;
- “L’internet delle cose”: come la rivoluzione digitale cambierà completamente il nostro modo di lavorare.
Sono 4 temi che toccano tutti gli aspetti dell’umano, a cui si aggiunge anche la dimensione spirituale, cioè il modo di stare nella realtà e di capire se esiste o meno una trascendenza.
Rispetto a tutto questo, è evidente che le generazioni attuali devono prendere posizione. Non si può però prendere posizione senza tener conto anche del proprio battesimo.
Quale potrebbe essere allora una “via di salvezza” per le generazioni di oggi?
Una via di salvezza è sicuramente quella di non pensare alla digitalizzazione in termini di “digitismo” o “digitalismo”. La rivoluzione digitale non è infatti da intendere come “salvezza dell’essere umano”. L'uomo però, attraverso la digitalizzazione, può scoprire quelle domande esistenziali su se stesso, le cui risposte tuttavia non sono da ricercarsi nel digitale.
I prossimi appuntamenti del libro Incarnazione digitale di don Luca Peyron:
- Sabato 11 maggio alle ore 15.00 – Laboratorio vocazionale a Trieste presso Prosvetni Dom (via Nazionale, 51 Opicina)
- Domenica 12 maggio alle ore 17.00 – con Giuseppe Tipaldo al 32° Salone Internazionale del Libro di Torino presso il Lingotto Fiere
32° Salone Internazionale del Libro di Torino
L'Editrice Elledici sarà presente al consueto appuntamento annuale del Salone Internazionale del Libro dal 9 al 13 maggio 2019 presso il Lingotto Fiere di Torino
Stand UELCI, PAD2 – J66-K67
Gli appuntamenti da non perdere:
- Giovedì 9 maggio alle ore 11.00 – Presentazione del libro Elogio della generosità a cura di don Luca Peyron e Ivan Andreis.
- Sabato 11 maggio alle ore 12.00 – Presentazione del libro La Bibbia dell’ecologia a cura di Roberto Cavallo.
- Domenica 12 maggio alle ore 17.00 – don Luca Peyron e Giuseppe Tipaldo parleranno di COSCIENZA della SCIENZA a partire dai loro rispettivi libri Incarnazione Digitale (ed. Elledici) e Società della pseudoscienza (ed. Il mulino).
Gli appuntamenti si svolgeranno all'interno dello Stand UELCI, PAD2 – J66-K67.
Aggrappati a lei! Un mese con Maria
Aggrappati a lei!
Un mese con Maria
#aggrappatialei
“Aggrappatevi al rosario come l’edera si attacca all’albero, perché senza la Vergine non possiamo reggerci in piedi”
(Madre Teresa)
Entriamo nel mese di Maggio, il mese per eccellenza dedicato a Maria, la madre celeste.
L’Editrice Elledici desidera aiutarti a trovare le parole giuste per diffondere la bellezza della devozione a Maria, per raccontare al mondo quanto sia importante aggrapparsi a Lei, e lo fa non solo con una con una proposta di libri capaci di accompagnarti nel cammino personale ed in quello pastorale, ma anche attraverso racconti, immagini e interviste dei nostri autori, adatti ad arricchire la devozione e la preghiera a Maria.
Il filo conduttore di questo percorso mariano è riportato dall’hashtag #aggrappatialei, per ricordare quanto sia essenziale ancorarsi a Lei nei nostri progetti, pensieri e desideri, ossia in ogni momento del nostro quotidiano.
Segui la Campagna Social intitolata a Maria sulla nostra Pagina Facebook e scopri tutti i titoli Elledici a Lei dedicati!
Etiopia – Gli scritti di Teresio Bosco su Don Bosco tradotti in lingua tigrina
Gli scritti di Teresio Bosco su Don Bosco
tradotti in lingua tigrina
Si presenta l’occasione di ricordare ancora oggi il grande contributo di don Teresio Bosco, recentemente scomparso, nel diffondere il carisma salesiano attraverso i suoi innumerevoli scritti, pubblicati anche dall’Editrice ELLEDICI.
Riportiamo con piacere l’articolo proveniente dalla redazione Ans, Agenzia di Informazione Salesiana, pubblicato il 29 aprile 2019 in merito alla traduzione dei testi di don Teresio Bosco in lingua tigrina, la lingua ufficiale dell’Eritrea.
(ANS – Addis Abeba) – Al fine di diffondere sempre più il carisma di Don Bosco, gli scritti del grande storico salesiano don Teresio Bosco, recentemente scomparso, sono stati tradotti anche in lingua tigrina, la lingua ufficiale dell’Eritrea, parlata anche nella parte settentrionale dell’Etiopia.
Il lavoro era stato iniziato quasi due anni fa dal salesiano coadiutore Berhane Teklemariam che ha raccolto la grande sfida di compiere il lavoro di traduzione e allo stesso tempo ha voluto dare questo contributo come dono ai salesiani dell’Eritrea, che fino a qualche anno fa erano parte di un’unica Visitatoria insieme all’Etiopia e che poi, a motivo della politica internazionale, sono stati obbligati a separarsene.
Ad ogni modo, questa novità editoriale è stata accolta molto positivamente dai Salesiani di entrambe le sponde, in Etiopia ed Eritrea e la redazione, la stampa e la pubblicazione sono state realizzate dall’editrice salesiana “Don Bosco Printing Press” di Addis Abeba, in Etiopia.
Il libro, di oltre 400 pagine, fornisce una traduzione quasi letterale dell’opera di don Teresio Bosco e contribuirà sicuramente a diffondere il carisma salesiano in entrambi i Paesi.