24 NOVEMBRE
XXIV DOMENICA EL TEMPO ORDINARIO
Gesù Cristo Re dell’universo
(Giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostentamento del clero)
«IL MIO REGNO NON È DI QUAGGIÙ»
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COMMENTO
Il brano di questa domenica fa parte del processo davanti a Pilato, che per l’evangelista, prima della crocifissione, è il centro della passione. In esso Gesù viene riconosciuto più volte innocente, si dichiara re e viene incoronato, come burla per i soldati, ma in segno di verità per Giovanni.
In questo brano il regno più potente sulla terra, Roma, viene messo a confronto con il potere divino. Pilato ci tiene a celebrare il potere romano quando rifiuta di giudicare Gesù sulle accuse dei Giudei e si presenta come rappresentante dell’imperatore. Per il diritto romano, chi si dichiarava re commetteva un reato di lesa maestà, quindi era meritevole di morte.
Gesù spiega a Pilato (e Giovanni spiega all’impero romano) che la sua regalità non appartiene a questo mondo, non si pone in alternativa ai regni terreni.
Dire che il suo regno non è di questo mondo, non significa affermare che sia estraneo, anzi dichiara il primato di Dio su tutta la realtà terrena. E questo non per contrapporre cielo e terra, bensì per promuovere l’umanizzazione dei regni, che si succedono nella storia, e per la salvezza dei popoli. La frase sui servitori che avrebbero combattuto serve per dimostrare che Gesù non ha esercito e quindi non aspira a domini terreni.
Sulla propria regalità però Gesù dà una risposta precisa e inequivocabile: «Io sono re». Quello che dice dopo serve far capire che tipo di re egli sia.
E a questo punto parla della verità.
Nel vangelo di Giovanni la “verità” ha un significato molto ricco e complesso. La verità è ciò che il Padre vuole comunicare agli uomini, perché sappiano chi è lui e chi sono loro; la verità è tutto ciò che Gesù insegna, per far conoscere il Padre e se stesso; la verità è ciò che lo Spirito Santo farà comprendere a tutti coloro che si lasciano guidare da lui; la verità è Gesù stesso in persona, il Figlio di Dio fatto uomo, che “contiene” in sé tutta la realtà divina e tutta la realtà umana. Gesù, quindi, sintetizza la propria missione dicendo che è venuto «per dare testimonianza alla verità», cioè per far conoscere se stesso e il Padre e, attraverso questa conoscenza esperienziale e interiore, comunicare la salvezza, cioè la vita stessa di Dio.
È chiaro che Pilato non poteva comprendere tutto questo e l’evangelista lo sa, come lo sapeva Gesù. Difatti la risposta di Pilato, che non è riportata qui, è stata: «Che cos’è la verità?», che non è precisamente una domanda per sapere, ma una domanda di chi pensa che non ci sia risposta possibile. Povero Pilato, non si accorge che la verità ce l’ha proprio davanti!
C’è una verità che dice la corrispondenza tra la realtà e la sua comunicazione, verbale e non, ed è nelle nostre mani. Ma c’è una verità che rende visibile e comprensibile la realtà di Dio e quella dell’uomo: è Cristo stesso in persona e la riceviamo per rivelazione. In questo mondo sembra non esserci posto né per l’una né per l’altra verità. La Chiesa e ogni cristiano sono quindi impegnati a manifestare la verità che è Cristo incarnato, a dire la verità e a smascherare ogni menzogna, senza paura, anche a rischio di persecuzione. I compromessi, per quanto ragionevoli e prudenti possano essere considerati, non vanno d’accordo con il re coronato di spine.
Chi, come Pilato, vuole giudicare le cose di Dio e le profondità dell’uomo con la misura del potere terreno fa errori sempre molto grossi, perché ferisce le persone e stravolge il senso ultimo e primo delle realtà umane e della vita stessa. Un giudizio, su qualunque realtà, che sia chiuso solo nell’orizzonte terreno è sempre parziale e corre anche il rischio di essere sbagliato. È come dire che Gesù Cristo non può essere messo fuori da nessuna realtà che riguardi l’uomo.
SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA
PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA
Impegniamoci ad essere testimoni della verità, parlando di Gesù e non dicendo bugie.
I re di questo mondo creano degli schiavi, spargendo menzogne e favorendo le divisioni e le guerre. Nel processo davanti a Pilato Gesù accetta di essere chiamato re. Nel suo Regno egli rende noi uomini figli di Dio, fratelli tra di noi, guidati dalla verità e animati dall’amore. Per questo è evidente che il suo Regno non appartiene a questo mondo, anche se inizia nella storia e diventa definitivo nell’eternità.
Il suo potere è un potere eterno.
Daniele ha visto prima quattro bestie feroci, che rappresentano i grandi regni che opprimono Israele. Ma ecco la profezia che alimenta la speranza: un uomo (Daniele forse pensava all’intero popolo di Dio) che riceve forza e potere da Dio e trionfa su tutti gli altri popoli. Solo Gesù realizzerà questa profezia, senza sottomettere nessuno, ma dando la propria vita.
Dal Salmo 92 (93)
Il salmista canta la propria fede nel Signore e si affida con totale fiducia alla verità dei suoi insegnamenti.
SECONDA LETTURA
Il sovrano dei re della terra ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio.
L’Apocalisse (=rivelazione) è uno scritto rivolto a sette Chiese dell’Asia minore sottoposte alla persecuzione da parte dell’impero romano. All’inizio l’autore, in esilio nell’isoletta di Patmos, presenta Gesù come re dei re. Il suo regno, istituito con il sacrificio della sua vita, raccoglie i salvati, rendendoli tutti sacerdoti, cioè ministri sacri, capaci di offrire a Dio la propria vita.
Tu lo dici: io sono re.
L’evangelista Giovanni utilizza il processo davanti a Pilato come il luogo della rivelazione della regalità di Gesù. Egli ha rifiutato di essere fatto re dalla folla (cf Gv 6,15), ma ora si proclama re di un regno che proviene direttamente da Dio. Pilato non capisce ma, senza volerlo, con l’iscrizione sulla croce, in quanto rappresentante ufficiale dell’Impero romano presenterà Gesù come re al mondo intero.
Il suo potere è un potere eterno.
Daniele ha visto prima quattro bestie feroci, che rappresentano i grandi regni che opprimono Israele. Ma ecco la profezia che alimenta la speranza: un uomo (Daniele forse pensava all’intero popolo di Dio) che riceve forza e potere da Dio e trionfa su tutti gli altri popoli. Solo Gesù realizzerà questa profezia, senza sottomettere nessuno, ma dando la propria vita.
Dal libro del profeta Daniele Dn 7,13-14
Guardando nelle visioni notturne, ecco venire con le nubi del cielo uno simile a un figlio d’uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui. Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto.
Parola di Dio.
Dal Salmo 92 (93)
Il salmista canta la propria fede nel Signore e si affida con totale fiducia alla verità dei suoi insegnamenti.
Il Signore regna, si riveste di splendore.
Il Signore regna,
si riveste di maestà:
si riveste il Signore,
si cinge di forza.
È stabile il mondo,
non potrà vacillare.
Stabile è il tuo trono da sempre,
dall’eternità tu sei.
Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti!
La santità si addice alla tua casa
per la durata dei giorni, Signore.
SECONDA LETTURA
Il sovrano dei re della terra ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio.
L’Apocalisse (=rivelazione) è uno scritto rivolto a sette Chiese dell’Asia minore sottoposte alla persecuzione da parte dell’impero romano. All’inizio l’autore, in esilio nell’isoletta di Patmos, presenta Gesù come re dei re. Il suo regno, istituito con il sacrificio della sua vita, raccoglie i salvati, rendendoli tutti sacerdoti, cioè ministri sacri, capaci di offrire a Dio la propria vita.
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo Ap 1,5-8
Gesù Cristo è il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra.
A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen. Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà, anche quelli che lo trafissero, e per lui tutte le tribù della terra si batteranno il petto.
Sì, Amen!
Dice il Signore Dio: Io sono l’Alfa e l’Omèga, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!
Parola di Dio.
Mc 1 ,9.10
Alleluia, alleluia.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
Alleluia.
Tu lo dici: io sono re.
L’evangelista Giovanni utilizza il processo davanti a Pilato come il luogo della rivelazione della regalità di Gesù. Egli ha rifiutato di essere fatto re dalla folla (cf Gv 6,15), ma ora si proclama re di un regno che proviene direttamente da Dio. Pilato non capisce ma, senza volerlo, con l’iscrizione sulla croce, in quanto rappresentante ufficiale dell’Impero romano presenterà Gesù come re al mondo intero.
Dal vangelo secondo Giovanni Gv 18,33b-37
In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
Parola del Signore.
Dio Padre vuole la salvezza di tutti gli uomini e ha mandato il Figlio a iniziare il suo Regno nel mondo. Egli ascolta sempre la preghiera delle comunità che appartengono al regno dei cieli.
Diciamo insieme: Padre, ascoltaci.
Padre misericordioso, donaci il tuo Santo Spirito, perché riconosciamo il tuo Figlio crocifisso e risorto come nostro re e lo imitiamo nel dare la nostra vita per servire i fratelli. Per Cristo nostro Signore.
Per Cristo nostro Signore.
24 NOVEMBRE
XXIV DOMENICA EL TEMPO RDINARIO
Gesù Cristo Re dell’universo
(Giornata nazionale sensibilizzazione
per il sostentamento del clero)
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Laudato sii
Ancilla Domini
Un anno straordinario
Sorrisi divini
I Love Francesco
COMMENTO
Gesù ha certamente parlato degli ultimi tempi. Gli evangelisti, per riportare i suoi insegnamenti, hanno fatto largo uso del linguaggio e delle immagini prese dalla letteratura apocalittica giudaica.
Dopo il ritorno dall’esilio babilonese, Israele aveva subito persecuzioni feroci con la defezione di molti appartenenti al popolo santo di Dio. Il popolo aveva bisogno di dare un senso alla persecuzione e al ritardo dell’intervento di Dio contro i malvagi persecutori. La letteratura apocalittica cerca di incoraggiare gli israeliti alla fedeltà e annuncia in un primo momento la restaurazione del regno di Davide, in un secondo momento l’intervento di Dio negli ultimi tempi per salvare il suo popolo e per punire i persecutori. Le descrizioni di questo intervento di Dio sono appunto “apocalittiche” (il termine greco significa “rivelazione”) perché rivelano l’intervento di Dio anche attraverso immagini di catastrofi nei cieli e sulla terra, le quali simboleggiano la caduta di tutti gli idoli, raffigurati come astri del cielo.
È quindi “naturale” che gli evangelisti usino le immagini dell’apocalittica giudaica. I loro lettori e ascoltatori le capivano molto bene.
L’intenzione di Marco è quella di incoraggiare i cristiani che già sono perseguitati. Il suo racconto quindi non ha nessun desiderio di spaventare, anzi. La parabola del fico che annuncia l’estate dice proprio che arriva la bella stagione, quella dei frutti. Così le catastrofi cosmiche indicano il trionfo di Cristo sugli idoli pagani e aprono l’inaugurazione di cieli nuovi e terra nuova. Intanto la tribolazione frutto della persecuzione continuerà, ma ha un termine. È sicuro che il Signore è presente nella storia e che alla fine verrà visibilmente per radunare tutti i credenti e dare loro il premio della fedeltà.
A tutti viene la curiosità di conoscere il momento in cui ci sarà la manifestazione definitiva di Gesù, ma il Signore non ha nessuna intenzione di soddisfarla. Per questo dice chiaramente che non lo conosce neanche lui. Se accettiamo questa informazione evangelica, capiamo che il figlio di Dio incarnato riceve dal Padre tutto quello che gli serve per realizzare la sua missione ed essere in totale comunione con lui, ma egli non ha curiosità di sorta e non ha nessuna intenzione di chiedere al Padre informazioni inutili. Inoltre, l’espressione di Gesù: «non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga», da una parte fa riferimento all’assedio di Gerusalemme e alla distruzione del tempio, dall’altra dice a tutti che la salvezza si realizza per ogni generazione e nell’arco di vita di ogni persona.
Molti cristiani, quando ascoltano i discorsi di Gesù sugli ultimi tempi, si spaventano, ma è il contrario di quello che intendono Gesù e gli evangelisti. La morte personale e gli ultimi tempi della storia umana sono strettamente collegati, si tratta solo di vedere e decidere da che parte stare, non solo alla fine, ma in tutta la vita. Chi è con Cristo non solo non si spaventa, ma attende con fiducia e speranza il momento in cui potrà sperimentare la gioia senza fine nella Gerusalemme celeste.
Ogni generazione ha i suoi momenti di difficoltà, dolore, sofferenza e persecuzioni, in diversi modi e intensità. La consolazione dei credenti viene dalla fede nella presenza di Cristo risorto che conduce la storia dell’umanità verso la pienezza della salvezza.
SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA
PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA
Preghiamo per vincere ogni paura e ottenere dal Signore, quando sarà il momento, il dono di una “buona morte”.
Quando si parla degli ultimi tempi e della fine del mondo, la fantasia viene colpita dalle catastrofi annunciate e si sviluppa un senso di paura e di angoscia. Non è questa l’intenzione degli evangelisti, tanto meno del Signore. Per i credenti la morte personale non è la fine, ma il nuovo e definitivo inizio della vita eterna. Così gli ultimi tempi non segnano la fine del mondo, ma l’inizio dei nuovi cieli e della terra nuova (cf 2 Pt 3,13) e il Signore non verrà per distruggere, ma per radunare tutti i salvati.
In quel tempo sarà salvato il tuo popolo.
In Israele molti stanno soffrendo l’attacco della cultura ellenistica che vuole far tradire Dio e la sua Legge. Il profeta annuncia la vittoria di chi conserva la fede e la sconfitta e la condanna dei persecutori. È annunciata qui con chiarezza la risurrezione.
Dal Salmo 15 (16)
Il salmista professa la sua fede assoluta nel Signore, che lo sostiene, lo protegge e lo libera dalla morte.
SECONDA LETTURA
Cristo con un’unica offerta ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.
Il peccato accompagna la vita degli uomini di tutti i popoli e condiziona il rapporto con Dio. In Israele si celebravano riti e sacrifici di animali per chiedere il perdono dei peccati. L’autore afferma con chiarezza che il sangue degli animali non purifica gli uomini. Il sangue di Gesù, sì.
Il Figlio dell’uomo radunerà i suoi eletti dai quattro venti.
La Chiesa è perseguitata e i cristiani rischiano di scoraggiarsi per il ritardo del ritorno del Signore. Marco, per consolare le comunità, introduce nel suo vangelo questo discorso apocalittico di Gesù. Annuncia la caduta di tutti gli idoli, simboleggiati dagli astri, e il trionfo del Signore risorto, che viene per radunare i figli di Dio e condurli in paradiso. Quando questo avverrà in pienezza, lo sa solo il Padre.
In quel tempo sarà salvato il tuo popolo.
In Israele molti stanno soffrendo l’attacco della cultura ellenistica che vuole far tradire Dio e la sua Legge. Il profeta annuncia la vittoria di chi conserva la fede e la sconfitta e la condanna dei persecutori. È annunciata qui con chiarezza la risurrezione.
Dal libro del profeta Daniele Dn 12,1-3
In quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo.
Sarà un tempo di angoscia, come non c’era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro.
Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna.
I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre.
Parola di Dio.
Dal Salmo 15 (16)
Il salmista professa la sua fede assoluta nel Signore, che lo sostiene, lo protegge e lo libera dalla morte.
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.
Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.
SECONDA LETTURA
Cristo con un’unica offerta ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.
Il peccato accompagna la vita degli uomini di tutti i popoli e condiziona il rapporto con Dio. In Israele si celebravano riti e sacrifici di animali per chiedere il perdono dei peccati. L’autore afferma con chiarezza che il sangue degli animali non purifica gli uomini. Il sangue di Gesù, sì.
Dalla lettera agli Ebrei 108,1 -14.1
Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati.
Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.
Ora, dove c’è il perdono di queste cose, non c’è più offerta per il peccato.
Parola di Dio.
Lc 21,36
Alleluia, alleluia.
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Alleluia.
Il Figlio dell’uomo radunerà i suoi eletti dai quattro venti.
La Chiesa è perseguitata e i cristiani rischiano di scoraggiarsi per il ritardo del ritorno del Signore. Marco, per consolare le comunità, introduce nel suo vangelo questo discorso apocalittico di Gesù. Annuncia la caduta di tutti gli idoli, simboleggiati dagli astri, e il trionfo del Signore risorto, che viene per radunare i figli di Dio e condurli in paradiso. Quando questo avverrà in pienezza, lo sa solo il Padre.
Dal vangelo secondo Marco Mc 13,24-32
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».
Parola del Signore.
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