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2. introduzioni – 1 novembre – Festa di tutti i Santi

1° N O V E M B R E
TUTTI I SANTI
(Giornata della santificazione universale)
RICERCARE DIO E FARSI SIMILI A CRISTO

Diventare santo non è per il cristiano una scelta opzionale, è l’unica via possibile verso la salvezza. Chi si accontenta di qualcosa di meno, trasformando la fede in una tiepida adesione a forme di culto istituzionalizzate, non verrà riconosciuto da Dio nell’ultimo giorno. Inoltre una via di mezzo tra la ricerca della santità sul modello di Cristo e la schiavitù non è possibile: chi rinuncia alla sua dignità di figlio di Dio rinuncia anche alla sua umanità.

PRIMA LETTURA
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua.
In questo brano profetico, l’evangelista Giovanni parla di coloro che saranno salvati e saranno degni di stare in piedi di fronte all’Agnello, cioè a Gesù Cristo. Essi saranno coloro che avranno vesti candide e terranno in mano rami di palma, simbolo del martirio: saranno cioè i santi e le sante di Dio.

SALMO RESPONSORIALE           Dal Salmo 23 (24)
Il salmista canta la potenza di Dio, ricordandoci che solo chi cerca le sue vie potrà un giorno stare al suo cospetto.

SECONDA LETTURA
Vedremo Dio così come egli è.
Giovanni ci ricorda che la vocazione del cristiano non è di essere pienamente soddisfatto in questo mondo. Colui che crede in Gesù Cristo si mette in cammino, per divenire un giorno simile a lui.

VANGELO
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
Il testo del vangelo di Matteo nel quale Gesù ci parla delle beatitudini ci ricorda che puntare alla santità non significa altro che riappropriarsi pienamente della propria natura umana. Lavorare per il Regno dei Cieli significa impegnarsi a costruire, già su questa terra, un mondo migliore.

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3. Commento alle Letture – 1 novembre – Festa di tutti i Santi

1° N O V E M B R E
TUTTI I SANTI
(Giornata della santificazione universale)
RICERCARE DIO E FARSI SIMILI A CRISTO

La solennità di «tutti i Santi» invita a una sorta di “strabismo” spirituale, perché getta contemporaneamente uno sguardo al nostro futuro e al nostro presente. È una celebrazione che ci immette nell’intelligenza della speranza della nostra identità cristiana, la santità cui siamo chiamati e che perciò ci richiama al senso del nostro vivere come discepoli di Cristo.

La memoria del futuro
È il testo dell’Apocalisse che ci introduce alla dimensione della memoria del futuro. La visione si inserisce in un contesto il cui tema è il giudizio del Signore sulla storia. Il visionario dell’Apocalisse vede gli eletti divisi in due gruppi, corrispondenti alle due parti del testo (cf Ap 7,3;9) Tra i due gruppi vi è una distinzione di origine, non di condizione, ma quel che ci riguarda è che la salvezza è aperta a tutti gli uomini, di ogni provenienza.
Quando Giovanni spiega chi sono quelli che appartengono al secondo gruppo indica in essi i martiri (cf Ap 7,14), chi ha dato testimonianza della propria fede fino alla fine, associando la propria vita e la propria morte alla vita e alla morte di Cristo. Per la passione di Cristo essi hanno ottenuto quella purificazione che li ha introdotti nella comunione con Dio. Partecipano, infatti, alla gloriosa liturgia celeste, nella quella vengono celebrate la salvezza e la potenza di Dio.

Figli per l’amore del Padre
Immergerci nella contemplazione delle cose del cielo non deve farci fuggire in avanti. Certamente quella è la meta, il bersaglio cui tende la freccia, ma la nostra condizione è ancora quella della freccia che corre al bersaglio. Questa constatazione ci riporta all’oggi della fede, alla nostra esperienza storica che da quella meta acquista senso, non per svilirla bensì per valorizzarla in pienezza. La seconda lettura afferma che la nostra identità è quella di «figli di Dio» (1 Gv 3,1). Questa identità è però ancora da approfondire e accrescere (cf 1 Gv 3,2). In questo versetto Giovanni condensa tutto il dinamismo della vita cristiana che è continuo sviluppo, mai staticità.
Il progresso della vita cristiana impegna asceticamente ed eticamente il credente, secondo quello sforzo di purificazione (cf 1 Gv
3,3) che è sicuramente impegno, ma volto alla piena valorizzazione della propria umanità per conformarla alla divino-umanità di Cristo. Per questa tensione i discepoli, crescendo nella sequela, riceveranno in dono di essere «simili a lui, perché lo vedremo così come egli è» (1 Gv
3,2). È il passaggio dalla visione nella fede, quella di oggi, alla visione nella gloria, quella della comunione dei santi.
Tutto il discorso giovanneo si sviluppa a partire dalla constatazione entusiastica dell’amore del Padre che sta alla base dell’identità e dello sviluppo del cristiano (cf 1 Gv 3,1): un amore non riservato alla fine dei tempi, ma già efficace oggi.

La via delle beatitudini
Solo questo amore, sovrabbondante, gratuito, sorregge lo sforzo di conformazione a Cristo nella sequela. L’oggi che viviamo, al quale rimanda la celebrazione della solennità di «tutti i Santi», è pervaso dell’amore di Dio, e per esso siamo dinamizzati alla conversione. Il modello da avere presente e a cui tendere è, ovviamente, Cristo.
Così si possono leggere le beatitudini. Esse sono la più precisa descrizione della figura di Gesù: per questo sono la precisa descrizione del discepolo.
Dice il vangelo che «Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli» (Mt 5,1). C’è un approssimarsi spaziale che allude all’avvicinarsi esistenziale. Quest’ultimo avviene ponendo ascolto all’insegnamento di Gesù, il discorso che sta per cominciare; ma un ascolto che si traduca in pratica.
Le otto beatitudini sono indicazione di una via percorribile per la vita cristiana. Essa è sempre certamente condizionata dalla fragilità storica: in questo oggi tutto è un incompiuto. Tuttavia, perseguirle è già ora profezia del Regno, della compiutezza cui ci richiama la solennità odierna. L’importante, però, è non dimenticare che le beatitudini non sono il manifesto di ciò che l’uomo deve fare per instaurare lui il Regno, bensì le condizioni perché l’uomo possa accogliere il dono del Regno.

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4. Letture – 1 novembre – Festa di tutti i Santi

1° N O V E M B R E
TUTTI I SANTI
(Giornata della santificazione universale)
RICERCARE DIO E FARSI SIMILI A CRISTO

PRIMA LETTURA
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua.
In questo brano profetico, l’evangelista Giovanni parla di coloro che saranno salvati e saranno degni di stare in piedi di fronte all’Agnello, cioè a Gesù Cristo. Essi saranno coloro che avranno vesti candide e terranno in mano rami di palma, simbolo del martirio: saranno cioè i santi e le sante di Dio.

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo        Ap 7,2-4.9-14
Io, Giovanni, vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio».
E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele.
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello».
E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen».
Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello».
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE                Dal Salmo 23 (24)
Il salmista canta la potenza di Dio, ricordandoci che solo chi cerca le sue vie potrà un giorno stare al suo cospetto.
Rit. Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore.

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

SECONDA LETTURA
Vedremo Dio così come egli è.
Giovanni ci ricorda che la vocazione del cristiano non è di essere pienamente soddisfatto in questo mondo. Colui che crede in Gesù Cristo si mette in cammino, per divenire un giorno simile a lui.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo       1 Gv 3,1-3
Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.
Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO                   Mt 11,28
Alleluia, alleluia.
Venite a me,
voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Alleluia.

VANGELO
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
Il testo del vangelo di Matteo nel quale Gesù ci parla delle beatitudini ci ricorda che puntare alla santità non significa altro che riappropriarsi pienamente della propria natura umana. Lavorare per il Regno dei Cieli significa impegnarsi a costruire, già su questa terra, un mondo migliore.

Dal vangelo secondo Matteo                            Mt 5,1-12a
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, men-
tendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa
nei cieli».
Parola del Signore.

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5. Preghiere di perdono e dei Fedeli – 1 novembre

1 N O V E M B R E
TUTTI I SANTI
(Giornata della santificazione universale)
RICERCARE DIO E FARSI SIMILI A CRISTO

RICHIESTE DI PERDONO

  • Signore, riteniamo che la santità non faccia per noi e gettiamo sulle spalle dei fratelli la responsabilità di costruire il Regno dei cieli. Kyrie eleison.

  • Cristo, abbiamo rinunciato alla semplicità e con essa abbiamo perso anche la nostra innocenza. Christe eleison.
  • Signore, ricerchiamo le beatitudini di questo mondo e ci allontaniamo, per ignoranza e per malvagità, dalla tua misericordia.  Kyrie eleison.

PREGHIERE DEI FEDELI

Celebrante: Eventi straordinari e grandi dimostrazioni di fede non sono le uniche cose che contano. Spesso il cammino verso la santità richiede umiltà e pazienza, per vivere al meglio il tempo che ci viene concesso. Preghiamo insieme e diciamo:
Signore, aiutaci a compiere la tua volontà.
• Perché abbiamo il coraggio di seguire la tua Parola anche quando ciò ci costringe a essere minoranza. Preghiamo.
• Perché ci ricordiamo che nelle nostre scelte coraggiose non siamo mai soli, poiché la tua grazia ci accompagna. Preghiamo.
• Perché la speranza che ci hai offerto nella tua croce e risurrezione ci conforti nell’ora della prova. Preghiamo.
• Perché, mettendoci in relazione con te, sappiamo riscoprire dove riposa la nostra dignità e quanto immensa sia la nostra eredità di figli di Dio. Preghiamo.
Celebrante: O Padre, in Gesù Cristo tuo Figlio ci hai dato un esempio perfetto di santità. Aiutaci a metterci alla sua sequela e a non farci distrarre, nel nostro cammino verso di te, dai nostri idoli e dalla fatica di ogni giorno. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

 

(tratto da: E. Bianco, Preghiera dei fedeli, proposte per le domeniche e feste degli anni A-B-C – Elledici 2002)

 

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6. Vignetta di RobiHood – 1 novembre – festa di tutti i Santi

1o  N O V E M B R E
TUTTI I SANTI
(Giornata della santificazione universale)
RICERCARE DIO E FARSI SIMILI A CRISTO

 

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

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2. introduzioni – 31ª DOMENICA T.O.

3 0   O T T O B R E
31ª DOMENICA T.O.
UN DIO CHE CERCA E SALVA CIÒ CHE ERA PERDUTO

Il protagonista della liturgia di oggi è il famoso Zaccheo. In lui, pubblicano e ricco, si realizza l’annuncio liberatorio che ascolteremo nella prima lettura: Dio ama tutte le cose che esistono.
Non c’è infatti un abisso di corruzione morale abbastanza profondo da impedire al creatore dell’universo di accoglierci. La nostra conversione è dunque possibile, le uniche condizioni sono il coraggio di ricercare Cristo e la libertà fiduciosa di invitarlo a casa nostra.

PRIMA LETTURA
Hai compassione di tutti, perché ami tutte le cose che esistono.
L’autore sottolinea l’amore di Dio per tutte le cose. Se egli odiasse qualcosa, infatti, quel qualcosa nemmeno esisterebbe, dato che lui ne è il creatore. In tutta l’opera del Signore, anche nelle sue parti che appaiono più infime, è infuso il suo Spirito salvifico.

SALMO RESPONSORIALE       Dal Salmo 144 (145)
La tenerezza e la cura del Signore per l’opera delle sue mani vanno di pari passo con la sua potenza.

SECONDA LETTURA
Sia glorificato il nome di Cristo in voi, e voi in lui.

Paolo invita la chiesa tessalonicese a non cedere a presagi apocalittici o a visioni catastrofiche, ma a farsi immagine di Cristo nel presente. In ogni tempo, infatti, è possibile glorificare Cristo ed essere in lui glorificati.

VANGELO
Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.
Zaccheo, un esattore delle tasse disonesto, non conosce la verità di Cristo ma lo ricerca e lo accoglie. Considerato perduto dalla società in cui vive, in questo modo egli accoglie anche la sua salvezza: è lui la pietra scartata dai costruttori che Gesù fa divenire testata d’angolo (Sal  117).

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3. Commento alle Letture – 31ª DOMENICA T.O.

3 0   O T T O B R E
31ª DOMENICA T.O.
UN DIO CHE CERCA E SALVA CIÒ CHE ERA PERDUTO

Gesù incontra Zaccheo, descritto dal vangelo di Luca con titoli che non giocano a suo favore: pubblicano e ricco. In una visione in bianco e nero dei personaggi del vangelo è una pessima presentazione. Ricordando però altri passi, a dispetto delle classificazioni troppo nette, la presentazione di Zaccheo è ambigua.

La presentazione di Zaccheo
Zaccheo è un pubblicano. Anzi, peggio: era «capo dei pubblicani» (Lc 19,2). Tuttavia, non è precisamente un pubblicano che al tempio è esemplare per la sua umiltà e per la sua preghiera (Lc 18,9-14)? Zaccheo è ricco. Nel vangelo di Luca la ricchezza non è male in sé, ma può essere la causa dell’attaccamento alle cose, facendo perdere così la chance della salvezza.
L’ambiguità della presentazione di Zaccheo conduce alla constatazione che il vangelo, presentando i suoi protagonisti, lascia loro la possibilità del dinamismo, e questo per noi è messaggio di speranza. Il vangelo non cristallizza i suoi protagonisti nella condizione in cui sono, condannandoli alla disperazione. Per tutti è data una possibilità. Non importa tanto la situazione da cui si parte, quanto la disponibilità a cambiare, l’apertura all’azione della grazia.

Incontro di grazia
Zaccheo «corse avanti» (Lc 19,4) per vedere Gesù. Il verbo di movimento dice il suo desiderio di procurarsi un incontro con Gesù. Per farlo, però, deve salire su un sicomoro. Solo così, essendo piccolo di statura, può vederlo sopra le teste degli altri. C’è sempre il rischio di accontentarsi di incontrare Gesù attraverso le teste degli altri; ma l’incontro, perché sia vero, deve essere personale. Zaccheo sale sul sicomoro perché vuole vedere Gesù. Il suo desiderio si incontra con quello di Dio. Zaccheo vuole vedere, ma in realtà è visto.
L’incrocio degli sguardi è il momento in cui Gesù da protagonista passivo diventa protagonista attivo (cf Lc 19,5) e si auto-invita a casa sua. Auto-invito delicatissimo, da parte di Gesù. Non richiede la conversione prima di offrire la comunione, ma cerca la comunione perché avvenga la conversione. Gesù ama Zaccheo così com’è. Per questo Zaccheo cambia. È errato dire: «Dio mi ama nonostante io sia un peccatore»; è più adeguato dire: «Dio mi ama anche mentre sono un peccatore». Nell’auto-invito si crea un cortocircuito: è Zaccheo che accoglie Gesù, o è Gesù che accoglie Zaccheo?

La misericordia di Dio e la gioia dell’uomo
Gesù realizza quanto dice di Dio il libro della Sapienza. Il testo selezionato, partendo dalla constatazione dell’onnipotenza di Dio (cf Sap 11,22), identifica la modalità dell’onnipotenza nella misericordia (cf Sap 11,23). Per la longanimità di Dio si dà all’uomo la possibilità della conversione (cf Sap 12,2). L’ambito del dinamismo umano è la misericordia di Dio che, secondo il testo del libro della Sapienza, è educatore dell’uomo, promotore del suo cambiamento.
sù muove alla gioia, in barba a quelle presentazioni tristi e rattristanti dell’incontro con la fede, vere bestemmie del cristianesimo. Ed è per questa gioia che Zaccheo giunge alle opere con le quali realizza effettivamente la propria conversione. Come ladro ha il dovere della restituzione. Come convertito dalla sovrabbondanza dell’amore restituisce molto più di quello che contabilmente deve. È il compimento suo del percorso di fede. Cambia vita perché incontra il Cristo Signore misericordioso.

L’oggi della conversione per tutti, per vie diverse
Al contrario i benpensanti di Gerico si scandalizzano di Gesù e mormorano (cf Lc 19,7). Per la durezza del loro cuore i perbenisti della città sono incapaci di riconoscere quanto avviene: «oggi per questa casa è venuta la salvezza» (Lc 19,9). Non discernendo l’oggi perdono il tempo opportuno della conversione.
Gesù realizza l’oggi della salvezza per Zaccheo. Ma bisogna anche chiedersi se dicendo «il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto» (Lc 19,10) Gesù non offre un oggi per la conversione anche ai benpensanti. Essi sono moralmente irreprensibili; forse non devono restituire agli uomini del denaro; ma non devono restituire a Dio la sua misericordia?

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4. Letture – 31ª DOMENICA T.O.

3 0   O T T O B R E
31ª DOMENICA T.O.
UN DIO CHE CERCA E SALVA CIÒ CHE ERA PERDUTO

PRIMA LETTURA
Hai compassione di tutti, perché ami tutte le cose che esistono.

L’autore sottolinea l’amore di Dio per tutte le cose. Se egli odiasse qualcosa, infatti, quel qualcosa nemmeno esisterebbe, dato che lui ne è il creatore. In tutta l’opera del Signore, anche nelle sue parti che appaiono più infime, è infuso il suo Spirito salvifico.

Dal libro della Sapienza                                       Sap 11,22–12,2

Signore, tutto il mondo davanti a te è come polvere sulla bilancia,
come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra. Hai compassione di tutti, perché tutto puoi,
chiudi gli occhi sui peccati degli uomini, aspettando il loro pentimento.
Tu infatti ami tutte le cose che esistono
e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata.
Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l’avessi voluta?
Potrebbe conservarsi ciò che da te non fu chiamato
all’esistenza?
Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue,
Signore, amante della vita.
Poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose.
Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano
e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato,
perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore.

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE                   Dal Salmo 144 (145)
La tenerezza e la cura del Signore per l’opera delle sue mani vanno di pari passo con la sua potenza.

Rit. Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.

O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.

Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto.

SECONDA LETTURA
Sia glorificato il nome di Cristo in voi, e voi in lui.
Paolo invita la chiesa tessalonicese a non cedere a presagi apocalittici o a visioni catastrofiche, ma a farsi immagine di Cristo nel presente. In ogni tempo, infatti, è possibile glorificare Cristo ed essere in lui glorificati.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi                  2 Ts 1,11–2,2

Fratelli, preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.
Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente.

Parola di Dio.

ALLELUIA

Alleluia, alleluia.

Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito;
chiunque crede in lui ha la vita eterna.

Alleluia.

VANGELO
Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.
Zaccheo, un esattore delle tasse disonesto, non conosce la verità di Cristo ma lo ricerca e lo accoglie. Considerato perduto dalla società in cui vive, in questo modo egli accoglie anche la sua salvezza: è lui la pietra scartata dai costruttori che Gesù fa divenire testata d’angolo (Sal  117).

Dal vangelo secondo Luca                                            Lc 19,1-10

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Parola del Signore.