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4. Parola da Vivere – 29 novembre 2020

29 novembre 2020

1ª DOMENICA DI AVVENTO B

Il Signore viene, non ci trovi addormentati

COMMENTO

Siamo nell’anno B e iniziamo a leggere il vangelo secondo Marco. Questo brano è la conclusione del discorso che Gesù fa sugli ultimi tempi. Il centro è nel verbo «vegliare», in contrasto al dormire, simbolo della pigri- zia, che impedisce di agire, per realizzare qualcosa di buono. Il contrappunto è affidato al verbo «ritornare», che si riferisce al padrone.
E partiamo dal ritorno del padrone, che evidente- mente è Gesù. La traduzione «ritornerà» può portare fuori strada, inducendo l’idea che il Signore, salendo al cielo, si sia allontanato, che non sia presente nella vita quotidiana del «portiere» e dei «servi», e che ritornerà solo al termine della vita di ciascuno e alla fine dei tempi. Ma i vangeli, e tutto il Nuovo Testamento, sono pieni di espressioni che dicono la presenza attiva di Gesù nella vita della Chiesa. Le due verità non possiamo metterle in alternativa o in contrasto. Dicono entrambe la realtà. Il Cristo, salendo al Padre, non si allontana, ma inaugura un nuovo tipo di presenza, invisibile ma reale; è anche vero che alla fine verrà per raccogliere tutti gli eletti e consegnare il Regno al Padre.
Il verbo tradotto con «ritornerà» in greco è semplice- mente «viene», al presente, e l’indicazione delle quattro parti della giornata in cui il padrone «viene», dice che tutti devono essere svegli e pronti ad accoglierlo, in ogni ora del giorno e della notte. Non sa quando viene il padrone solo chi si mette a dormire. Cosa vuol dire questo fuori di parabola? Che Gesù effettivamente incontra i suoi discepoli in ogni ora e si rende visibile attraverso i piccoli e i poveri che hanno bisogno di aiuto, come abbiamo sentito domenica scorsa. Sapendo questo, il portiere, che rappresenta i pastori, e quelli che nella Chiesa hanno un compito particolare di servizio ai fratelli devono aiutare gli altri «servi» a essere svegli e attivi nel be- ne. Così nessun discepolo è autorizzato ad addormentarsi e impigrirsi nella cura egoistica di sé, trascurando i fratelli.
Può sembrare strano che l’evangelista riferisca che il padrone dà a tutti i servi un «potere». Sì, perché con il Battesimo tutti i cristiani, anche i più deboli e i più poveri, hanno il potere di servire i fratelli, come Gesù, che «non è venuto  per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc 10,45).

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

1. Potere e missione. Non c’è vocazione e missione senza potere corrispondente. Il cristiano, di fronte al comandamento di amare e servire i fratelli, non può dire: «Non ce la faccio… è più forte di me… non ci riesco…». Equivale a dire che il Signore somiglia a un tiranno che chiede qualcosa di impossibile, per avere l’opportunità di punire. San Paolo traduce così: «Tutto posso in Colui che mi dà la forza» (Fil 4,13).

2. Vegliate. Il simbolo di questo comando non può essere la sveglia, perché essa autorizza a dormire e risveglia a un’ora prefissata. Il Signore ordina di essere sempre svegli, perché quando lui arriva, a qualunque ora, ci trovi al lavoro sulla missione ricevuta. È sempre e davvero sveglio colui che ama e serve i fratelli, senza interruzione.

3. Il portiere è il pastore della comunità. Ha il compito di vegliare come tutti in attesa del Signore e, in più, di vegliare sulla comunità; realizza questo secondo compito conoscendo, curando, incoraggiando, esortando, correggendo i fratelli che il Signore gli ha affidati.

4. Il Signore Gesù parte, ma non ci abbandona e non ci lascia soli e orfani, rimane con noi e ci dona il suo Spirito. L’Eucaristia domenicale è il sacramento che realizza questa verità, perché si prolunga in tutta la settimana, attraverso il contatto con la Parola e la vita fraterna nella comunità.

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

La sera, quando andiamo a dormire, decidiamo di servire un fratello o una sorella che abbiamo trascurato.

 


Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2017

 

 

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5. Perdono e Preghiere dei Fedeli – 29 novembre 2020

29 novembre 2020

1ª DOMENICA DI AVVENTO B

Il Signore viene, non ci trovi addormentati

RICHIESTA DI PERDONO

  • Signore Gesù, che sei venuto al mondo per salvarci, abbi pietà di noi.
  • Cristo, che vieni a noi con la grazia del tuo Spirito, abbi pietà di noi.
  • Signore, che tornerai un giorno a giudicare le nostre opere, abbi pietà di noi.

PREGHIERA UNIVERSALE

Celebrante: Fratelli e sorelle carissimi, il Signore viene tra noi e ci affida un mondo da custodire, da servire e da amare. Preghiamo perché la nostra attesa sia operosa e sappiamo affrontare questo impegno con slancio e generosità.

Vieni, Signore, noi ti attendiamo!

  • Per la Chiesa, perché in questo tempo di Avvento sappia annunciare al mondo il Dio che viene tra noi per destarci dal sonno e dalla nostra indifferenza, preghiamo.
  • Perché la terra in cui Gesù è nato e cresciuto sia sorgente di pace per tutti i popoli, e Gerusalemme diventi il segno di un’umanità riconciliata, pregiamo.
  • Per i cristiani: questo Avvento sia per tutti tempo di risveglio, di nuova speranza e di attesa gioiosa del ritorno del Signore Gesù, preghiamo
  • Per tutti noi, affinché il Signore Gesù ci renda buoni compagni di viaggio nel nostro cammino verso il suo Natale, incarnazione del Figlio di Dio, preghiamo.

Celebrante: Accompagnaci, o Padre, in questo cammino di Avvento. Non manchino mai al nostro spirito la forza e il coraggio di attendere con fede viva, attenta e vigilante la venuta tra noi del tuo Figlio Gesù, che vive e regna nei secoli dei secoli.

 

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6. Vignetta di RobiHood – 29 novembre 2020

29 novembre 2020

1ª DOMENICA DI AVVENTO B

Il Signore viene, non ci trovi addormentati

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

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1. Letture e orazioni – 22 novembre 2020

22 novembre

34ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Gesù Cristo re dell’universo

Ritornerà nella sua gloria

ANTIFONA D’INIZIO

L’Agnello immolato è degno di ricevere
potenza e ricchezza e sapienza e forza e onore:
a lui gloria e potenza nei secoli, in eterno.

Ap 5,12; 1,6

COLLETTA

Dio onnipotente ed eterno,
che hai voluto rinnovare tutte le cose
in Cristo tuo Figlio, Re dell’universo,
fa’ che ogni creatura,
libera dalla schiavitù del peccato,
ti serva e ti lodi senza fine.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Oppure:

O Padre, che hai posto il tuo Figlio
come unico re e pastore di tutti gli uomini,
per costruire nelle tormentate vicende della storia
il tuo regno d’amore,
alimenta in noi la certezza di fede che un giorno,
annientato anche l’ultimo nemico,  la morte,
egli ti consegnerà  l’opera della sua redenzione,
perché tu sia tutto in tutti.
Egli è Dio, e vive e regna con te…

PRIMA LETTURA

Voi siete mio gregge, io giudicherò tra pecora e pecora.

Dal libro del profeta Ezechiele             Ez 34,1 -12.15-17

Così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine.  Io stesso  condurrò  le mie pecore al pascolo  e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia. A te, mio gregge, così dice il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e pecora, fra montoni e capri.

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE    dal Sal 22 (23) 

R. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare.
Ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia,
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

SECONDA LETTURA           

Consegnerà il regno a Dio Padre, perché Dio sia tutto in tutti.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi           1 Cor 15,20-26.28

Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo  di un uomo  verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.
Ognuno  però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono  di Cristo. Poi sarà la fine, quando  egli consegnerà  il regno a Dio  Padre, dopo  avere ridotto  al nulla ogni  Principato e ogni  Potenza  e Forza. È necessario  infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi.
Lultimo nemico  a essere annientato sarà la morte. E quando  tutto gli sarà stato sottomesso, anch’egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.

Parola di Dio.

ACCLAMAZIONE AL VANGELO          Mc 1 ,9.10

Alleluia, alleluia.

Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!

Alleluia.

VANGELO     

Siederà sul trono della sua gloria e separerà gli uni dagli altri.

Dal vangelo secondo Matteo                         Mt 25,31-46

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli  che saranno  alla sua destra: “Venite, benedetti  del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto,  nudo  e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo  visto affamato e ti abbiamo  dato da mangiare, o assetato  e ti abbiamo  dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà  loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno  solo  di questi  miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli  che saranno  alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non  mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando  ti abbiamo  visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello  che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

Parola del Signore.

ORAZIONE SULLE OFFERTE

Accetta, o Padre,
questo sacrificio di riconciliazione,
e per i meriti del Cristo tuo Figlio
concedi a tutti i popoli
il dono  dell’unità e della pace.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

PREFAZIO

Il Signore sia con voi. E con il tuo spirito.
In alto i nostri cuori. Sono rivolti al Signore.
Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio.
È cosa buona e giusta.

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.
Tu con olio di esultanza
hai consacrato Sacerdote eterno
e Re dell’universo il tuo unico Figlio,
Gesù Cristo nostro Signore.
Egli, sacrificando se stesso
immacolata vittima di pace
sull’altare della Croce,
operò il mistero dell’umana redenzione;
assoggettate al suo potere tutte le creature,
offrì alla tua maestà infinita
il regno eterno e universale:
regno di verità e di vita,
regno di santità e di grazia,
regno di giustizia, di amore e di pace.
E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con voce incessante
l’inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo…

ANTIFONA ALLA COMUNIONE

Re in eterno siede il Signore:
benedirà il suo popolo nella pace.            Sal 28,10-1

Oppure:

«Il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria
per giudicare tutte le genti».         Cf Mt 25,31-32

DOPO LA COMUNIONE

O Dio, nostro Padre,
che ci hai nutriti con il pane della vita immortale,
fa’ che obbediamo con gioia a Cristo,
Re dell’universo,
per vivere senza fine con lui
nel suo regno glorioso.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

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2. Introduzioni – 22 novembre 2020

22 novembre

34ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Gesù Cristo re dell’universo

Ritornerà nella sua gloria

«Cristo regni!» è il saluto che fino a qualche anno fa si scambiavano i giovani di Azione Cattolica e con questo grido volevano esprimere la volontà di riconoscerlo Signore della loro vita, assumere su di sé l’impegno di renderlo presente nella società.
Durante la sua vita pubblica Gesù rifiuta di essere proclamato re. Non ha cercato per sé alcun potere, si è fatto servo e ha lavato i piedi agli apostoli. Ammette di esserlo solo quando è in catene, sconfitto, davanti a Pilato.
Oggi Matteo presenta Gesù nella gloria, come Figlio dell’uomo che giudica l’umanità, che salva o condanna secondo la legge dell’amore.

PRIMA LETTURA

Voi siete mio gregge, io giudicherò tra pecora e pecora.   

Di fronte alla cattiva condotta delle guide di Israele, Dio stesso si prenderà cura delle sue pecore e andrà alla ricerca di quella perduta. È la denuncia del Ezechiele, che presenta Jahvè come il buon pastore, descritto con straordinaria somiglianza a come Gesù presenta se stesso nelle pagine del Vangelo.

 Dal libro del profeta Ezechiele.                                                                      Ez 34,11-12.15-17

SALMO RESPONSORIALE                                                                    Dal Salmo 22 (23)

Il Signore si prende cura del suo gregge e di ogni pecora: è il Buon Pastore. È attento verso ciascuno di noi, è generoso e ci accompagna nella vita.

Rit. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

SECONDA LETTURA

Consegnerà il regno a Dio Padre, perché Dio sia tutto in tutti.     

Per mezzo di un uomo è venuta la morte, per mezzo di un uomo viene la risurrezione.

Ai dubbiosi abitanti di Corinto, Paolo ricorda che Gesù risorto è il nuovo Adamo, e con la sua risurrezione trascina con sé anche noi. Gesù ha vinto la morte e consegna l’umanità a Dio Padre.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi.                              1Cor 15,20-26a.28

 VANGELO

Siederà sul trono della sua gloria e separerà gli uni dagli altri.       

Gesù descrive l’attenzione alle persone in difficoltà come criterio del giudizio a cui sottoporrà gli uomini al suo ritorno alla fine dei tempi. Tutti saremo giudicati dall’amore: Gesù considera come fatto a sé qualunque gesto di amore verso un altro.

Dal vangelo secondo Matteo.                                                                                  Mt 25,31-46

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3. Annunciare la Parola – 22 novembre 2020


22 novembre

34ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Gesù Cristo re dell’universo

Ritornerà nella sua gloria

PER RIFLETTERE E MEDITARE

Con questa domenica finisce l’anno liturgico. Un anno trascorso scorrendo il Vangelo di Matteo. Ogni anno liturgico rappresenta sempre una straordinaria opportunità per ciascuno di noi e per ogni comunità. È il progetto di vita evangelica che la Chiesa propone a tutti i cristiani.
È passato un anno, segnato per ognuno di noi da tanti avvenimenti che ci hanno coinvolti più o meno positivamente. Ma sarebbe bello se li avessimo vissuti sull’onda di quanto ci veniva proposto di domenica in domenica dalla liturgia. Soprattutto se li avessimo vissuti guardando a Gesù, nostro re e salvatore.

La regalità di Cristo

La solennità che celebriamo è abbastanza recente. Fu istituita nell’Anno Santo 1925 da papa Pio XI. Mentre l’Italia e l’Europa si trovavano sotto il giogo di dure dittature, papa Achille Ratti sottolineava, più o meno esplicitamente, che i regni di questo mondo restano tutti ridimensionati di fronte alla regalità di Cristo. Lo spirito del tempo era quello, e la Chiesa rispondeva così al bisogno di dignità e di libertà che veniva dall’Europa e dal mondo.
Le grandi basiliche romane e bizantine dei primi secoli della Chiesa ci presentano dei bellissimi e grandiosi mosaici del Cristo pantocratore. Anche oggi quando pensiamo a Dio lo immaginiamo nella sua regalità e grandezza. I pittori lo rappresentato glorioso, su un trono di nuvole, circondato da angeli e santi.
In realtà Gesù non volle farsi re. «I re della terra comandano i loro popoli, ma io sono in mezzo a voi come colui che serve» (Lc 22,27). «Se qualcuno vuol essere il primo si faccia l’ultimo…» (Mc 9,35).

Quale regalità

La regalità di Gesù va letta alla luce del Vangelo, quando Gesù per la prima volta ammette di essere re. Perché non lo afferma nel fulgore della sua trasfigurazione o quando vogliono proclamarlo re per lo stupore di un miracolo, e nemmeno nel pieno della sua predicazione, quando la gente dimentica di mangiare per ascoltarlo. Dice di essere re mentre è in catene davanti a Pilato. È lì che per la prima volta Gesù ammette: «Tu lo dici, io sono re».
«Io sono re», dice Gesù, ma tutta la scena della passione di Cristo sarà una parodia di questa regalità. Come potremmo dimenticare? Una corona di spine, il mantello purpureo, i soldati che s’inginocchiano davanti a lui e lo deridono: «Salve, re dei Giudei!». E infine la scritta sulla croce: «Gesù Nazareno Re dei Giudei».
Gesù non nega la sua regalità nemmeno nel momento supremo e accetta la preghiera di uno dei malfattori, quello che, messo in croce come lui, ha uno squarcio di fede e gli dice: «Gesù, ricordati di me, quando sarai nel tuo regno!» (Lc 23,42).
Il Vangelo parla quindi esplicitamente della regalità di Cristo, ma, come afferma Lutero, sub contrario: è una regalità capovolta rispetto ai criteri del mondo. E noi che in quanto cristiani siamo sacerdoti, profeti e re come Gesù, siamo chiamati a imitarlo in questa regalità. Gesù è un re che ha avuto fame e sete, che si è fatto straniero e rifiutato, che ha assunto la condizione di servo e si è umiliato, facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce (Fil 2,6ss).

Gesù giudice

Matteo 25 presenta Gesù glorioso nell’atto supremo e conclusivo del giudizio finale. Di questo giudizio si precisa bene chi è il giudice e qual è la materia dell’esame finale. Il giudice è Gesù stesso, il Figlio dell’uomo, colui che è stato tradito, abbandonato, deriso, messo a morte, annientato. Ora abbiamo un rovesciamento di posizioni: tocca a colui che è stato rifiutato e respinto stabilire chi è dalla parte di Dio e chi no.
Il giudizio è fondato sul comandamento nuovo dell’amore. Gesù s’immedesima con i piccoli delle beatitudini: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere…». «Gesù stabilisce un legame così stretto tra sé e gli uomini da arrivare fino a identificarsi con loro: l’avete fatto a me. Nella memoria di Dio in quel momento non ci sarà spazio per i nostri peccati, ma solo per i gesti di bontà» (Ermes Ronchi).
Incontriamo dunque Gesù nel nostro fratello, lo incontriamo ogni giorno sulla nostra strada, nella nostra famiglia. Gesù indossa i panni feriali di chi vive accanto a noi ed è umile e infelice. Solo così l’incontro con Gesù nel giudizio sarà un abbraccio desiderato.

UN FATTO – UNA TESTIMONIANZA

La mamma di un sacerdote al figlio che è andato a trovarla: «Luigi, credo di aver messo in pratica tante opere di misericordia nella mia vita. Ma non ho mai visitato i carcerati e non vorrei sentirmi rimproverata per questo, quando incontrerò Gesù nel giorno del Giudizio. Tu conosci don Cesare, il cappellano delle carceri: digli che mi faccia visitare un carcerato!». Don Luigi sorride e ne parla con don Cesare. Viene fissata la data del colloquio e la mamma si prepara. Mette dentro una cesta le calze che ha fatto lei stessa a maglia e un po’ di dolcetti preparati con le sue mani, e parte soddisfatta. Adesso si sente tranquilla.

 

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4. Parola da Vivere – 22 novembre 2020

22 novembre

34ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Gesù Cristo re dell’universo

COMMENTO

Per comprendere questo brano conviene dimenticare il Cristo del Giudizio  Universale della Cappella  Sistina, che è un capolavoro, ma presenta  un Giudice irato. Michelangelo ha voluto rappresentare specialmente la seconda parte del brano di oggi, ma noi non possiamo mettere in secondo piano il Cristo che dà la vita per i peccatori e alla fine nel giudizio farà prevalere la misericordia.
Il brano del giudizio, a un primo sguardo, sembra molto semplice e chiaro, ma richiede una lettura attenta. Si tratta di una scena giudiziaria, con un giudice, che sottopone a giudizio «tutti i popoli». Ci sono anche i cristiani? Sia i «benedetti» che i «maledetti» dicono di non aver mai conosciuto e incontrato Gesù. Allora, secondo alcuni commentatori, questo giudizio riguarda i pagani; se è vero, con il brano di oggi Matteo ha voluto rispondere a questa domanda: come possono essere salvati quelli che non sono stati battezzati e non hanno conosciuto Gesù?
Per rispondere, assume tutta la sua importanza l’identificazione di Gesù con tutti i piccoli, i poveri e i bisognosi della storia. Il criterio di salvezza rimane Gesù, ma quelli che non lo hanno conosciuto, lo hanno seguito e servito, ugualmente e senza saperlo, nei poveri e nei bisognosi che hanno incontrato lungo la loro vita.
E i cristiani? A maggior ragione e con consapevolezza piena, sono impegnati a compiere le stesse opere di misericordia e, se questo avviene, non avranno bisogno di passare attraverso il giudizio, sono già salvati.
È notevole l’insistenza con cui per quattro volte viene ripetuto l’elenco delle opere da compiere. Così Matteo dice ai cristiani della sua comunità che seguire e servire Gesù non si fa con opere straordinarie, ma nella trama semplice della vita quotidiana, con azioni legate ai bisogni primari del corpo e dello spirito, offrendo, a chi ne ha bisogno, aiuto concreto e accoglienza fraterna.
Possiamo anche concludere che Matteo, rivolgendosi ai cristiani della sua comunità, non  ha lo scopo di spaventare con la terribile  descrizione della condanna, ma vuole con forza richiamare a tutti come deve vivere un discepolo di Gesù, per realizzare  la propria  vocazione cristiana e giungere a condividere con lui la gioia del Paradiso.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

1. Questo brano di vangelo  riconosce  santi  coloro che con amore  gratuito  hanno considerato e trattato da fratelli tutti i bisognosi e hanno sentito  una spinta  «naturale» ad aiutarli concretamente. Per noi cristiani è davvero più facile?

2. Tutti siamo stati creati «a immagine di Dio per la somiglianza». Nonostante il peccato del mondo e quello personale, abbiamo dentro il seme della bontà che ci viene da  Dio  e il desiderio  insopprimibile di realizzare qualcosa di buono nella vita. Orientarci al male richiede lo sforzo di deturpare il nostro volto umano. Fare il bene degli altri esige la fatica della lotta contro le spinte egoistiche presenti anche in noi. Ma in questo secondo  sforzo non siamo soli: sono con noi e per noi il Signore e la comunità dei fratelli.

3. Abbiamo un esame  finale  sull’amore.  In  realtà l’esame avviene ogni giorno e, se abbiamo la furbizia che viene dallo Spirito Santo, ogni sera ci esaminiamo da soli: quanto e come abbiamo amato  oggi i nostri  fratelli bisognosi?  Il voto ce lo diamo  da soli e il giorno  dopo molte occasioni per fare di più e

4. Quando guardiamo i santi canonizzati restiamo colpiti dalle loro opere o esperienze straordinarie. In Paradiso sono molti di più i santi che hanno vissuto con amore gratuito le esperienze semplici e ordinarie della vita quotidiana.

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Ogni giorno cerco attivamente un fratello povero  e bisognoso a cui farmi vicino con un aiuto concreto.

 


Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2017

 

 

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5. Perdono e Preghiere dei Fedeli – 22 novembre 2020

22 novembre

34ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Gesù Cristo re dell’universo

RICHIESTA DI PERDONO

  • Signore Gesù, che ti sei fatto uno di noi per parlarci del Padre, abbi pietà di noi.
  • Cristo, che un giorno ci giudicherai sul nostro amore per te e per i nostri fratelli, abbi pietà di noi.
  • Signore Gesù, che vivi glorioso alla destra del Padre, abbi pietà di noi.

PREGHIERA UNIVERSALE

Celebrante: in quest’ultima domenica dell’anno liturgico celebriamo la gloria di Gesù. A te, Padre buono, che sei nostro pastore, ci rivolgiamo nella preghiera.

Signore, nostro re, ascoltaci!

  • Saremo giudicati dall’amore. Sia questo l’impegno di ogni comunità cristiana, affinché ogni giorno si metta in cammino verso i più poveri e dimenticati, preghiamo.
  • Per i politici e i governanti, perché promuovano iniziative che favoriscano una maggior giustizia e solidarietà sociale, preghiamo.
  • Per chi fa fatica a vivere, conosce il dolore e la malattia, la sofferenza dell’anima e del corpo, perché trovi accoglienza e fraterna solidarietà nella nostra comunità, preghiamo.
  • Perché l’amore fraterno caratterizzi il nostri vivere insieme e ci sproni ad aprici a gesti di carità verso chi vive nella difficoltà e nella povertà, preghiamo.

Celebrante: Padre, hai mandato tra noi tuo Figlio, per mostrarci il tuo amore. Fa’ che impariamo ogni giorno a vederlo e a incontrarlo nei nostri fratelli. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

 

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6. Vignetta di RobiHood – 22 novembre 2020

22 novembre

34ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Gesù Cristo re dell’universo

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

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1. Letture e orazioni – 15 novembre 2020

15 novembre

33ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Giornata mondiale dei poveri

Dio si fida di noi e ci affida il suo Regno

ANTIFONA D’INIZIO

Dice il Signore:
«Io ho progetti di pace e non di sventura;
voi mi invocherete e io vi esaudirò,
e vi farò tornare da tutti i luoghi dove vi ho dispersi».
Ger 29,1 .12.14

COLLETTA

Il tuo aiuto, Signore,
ci renda sempre lieti nel tuo servizio,
perché solo  nella dedizione a te,
fonte di ogni bene,
possiamo avere felicità piena e duratura.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Oppure:

O Padre, che affidi alle mani dell’uomo
tutti i beni della creazione e della grazia,
fa’ che la nostra buona volontà
moltiplichi i frutti della tua provvidenza;
rendici sempre operosi  e vigilanti
in attesa del tuo giorno,
nella speranza di sentirci chiamare
servi buoni e fedeli,
e così entrare nella gioia del tuo regno.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…

PRIMA LETTURA

La donna perfetta lavora volentieri con le sue mani.

Dal libro dei Proverbi              Prv 31,10-13.19-20.30-31

Una donna forte chi potrà trovarla?
Ben superiore alle perle è il suo valore.
In lei confida il cuore del marito
e non verrà a mancargli il profitto.
Gli dà felicità e non dispiacere
per tutti i giorni della sua vita.
Si procura lana e lino
e li lavora volentieri con le mani.
Stende la sua mano alla conocchia
e le sue dita tengono il fuso.
Apre le sue palme al misero,
stende la mano al povero.
Illusorio  è il fascino e fugace la bellezza,
ma la donna che teme Dio è da lodare.
Siatele riconoscenti per il frutto delle sue mani
e le sue opere la lodino alle porte della città.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE    dal Sal 127 (128) 

R. Beato chi teme il Signore.

Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.

La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.

Ecco com’è benedetto l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!

SECONDA LETTURA           

Non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi              1 Ts 5,1-6

Riguardo ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. E quando la gente dirà: «C’è pace e sicurezza!», allora d’improvviso la rovina li colpirà, come le doglie una donna incinta; e non potranno  sfuggire.
Ma voi, fratelli, non  siete nelle  tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro. Infatti siete tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte, né alle tenebre. Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo  e siamo sobri.
Parola di Dio.

ACCLAMAZIONE AL VANGELO          Gv 15,4a.5b

Alleluia, alleluia.

Rimanete in me e io in voi, dice il Signore,
chi rimane in me porta molto frutto.

Alleluia.

VANGELO     

Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone.

Dal vangelo secondo Matteo                        Mt 25,14-30

[In quel tempo,  Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno,  secondo le capacità di ciascuno; poi partì.]
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli,  e ne guadagnò  altri cinque.  Così anche quello  che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò  altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo  talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
[Dopo molto  tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato  cinque  talenti; ecco, ne ho guadagnati  altri cinque”. “Bene, servo buono  e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco,  ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.]
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono  e fedele – gli disse  il suo padrone  –, sei stato fedele  nel poco,  ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò  infine  anche colui  che aveva ricevuto un solo  talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato  e raccogli dove non  hai sparso. Ho avuto paura e sono  andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato  e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti.  Perché a chiunque  ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».
Parola del Signore.

ORAZIONE SULLE OFFERTE

Quest’offerta che ti presentiamo, Dio onnipotente,
ci ottenga la grazia di servirti fedelmente
e ci prepari il frutto di un’eternità beata.
Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE

Il mio bene è stare vicino a Dio,
nel Signore Dio riporre la mia speranza.        Sal 72,28

Oppure:

Dice il Signore: «In verità vi dico:
tutto quello che domandate nella preghiera,
abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato».      Mc 1 ,23.24

Oppure:

Servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco,
ti darò autorità su molto;
prendi parte alla gioia del tuo Signore.          Mt 25,21

DOPO LA COMUNIONE

O Padre, che ci hai nutriti con questo sacramento,
ascolta la nostra umile preghiera:
il memoriale, che Cristo tuo Figlio
ci ha comandato di celebrare,
ci edifichi sempre nel vincolo  del tuo amore.
Per Cristo nostro Signore.