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3. Commento alle Letture – NATALE DEL SIGNORE

2 5  D I C E M B R E
NATAlE DEL SIGNORE

 

L’esordio dell’oracolo di Isaia, in una celebrazione che si svolge nella notte, è particolarmente suggestivo: «Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse» (Is 9,1).
Il profeta si rivolge al popolo fiaccato dalla guerra e dalle sue conseguenze. A chi soffre per deportazioni, oppressioni, devastazioni, miseria, carestia Isaia proclama l’intervento di Dio: verranno il riscatto e la liberazione. Il profeta annuncia che Dio non abbandona l’umanità nella sua debolezza.
È questa parola, debolezza, che può offrire una chiave di lettura per comprendere e dire il mistero che stiamo celebrando, il dono che stiamo accogliendo, l’Evangelo che ci sta raggiungendo. Il profeta Isaia arriva con il suo messaggio a tutta l’umanità.

Il paradosso salvifico
L’umanità è bisognosa di salvezza per la sua debolezza, che si mostra nella miseria, nella malattia, nella sofferenza, nell’angoscia, nella morte. Le tenebre di cui parla Isaia sono l’oscurità e lo smarrimento che sperimenta chi soffre. E non solo di dolore fisico. Esiste un sordo dolore interiore, che ottunde la vita e la rende più grigia. Lì, nel non-senso, nell’angoscia, nella disperazione è necessario che una luce brilli nelle tenebre.
Dio salva l’uomo condividendone la debolezza. Nel paradosso dell’onnipotenza che si manifesta nella piccolezza e nella debolezza di un bambino, ci è dato di meditare e di contemplare l’inizio di questa speranza.
Luca accentua molto questo paradosso, inquadrando la nascita di Gesù nel tempo del censimento di Cesare Augusto (cf Lc 2,1). Il potere conta i suoi sudditi, sicuramente per motivi fiscali o militari, e con ciò afferma l’orgoglio della propria potenza. Luca sottolinea il forte contrasto tra l’ostentazione del potere e l’oscurità di una nascita povera in uno sperduto villaggio della provincia dell’Impero, fra il potere che si erge come dominio e la nascita di questo bambino che viene al mondo per servire sia il Padre, aderendo al Suo progetto di salvezza, sia gli uomini, per i quali spenderà e offrirà la sua vita.

Natale e Pasqua
Dio salva l’uomo condividendone la debolezza. Se l’esordio è contemplabile in quella stalla, il massimo dell’azione e della potenza di Dio si manifesta nell’immobilità di un crocefisso. Lì Dio scende al fondo della debolezza. Lì Dio è sovranamente potente.
Il mistero del Natale e quello della Pasqua sono intimamente legati. Con il Natale il tempo umano, compiendosi per Maria «i giorni del parto» (Lc 2,6), cessa di essere solo il tempo che scorre in un’inarrestabile e implacabile successione di istanti che porta alla morte. Con il Natale il tempo umano è «trasvalutato» in tempo di salvezza. Come dice l’Apostolo, «è apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini» (Tt 2,11). L’azione di salvezza giunge al compimento nei misteri della Pasqua.
Luca stesso suggerisce che i due momenti sono collegati descrivendo la scena della nascita. Il bambino Gesù non trova posto nell’alloggio (cf Lc 2,7), come avverrà al tempo della passione, quando sarà rifiutato dagli uomini, espulso dalla città, ucciso dalla durezza di cuore dei peccatori. Il bambino Gesù è avvolto in fasce, come il Gesù morto. È posto in una mangiatoia, prefigurazione eucaristica.
Ancor di più la connessione fra i due misteri è stabilita da Luca quando dice che Maria «diede alla luce il suo figlio primogenito» (Lc
2,7). Non dice qualcosa come «figlio unico». Usa una parola che ritorna nel Nuovo Testamento per dire il Cristo risorto, per indicare che in Lui si compie la promessa di un rinnovamento dell’umanità per effetto della risurrezione. Cristo, infatti, è «il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra» (Ap 1,5); oppure, è «il capo del corpo, della Chiesa. Egli è principio, primogenito di quelli che risorgono dai morti» (Col 1,18). È Cristo l’inizio dell’umanità rinnovata nel perdono e nell’amore, dell’umanità divinizzata dalla grazia.

La salvezza per tutti gli uomini
I primi a ricevere l’annuncio della nascita sono i pastori (cf Lc 2,10-11). A loro è dato un «segno» (Lc 2,12). Ciò che appare come un mero elemento narrativo del testo (fasce, mangiatoia) è invece un qualcosa che dice altro rispetto a ciò che sembra dire immediatamente. Il segno dato ai pastori, ai credenti di ogni tempo, è che la prova della grandezza di Dio è la sua piccolezza. Il segno della sua potenza è la sua debolezza.
La salvezza di cui Gesù è portatore vuole raggiungere tutti gli uomini, ma riserva un particolare privilegio per i poveri, gli ultimi,
i reietti, i prostrati. I pastori. Coloro che vivono nella notte come i pastori, i peccatori, ricevono l’annuncio di «una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore» (Lc 2, 1011).
Questo significa augurarsi Buon Natale. Rinnovare la fiducia che anche noi, nella nostra povertà, nella nostra debolezza, nel nostro peccato, siamo raggiunti dalla misericordia di Dio.

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4b. Letture – Natale del Signore – Messa dell’aurora

2 5         D I C E M B R E
NATALE DEL SIGNORE 

MESSA DELL’AURORA
UNA LUCE È SPUNTATA PER IL GIUSTO

PRIMA LETTURA
Ecco, arriva il tuo Salvatore.

L’annuncio del profeta Isaia riguardo all’arrivo di un salvatore, che ha accompagnato tutto il cammino dell’Avvento, assume il suo significato definitivo solo in questo giorno di festa. È Gesù il salvatore, l’atteso. Di conseguenza, siamo noi quel popolo santo ricercato nonostante la sua infedeltà.

Dal libro del profeta Isaia   Is 62,11-12
Ecco ciò che il Signore fa sentire all’estremità della terra:
«Dite alla figlia di Sion: Ecco, arriva il tuo salvatore; ecco, egli ha con sé il premio
e la sua ricompensa lo precede. Li chiameranno Popolo santo, Redenti del Signore.
E tu sarai chiamata Ricercata, Città non abbandonata». Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE         Dal Salmo 96 (97)
Il salmo è un canto di lode per la gloria del Signore. Cristo è la luce che risplende sui giusti, è lui la gioia dei retti di cuore.

Rit. Oggi la luce risplende su di noi.

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Annunciano i cieli la sua giustizia

e tutti i popoli vedono la sua gloria.

Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,
della sua santità celebrate il ricordo.

SECONDA LETTURA
Ci ha salvati per la sua misericordia.
L’apostolo Paolo identifica la venuta di Gesù Cristo nel mondo con la salvezza per gli uomini. È Dio a rendere possibile questa salvezza, la sua incarnazione rimane un evento di grazia, né meritato né scontato per l’uomo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito            Tt 3,4-7
Figlio mio,
quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro,
e il suo amore per gli uomini,
egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute,
ma per la sua misericordia,
con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo,
che Dio ha effuso su di noi in abbondanza
per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,
affinché, giustificati per la sua grazia,
diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.
Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO                      Lc 2,14
Alleluia, alleluia.
Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama.
Alleluia.

VANGELO
I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino.
L’intera scena è percorsa da due sentimenti contrastanti: da una parte l’umiltà dei pastori e la semplicità dell’ambiente, dall’altra la gloria della nascita del Figlio di Dio in terra. I due movimenti opposti trovano conciliazione proprio nel bambino che è appena venuto al mondo: creatura fragile e bisognosa d’amore e al tempo stesso salvezza potente per Israele.
Dal vangelo secondo Luca                     Lc 2,15-20
Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere».
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

Parola del Signore.

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4.c. Letture – Natale del Signore – Messa del giorno

2 5 D I C E M B R E
NATALE DEL SIGNORE

MESSA DEL GIORNO
UNA LUCE È SPUNTATA PER IL GIUSTO

PRIMA LETTURA
Tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio.

La salvezza a lungo attesa dal popolo d’Israele non è stata infine conquistata con la forza delle armi o l’ingegno dei sapienti. Essa è dono di grazia, concesso liberamente dall’unico e onnipotente Signore.

Dal libro del profeta Isaia                      Is 52,7-10
Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero che annuncia la pace,
del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,
che dice a Sion: «Regna il tuo Dio».
Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce,
insieme esultano,
poiché vedono con gli occhi
il ritorno del Signore a Sion.
Prorompete insieme in canti di gioia,
rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo,
ha riscattato Gerusalemme.
Il Signore ha snudato il suo santo braccio
davanti a tutte le nazioni;
tutti i confini della terra vedranno
la salvezza del nostro Dio.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE           Dal Salmo 97 (98)
La bellezza di questo giorno non può essere celebrata con canti già utilizzati in passato: serve un inno di lode mai udito prima.

Rit. Tutta la terra ha veduto la salvezza del nostro Dio.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra, gridate,
esultate, cantate inni!

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.

SECONDA LETTURA
Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio.
Il Dio che nasce oggi in una mangiatoia non è diverso da quello che ha fatto udire la sua voce al popolo per mezzo dei profeti di un tempo. Lo stesso amore sollecito che ha guidato Israele lungo tutta la sua storia si è ora manifestato in un bambino, per salvare l’umanità intera.

Dalla lettera agli Ebrei                         Eb 1,1-6
Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.
Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.
Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»? e ancora: «Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio»? Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo adorino tutti gli angeli di Dio». Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO

Alleluia, alleluia.
Un giorno santo è spuntato per noi:
venite tutti ad adorare il Signore;
oggi una splendida luce è discesa sulla terra.
Alleluia.

VANGELO
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.
Nell’apertura del suo vangelo, Giovanni mette in relazione la venuta nel mondo del Figlio di Dio col suo rifiuto da parte degli uomini. La nascita di Gesù è infatti già anticipazione di quella scelta d’amore che lo porterà fino alla croce.

Tra parentesi [ ] la forma breve.

Dal vangelo secondo Giovanni                  Gv 1,1-18
[In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.]
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
[Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.]
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.
Parola del Signore.

 

 

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4. Letture – Natale del Signore – Messa della notte

2 5  D I C E M B R E
NATALE DEL SIGNORE

MESSA DELLA NOTTE
GESÙ: RINNOVAMENTO DI UNA STORIA DI SALVEZZA

PRIMA LETTURA
Ci è stato dato un figlio.

Con immagini poetiche potentissime Isaia narra dell’avvento del Messia a lungo atteso dal popolo d’Israele. La rinascita della giustizia non passa attraverso la logica dei potenti; quest’ultima è invece spazzata via come l’attrezzatura del soldato oppressore che brucia nel fuoco.

Dal libro del profeta Isaia                        Is 9,1-6
Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Màdian.
Perché ogni calzatura di soldato
che marciava rimbombando
e ogni mantello intriso di sangue
saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace. Grande sarà il suo potere
e la pace non avrà fine
sul trono di Davide e sul suo regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE           Dal Salmo 95 (96)
La luce di cui parla il profeta Isaia si traduce in canto di lode.

Rit. Oggi è nato per noi il Salvatore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.
Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.

In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Gioiscano i cieli, esulti la terra, risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene, acclamino tutti gli alberi della foresta.

Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.

SECONDA LETTURA
È apparsa la grazia di Dio per tutti gli uomini.
La grazia di Dio si è rivelata in Gesù Cristo: è questo il cuore dell’annuncio di cui si fa testimone san Paolo. Quest’annuncio ha due conseguenze, profondamente legate l’una all’altra: siamo salvati e possiamo dunque vivere in sobrietà, giustizia e pietà.

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito          Tt 2,11-14
Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.
Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO                    Lc 2,10-11
Alleluia, alleluia.
Vi annuncio una grande gioia:
oggi è nato per voi un Salvatore, Cristo Signore.
Alleluia.

VANGELO
Oggi è nato per voi il Salvatore.
Tra tutti gli abitanti della terra, censiti in quel tempo dall’Impero romano, i primi a ricevere l’annuncio della venuta del Figlio di Dio nel mondo sono degli umili pastori. Da loro comincia l’opera di riscatto e di redenzione dell’umanità messa in atto da Dio in Gesù Cristo.

Dal vangelo secondo Luca                      Lc 2,1-14
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
Parola del Signore.

 

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5. Preghiere di perdono e dei fedeli – Natale del Signore

2 5 D I C E M B R E
NATALE DEL SIGNORE
GESÙ: RINNOVAMENTO DI UNA STORIA DI SALVEZZA

PERDONO
• Signore, sentiamo di aver perduto troppo della nostra innocenza per poter gioire della tua venuta nel mondo. Kyrie eleison.
• Cristo, siamo talmente interessati a contare le cose in nostro possesso, che non abbiamo più spazio per accoglierti. Christe eleison.
• Signore, hai risposto ai nostri dubbi sulla tua esistenza facendoti uomo, eppure continuiamo a considerarti distante. Kyrie eleison.

PREGHIERA UNIVERSALE

In Gesù Cristo, Dio ci ha mostrato che gioia, pace e giustizia non sono soltanto belle illusioni, ma sono entrate nella nostra storia.

Preghiamo insieme e diciamo:
Signore, prendi dimora in mezzo a noi.

• Perché, come Dio, sappiamo lavorare lontano dai riflettori per compiere il bene. Preghiamo.
• Perché la scelta di Dio di nascere come uno di noi ci spinga a rispettare l’umanità in ogni sua forma. Preghiamo.
• Perché conserviamo la capacità di stupirci di fronte alla sovrabbondanza della tua misericordia. Preghiamo.
• Perché, sulla tua Parola, ci consideriamo parte di una storia di salvezza. Preghiamo.

O Padre, in Gesù Cristo tuo Figlio sei venuto incontro all’uomo e ti sei rivelato come Dio misericordioso. Fa’ che dimostriamo la stessa sollecitudine generosa verso i più piccoli e i più poveri, cominciando già oggi a costruire il tuo Regno. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

 

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6. Vignetta di RobiHood – Natale del Signore

2 5         D I C E M B R E
NATALE DEL SIGNORE
GESÙ: RINNOVAMENTO DI UNA STORIA DI SALVEZZA

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

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1. Letture – IV Avv A e Natale, 22 e 25 dic ’19

LETTURE della IV DOMENICA di AVVENTO “A”

PRIMA LETTURA
Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio.

Dal libro del profeta Isaìa 7,10-14

In quei giorni, il Signore parlò ad Àcaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto».
Ma Àcaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore».
Allora Isaìa disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele».
Parola di Dio.


SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 23 (24)

R. Ecco, viene il Signore, re della gloria.

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.


SECONDA LETTURA
Gesù Cristo, dal seme di Davide, Figlio di Dio.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 1,1-7

Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio – che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore; per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l’obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo –, a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo!
Parola di Dio.


CANTO AL VANGELO Mt 1,23

Alleluia, alleluia.
Ecco la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele: “Dio con noi”.
Alleluia.


VANGELO
Gesù nascerà da Maria, sposa di Giuseppe,
della stirpe di Davide.

Dal Vangelo secondo Matteo 1,18-24

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
Parola del Signore.

(tratto da: Nuovo Messale della comunità, Domeniche e feste – Elledici 2008)

LETTURE DELLA SOLENNITÀ DI NATALE

1. Alla Messa vespertina nella vigilia

[Queste letture vengono proclamate nella Messa che si celebra la sera del 24 dicembre, sia prima che dopo i Primi Vespri del Natale.]

PRIMA LETTURA
Il Signore troverà in te la sua delizia.

Dal libro del profeta Isaìa 62, 1-5

Per amore di Sion non tacerò,
per amore di Gerusalemme non mi concederò riposo,
finché non sorga come aurora la sua giustizia
e la sua salvezza non risplenda come lampada.
Allora le genti vedranno la tua giustizia,
tutti i re la tua gloria;
sarai chiamata con un nome nuovo,
che la bocca del Signore indicherà.
Sarai una magnifica corona nella mano del Signore,
un diadema regale nella palma del tuo Dio.
Nessuno ti chiamerà più Abbandonata,
né la tua terra sarà più detta Devastata,
ma sarai chiamata Mia Gioia
e la tua terra Sposata,
perché il Signore troverà in te la sua delizia
e la tua terra avrà uno sposo.
Sì, come un giovane sposa una vergine,
così ti sposeranno i tuoi figli;
come gioisce lo sposo per la sposa,
così il tuo Dio gioirà per te.
Parola di Dio.


SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 88 (89)

R. Canterò per sempre l’amore del Signore.

«Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono».

Beato il popolo che ti sa acclamare:
camminerà, Signore, alla luce del tuo volto;
esulta tutto il giorno nel tuo nome,
si esalta nella tua giustizia.

«Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza”.
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele».


SECONDA LETTURA
Testimonianza di Paolo a Cristo, figlio di Davide.

Dagli Atti degli Apostoli 13,16-17.22-25

Paolo, [giunto ad Antiòchia di Pisìdia, nella sinagoga,] si alzò e, fatto cenno con la mano, disse:
«Uomini d’Israele e voi timorati di Dio, ascoltate. Il Dio di questo popolo d’Israele scelse i nostri padri e rialzò il popolo durante il suo esilio in terra d’Egitto, e con braccio potente li condusse via di là.
Poi suscitò per loro Davide come re, al quale rese questa testimonianza: “Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri”.
Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele.
Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”».
Parola di Dio.


CANTO AL VANGELO

Alleluia, alleluia.
Domani sarà distrutto il peccato della terra
e regnerà su di noi il Salvatore del mondo.
Alleluia.


VANGELO
Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide.

Dal Vangelo secondo Matteo 1,1-25

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.
Parola del Signore.

2. Alla Messa della notte

PRIMA LETTURA
Ci è stato dato un figlio.

Dal libro del profeta Isaìa 9,1-6

Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Màdian.
Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando
e ogni mantello intriso di sangue
saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace.
Grande sarà il suo potere
e la pace non avrà fine
sul trono di Davide e sul suo regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.
Parola di Dio.


SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 95 (96)

R. Oggi è nato per noi il Salvatore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.

Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.


SECONDA LETTURA
È apparsa la grazia di Dio per tutti gli uomini.

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito 2,11-14

Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.
Parola di Dio.


CANTO AL VANGELO Lc 2,10-11

Alleluia, alleluia.
Vi annuncio una grande gioia:
oggi è nato per voi un Salvatore, Cristo Signore.
Alleluia.


VANGELO
Oggi è nato per voi il Salvatore.

Dal Vangelo secondo Luca 2,1-14

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore.
Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
Parola del Signore.

3. Alla Messa del giorno

PRIMA LETTURA
Tutti i confini della terra
vedranno la salvezza del nostro Dio.

Dal libro del profeta Isaìa 52,7-10

Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero che annuncia la pace,
del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,
che dice a Sion: «Regna il tuo Dio».
Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce,
insieme esultano,
poiché vedono con gli occhi
il ritorno del Signore a Sion.
Prorompete insieme in canti di gioia,
rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo,
ha riscattato Gerusalemme.
Il Signore ha snudato il suo santo braccio
davanti a tutte le nazioni;
tutti i confini della terra vedranno
la salvezza del nostro Dio.
Parola di Dio.


SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 97 (98)

R. Tutta la terra ha veduto la salvezza del nostro Dio.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.


SECONDA LETTURA
Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio.

Dalla lettera agli Ebrei 1,1-6

io, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.
Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.
Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»? E ancora: «Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio»? Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo adorino tutti gli angeli di Dio».
Parola di Dio.


CANTO AL VANGELO

Alleluia, alleluia.
Un giorno santo è spuntato per noi:
venite tutti ad adorare il Signore;
oggi una splendida luce è discesa sulla terra.
Alleluia.


VANGELO
Il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi.

Dal Vangelo secondo Giovanni 1,1-18

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.
Parola del Signore.


(tratto da: Nuovo Messale della comunità, Domeniche e feste – Elledici 2008)

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2. Esegesi – IV Avv A e Natale, 22 e 25 dic ’19

IV di Avvento “A”:

NON TEMERE

Is 7,10-14 – Chiedi un segno dal Signore
Rm 1,1-7 – Grazia a voi e pace da Dio
Mt 1,18-24 – Giuseppe prese con sé la sua sposa

Il Signore si rivolge a tutti
Il Signore con la sua Parola ci consegna un orizzonte che esalta in modo straordinario la realtà e la fecondità di tutte le relazioni. Amplia il valore di ogni persona e l’insostituibile importanza della parte compiuta da ognuno. Dà valore a ogni assunzione di responsabilità e a ogni azione virtuosa. Pur di realizzare il suo progetto il Signore non si stanca di parlare, di rivolgere la sua parola, anche ad Acaz, un re che non fece ciò che è retto agli occhi del Signore suo Dio (2 Re 16,1-4). Il Signore anzi si serve di lui per fare un annuncio che è una grande profezia. Il re Acaz interpreta il chiedere come un tentare il Signore, ma in verità mostra di non conoscere Dio, il quale per primo rivolge la parola alla sua creatura e non disdegna di risponderle. Per di più proprio Dio aveva sollecitato il re attraverso il suo profeta a chiedere un segno. In questa prospettiva, il rifiuto narrato dal brano di Isaia è indice di un atteggiamento individualista e irresponsabile. Rivela tutta la pochezza della persona, come è sempre di chi, rifiutando di «mettersi in gioco», preferisce identificare il suo impegno con gli obiettivi più diretti del proprio tornaconto.

Incontriamo un Dio che è relazione
Il Vangelo annuncia l’adempimento delle antiche promesse e invita a lodare il Signore come «Dio della relazione». È significativo che in questo brano tutte le persone siano definite e presentate attraverso una relazione (sua madre Maria, sposa di Giuseppe, Giuseppe suo sposo). Il Signore, «Dio con noi», invita a celebrare la preziosità di tutte le relazioni e ad accogliere la sua volontà di salvarle. Dio è con noi, nella vita debole e indifesa che nasce in noi, attorno a noi e attraverso di noi. Dio sarà così sempre con noi. Lo Spirito Santo entra nella relazione tra Maria e Giuseppe e, attraverso l’annuncio della nascita del bambino, dona l’aiuto e il sostegno della grazia di Dio. I versetti successivi, vv. 18-20, mostrano che le prove che subito si presentano nel rapporto tra i due sposi sarebbero molto dure da superare da soli, se tutto non fosse salvato dalla grazia preveniente dello Spirito.

Ognuno è importante per gli altri
Paolo, nella sintetica presentazione che fa di sé, e Giuseppe nella memoria del suo mite sogno, rappresentano la nuova, meravigliosa umanità dove ciascuno è importantissimo per tutti gli altri, proprio a partire dalla disponibilità a farsi aiutare e dall’obbedienza al proprio «compito». Tale compito infatti non è né un’infatuazione né un progetto individuale, ma un’obbedienza, dove ciascuno trova se stesso e la sua parte all’interno di una storia complessa e insieme armonica.

Cristo Gesù ama tutto di noi
Proprio per la complessità degli eventi, Giuseppe medita nel suo cuore su quanto gli sta accadendo. Mentre dimora in quella condizione di silenzio che è spazio per il lavoro interiore e la preghiera, spazio per il dominio di sé e il discernimento nella fede, un angelo, un messaggero del Signore, attualizza per lui in sogno la parola di Dio: «Giuseppe, figlio di David, non temere di prendere con te Maria tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito santo». Il Dio con noi ha bisogno dei miei dubbi, come quelli di Giuseppe, ha bisogno del suo silenzio e del mio, della sua fiducia e della nostra. Ha anche bisogno del nostro chiedere, del nostro voler capire, perché da quando è come noi ama tutto di noi.

I nostri sforzi sono da riporre in Lui
L’angelo aiuta Giuseppe a leggere l’intervento e la volontà del Signore e a riconoscere nell’altra persona che gli sta di fronte la Sua presenza. L’atteggiamento di Giuseppe descritto in questo Vangelo ci mostra la difficoltà di interpretare le vicende della storia con le sole forze e i ragionamenti umani. La figura di Giuseppe mostra che ogni sforzo umano non porta a nulla e invita a riconoscere il bisogno di essere illuminati dalla Parola di Dio. Come Maria egli ha fatto totalmente spazio in sé alla volontà di Dio, accettando di compiere anche ciò che forse non comprendeva pienamente. Non dice nulla, ma vive la buona notizia con il suo comportamento. Davanti al mistero della storia l’unica possibilità è la fede umile che sa ascoltare, quella che Giuseppe testimonia.


PER IL CONFRONTO NEL GRUPPO
– L’essere in relazione quali attenzioni apre alla tua vita?
– Quando il dubbio è forte che strade percorriamo?


IN FAMIGLIA
In famiglia ci sono sempre cose nuove da affrontare e non sempre si ha la luce giusta per leggere ciò che succede.
Insieme ai figli dopo aver proclamato il brano evangelico possiamo accendere una candela per rischiarare il cammino.
Insieme si possono mettere in comune tutte le realtà che suscitano preoccupazione o paura e in un momento di preghiera affidarle al Signore.
Non temere il futuro.
Non temere per la crescita dei figli.
Non temere la fragilità.
Non temere ciò che non conosco.
Non temere…


NATALE – MESSA DELLA NOTTE:

DIO CON NOI
Is 9,1-6 Il popolo… ha visto una grande luce
Tt 2,11-14 È apparsa la grazia di Dio
Lc 2,1-14 Gloria a Dio nel più alto dei cieli

Il Signore diventa l’Emmanuele
Il Natale e la sua celebrazione suscitano nei cuori una gioia contenuta e mite; ci restituiscono un’atmosfera di familiare tenerezza. Oggi ricordiamo il fatto certo e situato nel tempo del Signore altissimo ed eterno che diventa l’Emmanuele, cioè il «Dio con noi». Dio è talmente grande nell’amore che è capace di farsi piccolo. È dunque la festa della riconciliazione tra l’umanità e il suo Creatore, che rimane fedele al suo disegno per le cose piccole, perché sa che ciò che è piccolo ci rende nuovi. Per questo oggi gli animi, i riti, le stesse consuetudini della gente sono pervasi da una grande gioia: «Vi annuncio una grande gioia – ha detto l’angelo ai pastori sbigottiti, e lo ripete anche a noi – che sarà di tutto il popolo: vi è nato un salvatore» (cf Lc 2,10-11). L’umanizzazione di Dio in Gesù ha reso possibile la visione del suo volto già qui sulla terra. Sì, il nostro Dio, può essere solo e unicamente il Dio da Lui narrato, perché l’uomo Gesù è l’ultimo e definitivo racconto di Dio e chi vede Lui, chi contempla la sua vita conosce il Padre.

La Buona Notizia è annunciata dalle cose semplici
Dio è con noi: questa è la Buona Notizia. Oggi, con il Figlio di Dio, nasce e si accende un’immensa speranza, più forte di ogni paura. E un’invincibile allegrezza torna a rifiorire sulle nostre tristezze. Ci viene restituito il gusto delle persone e delle cose semplici, come le persone che vanno a cercare il Signore nella notte di Betlemme, come tutte le cose della creazione e come la mangiatoia, il solo indizio che la nascita di Gesù è avvenuta in una stalla. In poche righe viene ricordata tre volte: «Lo depose in una mangiatoia» (Lc 2,7). «Troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia» (Lc 2,12). «Trovarono il bambino che giaceva in una mangiatoia» (Lc 2,16). La mangiatoia è il segno e l’avvertimento che i più grandi prodigi divini prediligono i mezzi più miseri, quasi rivestendosi di povertà e di squallore.

Il regalo del Padre è stato rifiutato dagli uomini
Così siamo avvertiti che il Dio salvatore ama rivolgersi a coloro che sono «piccoli» – economicamente, socialmente, culturalmente – o almeno a coloro che non esitano a farsi piccoli e deboli nello spirito e nella vita, perché la grandezza e la potenza di Dio possa lavorare in loro e portarli alle ricchezze autentiche. Soprattutto la mangiatoia (e quindi la stalla) ci ricorda che per il Figlio di Dio venuto per la nostra salvezza «non c’era stato posto nell’albergo » (cf Lc 2,7) e in nessun’altra casa di Betlemme. E dunque ci dice che, prima del grande regalo natalizio del Padre celeste, c’era stato il rifiuto da parte degli uomini. Quel Dio che si offre a tutti, accetta il rischio di essere rifiutato: «Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto» (Gv 1,11), osserva malinconicamente l’evangelista Giovanni; un rifiuto che proseguirà e condurrà colui che è nato a Betlemme fino alla condanna, da parte dei capi e dei dotti del suo popolo, e alla morte di croce.

L’oggi di Dio è carico di perennità
Già nel Natale c’è tutto il mistero della Pasqua: nascita e morte, inizio e compimento, chicco di grano e pane croccante, Cristo Gesù in una mangiatoia tra la paglia battuta. È sbocciato l’oggi di Dio, quell’oggi a cui hanno guardato tutte le promesse, quell’oggi unico a non essere più soggetto al tempo perché carico della perennità di Dio. Quest’oggi non finirà mai, perché la nascita di Gesù non è un fatto che si perde nel tempo, ma resta perenne come perenne nascita di Dio nel mondo.Dopo Gesù Cristo chi cerca Dio passa necessariamente per la ricerca del vero uomo, e la vita cristiana coincide con un cammino di umanizzazione nella potenza della grazia. Non è possibile cercare Dio senza cercare la vera umanità, né fare un cammino di salvezza senza aprire strade
di autentica umanizzazione per i piccoli.


PER IL CONFRONTO NEL GRUPPO
– Quali sono gli elementi di gioia di questo Natale?
– Che cosa porta di nuovo nella tua vita la nascita di Cristo Gesù?


IN FAMIGLIA
Crea un po’ di posto per il Signore.
Tra le tante cose che arrivano in casa in questi giorni, regali, cibo, auguri…
metti da parte qualcosa per offrirlo a chi non ha nulla.
In famiglia scambiatevi la pace dopo l’apertura dei regali o all’inizio del pranzo natalizio,
riconoscendo così che Gesù è in mezzo a noi.


(tratto da R. Paganelli – Entrare nella domenica dalla porta della Parola, anno A, Elledici 2015)