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8. Aforismi – 6 t.o. C, 17 feb ’19

LA LEZIONE SAPIENZIALE DI GEREMIA
Già nella Prima Lettura benedizioni e maledizioni sono poste dal profeta Geremia in netta contrapposizione: «Maledetto l’uomo che confida nell’uomo…», e «Benedetto l’uomo che confida nel Signore…».
Quel verbo «confidare» andrà preso non nel senso di fare confidenze, ma nel senso di «affidarsi totalmente a…». Cioè impostare l’esistenza puntando tutto su una persona. “Su Dio o sull’uomo?” è il dilemma impostato da Geremia.

* Geremia si è spiegato con immagini poetiche facili da ricordare. Ha detto:
– chi confida nell’uomo, è come il tamarisco nella steppa;
– chi confida in Dio è come l’albero piantato lungo un corso d’acqua.
«La steppa, il deserto, la terra di salsedine», era «dove niente può vivere»: l’uomo che confida nell’uomo è come il tamarisco, pianta stentata, tristanzuola, che vivacchia nei terreni aridi, e fa pena a vedersi.
All’opposto, la sponda del fiume: fresca, irrigata, ombrosa. Le piante affondando le radici, trovano facilmente l’acqua, e crescono rigogliose.

* Si può puntare tutto sull’uomo, per esempio perchè dalla vita si esclude Dio. Oggi ci sono pensatori che parlano di una morale laica. Ritengono che si possa organizzare la vita sociale indipendentemente da Dio.
Parlano di una qualche solidarietà possibile, di socialità da praticare. Finiscono per dire: dal momento che siamo tutti sullo stesso zatterone, cerchiamo di barcamenarci tutti insieme meglio che si può.
Ma poi trovano difficile spiegare perché dovremmo essere onesti, sociali, solidali.

* Perché pagare le tasse, non rubare, non ammazzare?
– Ha scritto Dostoevskij: «Se Dio non esiste, allora tutto è permesso».
– E Jean-Jacques Rousseau, che non era uno stinco di santo: «Se Dio non esistesse, il solo logico, terribilmente logico, sarebbe il malfattore».
– Spiegate un po’ a un mafioso perché non dovrebbe imporre tangenti o non dovrebbe spacciare la droga.
– E che dire a quelli che oggi si vantano della trasgressione, e la praticano vantandosene, quasi fosse una virtù?

* Quando si taglia fuori dalla vita Dio, non si sa più a chi appellarsi. Proprio per questo Geremia richiamava i suoi concittadini alla necessità di impostare l’esistenza sull’amicizia con Dio: «Benedetto l’uomo che confida nel Signore». Non nell’uomo, nella morale laica, ma nel Signore.
La lezione sapienziale del profeta è un invito a organizzare l’esistenza puntando su Dio: quel Dio che aveva scelto Israele, e attendeva a sua volta di essere scelto.

(tratto da: ENZO BIANCO, All’altare di Dio – Anno B – Elledici 2009)

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9. Canto Liturgico – 6 t.o. C, 17 feb ’19

Ecco a voi questa settimana un canto di INIZIO

RITMATE SUI TAMBURI – A. Fant
     dal cantico di Giuditta e dal salmo 150
(Nella Casa del Padre, n. 714 – Elledici)

1. Ritmate sui tamburi un inno al mio Dio,
sull’arpa e sulla cetra la lode per Lui.

Rit. Ti dirò grazie, ti benedirò Signore
Ti dirò grazie, ti benedirò.
Dio sei mia forza se m’abbandono in Te,
sei la mia salvezza se confido in Te Signore.
Ti dirò grazie, ti benedirò Signore
Ti dirò grazie, ti benedirò.

2. Andate per il mondo, portate la sua luce,
donate nella vita amore e verità.

3. Lodate il Signore con gioia e allegria,
o giovani del mondo, cantate con noi.

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10. Narrazione – 6 t.o. C, 17 feb ’19

LE MANI
Dopo la morte, un uomo si presentò davanti al Signore.
Con molta fierezza gli mostrò le mani:
«Signore, guarda come sono pulite le mie mani!».
Il Signore gli sorrise, ma con un velo di tristezza, e disse:
«È vero, ma sono anche vuote».

Riempi le tue mani di altre mani. E stringile forte.
Ci salveremo insieme. O non ci salveremo.


(tratto da: Bruno Ferrero, 365 Piccole Storie per l’anima, Vol. 1, pag. 408 – Elledici 2007)