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5. Preghiere di perdono e dei fedeli – XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

7 LUGLIO

XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

GESÙ, LA NOVITÀ RIFIUTATA

RICHIESTA DI PERDONO

  • Padre, tu mandi tra noi persone che parlano a nome tuo, ma noi diamo più ascolto alle persone di successo. Kyrie eleison.
  • Cristo, tu ci parli di vita nuova, ma noi restiamo attaccati alle nostre cattive abitudini. Christe eleison.
  • Spirito Santo, tu ci metti a disposizione la tua forza, ma noi non chiediamo il tuo aiuto. Kyrie eleison.

PREGHIERA UNIVERSALE

Dio Padre ci ama e, per incoraggiarci o correggerci, continua a mandare profeti che ci parlino a nome suo. Certi della sua attenzione alla nostra vita, offriamogli la nostra preghiera e diciamo: Padre, alimenta la nostra fede.

  • Affinché sappiamo riconoscere la tua presenza negli avvenimenti lieti e tristi della vita. Preghiamo.
  • Affinché sappiamo vincere le abitudini che ci impediscono di riconoscere i tuoi inviti a migliorarci. Preghiamo.
  • Affinché riconosciamo nelle parole di Gesù le esortazioni rivolte proprio a noi per vivere da figli tuoi e fratelli tra di noi. Preghiamo.
  • Affinché non ci spaventiamo delle nostre debolezze e rinnoviamo ogni giorno la fiducia nella forza che viene da te. Preghiamo.

O Padre, di fronte alle nostre infedeltà, non sei venuto meno alle tue promesse. Donaci il tuo Spirito che ci dia la forza per combattere il male che è in noi e per testimoniare il Vangelo. Per Cristo nostro Signore.

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6. Vignetta di RobinHood – 7 LUGLIO – XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

7 LUGLIO

XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

GESÙ, LA NOVITÀ RIFIUTATA

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3. Commento alle Letture – 30 GIUGNO XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

30 GIUGNO

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

CHI TOCCA GESÙ, VIVE

COMMENTO

Marco mette insieme due miracoli strepitosi con l’artificio letterario dell’inclusione, forse perché i fatti si sono svolti proprio così, o anche solo per sottolineare alcuni elementi comuni come, ad esempio, la necessità della fede.
Gesù, protagonista assoluto, è presentato come persona dotata di poteri divini, capace di salvare due persone votate alla morte; l’accesso a questi poteri è dato dalla fede; e non è secondario che si parli di due donne.
La malata. Era ricca, ma a causa di un flusso continuo di sangue è diventata povera e permanentemente impura, quindi esclusa dalla vita religiosa e sociale. Cammina verso la morte ed è disperata. La sua disperazione apre la porta alla fede in Gesù e le dà un coraggio da pazzi. Fende la folla (chissà quanti ne rende impuri), tocca il mantello di Gesù (contaminato pure lui?), ma immediatamente si sente guarita. La potenza divina, come attirata dalla fede della donna, si è sprigionata spontaneamente da Gesù, senza una sua esplicita decisione, ma non senza che lui se ne accorga. Gesù vuole incontrare la donna, ma prima si scontra con l’incomprensione abituale e, in questo caso superficiale, dei discepoli. E quando la donna si presenta, timorosa di essere rimproverata, il Maestro, come lei, infrange i tabù religiosi e sociali: non fa nessun accenno all’impurità, dialoga in pubblico con una donna di argomenti tabù («che razza di rabbino è?», pensano in molti), loda la sua fede, le dona la pace e la guarigione-salvezza.
La fanciulla. Qui la fede è quella del padre che scavalca i colleghi (mai avrebbero accettato questo comportamento) e si getta ai piedi di Gesù, credendo nei suoi poteri taumaturgici. La guarigione della donna lo incoraggia, ma la notizia della morte della figlia spinge anche lui verso la disperazione. Gesù, che finora lo aveva seguito verso casa, ora si mette davanti, lo invita a conservare la fede mostrata prima e a seguirlo con i suoi tre amici. Davanti alla casa si scontra con una nuova incomprensione, che diventa derisione (anticipo della passione?), da parte di chi è prigioniero dell’orizzonte terreno. Egli scaccia tutti fuori (sono troppo legati alla mentalità di questo mondo e non possono “vedere” l’opera di Dio), e infrange un altro tabù (toccare un cadavere comportava la più grave delle impurità). Con la semplice parola richiama alla vita la ragazza e la consegna ai genitori e alla vita sociale (aveva l’età del fidanzamento).
Questi i fatti. Ma forse Marco ha avuto un’intenzione più profonda. Non è un caso che la donna soffra da 12 anni e che la fanciulla abbia 12 anni. Il numero 12 richiama Israele. E allora Marco qui potrebbe aver voluto dare un messaggio messianico: il vecchio Israele è diventato povero, senza riuscire a guarire, ed è votato alla morte. Ma Gesù è davvero il Messia e ha il potere di guarire ogni malattia del corpo e dello spirito e di vincere la morte. A noi è richiesta solo la fede in lui.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. Chi tocca Gesù con fede è investito dalla sua potenza che dà la vita. Questo avviene sempre. Ma quanti della folla che attorniava Gesù sono stati guariti? Solo la donna. Avviene anche a noi di toccare Gesù (Messe, comunioni, preghiere comunitarie…) senza aver fede e restando esattamente uguali a prima?
  2. Il bisogno di salvezza porta la donna a mettere da parte le “norme religiose” e a superare tutti gli ostacoli. Siamo ancora condizionati da regole rituali, culturali e sociali, che ci rendono difficile l’incontro personale con Gesù e con i fratelli che hanno bisogno di noi?
  3. La donna non ha rispettato le “regole”, ma Gesù non ne fa alcun accenno, perché legge nel suo cuore e vede la sua povertà e la sua fede. Tutto questo si chiama misericordia. Gesù si comporta così con tutti, anche con ciascuno di noi.
  4. Giairo è condotto alla fede dalla paura di perdere la figlia. Di fronte alla morte accetta di cambiare profondamente pensiero e vita e si rivolge a Gesù. Certamente i suoi “amici” non l’hanno approvato. Se noi, per credere in Gesù, abbiamo perso degli amici, non perdiamo la speranza di ritrovarli un giorno, più vicini al Signore.

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Continuiamo ad aver fede, anche se il Signore non ci esaudisce subito.

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2. introduzioni – 30 GIUGNO XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

30 GIUGNO

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

CHI TOCCA GESÙ, VIVE

Gesù porta la vita. Oggi la porta al mondo attraverso la Chiesa e i suoi sacramenti. È l’Eucaristia domenicale il luogo in cui toccare Gesù, incontrarlo e lasciarsi incontrare da lui, in corpo e sangue, e lasciarsi ferire dalla sua parola, per essere guariti da tutto ciò che conduce alla morte, nel corpo e nello spirito.

PRIMA LETTURA

Per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo.
In questo brano l’autore del libro della Sapienza raccoglie la maturazione della riflessione di Israele su morte e vita. Non si parla qui della morte fisica, che appartiene all’esperienza umana e apre la porta della risurrezione, ma di quella morte che è causata dal peccato. Non è stato Dio a volerla, ma ha la sua origine nell’invidia dell’avversario di Dio e dell’uomo.

SALMO RESPONSORIALE                

Il salmista è passato attraverso molte difficoltà e ha subito gli attacchi dei nemici. Ha fatto però anche l’esperienza dell’aiuto del Signore e sente il bisogno di esaltare il suo amore.

SECONDA LETTURA

La vostra abbondanza supplisca all’indigenza dei fratelli poveri.
La colletta promossa da Paolo a favore della chiesa di Gerusalemme ha subito un rallentamento. Paolo esorta i Corinzi a essere generosi e offre due motivi: anzitutto imitare Gesù e poi ricambiare i doni spirituali che da Gerusalemme sono giunti anche a Corinto, con la fiducia che il Signore non lascerà nell’indigenza chi è generoso con i fratelli in difficoltà.

VANGELO

Fanciulla, io ti dico: Àlzati!
La donna e la fanciulla sono simbolo di Israele, che non riesce a vincere malattie e morte. La Legge antica non dà la vita, per questo Dio è intervenuto, mandando il Figlio. Gesù è il Messia che porta la vita e vince la morte.

 

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4. Letture – 30 GIUGNO XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

30 GIUGNO

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

CHI TOCCA GESÙ, VIVE

PRIMA LETTURA

Per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo.
In questo brano l’autore del libro della Sapienza raccoglie la maturazione della riflessione di Israele su morte e vita. Non si parla qui della morte fisica, che appartiene all’esperienza umana e apre la porta della risurrezione, ma di quella morte che è causata dal peccato. Non è stato Dio a volerla, ma ha la sua origine nell’invidia dell’avversario di Dio e dell’uomo.

Dal libro della Sapienza
Sap 1,13-15; 2,23-24
Dio non ha creato la morte
e non gode per la rovina dei viventi.
Egli infatti ha creato tutte le cose perché esistano;
le creature del mondo sono portatrici di salvezza,
in esse non c’è veleno di morte,
né il regno dei morti è sulla terra.
La giustizia infatti è immortale.
Sì, Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità,
lo ha fatto immagine della propria natura.
Ma per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo
e ne fanno esperienza coloro che le appartengono.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE                

Il salmista è passato attraverso molte difficoltà e ha subito gli attacchi dei nemici. Ha fatto però anche l’esperienza dell’aiuto del Signore e sente il bisogno di esaltare il suo amore.

Dal Sal 29 (30)

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.

Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia.

Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.

SECONDA LETTURA

La vostra abbondanza supplisca all’indigenza dei fratelli poveri.
La colletta promossa da Paolo a favore della chiesa di Gerusalemme ha subito un rallentamento. Paolo esorta i Corinzi a essere generosi e offre due motivi: anzitutto imitare Gesù e poi ricambiare i doni spirituali che da Gerusalemme sono giunti anche a Corinto, con la fiducia che il Signore non lascerà nell’indigenza chi è generoso con i fratelli in difficoltà.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

2 Cor 8,7.9.13-15

Fratelli, come siete ricchi in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella conoscenza, in ogni zelo e nella carità che vi abbiamo insegnato, così siate larghi anche in quest’opera generosa.
Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
Non si tratta di mettere in difficoltà voi per sollevare gli altri, ma che vi sia uguaglianza. Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi sia uguaglianza, come sta scritto: «Colui che raccolse molto non abbondò e colui che raccolse poco non ebbe di meno».

Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO

(Cf 2 Tm 1,10)

Alleluia, alleluia.

Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.

Alleluia.

VANGELO

Fanciulla, io ti dico: Àlzati!
La donna e la fanciulla sono simbolo di Israele, che non riesce a vincere malattie e morte. La Legge antica non dà la vita, per questo Dio è intervenuto, mandando il Figlio. Gesù è il Messia che porta la vita e vince la morte.

Dal vangelo secondo Marco
Mc 5,21-43  
In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

Parola del Signore.

Forma breve (Mc 5, 21-24.35b-43):

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

Parola del Signore.

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5. Preghiere di perdono e dei fedeli – XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

30 GIUGNO

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

CHI TOCCA GESÙ, VIVE

RICHIESTA DI PERDONO

  • Padre, tu ci hai donato la vita attraverso i genitori, ma noi a volte trascuriamo di essere riconoscenti a te e a loro. Kyrie eleison.
  • Cristo, ci inviti ad avere fede, ma noi di fronte alle difficoltà abbiamo dubitato del tuo amore. Christe eleison.
  • Spirito Santo, hai effuso su di noi la virtù della carità, ma noi spesso restiamo prigionieri dei nostri interessi. Kyrie eleison.

PREGHIERA UNIVERSALE

Dio Padre insieme alla vita ci fa tutti i doni di cui abbiamo bisogno per la salvezza.
Rinnovando la nostra fede nel suo amore, presentiamogli la nostra preghiera e diciamo: Ascoltaci, o Signore.

  • Affinché viviamo da veri figli tuoi la vita che ci hai donato. Preghiamo.
  • Affinché abbiamo sempre la forza e l’intelligenza spirituale di seguire il tuo figlio Gesù. Preghiamo.
  • Affinché consideriamo fratelli speciali tutti i poveri e gli emarginati di questo nostro mondo. Preghiamo.
  • Affinché vinciamo la paura della morte, con la fede forte che Cristo ha preparato un posto per noi nella sua casa. Preghiamo.

O Padre, hai creato il mondo e nel tuo Figlio Gesù Cristo non l’hai abbandonato al dominio della sofferenza e del peccato. Fa’ che, con la preghiera e con le opere di carità, contribuiamo al tuo progetto di salvezza. Per Cristo nostro Signore.

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6. Vignetta di RobinHood – 30 GIUGNO 2024 – XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

30 GIUGNO

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

CHI TOCCA GESÙ, VIVE

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

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3. Commento alle Letture – 23 GIUGNO XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

23 GIUGNO

XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

NON ABBIATE PAURA

COMMENTO

a cura dei Carmelitani

– Il vangelo di oggi descrive la tempesta sul lago e Gesù che dorme nella barca. Le nostre comunità, molte volte, si sentono come barche perse nel mare della vita, senza molta speranza di poter raggiungere il porto. Gesù sembra essersi addormentato nella nostra barca, perché non spunta nessun poter divino per liberarli dalle difficoltà e dalle persecuzioni. Dinanzi a questa situazione di disperazione, Marco raccoglie diversi episodi che rivelano il modo in cui Gesù è presente nella comunità. Nelle parabole rivela il mistero del Regno presente nelle cose della vita (Mc 4,1-34). Ora Marco comincia a rivelare il mistero del Regno presente nel potere che Gesù svolge a favore dei discepoli, a favore della gente, e sopratutto a favore degli emarginati. Gesù vince il mare, simbolo del caos (Mc 4,35-41). In lui agisce una forza creatrice. Gesù vince e scaccia il demonio (Mc 5,1-20). In lui agisce un potere che libera! Gesù vince l’impurità e la morte (Mc 5,21-43). In lui agisce il potere della vita! Gesù è il vincitore! Le comunità, non devono temere! E’ questo il senso del passaggio sulla tempesta calmata che meditiamo nel vangelo di oggi.

– Marco 4,35-36: Il punto di partenza: “Passiamo all’altra riva”. La giornata è stata pesante di molto lavoro. Terminato il discorso delle parabole (Mc 4,1-34), Gesù dice: “Passiamo all’altra riva!” E lo prendono con sé, così com’era nella barca, da dove aveva fatto il discorso delle parabole. Gesù è talmente stanco che si addormenta a poppa, su un cuscino. Questo è il quadro iniziale dipinto da Marco. Un bel quadro, molto umano.

– Marco 4,37-38: Situazione disperata: “Non ti importa che moriamo?” Il lago di Galilea è circondato da montagne. A volte, tra le fenditure delle rocce, il vento cade in cima al lago e produce tempeste repentine. Vento forte, mare agitato, barca piena d’acqua! I discepoli erano pescatori sperimentati. Se pensano che la barca affonda, allora la situazione è pericolosa. Gesù invece continua a dormire. Questo sonno profondo non è solo segno di una grande stanchezza. E’ anche espressione della fiducia tranquilla che ha in Dio. Il contrasto tra l’atteggiamento di Gesù e quello dei discepoli è enorme!

– Marco 4,39-40: La reazione di Gesù: “Non avete ancora fede?” Gesù si sveglia, non a causa delle onde, ma del grido disperato dei discepoli. Prima si dirige al mare e dice: “Taci, calmati!” E quindi il mare si placa. Poi, si dirige ai discepoli e dice: “Perché siete così impauriti? Non avete ancora fede?” L’impressione che si ha è che non è necessario calmare il mare, perché non c’è nessun pericolo. Succede come quando si arriva ad una casa dove c’è un cane, accanto al padrone, ed il cane non smette di abbaiare. Ma non bisogna in questo caso avere paura, perché il padrone è lì e controlla la situazione. L’episodio del mare calmato evoca l’esodo, quando la gente, senza paura, passava in mezzo alle acque del mare (Es 14,22). Evoca il profeta Isaia che diceva alla gente: “Quando attraverserai le acque io starò con te!” (Is 43,2) Gesù ripercorre l’esodo e compie la profezia annunciata dal Salmo 107(106),25-30.

– Marco 4,41: I discepoli non sanno: “Chi è quest’uomo? Gesù calma il mare e dice: “Ancora non avete fede?” I discepoli non sanno cosa rispondere e si chiedono: “Chi è dunque costui a cui anche il mare e il vento obbediscono?” Gesù sembra per loro uno straniero! Malgrado il fatto di aver convissuto a lungo con lui, non sanno veramente com’è. Chi è costui? Con questa domanda in testa, le comunità continuano la lettura del vangelo. E fino ad oggi, questa è la stessa domanda che ci spinge a continuare la lettura dei Vangeli. E’ il desiderio di conoscere sempre meglio il significato che Gesù ha nella nostra vita.

– Chi è Gesù? Marco comincia il suo vangelo dicendo: “Inizio della Buona Novella di Gesù Cristo, Figlio di Dio” (Mc 1,1). Alla fine, all’ora della morte di Gesù, un soldato pagano dichiara: “Veramente, quest’uomo era Figlio di Dio!” (Mc 15,39) All’inizio ed alla fine del Vangelo, Gesù è chiamato Figlio di Dio.
Tra l’inizio e la fine, appaiono molti altri nomi di Gesù. Ecco l’elenco:

  • Messia o Cristo (Mc 1,1; 8,29; 14,61; 15,32);
  • Signore (Mc 1,3; 5,19; 11,3);
  • Figlio amato (Mc 1,11; 9,7);
  • Santo di Dio (Mc 1,24);
  • Nazareno (Mc 1,24; 10,47; 14,67; 16,6);
  • Figlio dell’Uomo (Mc 2,10.28; 8,31.38; 9,9.12.31; 10,33.45; 13,26; 14,21.21.41.62);
  • Sposo (Mc 2,19);
  • Figlio di Dio (Mc 3,11);
  • Figlio del Dio altissimo (Mc 5,7);
  • Falegname (Mc 6,3);
  • Figlio di Maria (Mc 6,3);
  • Profeta (Mc 6,4.15; 8,28);
  • Maestro (frequente);
  • Figlio di Davide (Mc 10,47.48; 12,35-37);
  • Benedetto (Mc 11,9);
  • Figlio (Mc 13,32);
  • Pastore (Mc 14,27);
  • Figlio del Dio benedetto (Mc 14, 61);
  • Re dei Giudei (Mc 15,2.9.18.26);
  • Re di Israele (Mc 15,32).

Ogni nome, titolo o attributo è un tentativo per esprimere ciò che Gesù significava per le persone. Ma un nome, pur anche bello, non riesce mai a rivelare il mistero di una persona, molto meno della persona di Gesù. Oltre a questo, alcuni di questi nomi dati a Gesù, anche i più importanti e i più tradizionali, sono messi in dubbio dal vangelo stesso di Marco. Così nella misura in cui andiamo avanti nella lettura del vangelo, Marco ci obbliga a rivedere le nostre idee e a chiederci, ogni volta di nuovo: “Ma in definitiva, chi è Gesù per me, per noi?” Quanto più ci si inoltra nella lettura del vangelo di Marco, tanto più si rompono i titoli e i criteri. Gesù non entra in nessuno di questi nomi, in nessuno schema, in nessun titolo. Lui è il più grande. Poco a poco il lettore o la lettrice rinuncia al desiderio di voler inquadrare Gesù in un concetto conosciuto o in un’idea già pronta, ed accetta il modo in cui lui stesso si presenta. L’amore coglie l’essenza, la testa, no!

4) Per un confronto personale

– A volte, le acque del mare della vita minacciano di affogarci? Chi potrà salvarci?

– Quale era il mare agitato al tempo di Gesù? Quale è il mare agitato all’epoca in cui Marco scrive il suo vangelo? Quale è oggi il mare agitato per noi?

5) Preghiera finale

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non respingermi dalla tua presenza

e non privarmi del tuo santo spirito. (Sal 50)