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9. Narrazione – 6 Pasqua C, 26 mag ’19

IL VECCHIO VIOLINO

Ad una vendita all’asta, il banditore sollevò un violino.
Era graffiato e scheggiato.
Le corde pendevano allentate e il banditore pensava non valesse la pena perdere tanto tempo con il vecchio violino, ma lo sollevò con un sorriso.
«Che offerta mi fate, signori?» gridò. «Partiamo da… 100 euro!».
«Centocinque!» disse una voce. Poi centodieci.
«Centoquindici!» disse un altro. Poi centoventi.
«Centoventi euro, uno; centoventi euro, due; centoventi euro…».
Dal fondo della stanza un uomo dai capelli grigi avanzò e prese l’archetto.
Con il fazzoletto spolverò il vecchio violino, tese le corde allentate, lo impugnò con energia e suonò una melodia pura e dolce come il canto degli angeli.
Quando la musica cessò, il banditore, con una voce calma e bassa, disse: «Quanto mi offrite per il vecchio violino?».
E lo sollevò insieme con l’archetto.
«Mille euro, e chi dice duemila? Duemila! E chi dice tremila?
Tremila, uno; tremila, due; tremila e tre, aggiudicato» disse il banditore.
La gente applaudì, ma alcuni chiesero: «Che cosa ha cambiato il valore del violino?».
Pronta giunse la risposta: «Il tocco del Maestro».

Siamo vecchi strumenti impolverati e sfregiati.
Ma siamo in grado di suonare sublimi armonie.
Basta il tocco del Maestro.
«Eccoti qui, mio Dio.
Cerchi me? Che cosa vuoi? Non ho niente da darti.
Dopo il nostro ultimo incontro, per te non ho messo da parte niente.
Niente… Non una buona azione. Ero troppo stanca.
Niente… Non una buona parola. Ero troppo triste.
Il disgusto della vita, la noia, la sterilità.
– Offri!
L’impazienza, ogni giorno, di veder la giornata finita, inutilmente;
il desiderio di riposare libera dal dovere e dagli impegni, l’indifferenza per il bene da fare, la stanchezza di te, mio Dio!
– Offri!
Il torpore dell’anima, il rimorso per la mia apatia e l’apatia più forte del rimorso…
Il bisogno di essere felice, la tenerezza che sfibra, il dolore di essere quel che sono senza scampo…
– Offri!
Turbamenti, paure, dubbi.
Signore! Proprio come uno straccivendolo te ne vai in giro a raccattare… rifiuti e immondizie. Che ne vuoi fare, Signore?
– Il Regno dei Cieli» (Marie-Noël).


(tratto da “365 Piccole Storie per l’anima”, Vol. 1, pag. 291 – Bruno Ferrero, Elledici)

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10. Anche Noi Vogliamo Capire – 6 Pasqua C, 26/5/19

Per aiutare i nostri piccoli a vivere meglio la Liturgia della Parola

PRIMA LETTURA (At 15,1-2.22-29)
Il Concilio di Gerusalemme traccia una strada fondamentale per l’opera evangelizzatrice della Chiesa in tutti i tempi e in ogni luogo: il Vangelo è capace di incarnarsi in tutte le culture; il Vangelo rende più vere e più belle tutte le culture, aiutandole a liberarsi da tutto ciò che contraddice la verità di Dio e il bene delle persone e dei popoli.

* Capire le parole
Giudea. Regione nel sud della Palestina, ovvero il Regno di Giuda, in contrapposizione al Regno di Israele, situato nella zona a nord.
Al di fuori di queste cose necessarie. Delle proibizioni della religione antica imposte ai nuovi fedeli, ci si limita a mantenerne poche: quelle che offenderebbero Dio (idolatria e assenza di pudore) e quelle che, secondo la concezione del tempo, mancherebbero di rispetto allo spirito vitale degli animali sacrificati.


SECONDA LETTURA (Ap 21,10-14.22-23)
La descrizione della Gerusalemme celeste infonde speranza e gioia nei cristiani perseguitati in questo mondo. Le porte ai quattro punti cardinali dicono che tutti i popoli sono chiamati alla salvezza.

* Capire le parole
Dodici. 12 angeli, 12 nomi, 12 porte, 12 basamenti… Il numero 12 è comune alle tribù di Israele e agli Apostoli, e indica la continuità tra l’antico e il nuovo popolo dell’Alleanza.
Non vidi alcun tempio. Il nuovo popolo dei credenti non si caratterizza principalmente per “avere” un luogo materiale in cui ritrovarsi, ma essenzialmente per “essere” il tempio santo di Dio. Dio abita nel cuore di ogni suo discepolo.


VANGELO (Gv 14,23-29)
Gesù, rispondendo a Giuda Taddeo, spiega perché non si manifesta al mondo, che vuole un messia potente, ma solo ai discepoli. Non vuole conquistare regni e persone, ma offrire la vita stessa di Dio, attraverso il dono dello Spirito, a tutti coloro che accolgono la sua parola e la vivono. Per questo anche la pace che egli offre è diversa e nuova.

* Capire le parole
Prenderemo dimora. Se uno crede in Gesù in quanto Figlio e inviato di Dio, Lui e il Padre già abitano nel suo animo.
Paràclito. Parola greca che significa letteralmente “avvocato”, qui nel senso di “difensore”: lo Spirito Santo ha funzione di suggerirci le cose giuste da dire e ci difende al cospetto del Padre.


PER RIASSUMERE… Nelle domeniche che seguono la festa della Pasqua le letture ci mostrano come alcuni uomini e donne hanno creduto in Gesù Risorto: anche noi possiamo credere come loro. E ci mostrano che Gesù ci dona il suo Santo Spirito: anche noi possiamo amare e amarci come ci ama Lui.


Le parole da capire sono curate dall’autore del sito liturgico; le parti in corsivo sono un libero adattamento da “Messale delle Domeniche e feste 2019 – LDC”

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1. Letture – 5 Pasqua C, 19 mag ’19

PRIMA LETTURA
Riferirono alla comunità tutto quello
che Dio aveva fatto per mezzo loro.

Dagli Atti degli Apostoli 14,21b-27

In quei giorni, Paolo e Bàrnaba ritornarono a Listra, Icònio e Antiòchia, confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede «perché – dicevano – dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni».
Designarono quindi per loro in ogni Chiesa alcuni anziani e, dopo avere pregato e digiunato, li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto. Attraversata poi la Pisìdia, raggiunsero la Panfìlia e, dopo avere proclamato la Parola a Perge, scesero ad Attàlia; di qui fecero vela per Antiòchia, là dove erano stati affidati alla grazia di Dio per l’opera che avevano compiuto.
Appena arrivati, riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede.
Parola di Dio.


SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 144 (145)

R. Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.

Oppure: R. Alleluia, alleluia, alleluia.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.


SECONDA LETTURA
Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi.

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo 21,1-5a

Io, Giovanni, vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c’era più.
E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.
Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva:
«Ecco la tenda di Dio con gli uomini!
Egli abiterà con loro
ed essi saranno suoi popoli
ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio.
E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi
e non vi sarà più la morte
né lutto né lamento né affanno,
perché le cose di prima sono passate».
E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose».
Parola di Dio.


CANTO AL VANGELO Gv 13,34

Alleluia, alleluia.
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Alleluia.


VANGELO
Alle mie pecore io do la vita eterna.

Dal Vangelo secondo Giovanni 10,27-30

Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
Parola del Signore


(tratto da: Nuovo Messale della comunità, Domeniche e feste – Elledici 2008)

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2. Esegesi – 5 Pasqua C, 19 mag ’19

AMATEVI

Atti 14,21-27 – Dobbiamo entrare nel regno attraverso tribolazioni
Apocalisse 21,1-5 – Vidi un cielo nuovo e una terra nuova
Giovanni 13,31-35 – Ancora per poco sono con voi

Dio sta con noi
Il tema dominante di questa domenica è quello della comunità cristiana. Il suo titolo più alto ci è dato dal testo dell’Apocalisse: «Ecco la dimora di Dio con gli uomini!» (v. 3). La preoccupazione manifestata dal brano degli Atti circa la fondazione della comunità cristiana in ogni luogo dove la Parola è stata annunciata dice che essa non è un’organizzazione del gruppo dei credentio dell’impresa di evangelizzazione, ma il «mistero» della presenza del Signore nella storia dei cuori e dei popoli. La Parola di Dio è peregrinante. Il testo degli Atti nella breve pericope di oggi, usa sette verbi di moto. Descrivono il movimento di Paolo e Barnaba, ma anche i movimenti della Parola dentro la storia dell’uomo. La liturgia ci conduce dalla comunità degli Atti alla piccola comunità degli apostoli riunita nel cenacolo, dove il Maestro consegna il nuovo precetto dell’amore che dovrà animare la comunità. È la legge del cuore preannunziata da Geremia (31,31-34) come peculiare realtà di un futuro nuovo, quando la nuova alleanza si fonderà su di esso. Dio si sperimenterà nell’amore. L’invito ad amarsi si colloca subito dopo la rivelazione del traditore, il comandamento nuovo sarà un compito sofferto all’interno di uno stato di permanente crisi dell’uomo.

Con i fratelli siamo amore
In virtù dell’amore che Dio ha riversato nei cuori dei credenti (cfr. Rm 5,7) come una fonte inesauribile (cfr. Gv 7,37-39), diventa possibile amare i fratelli in modo nuovo, con la carità stessa di Dio (cfr. 1Cor 13). Cristo Gesù sceglie due vie maestre di presenza nella storia umana: l’annuncio mite e lieto di una «Parola» assolutamente nuova, e il «Segno» che di questa Parola danno uomini e donne che si pongono in un’interpretazione dell’esistenza del tutto alternativa. La Parola assoluta che domina questa prospettiva, Parola tanto grande da generare persino imbarazzo in chi la riceve e in chi la comunica, è la Parola «amore»: «Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13,34). È un comandamento nuovo nel senso che spoglia del vecchio uomo per fare uomini nuovi. Rinnova chi lo ascolta, o meglio chi ad esso è fedele; non è un qualsiasi amore, ma quello del Signore, come egli spiega, per distinguerlo dall’affetto puramente carnale, aggiungendo come io vi ho amato… È questo amore che ci rinnova, affinché diventiamo uomini nuovi, eredi del nuovo Testamento, cantori di un nuovo cantico.

Amare è un modo di vita
Il comandamento di Gesù è la necessità di amare perché il mondo creda attraverso la vita quotidiana di chi, incontrandolo, accoglie la chiamata a seguirlo. Quando leggiamo le sue parole: «amatevi come io vi ho amati», immediatamente e giustamente pensiamo all’atto supremo del suo amore attraverso cui ha dato la vita per noi; ma prima della sua passione e morte ci sono molti «come», che dovremmo vivere. Sono i «come» con cui Egli ha vissuto, accolto e perdonato. Amatevi come io ho amato l’adultera, ridandole la dignità perduta; amatevi come ho amato Zaccheo, senza vergognarmi di entrare in casa sua, anzi chiedendoglielo; amatevi come ho amato Bartimeo, ridandogli la vista; amatevi come ho amato la Samaritana, regalandole acqua viva; amatevi come ho amato Lazzaro per cui ho pianto e invocato il Padre; amatevi come ho amato il paralitico, guarendolo di sabato contro l’osservanza di una legge che, vissuta all’estremo, paralizza più della paralisi fisica; amatevi come ho amato le folle sentendo compassione e moltiplicando pani e pesci; amatevi come ho amato i discepoli, lavandogli i piedi; amatevi come ho amato ogni figlio di ogni tempo, dando per ognuno il mio corpo e il mio sangue.

Nella comunità si genera il bene
Queste modalità si trasferiscono nelle relazioni tra i fratelli di fede. Questo è il secondo elemento che dice la presenza di Dio tra gli uomini: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri». Amatevi nel silenzio come ho fatto scendendo negli inferi per liberare ogni anima incatenata, amatevi, rischiando di lottare con il male, con ogni male per la liberazione anche di uno solo dei figli. L’amore fraterno e reciproco, l’amarci come Lui ci ha amati, questo è il segreto di potenza e la fonte feconda della presenza e dell’azione dei cristiani nel mondo. Prima di ogni azione apostolica, o culturale, o benefica, è il «volersi bene» reciprocamente il segno efficace della presenza del Signore nella vicenda umana.


PER IL CONFRONTO NEL GRUPPO
– Su che cosa si fondano i nostri rapporti?
– Che cosa rende più vero il volersi bene?

IN FAMIGLIA
La famiglia è l’ambito più naturale dove l’amore si può esprimere.
Tuttavia anche al suo interno non mancano i momenti di fatica.
Proviamo a dare un nome a tutto ciò che rende faticoso uno sviluppo dei gesti d’amore,
e un nome a tutte quelle manifestazioni che permettono all’amore di manifestarsi in pienezza.
È una bella gara per ritrovare tutti i pro e i contro all’espressione dell’amore.


(tratto da: R. Paganelli – Vivere la domenica aprendoci alla Parola, anno C – Elledici 2015)

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3. Annunciare la Parola – 5 Pasqua C, 19 mag ’19

• At 14,21b-27 – Riferirono alla Chiesa tutto quello che Dio aveva compiuto per mezzo loro.
• Dal Salmo 144 – Rit.: Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.
• Ap 21,1-5a – Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi.
• Canto al Vangelo – Alleluia, alleluia. Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore: che vi amiate a vicenda, come io ho amato voi. Alleluia.
• Gv 13,31-33a.34-35 – Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri.

PER COMPRENDERE LA PAROLA

PRIMA LETTURA
È il racconto del primo viaggio missionario di Paolo nel mondo greco. L’apostolo esige comunità forti, aperte al mondo (diversamente dalle comunità giudaiche) e perseveranti in mezzo alle prove.
Queste comunità devono rimanere in rapporto con lui, l’Apostolo: compito della gerarchia è di assicurare l’intercomunione tra le Chiese locali.
Cristo è all’opera in queste Chiese nascenti e irraggianti.

SALMO
È una lode appunto per questa presenza del Signore, impegnato a stabilire il suo Regno.

SECONDA LETTURA
Sotto forma di visione, presenta lo scopo dell’evangelizzazione, cioè il nuovo mondo definitivo, in opposizione al primo cielo e alla prima terra. Le nozze eterne del Creatore con l’umanità sua fidanzata, il cui volto è luminoso nel giorno della sua unione. Infine la comunione nell’amore, che fa sparire le rughe e comunica alla sposa la luce d’un’eterna novità.
Per tre volte Giovanni ripete: Dio con gli uomini. Tutto è nuovo. L’uomo trova finalmente il suo pieno significato. Noi siamo in marcia verso la gioia definitiva, e viviamo già nella gioia della speranza.

VANGELO
In questo brano la serenità di Gesù contrasta violentemente con la situazione: in effetti, la partenza di Giuda costituisce il primo atto della Passione. È giunto questo “nunc”, “ora”, come dice Gesù, che è inseparabilmente l’ora della morte e della gloria.
Gesù presenta agli apostoli nello stesso tempo la conclusione del suo personale mistero pasquale, la sua nuova condizione e il cammino nuovo mediante il quale gli apostoli potranno seguirlo in questo mistero.
Per Gesù la conclusione del Mistero pasquale è la “sua gloria” e nello stesso tempo la gloria di Dio. Infatti col suo amore totale, col suo dono senza riserve fino alla morte, Gesù manifesta in modo assoluto di essere Dio e di essere ormai in procinto di entrare nell’intimità del Padre. Sarà questa la sua nuova condizione di Risorto.
Il cammino che gli apostoli dovranno percorrere è quello dell’Amore. Il comandamento è nuovo perché bisogna “amare come Cristo ha amato”, con un amore che porta a prendere l’ultimo posto, quello del servo (cf il contesto della lavanda dei piedi) e a morire per gli altri.
Gli apostoli, una volta entrati nel mistero pasquale mediante l’obbedienza al nuovo comandamento, potranno testimoniare Cristo: riconosciuti come suoi discepoli, renderanno gloria al loro maestro su questa terra.


PER ANNUNCIARE LA PAROLA (piste di omelia)

La Chiesa nel mondo
Constatiamo quanto sia difficile e precario il lavoro degli apostoli. Fondano comunità piccole e fragili, che affidano ad “anziani”, giovani nella fede come coloro che devono guidare.
La situazione della Chiesa è sempre tale. Anche se una volta abbiamo pensato di essere al sicuro protetti dalla nostra teologia, dai nostri regolamenti e dalle nostre abitudini che facevano legge.
In realtà, questa Chiesa parte da Cristo il quale, andandosene, ha lasciato l’Eucaristia e la legge d’amore. Qui sta il principio di conservazione e di irraggiamento. Questa Chiesa, costituita di comunità molteplici e modeste (oggi si sta ritornando a questa situazione), è un’istituzione fragile e un grande mistero dalla vittoria sicura. L’Apocalisse lo dice chiaramente: essa è il luogo della presenza di Dio fra gli uomini. Come Gerusalemme, essa ha l’obbligo di un culto a nome di tutti. Deve testimoniare la presenza di Dio al mondo. Culto e insegnamento hanno come scopo l’amore e la speranza.

La grande prova
Il Vangelo non è destinato a un mondo esente da prove o da lotte. In Pisidia, Paolo e la giovane Chiesa incontrano violente opposizioni. Non è un caso, ma qualcosa di coessenziale allo sviluppo della Chiesa. “È necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel Regno di Dio”.
L’Apocalisse ci fa contemplare un mondo nuovo dove il mare (potere di distruzione) sarà scomparso. Il male però sarà esistito, e con esso le lacrime, la morte e la complicità degli uomini con tutte le sue forze distruttrici. Solamente la speranza è vincitrice, mentre i complici del male periranno.
Anche Cristo è glorificato nella sua Passione, che comincia con il tradimento di Giuda. E continuerà ad essere glorificato attraverso le sofferenze che i cristiani affronteranno per la fede.
La sua gloria s’identificherà con la redenzione da ogni male, con la distruzione della morte e con le lacrime asciugate.
Ora, l’unica legge data alla Chiesa, quella dell’amore reciproco, fa partecipare i credenti all’amore di Cristo. Contribuire in tutto al bene di tutti. Non rendere male per male, credere che l’amore è contagioso e che rivela Dio, soprattutto attraverso la sofferenza.


(tratto da: M. Gobbin, Omelie per un anno – vol. 1, anno C, tempi forti – Elledici 2003)

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4. Parola da Vivere – 5 Pasqua C, 19 mag ’19

AMATEVI
Cristo Gesù chiede che il peso di Dio deve diventare anche il peso dell’uomo: anche l’uomo varrà per quanto saprà amare. Un solo amore è credibile, quello di Dio. L’alleanza nuova, e il precetto nuovo daranno vita al «nuovo cielo» e alla «nuova terra» (Ap 21,1). La novità caratterizzante la Gerusalemme celeste è l’amore di Dio, riversato nel cuore dei suoi abitanti. Dio pianta la sua prima tenda in Israele, durante il cammino nel deserto (Es 40,34), e poi sceglie come dimora il tempio di Gerusalemme (1Re 8,10). La sua nuova e definitiva abitazione è la persona stessa di Gesù: il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14). In Gesù poi ogni uomo che accoglie l’amore di Dio diviene dimora del Padre e del Figlio (Gv 14,23).


(tratto da R. Paganelli – Vivere la domenica aprendoci alla Parola, anno C, Elledici 2015)

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5. Preghiere dei Fedeli – 5 Pasqua C, 19 mag ’19

Il comandamento nuovo

Celebrante. Abbiamo un comandamento nuovo: «amatevi gli uni gli altri». Nella Preghiera dei fedeli chiediamo al Padre che ci aiuti a viverlo ogni giorno.

Lettore. Preghiamo insieme e diciamo: Insegnaci, Padre, a vivere nel tuo amore.

1. Preghiamo per la santa Chiesa, chiamata ad annunciare, fra le tensioni e violenze della società, il comandamento della carità fraterna.
Perché la certezza che siamo amati dal Padre suggerisca ai cristiani sparsi per il mondo una capacità di dono fiducioso, e la disposizione al perdono e alla condivisione, preghiamo.

2. Per le autorità, e quanti occupano tra noi i posti di responsabilità.
Perché nelle loro scelte si lascino guidare non dal tornaconto ma dalla legge dell’amore, che porta a promuovere in ogni essere umano i valori che ciascuno porta in sé, preghiamo.

3. Per i cristiani, immersi nelle tante faccende di ogni giorno. Il Signore li invita a infrangere le barriere dell’egoismo, e ad aprirsi agli altri con generosità.
Perché vivendo nel rispetto e nel servizio dei fratelli più poveri, dimostrino la loro gratitudine verso il Dio della provvidenza, preghiamo.

4. Per coloro che vivono abitualmente nell’egoismo e nell’odio. Col cuore chiuso. Orientati solo allo sfruttamento e a perseguire il proprio tornaconto.
Perché aprano gli occhi a scoprire i valori incomparabili della solidarietà, e a comportarsi con gli altri in amicizia e condivisione, preghiamo.

5. Per la nostra comunità (parrocchiale). Essa è viva e vitale nella misura in cui c’è accoglienza, rispetto reciproco, e nessuno si sente escluso.
Perché la partecipazione all’unico pane eucaristico aumenti la nostra fede, e irraggi la nostra carità su chi accanto a noi è nel bisogno, preghiamo.

Celebrante. O Padre, tu ci comandi di amarci tra noi come ci ami tu. Donaci un cuore aperto e generoso, perché sappiamo praticare la giustizia verso i nostri fratelli, imitando quella tenerezza creativa di cui il Cristo ci ha offerto il modello supremo. Te lo chiediamo per lo stesso Cristo nostro Signore.


(tratto da: E. Bianco, Preghiera dei fedeli, proposte per le domeniche e feste degli anni A-B-C – Elledici 2002)

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7. Aforismi – 5 Pasqua C, 19 mag ’19

Raccolta di aforismi o testi utili per la riflessione o l’approfondimento

«AMATEVI COME IO VI HO AMATO»
Ecco una fioritura di commenti al «comandamento cristiano dell’amore fraterno», sbocciati in duemila anni nella comunità cristiana.

– La carità ha due piedi, che sono i precetti dell’amor di Dio e del prossimo. Vedi di non zoppicare, ma corri con ambedue i piedi fino a Dio. Sant’Agostino
– L’amore del prossimo è la misura del nostro amore di Dio. Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein)
– La sola verità è amarsi. Raoul Follereau
– Dal momento della risurrezione, Cristo non ha altro corpo visibile che quello dei cristiani, né altro amore da donare se non il loro amore. Louis Èvely
– L’amore non è fare cose straordinarie o eroiche, ma fare cose ordinarie con tenerezza. Jean Vanier
– A vivere senza che nessuno ti voglia bene, si diventa cattivi. Theophile Gauthier
– A volte resto sveglio, in attesa di una voce che gridi: «Ti vogliamo bene, Charlie Brown!». Charles Schulz
– Siamo tutti fratelli, ma è difficile stabilire chi è Caino e chi Abele. Enzo Biagi
– Siamo tutti fratelli, ma le nostre borse non sono sorelle. Proverbio
– Tutti sulla terra hanno la stessa quantità di ghiaccio. Però i ricchi d’estate, e i poveri d’inverno. Bat Masterson
– Ogni cannone, ogni corazzata, ogni missile è, in un certo senso, un furto a tutti coloro che hanno fame. Dwight Eisenhower (generale, presidente Usa)
– Finché viviamo nell’egoismo, siamo quelli che ancora oggi vivono «prima di Cristo». Benedetto XVI
– Tutti i corpi insieme, e tutti gli spiriti insieme, non valgono il più piccolo atto di amore. Blaise Pascal
– Il più bel viaggio che si possa fare quaggiù, è quello che si fa andando l’uno verso l’altro. Paul Morand
– Si vive solo il tempo in cui si ama. Helvetius
– Pensare è bello, pregare è meglio, amare è tutto. Elisabeth Leseur
– Amare troppo è semplicemente amare. Proverbio


(tratto da: E. Bianco, All’altare di Dio – Anno C – Elledici 2009)

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8. Canto Liturgico – 5 Pasqua C, 19 mag ’19

Ecco a voi questa settimana un canto di INIZIO

TU PERCORRI CON NOI – Berthier-Burzoni
(Nella Casa del Padre, n. 744 – Elledici)

4. Ti preghiamo: rimani con noi, o Signore!
Già cade la sera sul nostro cammino!
Solo tu, vera luce,
diradi questo buio
che copre il mondo.

5. E spezzando ogni giorno con noi questo pane
rivela il tuo volto agli occhi di tutti:
ti sapremo scoprire
ovunque ti nascondi,
in ogni istante.

6. Correremo incontro ai nostri fratelli,
diremo a tutti che sei risorto.
Tu attendi con ansia
che ognuno ti accolga
nella sua vita.