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1. Letture e orazioni – 25 ottobre 2020

25 ottobre

30ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

ANNO A

IL PRIMATO DELL’AMORE

Amare Dio e amare i fratelli non sono due comandamenti, ma uno solo. Ci sono religioni, gruppi e persone che li separano e, a volte, li contrappongono. Così si crede di amare Dio, senza amare il prossimo; e alcuni pensano di onorare Dio, facendo del male agli altri. I cristiani, che in passato hanno sbagliato su questo, oggi hanno la missione di mostrare al mondo come si amano Dio e i fratelli.

ANTIFONA D’INIZIO

Gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
cercate sempre il suo volto.                       Sal 104,3-4

COLLETTA

Dio onnipotente ed eterno,
accresci in noi la fede, la speranza e la carità,
e perché possiamo ottenere ciò che prometti,
fa’ che amiamo ciò che comandi.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Oppure:

O Padre, che fai ogni cosa per amore
e sei la più sicura difesa degli umili e dei poveri,
donaci un cuore libero da tutti gli idoli,
per servire te solo
e amare i fratelli secondo lo Spirito del tuo Figlio,
facendo del suo comandamento nuovo
lunica legge della vita.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…

PRIMA LETTURA

Se maltratterete la vedova e l’orfano, la mia ira si accenderà contro di voi.

Dal libro dell’Esodo                                         Es 22,20-26

Così dice il Signore:

«Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d’Egitto.
Non maltratterai la vedova o l’orfano. Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l’aiuto, io darò ascolto al suo grido, la mia ira si accenderà e vi farò morire di spada: le vostre mogli  saranno  vedove e i vostri figli orfani.
Se tu presti denaro  a qualcuno  del mio  popolo, all’indigente che sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio: voi non dovete imporgli alcun interesse.
Se prendi in pegno  il mantello  del tuo prossimo, glielo  renderai prima del tramonto del sole, perché è la sua sola coperta, è il mantello  per la sua pelle; come potrebbe coprirsi dormendo? Altrimenti, quando griderà verso di me, io l’ascolterò, perché io sono pietoso».
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE    dal Sal 17 (18)

R. Ti amo, Signore, mia forza.

Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia,
mia fortezza, mio liberatore.

Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.
Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.

Viva il Signore e benedetta la mia roccia,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra  fedele al suo consacrato.

SECONDA LETTURA           

Vi siete convertiti dagli idoli, per servire Dio e attendere il suo Figlio.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi      1 Ts 1,5c-10

Fratelli, ben sapete come  ci siamo  comportati  in mezzo  a voi per il vostro bene.  E voi avete seguito  il nostro  esempio e quello  del Signore, avendo  accolto la Parola in mezzo  a grandi prove, con la gioia dello Spirito Santo, così da diventare modello per tutti i credenti della Macedònia e dell’Acàia.
Infatti per mezzo  vostro la parola del Signore risuona non soltanto in Macedonia e in Acaia, ma la vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto, tanto che non abbiamo bisogno di parlarne.
Sono  essi infatti a raccontare come  noi  siamo  venuti in mezzo a voi e come vi siete convertiti dagli idoli a Dio,  per servire il Dio vivo e vero e attendere dai cieli il suo Figlio, che egli ha risuscitato dai morti, Gesù, il quale ci libera dall’ira che viene.
Parola di Dio.

ACCLAMAZIONE AL VANGELO            Gv 14,23

Alleluia, alleluia.

Se uno mi ama, osserverà la mia parola,
dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.

Alleluia.

VANGELO     

Amerai il Signore tuo  Dio, e il tuo  prossimo come  te stesso.

Dal vangelo secondo  Matteo                         Mt 22,34-40

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù ave- va chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono  insieme  e uno di loro,  un dottore  della Legge, lo interrogò  per metterlo  alla prova: «Maestro, nella  Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono  tutta la Legge e i Profeti».
Parola del Signore.

ORAZIONE SULLE OFFERTE

Guarda, Signore, i doni che ti presentiamo:
quest’offerta,
espressione del nostro servizio sacerdotale,
salga fino a te e renda gloria al tuo nome.
Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE

Esulteremo  per la tua salvezza e gioiremo
nel nome  del Signore, nostro  Dio.                  Sal 19,6

Oppure:

Cristo ci ha amati: per noi ha sacrificato se stesso,
offrendosi a Dio in sacrificio di soave profumo.       Ef 5,2

Oppure:

«Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore,
con tutta la tua anima  e con tutta la tua mente».            Mt 22,37

DOPO LA COMUNIONE

Signore, questo sacramento della nostra fede
compia in noi ciò che esprime
e ci ottenga il possesso delle realtà eterne,
che ora celebriamo  nel mistero.
Per Cristo nostro Signore.

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2. Introduzioni – 25 ottobre 2020

25 ottobre

30ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Il primato dell’amore

Gesù, rispondendo a una domanda di un dottore della Legge che vuole metterlo alla prova, celebra nel modo più alto l’amore di Dio, che è al vertice di ogni spiritualità. Afferma che Dio deve essere amato «con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente». Cioè con tutto il proprio essere. Ma Gesù esalta ugualmente l’amore del prossimo e dice che amore di Dio e amore del prossimo sono un unico comandamento.

PRIMA LETTURA

Se maltratterete la vedova e l’orfano, la mia ira si accenderà contro di voi.

Nella legge ebraica troviamo queste norme a difesa dei forestieri, degli orfani, delle vedove, dei poveri. Gesti di amore e di carità che hanno già il sapore del Vangelo.

 Dal libro dell’Esodo.                                                                                                     Es 22,20-26

 SALMO RESPONSORIALE                                                                     Dal Salmo 17 (18)

Nel salmo 17 vengono espresse parole di lode, di ringraziamento, di esultanza perché Dio è vicino e ci sostiene.

Rit. Ti amo, Signore, mia forza.

 SECONDA LETTURA

Vi siete convertiti dagli idoli, per servire Dio e attendere il suo Figlio.

Paolo fa l’elogio della comunità di Tessalonica, che si comporta in maniera esemplare, secondo gli insegnamenti e l’esempio di vita che ha dato lo stesso apostolo.

 Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi.                                            1Ts 1,5c-10

 VANGELO

Amerai il Signore tuo Dio e il tuo prossimo come te stesso.          

Ancora un altro tentativo di mettere alla prova Gesù da parte dei farisei e dei dottori della legge. È una delle ultime manovre, che offre però a Gesù di esprimere il suo pensiero a proposito del cuore della Legge e del Vangelo.

al vangelo secondo Matteo.                                                                                 Mt 22,34-40

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3. Annunciare la Parola – 25 ottobre 2020


25 ottobre
30ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Il primato dell’amore


PER RIFLETTERE E MEDITARE

«Voi non conoscete le Scritture e nemmeno la potenza di Dio», così domenica scorsa rispondeva Gesù ai sadducei che avevano cercato di metterlo in difficoltà con le loro domande. Allora essi, continuando nel modo più subdolo di metterlo in imbarazzo, gli mandano un dottore della legge a fargli una domanda impegnativa: «Nella Legge, qual è il grande comandamento?».

Il grande comandamento

Questo è sicuramente un episodio centrale nella vita di Gesù ed riportato dai tre evangelisti sinottici. Ma Luca lo inserisce nel viaggio di Gesù verso Gerusalemme, fuori da ogni controversia e serve a introdurre la parabola del buon samaritano. Nel Vangelo di Marco il contesto è simile a quello di Matteo, ma è assente la polemica. Lo scriba loda Gesù: «Hai detto bene, maestro»; e Gesù a sua volta gli dice: «Non sei lontano dal regno di Dio» (Mc 12, 32-34). Nel Vangelo di Matteo invece interrogano Gesù per metterlo alla prova, dato che ha chiuso la bocca ai sadducei. E gli fanno domandare: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».

La domanda è raffinata, peccato che sia animata dalla polemica. I rabbini, maestri della legge, maniacali nel trasformare in centinaia di precetti la legge di Mosè, si interrogavano davvero su quale fosse il «grande comandamento», cioè la disposizione più importante tra quelle che essi stessi nella storia si erano date. Ricordiamo che essi avevano raccolto la legge in 613 comandamenti: 365 proibizioni (una per ogni giorno dell’anno) e 248 precetti (tanti quanti, secondo loro, erano le ossa umane).

La risposta di Gesù è splendida nella sua semplicità: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento», che è la nostra risposta all’amore di Dio che ci ama per primo. Gesù però aggiunge: «Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti».

Centralità dell’amore

La risposta di Gesù non lascia dubbi sui due precetti «simili», che di fatto sono messi sullo stesso piano. Il precetto dell’amore era conosciuto anche nell’Antico Testamento, come abbiamo appena letto nel libro dell’Esodo, dove si dice di avere cura e attenzione per i forestieri, le vedove e gli orfani, per i più indigenti. Dio si fa vendicatore nei confronti di chi li opprime e maltratta, perché «chi opprime il povero offende il suo creatore» (Pr 14,31).

Sappiamo però che per gli ebrei l’amore non si estendeva a tutti indistintamente, ma veniva per lo più inteso nel cerchio dei propri connazionali, del proprio clan, della famiglia. Il cristiano invece ama il prossimo non perché è della sua stessa tribù, del proprio gruppo famigliare; tanto meno ama solo quelli che gli sono simpatici o che la pensano come lui. Ci amiamo perché siamo creature di Dio e perché Dio ci ama. Dobbiamo amarci perché siamo tutti figli di Dio in Gesù, fratelli tra di noi nella fede.

Per questo sarà soprattutto tra i cristiani della nuova comunità nata dalla Pasqua che il precetto dell’amore diventerà pienamente centrale. Diventerà la caratteristica di un’infinità di santi, che con sfumature incredibili hanno vissuto una fioritura di gesti di amore con eroica generosità.

Un unico amore che cambia il mondo

Se chiedessimo ai cristiani d’oggi qual è il comandamento più importante, molti probabilmente risponderebbero: non rubare, non bestemmiare, trascurare la messa della domenica, tradire la moglie o il marito…

Molti sarebbero anche oggi colti di sorpresa dalla parola di Gesù. Anche se l’amore è certamente la parola più gettonata nella comunità cristiana, nella predicazione, nella catechesi, tra i bambini e tra gli adulti. Una parola forse abusata, che non sempre ha riscontro nella vita. Accanto ai santi infatti non è difficile vedere tra i cristiani i guerrafondai, gli usurai, i colonizzatori, i furbastri dell’economia, i razzisti, i violenti, i vendicatori, quelli che vedono sempre nell’altro un nemico.

Dicevamo però che i due precetti sono due facce della stessa medaglia. E che l’amore dell’uomo nasce dall’amore per Dio. È per questo può diventare grande, eroico, senza misura, così fedele e appassionato da renderci simili a Dio nell’amare con passione i nostri fratelli.

Questo brano di Vangelo ci fa capire tra l’altro quanto sia falsa l’idea che la fede in Dio diminuisce l’uomo e il suo impegno nel mondo. C’è chi pensa che chi si rivolge al cielo è un alienato e non gli interessa più ciò che capita attorno a sé. Ma Gesù risponde con la sua vita a chi dice così, lui che è rimasto tra noi incarnato nel volto di ogni uomo, che per noi oggi è in qualche modo «sacramento di Dio». E questo ci dice oggi con la sua parola: amare Dio e amare l’uomo sono un unico precetto, sono «il» comandamento, la legge della nostra vita. Ed è quella che trasforma il mondo.

UN FATTO – UNA TESTIMONIANZA

«Gli uomini credono che prima si debbono amare gli uomini e poi amare Dio. Anche io ho fatto così, ma è stato tutto inutile. Quando ho cominciato ad amare Dio più di tutto, allora in questo amore per Dio ho trovato anche il mio prossimo; nel cuore di Dio c’è un amore per gli altri di cui non sarò mai capace» (Spiridione, monaco della chiesa greca).

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4. Parola da Vivere – 25 ottobre 2020

25 ottobre
30ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Il primato dell’amore

COMMENTO

Sappiamo già che i precetti della legge ebraica sono 613. Ma gli stessi maestri non erano così ingenui da considerarli tutti della stessa importanza nel rapporto con Dio. Le scuole rabbiniche da tempo si impegnavano non solo a distinguere i precetti in gravi e leggeri, in piccoli e grandi, ma cercavano anche un principio generale a cui tutti i precetti potessero  riferirsi come a una fonte, a un vertice o a una chiave interpretativa.
Ci spieghiamo così la domanda del dottore della Legge a Gesù, che nella risposta raccoglie i due precetti principali.
Dal Deuteronomio egli prende  quello  del primato dell’amore di Dio con la specificazione delle dimensioni principali della persona:  il cuore, che indica  la convergenza di tutti gli affetti verso Dio senza spazio per piccoli o grandi idoli; l’anima, cioè la vita, che dice la disponibilità consapevole a rinunciare a tutto  pur di non  allontanarsi da Dio; la mente, che impegna ad aderire alle verità che Dio rivela e testimoniarle con l’esempio e la parola.
Dal Levitico prende  il precetto dell’amore del prossimo. Naturalmente per Gesù il prossimo da amare come se stesso non è solo l’ebreo, ma ogni uomo. Però, la novità in questa  risposta  di Gesù si trova nel fatto che lui mette il secondo  comandamento sullo stesso piano  del primo.  Dall’apostolo Giovanni poi sentiremo che dire di amare Dio senza amare i fratelli è una menzogna.
Perciò, questi comandamenti, insieme, sono la chiave di lettura e interpretazione di tutti gli altri precetti, i quali acquistano senso e valore nella misura in cui sono legati all’amore per Dio e per i fratelli e lo esprimono. Gesù va anche  oltre: questi  comandamenti sono  pure la chiave per comprendere tutta  la Sacra Scrittura, che egli compendia con il binomio «la Legge e i Profeti»: senza questa chiave di lettura la Parola di Dio non solo non può esse- re compresa, ma viene travisata e tradita,  come succede ai farisei e a tutti coloro che separano l’amore di Dio da quello del prossimo.
Questo  episodio è anche servito all’evangelista Matteo per richiamare la sua comunità, e la Chiesa di tutti i tempi, sul rischio di cadere nel fariseismo, appesantendo e stravolgendo la vita di fede dei discepoli  di Gesù con minuziosi precetti  ritualistici  e moralistici. L’unità dell’amore di Dio e del prossimo, invece, abilita  i credenti non  solo a comprendere rettamente la Sacra Scrittura, ma ad offrire a chi non  conosce Gesù l’autentico splendore del suo Vangelo.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

1. Un maestro della Legge si serve di una domanda che il popolo sinceramente si poneva  per mettere  alla prova Gesù. Non è sbagliata la domanda, ma il motivo. I dubbi  e le domande fanno  parte di una fede impegna- Quali  domande mi piacerebbe porre a Gesù? Se siamo sinceri, ci sentiamo spinti a ricercare le risposte, anche con l’aiuto di altri fratelli.

2. Tutti abbiamo una nostra personale classifica dei comandamenti di Gesù. Con l’aiuto dello Spirito Santo, possiamo riconoscere il comandamento più grande, quello  che determina il nostro  modo di pensare e di vivere e le scelte piccole o grandi.  Chiediamoci come  e quanto corrisponda alla risposta di Gesù.

3. Cuore, anima e mente. Era il modo degli Ebrei per intendere la persona intera e tutte le singole facoltà. L’amore di Dio o prende  tutti gli aspetti della persona  e della vita oppure è parziale o In ogni caso Gesù è pronto a illuminarci, a curarci e a farci crescere: per questo ci dona  ogni giorno il suo Spirito.

4. L’amore del prossimo è possibile  nella misura  in cui ci amiamo, cioè, vogliamo  il vero bene di noi stessi. Se ci amiamo in modo disordinato o sbagliato, non stiamo facendo il bene per noi, non possiamo capire il vero bene degli altri e non siamo capaci di realizzarlo.


PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Nell’esame di coscienza chiediamoci: oggi, ho agito per amore dei fratelli o per me stesso?


Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2017

 

 

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5. Perdono e Preghiere dei Fedeli – 25 ottobre 2020

25 ottobre
30ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Il primato dell’amore

RICHIESTA DI PERDONO

  • Signore Gesù, che vuoi essere amato nei nostri fratelli, abbi pietà di noi.
  • Cristo, che nella tua umanità mostri il volto amoroso del Padre, abbi pietà noi,
  • Signore Gesù, che alla fine della vita ci giudicherai sull’amore, abbi pietà di noi.

PREGHIERA UNIVERSALE

Celebrante. Fratelli e sorelle carissimi. L’amore è il grande comandamento che sintetizza tutto quanto il Signore desidera da noi. Nella preghiera chiediamogli di darci la forza di vivere ogni giorno questo amore. Preghiamo insieme e diciamo:

Signore, insegnaci ad amare.

  • Per la Chiesa, perché nella sua vita e nelle iniziative pastorali prevalga sempre l’unico precetto dell’amore verso Dio e verso il prossimo, preghiamo.
  • Per le società e le nazioni, affinché nel loro impegno verso la pace e la giustizia siano guidati dal rispetto e dalla dignità di ogni uomo, preghiamo.
  • Per i cristiani che vivono in prima linea l’impegno missionario, perché il loro amore possa raggiungere tutti quelli a cui sono inviati, preghiamo.
  • Per tutti noi, perché l’amore riempia i nostri giorni e si estenda a tutti quelli che vivono accanto a noi in famiglia, nel nostro condominio, sul lavoro, preghiamo.

Celebrante. Padre, che ci chiedi di amarti e di amarci con tutto il cuore, aiutaci a riconoscerti e a servirti nei nostri fratelli, a imitazione del tuo Figlio Gesù, che vive e regna nei secoli dei secoli.

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6. Vignetta di RobiHood – 25 ottobre 2020

25 ottobre
30ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Il primato dell’amore

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

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8. GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE – 18 ottobre 2020


18 ottobre
29ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

 GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE

«Eccomi, manda me» (Is 6,8)

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2020

http://www.vatican.va/content/francesco/it/messages/missions/documents/papa-francesco_20200531_giornata-missionaria2020.html

 


PER RIFLETTERE E MEDITARE

Siamo tutti missionari

Gesù ha affidato ai suoi apostoli e affida oggi a ogni cristiano il compito di far giungere la sua parola di salvezza a chi ancora non l’ha conosciuta. Mentre noi occidentali sembriamo sazi e spesso indifferenti di fronte alla proposta cristiana, altrove, in molti paesi dove arrivano i missionari, essa viene accolta con entusiasmo, trasforma la loro vita e la società.
Il Concilio Vaticano II ha affermato chiaramente che in forza del battesimo e della appartenenza cristiana tutti siamo chiamati ad evangelizzare. Certo, c’è ancora chi fa la valigia e lascia tutto per terre lontane, ma ormai anche le nostre nazioni evolute e a suo tempo cristianizzate, oggi sono diventate terra di missione. E sono gli indiani, gli africani, gli asiatici a raggiungerci per annunciare nelle nostre città il Vangelo di Gesù.

Farsi missionari oggi

Non sempre è facile partire. Ci vuole dell’eroismo per staccarsi dalla propria famiglia e dalla propria storia. A volte la resistenza dei famigliari si fa insistente: non sono tranquilli di fronte a questa scelta e cercano di impedirla. È l’amore che mette loro paura per i rischi e la vita durissima a cui i loro cari vanno incontro.
A Limone sul Garda, don Daniele, giovane prete, celebra la messa nella chiesetta natale, prima di andare in missione. La mamma, in piedi davanti all’acquasantiera, offre l’acqua benedetta a tutti quelli che entrano dicendo: «Pregate, perché mio figlio non parta!». Quel giovane prete è Daniele Comboni, fondatore dei Comboniani, che diventerà vescovo e uno dei più grandi missionari d’Africa. E sarà proclamato santo nel 2003.
Ricordiamo anche i volontari laici che si spingono in terra di missione. È un esercito in crescita, una testimonianza molto significativa, che affianca quella dei sacerdoti e dei religiosi, e arriva anche là dove loro non possono operare.

Quelli che hanno risposto alla chiamata

Oggi però, Giornata Missionaria Mondiale, vogliamo posare il nostro sguardo e con riconoscenza a chi ancora oggi abbandona tutto e con generosità si mette in viaggio pieno di entusiasmo per portare la luce della fede dove non è ancora arrivata.
Conosciamo questi meravigliosi missionari che si adattano a situazioni di estrema povertà e a disagi di ogni tipo per realizzare questa loro missione a nome della Chiesa.
Sostenere questi missionari ci fa sentire il grido di miliardi di nostri fratelli che hanno il diritto di ricevere la parola di Gesù.
Gli abitanti del nostro mondo sono circa sette miliardi. Poco più di due miliardi sono cristiani. Tre miliardi sono coloro che praticano altre religioni (musulmani, ebrei, buddisti, induisti, confuciani, taoisti, scintoisti, ecc.). Oltre un miliardo di persone pratica culti particolari. Quindi sono miliardi le persone che non hanno mai sentito parlare di Gesù. E se passassero qui davanti a noi molto lentamente, al ritmo di 100 mila persone al giorno, impiegherebbero una vita (più di cento anni!).

UN FATTO – UNA TESTIMONIANZA

Marcello Candia è nato a Portici, presso Napoli, dove la famiglia si era temporaneamente trasferita da Milano per lavoro, terzo di cinque figli. Dal padre Camillo, spirito laico e tollerante, eredita le capacità imprenditoriali, dalla madre, Luigia, la fede cattolica e l’amore per il prossimo. È la madre che da bambino lo accompagnava in chiesa e talvolta lo portava con sé nella sua opera di assistenza ai poveri, nell’ambito della San Vincenzo. Quando ha 17 anni la mamma muore prematuramente, lasciando in lui un grande vuoto.
Marcello consegue tre lauree, in chimica, in farmacia e biologia e lavora nell’azienda del padre. Poi finisce per dirigere lui l’azienda. Ma negli anni cinquanta comincia a riflettere sulla possibilità di diventare missionario laico. Infine nel 1961 (a 45 anni) vende l’azienda e comincia la costruzione di un grande ospedale a Macapà, in Brasile, sul Rio delle Amazzoni, dove si trasferisce definitivamente quattro anni dopo. L’ospedale lo intitola a san Camillo e a san Luigi per onorare la memoria dei suoi genitori. Sarà la prima di numerose opere, comprendenti ospedali, lebbrosari, centri sociali e di accoglienza. Nel 1983, a 67 anni, rientra molto malato dal Brasile e muore il 31 agosto a Milano. Nel 1991, il cardinale Carlo Maria Martini apre il processo di canonizzazione, dal 2014 è venerabile.
Nel 1975 il più importante settimanale brasiliano illustrato il Manchete di Rio de Janeiro, gli dedicò un articolo intitolato: «L’uomo più buono del Brasile», che incominciava con queste parole: «Il nostro paese è terra di conquista per finanzieri e industriali italiani. Molti vengono da noi a impegnare i loro capitali allo scopo di guadagnarne altri. Marcello Candia, ricco industriale milanese, vive in Amazzonia da 10 anni, e ha speso tutte le sue sostanze con uno scopo ben diverso: per aiutare gli indios, i caboclos, i lebbrosi, i poveri. L’abbiamo eletto l’uomo più buono del Brasile per l’anno 1975».

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1. Letture e orazioni – 18 ottobre 2020

18 ottobre

29ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

ANNO A

RENDETE A DIO QUELLO CHE È DI DIO»

Abbiamo ricevuto la vita in questo mondo, ma siamo chiamati ad abitare il cielo. Per essere un giorno cittadini della Gerusalemme celeste, dobbiamo impegnarci a costruire la città terrena con giustizia e con amore. La Chiesa e i cristiani hanno un debito anzitutto verso Dio, ma anche verso la società civile.

ANTIFONA D’INIZIO

Io t’invoco, mio Dio: dammi risposta,
rivolgi a me l’orecchio e ascolta la mia preghiera.
Custodiscimi, o Signore, come la pupilla  degli occhi,
proteggimi all’ombra delle tue ali.               Sal 16,6.8

COLLETTA

Dio onnipotente ed eterno,
crea in noi un cuore generoso  e fedele,
perché possiamo sempre servirti
con lealtà e purezza di spirito.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Oppure:

O Padre, a te obbedisce ogni creatura
nel misterioso intrecciarsi
delle libere volontà degli uomini;
fa’ che nessuno di noi abusi del suo potere,
ma ogni autorità serva al bene di tutti,
secondo lo Spirito e la parola del tuo Figlio,
e l’umanità intera riconosca te solo
come unico Dio.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…

PRIMA LETTURA

Is 45,1.4-6

Ho preso Ciro per la destra per abbattere davanti a lui le nazioni.

Dal libro del profeta Isaia

Dice il Signore del suo eletto, di Ciro:
«Io l’ho preso per la destra,
per abbattere davanti a lui le nazioni,
per sciogliere  le cinture ai fianchi dei re,
per aprire davanti a lui i battenti delle porte
e nessun portone rimarrà chiuso.
Per amore di Giacobbe, mio servo,
e d’Israele, mio eletto, io ti ho chiamato per nome,
ti ho dato un titolo,
sebbene  tu non mi conosca.
Io sono  il Signore e non c’è alcun altro,
fuori di me non c’è dio;
ti renderò pronto all’azione,
anche se tu non mi conosci,
perché sappiano  dall’oriente e dall’occidente
che non c’è nulla fuori di me.
Io sono  il Signore, non ce n’è altri».
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE    dal Sal 95 (96)

R. Grande è il Signore e degno di ogni lode.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Grande è il Signore e degno di ogni lode,
terribile sopra tutti gli dèi.
Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla,
il Signore invece ha fatto i cieli.

Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.
Portate offerte ed entrate nei suoi atri.

Prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
Tremi davanti a lui tutta la terra.
Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
Egli giudica i popoli con rettitudine.

SECONDA LETTURA            1 Ts 1,1-5b

Mèmori della vostra fede, della carità e della speranza.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi

Paolo e Silvano e Timoteo alla Chiesa dei Tessalo- nicesi che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo: a voi, grazia e pace. Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro.
Sappiamo bene, fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da lui. Il nostro  Vangelo, infatti, non  si diffuse fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione.

Parola di Dio.

ACCLAMAZIONE AL VANGELO             Fil 2,15d-16a

Alleluia, alleluia.

Risplendete  come astri nel mondo,
tenendo salda la parola di vita.

Alleluia.

VANGELO            Mt 22,15-21

Tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze

Dal vangelo secondo  Matteo

In quel tempo,  i farisei se ne andarono  e tennero consiglio per vedere come  cogliere  in fallo Gesù nei suoi  discorsi.  Mandarono  dunque  da lui i propri discepoli,  con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno,  perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque,  di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».
Ma Gesù,  conoscendo la  loro  malizia,  rispose: «Ipocriti, perché volete  mettermi alla prova? Mostratemi la moneta  del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro.  Egli domandò loro: «Questa immagine  e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse  loro: «Rendete dunque  a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello  che è di Dio».

Parola del Signore.

ORAZIONE SULLE OFFERTE

Donaci,  o Padre,
di accostarci degnamente al tuo altare,
perché il mistero che ci unisce al tuo Figlio
sia per noi principio  di vita nuova.
Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE

Gli occhi del Signore sono su quanti lo temono,
su quanti sperano  nella sua grazia,
per salvare la loro vita dalla morte,
per farli sopravvivere in tempo di fame.                     Sal 32,18-19

Oppure:

«Rendete a Cesare quello che è di Cesare,
e a Dio quello che è di Dio».                          Mt 22,21

DOPO LA COMUNIONE

O Signore, questa celebrazione eucaristica,
che ci ha fatto pregustare le realtà del cielo,
ci ottenga i tuoi benefici nella vita presente
e ci confermi nella speranza dei beni futuri.
Per Cristo nostro Signore.

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2. Introduzioni – 18 ottobre 2020

18 ottobre

29ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Dare a Dio quel che è di Dio

Siamo alle ultime domeniche dell’anno liturgico e Gesù ha appena raccontato tre parabole dure dirette ai farisei e ai capi degli anziani: gli invitati scortesi, i vignaioli omicidi e quella dei due figli, di cui uno dice di sì, ma poi non obbedisce. Gesù li ha esasperati, per questo, dice Luca, «Si misero a spiarlo e mandarono informatori, che si fingessero persone giuste, per coglierlo in fallo nel parlare e poi consegnarlo all’autorità e al potere del governatore» (20,20). E gli pongono una questione squisitamente politica. Ma Gesù non cade nel tranello, ed entra nel cuore della questione: si deve prendere atto del potere di chi governa, ma soprattutto riconoscere i diritti di Dio sia nella politica che in ogni altro settore della vita personale e pubblica.

PRIMA LETTURA

Dal libro del profeta Isaia.                                                                                           Is 45,1.4-6

Ho preso Ciro per la destra per abbattere davanti a lui le nazioni.          

Ciro, re di Persia, diventa uno strumento di Dio per riedificare Israele. La storia della salvezza è nelle mani di Dio, che si serve degli strumenti più utili, anche di una persona lontana dalla fede.

 SALMO RESPONSORIALE                                                                     Dal Salmo 95 (96)

Il salmista invita a lodare il Signore per la sua grandezza e per le meraviglie che ha operato. A lui onore e gloria e a nessun altro.

Rit. Grande è il Signore e degno di ogni lode.

 SECONDA LETTURA

Memori della vostra fede, della carità e della speranza.    

La lettera ai Tessalonicesi, che iniziamo a leggere oggi, è il più antico documento della Chiesa delle origini. Paolo l’ha scritta a Corinto nell’anno 51. Ha incontrato gli abitanti di Tessalonica durante il suo secondo viaggio. Si è rivolto dapprima alla fiorente comunità giudaica, che gli ha fatto una feroce opposizione (At 17,1-10). Per questo si rivolgerà ai pagani.

 Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi.                                  1Ts 1,1-5b

 VANGELO

Rendete a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio.

I farisei, esasperati dal racconto delle parabole sferzanti di Gesù nei confronti delle autorità ebraiche, gli tendono una trappola perché si comprometta davanti al potere politico. Ma Gesù li costringe a uscire dall’ipocrisia e a riconoscere i diritti di Dio.

Dal vangelo secondo Matteo.                                                                                 Mt 22, 15-21