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6. Vignetta di RobiHood – XXXIV domenica tempo ordinario

26 NOVEMBRE XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO

(Giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostentamento del clero)

«… L’AVETE FATTO A ME»

 

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

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3. Commento alle Letture – XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

19 NOVEMBRE

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO 

«BENE, SERVO BUONO E FEDELE…»

COMMENTO

Chi legge questa parabola in chiave socio-economica la trova incomprensibile e si scontra con un volto distorto del Signore. La stessa cosa succede se si trasformano i talenti in qualità umane da trafficare: rimane un Dio incomprensibile, se non ingiusto.
Ci chiediamo: perché Matteo utilizza questa parabola e cosa vuol comunicare ai cristiani, suoi lettori? I servi a cui il padrone affida i suoi beni sono sicuramente i cristiani e il padrone, che parte e ritorna, è Gesù, che viene alla fine dei tempi e della vita di ciascuno, per «regolare i conti».
I talenti non sono le qualità umane, ma i doni finalizzati alla salvezza: il Vangelo da annunciare, la fede, la speranza, la carità e tutti gli altri doni particolari che ciascuno riceve per vivere da cristiano e diffondere il regno di Dio nel mondo. La diversità è stabilita in base alla missione che ciascuno ha da compiere nel mondo. Questo però non dice che il Signore discrimina, semplicemente sottolinea un dato di fatto: ogni uomo è diverso dagli altri, ha una sua personalità, vive in un certo tempo e in un dato luogo, appartiene a una famiglia, ha una sua storia unica e irripetibile e tutto questo gli serve per vivere nel mondo da figlio di Dio e fratello degli altri uomini. In qualunque situazione è chiamato a vivere, riceverà il dono che gli apre la strada della salvezza e lo abilita alla missione nella Chiesa e nel mondo.
Questa strada, però, va percorsa con le proprie gambe. Trafficare i talenti significa utilizzare tutto ciò che abbiamo a disposizione per crescere nell’amore e vivere da figli di Dio. I due servi che hanno «trafficato», nella diversità dei doni e del risultato, ricevono lo stesso elogio e lo stesso premio.
Anche il terzo servo ha ricevuto il grande dono nella misura adatta a lui, ma invece di essere riconoscente e attivo, ha giudicato il suo padrone, ne ha avuto paura e non ha fatto nulla di buono. Non ha visto l’amore e la fiducia del suo padrone ed è rimasto schiavo della paura e prigioniero della pigrizia.
Il talento tolto a chi non l’ha trafficato e dato a chi ne ha già dieci dice semplicemente che chi non riconosce il dono di Dio e non lo vive perderà tutto (il Signore altrove dice: «chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà»: Mt 16,25), mentre chi vive da figlio vedrà moltiplicati i frutti dei propri doni.
Tutto questo vale anche per le comunità cristiane locali: quelle che con impegno e creatività trafficano i doni del Signore diventano sempre più «ricche» di frutti; quelle che si accontentano di «conservarli» con una religiosità timorosa e abitudinaria, diventeranno sempre più povere, fino al punto di non essere più riconosciute dal Signore come sue.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. Uno dei più grandi torti che possiamo fare al Signore è quello di avere paura di lui. Se qualche volta proviamo questo sentimento, possiamo «curarci» con tre «medicine»: prima, immergiamoci nella natura e proviamo a pensarla come un dono fatto personalmente a noi; seconda, facciamo l’elenco dei doni che abbiamo ricevuto da lui lungo la nostra vita; terza, mettiamoci in silenzio di fronte al crocifisso cinque minuti al giorno, finché la paura non sia passata.
  2. Spesso questa parabola viene intesa come invito a trafficare le qualità umane da impiegare; così ci convinciamo che chi ha più qualità e mezzi è favorito e porta più facilmente dei risultati; quindi ci lamentiamo con Dio o lo accusiamo: «perché a lui tante cose e a me poco o niente?». Nella linea dell’amore nessuno parte svantaggiato. I bambini o i diversamente abili gravi sono centro di amore solo per il fatto di esistere, ricevono amore e ricambiano come possono. Il Signore i conti li fa solo sulla fede e sull’amore.
  3. Ogni comunità e ogni cristiano hanno ciò che serve per realizzare la loro missione nella Chiesa e nel mondo. I paragoni con gli altri sono dannosi. Il Signore non fa paragoni, ma giudica per come ciascuno ha valorizzato i doni ricevuti.
  4. «Bene, servo buono e fedele… prendi parte alla gioia del tuo padrone». Vale la pena di affrontare qualunque difficoltà, per sentirsi dire queste parole dal Signore. La gioia che ci offre non è un sentimento passeggero, ma il frutto della condivisione della stessa vita di Dio, per sempre.

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Ogni sera mi interrogo: cosa ho fatto oggi per diffondere il regno di Dio? E cosa posso fare domani?

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2. introduzioni – XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

19 NOVEMBRE

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO 

«BENE, SERVO BUONO E FEDELE…»

Quando il Signore è salito al cielo, ha lasciato tutti i suoi doni alla Chiesa e a ogni discepolo. Così la comunità e ogni cristiano hanno la missione di diffondere il Regno di Dio nel mondo, valorizzando i doni del Signore Gesù. La ricompensa è la condivisione della vita e della gioia di Dio stesso nella sua casa.

PRIMA LETTURA

La donna perfetta lavora volentieri con le sue mani.
In tutte le culture, e anche in Israele, si trovano giudizi negativi e facili battute sulle donne. Anche questo brano inizia con una domanda che non fa pensare bene della grande maggioranza delle donne. Poi indica le caratteristiche di una donna «forte»: brava moglie, laboriosa, generosa con i poveri, timorata di Dio. Possiamo dire che di donne così nella storia ce ne sono molte e non solo nella Chiesa.

SALMO RESPONSORIALE      

Dal Salmo 127 (128)

Chi ama il Signore e rispetta la sua legge è beato e gode dei suoi doni e dei frutti della propria vita buona.

SECONDA LETTURA

Non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro.
Paolo velatamente rimprovera chi vorrebbe sapere di più sui tempi della venuta del Signore e ricorda che di una cosa sola i cristiani devono preoccuparsi: vivere il Vangelo in modo tale da essere sempre pronti per la venuta del Signore.

VANGELO

TRA PARENTESI [  ] LA FORMA BREVE.

Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone.
La parabola dei talenti parla della Chiesa e di ciascun cristiano. Il Signore Gesù a tutti affida i suoi doni che devono portare frutti. Chi si impegna e produce frutti, condividerà la gioia del Signore al suo ritorno; chi, per paura, non si impegna resterà escluso.

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4. Letture – XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

19 NOVEMBRE

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO 

«BENE, SERVO BUONO E FEDELE…»

PRIMA LETTURA

La donna perfetta lavora volentieri con le sue mani.
In tutte le culture, e anche in Israele, si trovano giudizi negativi e facili battute sulle donne. Anche questo brano inizia con una domanda che non fa pensare bene della grande maggioranza delle donne. Poi indica le caratteristiche di una donna «forte»: brava moglie, laboriosa, generosa con i poveri, timorata di Dio. Possiamo dire che di donne così nella storia ce ne sono molte e non solo nella Chiesa.

Dal libro dei Proverbi     Prv 31,10-13.19-20.30-31

Una donna forte chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore. In lei confida il cuore del marito e non verrà a mancargli il profitto. Gli dà felicità e non dispiacere per tutti i giorni della sua vita.
Si procura lana e lino e li lavora volentieri con le mani. Stende la sua mano alla conocchia e le sue dita tengono il fuso.
Apre le sue palme al misero, stende la mano al povero.
Illusorio è il fascino e fugace la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare.
Siatele riconoscenti per il frutto delle sue mani e le sue opere la lodino alle porte della città.

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE      

Dal Salmo 127 (128)

Chi ama il Signore e rispetta la sua legge è beato e gode dei suoi doni e dei frutti della propria vita buona.

Beato chi teme il Signore.

Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.

La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.

Ecco com’è benedetto l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!

SECONDA LETTURA

Non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro.
Paolo velatamente rimprovera chi vorrebbe sapere di più sui tempi della venuta del Signore e ricorda che di una cosa sola i cristiani devono preoccuparsi: vivere il Vangelo in modo tale da essere sempre pronti per la venuta del Signore.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi                  1 Ts 5,1-6

Riguardo ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. E quando la gente dirà: «C’è pace e sicurezza!», allora d’improvviso la rovina li colpirà, come le doglie una donna incinta; e non potranno sfuggire.
Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro. Infatti siete tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte, né alle tenebre. Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri.

Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO 

Gv 15,4a.5b

Alleluia, alleluia.

Rimanete in me e io in voi, dice il Signore,
chi rimane in me porta molto frutto

 Alleluia.

VANGELO

TRA PARENTESI [  ] LA FORMA BREVE.

Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone.
La parabola dei talenti parla della Chiesa e di ciascun cristiano. Il Signore Gesù a tutti affida i suoi doni che devono portare frutti. Chi si impegna e produce frutti, condividerà la gioia del Signore al suo ritorno; chi, per paura, non si impegna resterà escluso.

Dal vangelo secondo Matteo      Mt 25,14-30

[In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.]
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
[Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo:“Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.]
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

Parola del Signore.

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5. Preghiere di perdono e dei fedeli – XXXIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO

19 NOVEMBRE

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO 

«BENE, SERVO BUONO E FEDELE…»

PERDONO

  • Signore, abbiamo fatto paragoni e ci siamo lamentati di essere più poveri di altri. Kyrie eleison
  • Cristo, abbiamo dimenticato il tuo amore e abbiamo avuto paura di te. Christe eleison.
  • Signore, ci siamo stancati di lavorare per il Vangelo e non abbiamo pensato al premio che ci aspetta. Kyrie eleison.

PREGHIERA UNIVERSALE

Il Padre di Gesù e nostro ci vuole felici per sempre nella sua casa. Offriamogli il nostro impegno e presentiamogli le necessità nostre, della Chiesa e del mondo intero.
Diciamo insieme: Ascoltaci, o Signore.

  • Perché accogliamo con riconoscenza i tuoi doni e li mettiamo a servizio dei fratelli. Preghiamo.
  • Perché ripaghiamo la tua fiducia in noi e continuiamo ad impegnarci, anche quando questo significa prenderci nuove responsabilità e affrontare grandi difficoltà. Preghiamo.
  • Perché non perdiamo mai la fiducia e la speranza nella tua presenza amorevole e nel tuo aiuto paterno. Preghiamo.
  • Perché, nonostante le nostre debolezze e le nostre cadute, riusciamo a portare frutti di fede in te e di amore per i fratelli. Preghiamo.

O Padre, tu hai creduto così tanto nell’uomo da mandare in mezzo a noi il tuo unico Figlio. Aiutaci ad avere fiducia gli uni negli altri e a collaborare con te per la salvezza dell’umanità. Per Cristo nostro Signore.

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6. Vignetta di RobiHood – XXXIII domenica tempo ordinario

19 NOVEMBRE

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO 

«BENE, SERVO BUONO E FEDELE…»

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

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3. Commento alle Letture – XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

12 NOVEMBRE

XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO 

(Giornata nazionale del ringraziamento)

LO SPOSO VERRÀ

COMMENTO

Nella Chiesa dei primi tempi si era diffusa la convinzione che Gesù sarebbe tornato presto e avrebbe realizzato la parola dei profeti sugli ultimi giorni: sconfitta e castigo dei malvagi e premio per i buoni.
All’epoca in cui Matteo scrive, qualcuno era rimasto sconcertato e deluso per il «ritardo» di Gesù. Questa parabola risponde a quella delusione e istruisce i cristiani sull’attesa e sulla vigilanza, per essere sempre pronti al ritorno di Gesù alla fine dei tempi o, e questo riguarda sicuramente tutti, alla fine della vita terrena di ciascuno.
Il regno di Dio non è un luogo riconoscibile sulla terra, ma una condizione dello spirito, vi appartengono coloro che credono in Gesù e vivono da figli di Dio. Per questo Gesù non lo definisce ma lo descrive con molte parabole.
Quella delle dieci ragazze è piuttosto complessa perché, mentre dà un insegnamento preciso, richiede anche la spiegazione di alcuni elementi simbolici.
È chiaro che lo sposo che deve venire è Gesù, per inaugurare il banchetto eterno nel regno del Padre, e che le ragazze rappresentano gli invitati di tutti i tempi, i quali sanno che devono essere pronti. Il ritardo dello sposo e il sonno degli invitati rappresentano la vita quotidiana dei credenti, che si svolge nelle occupazioni ordinarie, le quali a volte fanno dimenticare chi e che cosa essi stanno aspettando.
All’arrivo dello sposo inizia il dramma: l’olio delle stolte finisce e le sagge non gliene danno del proprio. Ma quell’olio è ciò che consente di partecipare alla festa eterna, cioè la realizzazione della volontà di Dio, che è costituita dalla fede e dall’amore concreto per Gesù e per i fratelli. È evidente che quest’olio non si può prestare, dato che nessuno può presentarsi a Dio con la vita e le opere di un altro.
Se lo sposo dice di non conoscere le stolte, è perché in Paradiso possono entrare solo quelli che, vivendo il Vangelo, si sono impegnati a somigliare al Figlio di Dio, gli altri sono sconosciuti.
Matteo sta dicendo ai suoi lettori, e anche a noi, che tra i battezzati ci sono alcuni che sono stolti: pensano di entrare in Paradiso perché fanno parte della Chiesa. Non basta. Bisogna attuare la volontà di Dio, altrimenti il Signore alla fine non ci riconoscerà, anche se siamo andati a messa tutte le domeniche.
L’insegnamento chiaro di Gesù è questo: ogni giorno bisogna vivere da cristiani, perché solo così possiamo essere pronti quando il Signore ci chiamerà, difatti non sappiamo (ed è meglio!) quando lui verrà.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. «Si assopirono tutte e si addormentarono». La debolezza e la fragilità umana appartengono a tutti. Non sono esse a renderci incapaci di accogliere il Signore che viene.
  2. «Dateci un po’ del vostro olio…». Abbiamo tutta la vita per imparare la saggezza del Vangelo e conosciamo tante persone che ci danno il buon esempio. Aspettare l’ultimo momento per rimediare è da stolti e presuntuosi.
  3. «In verità io vi dico: non vi conosco». Sentirsi dire questa frase è la tragedia più grande. Alcuni hanno detto che a 40 anni uno ha il volto che si merita. La stessa cosa vale per lo spirito, senza arrivare a 40 anni. Chi cerca di vivere il Vangelo ogni giorno, nonostante le proprie debolezze, senza accorgersene, assume le fattezze del volto di Cristo, in certi periodi quello della Sindone, in altri quello del Risorto.
  4. Noi, cristiani di questo tempo, forse pensiamo poco al Paradiso. Eppure è questa certezza che ha sostenuto i martiri e ha alimentato la capacità dei santi di affrontare difficoltà, sofferenze, persecuzioni e di servire in tanti modi i fratelli bisognosi. Magari questo ricordo ci può aiutare a diventare saggi.

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Quando al mattino ci guardiamo allo specchio, chiediamoci in che cosa, lungo la giornata, possiamo somigliare a Gesù.

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2. introduzioni – XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

12 NOVEMBRE

XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO 

(Giornata nazionale del ringraziamento)

LO SPOSO VERRÀ

PRIMA LETTURA

La sapienza si lascia trovare da quelli che la cercano.
Molti uomini si pongono la domanda: chi può avere la sapienza? L’autore risponde che la sapienza che viene da Dio e rende capaci di condurre una vita giusta non è per pochi, ma per chiunque la desideri sinceramente e voglia seguirla. Non si nasconde, anzi essa stessa si fa trovare ogni mattina seduta alla porta e accompagna per tutta la giornata chi è degno di lei.

SALMO RESPONSORIALE             

Dal Salmo 62 (63)
Il popolo di Dio ha sperimentato l’arsura del deserto e sa bene che la mancanza di Dio è peggiore. Per questo prega il Signore di nutrire e dissetare il suo spirito. L’incontro con il Signore e il suo amore che salva apre il cuore alla lode gioiosa.

SECONDA LETTURA

Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti.
Nella comunità di Tessalonica erano sorte tante domande sulla seconda venuta di Gesù. Si pensava che fosse imminente, ma alcuni erano già morti. Quale sarebbe stata la loro sorte? L’imminenza dell’intervento definitivo di Dio era convinzione diffusa tra gli Ebrei; anche Paolo ne sembra convinto. Dopo aver richiamato che i cristiani, a differenza dei pagani, hanno la speranza della vita eterna, offre una risposta duplice: Cristo è risorto, quindi la risurrezione è per tutti; non ci sarà nessuna differenza tra vivi e defunti.

VANGELO

Ecco lo sposo! Andategli incontro!
Al tempo di Gesù le dieci vergini rappresentano tutto Israele. Una parte ha accolto il Messia e una parte lo ha rifiutato, rimanendo escluso dal banchetto della salvezza. Al tempo di Matteo invece esse rappresentano la Chiesa, nella quale ci sono cristiani che vivono secondo il Vangelo e battezzati che hanno consumato l’olio della fede e della carità. Gesù tornerà e darà un giudizio.