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2. introduzioni – 3 NOVEMBRE – XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

3 NOVEMBRE

XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

«HAI DETTO BENE, MAESTRO…»

Tutti parlano di amore, tutti sono convinti di sapere bene cosa significhi questa parola, forse la più maltrattata del vocabolario. Invece sull’amore abbiamo bisogno di essere istruiti e di vederlo attuato. Già riconoscere che Gesù è il vero maestro dell’amore e il solo che ce lo ha mostrato in tutto il suo splendore dalla cattedra e dall’altare della croce, costituisce un grande passo di chi vuole capirlo davvero e viverlo, fino alla fine.

PRIMA LETTURA

Ascolta, Israele: ama il Signore tuo Dio con tutto il cuore.
Il cuore per gli Ebrei non è la sede solo dei sentimenti, ma di ogni pensiero e decisione. Mosè in questo brano inizia con l’invito a «temere» Dio, che significa amarlo in modo tale da obbedire in tutto alla sua parola e desiderare di non offenderlo mai. Amarlo «con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze» vuol dire consegnare a lui tutto di sé, della propria vita e delle proprie azioni, perché è totale la fiducia nel suo amore.

SALMO RESPONSORIALE                

dal Salmo 17 (18)

Il salmista canta la propria esperienza dell’amore di Dio, rinnova la fede in lui e dichiara il suo amore riconoscente.

SECONDA LETTURA

Egli, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta.
L’autore della lettera agli Ebrei, nostalgici del tempio e delle sue celebrazioni, celebra la superiorità di Gesù per tre motivi: i sacerdoti del Primo Testamento morivano ed erano sostituiti, Gesù risorto rimane per sempre; è innocente e non deve offrire sacrifici per i propri peccati, come i sacerdoti del tempio; non ha offerto il sangue di animali, ma se stesso in sacrificio gradito a Dio una volta per tutte.

VANGELO

Amerai il Signore tuo Dio. Amerai il prossimo tuo.
Manca poco alla passione. Gli avversari sottopongono Gesù a molte prove, per avere di che accusarlo. Questo scriba sembra sincero nella sua domanda, campo di battaglia di tutte le scuole rabbiniche. Qui Marco mette insieme i due comandamenti più importanti, secondo Gesù. Ma non sono in concorrenza: il vero amore di Dio si manifesta nell’amore del prossimo.

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4. Letture – 3 NOVEMBRE 2024 – XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

3 NOVEMBRE

XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

«HAI DETTO BENE, MAESTRO…»

PRIMA LETTURA

Ascolta, Israele: ama il Signore tuo Dio con tutto il cuore.
Il cuore per gli Ebrei non è la sede solo dei sentimenti, ma di ogni pensiero e decisione. Mosè in questo brano inizia con l’invito a «temere» Dio, che significa amarlo in modo tale da obbedire in tutto alla sua parola e desiderare di non offenderlo mai. Amarlo «con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze» vuol dire consegnare a lui tutto di sé, della propria vita e delle proprie azioni, perché è totale la fiducia nel suo amore.

Dal libro del Deuteronomio       Dt 6,2-6

Mosè parlò al popolo dicendo: «Temi il Signore, tuo Dio, osservando per tutti i giorni della tua vita, tu, il tuo figlio e il figlio del tuo figlio, tutte le sue leggi e tutti i suoi comandi che io ti do e così si prolunghino i tuoi giorni.
Ascolta, o Israele, e bada di metterli in pratica, perché tu sia felice e diventiate molto numerosi nella terra dove scorrono latte e miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha detto. Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore».

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE                

dal Salmo 17 (18)

Il salmista canta la propria esperienza dell’amore di Dio, rinnova la fede in lui e dichiara il suo amore riconoscente.

Ti amo, Signore, mia forza.

Ti amo, Signore, mia forza, Signore, mia roccia,
mia fortezza, mio liberatore.
Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.

Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.

Viva il Signore e benedetta la mia roccia,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato.

SECONDA LETTURA

Egli, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta.
L’autore della lettera agli Ebrei, nostalgici del tempio e delle sue celebrazioni, celebra la superiorità di Gesù per tre motivi: i sacerdoti del Primo Testamento morivano ed erano sostituiti, Gesù risorto rimane per sempre; è innocente e non deve offrire sacrifici per i propri peccati, come i sacerdoti del tempio; non ha offerto il sangue di animali, ma se stesso in sacrificio gradito a Dio una volta per tutte.

Dalla lettera agli Ebrei                 Eb 7,23-28

Fratelli, [nella prima alleanza] in gran numero sono diventati sacerdoti, perché la morte impediva loro di durare a lungo. Cristo invece, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta. Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore. Questo era il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli. Egli non ha bisogno, come i sommi sacerdoti, di offrire sacrifici ogni giorno, prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo: lo ha fatto una volta per tutte, offrendo se stesso. La Legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti a debolezza; ma la parola del giuramento, posteriore alla Legge, costituisce sacerdote il Figlio, reso perfetto per sempre.

Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO

Gv 14,23

Alleluia, alleluia.

Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.

Alleluia.

VANGELO

Amerai il Signore tuo Dio. Amerai il prossimo tuo.
Manca poco alla passione. Gli avversari sottopongono Gesù a molte prove, per avere di che accusarlo. Questo scriba sembra sincero nella sua domanda, campo di battaglia di tutte le scuole rabbiniche. Qui Marco mette insieme i due comandamenti più importanti, secondo Gesù. Ma non sono in concorrenza: il vero amore di Dio si manifesta nell’amore del prossimo.

Dal vangelo secondo Marco          Mc 12,28b-34

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Parola del Signore.

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5. Preghiere di perdono e dei fedeli – XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

3 NOVEMBRE

XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

«HAI DETTO BENE, MAESTRO…»

RICHIESTA DI PERDONO

  • Padre, ci hai creati perché ci ami, ma noi spesso non ricambiamo il tuo amore. Kyrie eleison.
  • Cristo, ci hai mostrato come amare i fratelli, ma noi trascuriamo i più bisognosi. Christe eleison.
  • Spirito Santo, tu ci dai la capacità di amare, ma noi cediamo alla tentazione dell’egoismo. Kyrie eleison.

PREGHIERA UNIVERSALE

Gesù ci ha insegnato che noi siamo figli di Dio e che il Padre vuole amore. Preghiamolo, perché il suo amore ci dia la capacità di ricambiare allo stesso modo.
Diciamo insieme: Padre, insegnaci ad amare.

  • Per il Papa ed i pastori della Chiesa, affinché custodiscano fedelmente la legge dell’amore e la insegnino a tutti gli uomini. Preghiamo.
  • Per i fratelli ebrei, affinché in un dialogo fraterno e fecondo ci aiutiamo a vicenda a comprendere e vivere l’amore per te e i fratelli. Preghiamo.
  • Per i giovani, affinché abbiano il coraggio di rispondere alla tua chiamata ad amarti con cuore indiviso e ad essere nel mondo testimoni autentici e credibili di amore fraterno. Preghiamo.
  • Per la nostra comunità, affinché offra conforto e aiuto concreto alle persone con problemi di salute, di lavoro e di relazioni familiari. Preghiamo.

O Padre, tu hai mandato nel mondo il tuo Figlio, per rivelare agli uomini il tuo amore e per renderci capaci di amarci gli uni gli altri. Aiutaci ad essere segni e strumenti del tuo amore per tutti gli uomini, specialmente i più poveri e deboli. Per Cristo nostro Signore.

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6. Vignetta di RobiHood – 3 NOVEMBRE – XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

3 NOVEMBRE

XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

«HAI DETTO BENE, MAESTRO…»

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

Testi e i commenti proposti per la domenica 

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3. Commento alle Letture – 27 OTTOBRE – XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

27 OTTOBRE

XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

SEGUIVA GESÙ LUNGO LA STRADA

COMMENTO

Un quadretto molto fresco, immediato, ma anche denso di significati teologici e spirituali.
Gesù sta andando a Gerusalemme. È il suo ultimo viaggio e, oltre ai discepoli, lo segue una folla di persone all’uscita da Gerico. Un uomo, Bartimeo, diventato cieco, chiede l’elemosina. La cecità causata da una malattia corrisponde non solo a una punizione di Dio per chissà quali peccati, ma anche allo smarrimento di chi conosceva la via della salvezza, ma l’ha abbandonata, diventando incapace di “vedere” la verità e la giustizia di Dio.
Egli ha sentito parlare di Gesù, ma non ha potuto andare da lui. Si spiega allora il suo gridare: non poteva perdere un’occasione irripetibile per essere guarito.
Manifesta fede e umiltà: riconosce in Gesù il Messia, figlio di Davide, e chiede compassione per il suo stato, riconoscendo in lui l’unico capace di guarirlo.
La folla svolge un ruolo ambiguo: in un primo momento vuol far tacere il cieco e valuta il fastidio del grido più grande e importante della sua fede; solo quando Gesù ordina di chiamarlo, cambia atteggiamento, ma non è chiaro perché, forse c’è anche della curiosità per quello che avrebbe fatto il Signore.
Il cieco, chiamato, diventa icona di chi vuol diventare cristiano: invitato da Gesù, dà un balzo e getta il mantello (esso rappresenta tutto ciò che ostacola il cammino verso Gesù e che l’aspirante discepolo deve lasciare dietro di sé) e va da Gesù, con una richiesta precisa: tornare a vedere.
I miracoli di Gesù sono due: gli dona non solo la vista del corpo, ma anche quella dello spirito che gli fa vedere e riconoscere il Salvatore del mondo.
Infatti Bartimeo, non appena ci vede, mostra di valorizzare i doni ricevuti, mettendosi alla sequela di Gesù. Per Marco è il vero discepolo, che segue Gesù anche quando sta andando verso la passione.
Molti cristiani di oggi spesso non si accorgono di essere ciechi e mendicanti. Ciechi, quando non riescono a leggere la vita alla luce del Vangelo e si lasciano prendere da delusione, tristezza, scoraggiamento. Mendicanti, tutte le volte che cercano brandelli di gioia in un mondo che li deruba di tutto, anche della dignità più alta, quella di essere e sentirsi figli di Dio.
Bartimeo con il suo balzo e la rinuncia al mantello ci scuote e ci invita a correre da Gesù, senza volgere lo sguardo alle cose che bisogna lasciare, per seguire liberamente il Signore.
La folla che tenta di far tacere i ciechi di oggi e di impedire che vadano dal Signore, lasciandoli nel loro stato di schiavitù, è cresciuta di molto. Sono coloro che vivono di curiosità, che cercano la felicità a poco prezzo e godono dello spettacolo offerto da questo mondo malato e lontano da Dio. Sono anche coloro che credono di aver raggiunto il Signore e se lo tengono stretto, come una loro conquista da non condividere con gli altri. Sono anche coloro che, troppo impegnati a stare vicino a Gesù, provano fastidio o non si accorgono dei poveri ed emarginati che gridano per avere aiuto e salvezza.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. Ci riconosciamo anche noi affetti da cecità spirituale, perché a volte non riusciamo a vedere e leggere la nostra vita e gli avvenimenti nell’ottica di Gesù. Se vogliamo davvero la luce dello Spirito, cerchiamo dentro di noi il coraggio di gridare per richiamare l’attenzione del Signore.
  2. Il desiderio di essere guariti ce l’abbiamo, ed è anche forte. Ma c’è qualcosa dentro di noi che ci appesantisce e ci impedisce di «correre» da Gesù. Bartimeo si è liberato del mantello. E noi siamo disposti a gettare via abitudini, legami, comodità, piaceri…, che ci ostacolano nel nostro andare da Gesù, per essere guariti?
  3. Nella folla attorno a Gesù ci siamo anche noi. Abbiamo l’orecchio rivolto al Signore e gli occhi attenti a chi soffre, per poter trasmettere il messaggio di Gesù: «Coraggio! Alzati, il Signore ti chiama e vuole guarire il tuo male»?
  4. Chi è stato guarito segue il Signore e non lo lascia più, anche quando sta andando verso la passione. Così il discepolo, a poco a poco, diventa come il suo maestro e salvatore.

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Lasciamo qualcosa o un’abitudine che ci ostacola nel seguire Gesù.

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2. introduzioni – 27 OTTOBRE XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

27 OTTOBRE

XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

SEGUIVA GESÙ LUNGO LA STRADA

Il cieco chiede e riacquista la vista. Il suo modo di ringraziare Gesù è diventare suo discepolo, seguendolo sulla strada che porta alla passione. Anche noi abbiamo ricevuto tanti doni dal Signore, altri ne chiediamo, ma tante volte il nostro modo di ringraziare si ferma a qualche veloce preghiera. L’Eucaristia è il ringraziamento più ricco e profondo, perché nella comunione con Cristo e i fratelli ci dispone a vivere da discepoli in ogni circostanza della vita.

PRIMA LETTURA

Riporterò tra le consolazioni il cieco e lo zoppo.
Geremia è noto per gli annunci di sventura per il popolo di Israele, ma il suo libro ha anche dei capitoli detti della «consolazione» (30-33). Il profeta annuncia l’intervento di salvezza di Dio che ricondurrà dall’esilio il «resto di Israele», composto da persone che da sole non potrebbero realizzare il secondo Esodo, ma per un dono del Signore saranno proprio loro a costituire il nucleo dell’Israele rinnovato.

SALMO RESPONSORIALE                

Salmo 125 (126)

Il salmista canta il ritorno dall’esilio e lo paragona al raccolto: gli esiliati sono partiti nel pianto, ma il ritorno avviene nella gioia più piena, come quella del mietitore che, dopo aver seminato nel pianto, raccoglie il grano maturo.

 

SECONDA LETTURA

Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchìsedek.
Ai cristiani nostalgici delle «cerimonie» del tempio, questo brano ricorda che Gesù è il vero ed eterno sommo sacerdote, molto superiore ai sommi sacerdoti del Primo Testamento. Essi lo erano per discendenza da Aronne, Gesù lo è «secondo l’ordine di Melchisedek». Il re di Salem, al tempo di Abramo, compare nella Genesi senza genealogia. Ciò significa che Cristo non ha ricevuto il sacerdozio per discendenza di sangue, ma direttamente da Dio.

VANGELO

Rabbunì, che io veda di nuovo!
Marco conclude la sezione dedicata alle istruzioni morali fatte ai discepoli con la guarigione di un cieco, Bartimeo. Non è semplicemente un fatto, ma un itinerario simbolico di natura battesimale. Il cieco rappresenta il discepolo, ancora incapace di vedere e di percorrere la via del Signore e ostacolato da abitudini e persone. Grida il suo desiderio di vedere, il Signore lo chiama attraverso intermediari e gli ridona la vista. Ora Bartimeo diventa vero discepolo e segue Gesù verso Gerusalemme, cioè, verso la passione.

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4. Letture – 27 OTTOBRE 2024 – XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

27 OTTOBRE

XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

SEGUIVA GESÙ LUNGO LA STRADA

PRIMA LETTURA

Riporterò tra le consolazioni il cieco e lo zoppo.
Geremia è noto per gli annunci di sventura per il popolo di Israele, ma il suo libro ha anche dei capitoli detti della «consolazione» (30-33). Il profeta annuncia l’intervento di salvezza di Dio che ricondurrà dall’esilio il «resto di Israele», composto da persone che da sole non potrebbero realizzare il secondo Esodo, ma per un dono del Signore saranno proprio loro a costituire il nucleo dell’Israele rinnovato.

Dal libro del profeta Geremia    Ger 31,7-9

Così dice il Signore:
«Innalzate canti di gioia per Giacobbe, esultate per la prima delle nazioni, fate udire la vostra lode e dite: “Il Signore ha salvato il suo popolo, il resto d’Israele”.
Ecco, li riconduco dalla terra del settentrione e li raduno dalle estremità della terra; fra loro sono il cieco e lo zoppo, la donna incinta e la partoriente: ritorneranno qui in gran folla.
Erano partiti nel pianto, io li riporterò tra le consolazioni; li ricondurrò a fiumi ricchi d’acqua per una strada dritta in cui non inciamperanno, perché io sono un padre per Israele, Èfraim è il mio primogenito».

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE                

Salmo 125 (126)

Il salmista canta il ritorno dall’esilio e lo paragona al raccolto: gli esiliati sono partiti nel pianto, ma il ritorno avviene nella gioia più piena, come quella del mietitore che, dopo aver seminato nel pianto, raccoglie il grano maturo.

Grandi cose ha fatto il Signore per noi.

Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.

Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.

Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia.

Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.

SECONDA LETTURA

Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchìsedek.
Ai cristiani nostalgici delle «cerimonie» del tempio, questo brano ricorda che Gesù è il vero ed eterno sommo sacerdote, molto superiore ai sommi sacerdoti del Primo Testamento. Essi lo erano per discendenza da Aronne, Gesù lo è «secondo l’ordine di Melchisedek». Il re di Salem, al tempo di Abramo, compare nella Genesi senza genealogia. Ciò significa che Cristo non ha ricevuto il sacerdozio per discendenza di sangue, ma direttamente da Dio.

Dalla lettera agli Ebrei                   Eb 5,1-6

Ogni sommo sacerdote è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati.
Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anche lui rivestito di debolezza. A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo.
Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne.
Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse:
«Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato», gliela conferì come è detto in un altro passo: «Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchìsedek».

Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO

Cf 2 Tm 1,10

Alleluia, alleluia.

Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.

Alleluia.

VANGELO

Rabbunì, che io veda di nuovo!
Marco conclude la sezione dedicata alle istruzioni morali fatte ai discepoli con la guarigione di un cieco, Bartimeo. Non è semplicemente un fatto, ma un itinerario simbolico di natura battesimale. Il cieco rappresenta il discepolo, ancora incapace di vedere e di percorrere la via del Signore e ostacolato da abitudini e persone. Grida il suo desiderio di vedere, il Signore lo chiama attraverso intermediari e gli ridona la vista. Ora Bartimeo diventa vero discepolo e segue Gesù verso Gerusalemme, cioè, verso la passione.

Dal vangelo secondo Marco            Mc 10,46-52

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

Parola del Signore.

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5. Preghiere di perdono e dei fedeli – XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

27 OTTOBRE

XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

SEGUIVA GESÙ LUNGO LA STRADA

RICHIESTA DI PERDONO

  • Padre, tu vuoi che gustiamo la tua gioia, ma noi abbiamo percorso strade di tristezza. Kyrie eleison.
  • Cristo, tu ci chiami a te per guarirci, ma noi ti abbiamo lasciato passare senza muoverci verso di te. Christe eleison.
  • Spirito Santo, tu vuoi liberarci da ciò che ci impedisce di andare da Gesù, ma noi a volte abbiamo preferito restare prigionieri dei nostri difetti. Kyrie eleison.

PREGHIERA UNIVERSALE

Come il cieco di Gerico innalziamo la nostra preghiera al Signore Gesù, per essere da lui accolti e guariti.
Diciamo insieme: Signore Gesù, ascoltaci.

  • Per la Chiesa: non sia di ostacolo al tuo incontro con i bisognosi di salvezza, ma accompagni con gioia e sollecitudine chi desidera essere guarito da te. Preghiamo.
  • Per tutti i malati e i sofferenti: non siano lasciati soli da noi, ma incoraggiati e aiutati da fratelli che si prendono cura di loro. Preghiamo.
  • Per tutti i cristiani: riscoprano la bellezza e il valore del battesimo che hanno ricevuto da piccoli e lo vivano, seguendo te con gioia e impegno. Preghiamo.
  • Per la nostra comunità: seguendo le tue orme, diventi capace di affrontare insieme a te le passioni quotidiane con amore, con pazienza e con speranza. Preghiamo.

Gesù, Signore nostro, con il Battesimo hai guarito la nostra cecità spirituale. Ti preghiamo, donaci il tuo Spirito che ci illumini nella comprensione della tua parola e ci fortifichi nel viverla. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

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6. Vignetta di RobiHood – 27 OTTOBRE 2024 – XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

27 OTTOBRE

XXX DOMENICA DEL
TEMPO ORDINARIO

SEGUIVA GESÙ
LUNGO LA STRADA

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

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Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

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