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6. Vignetta di RobiHood – 20 dicembre 2020

20 dicembre

4ª DOMENICA DI AVVENTO

Concepirai e darai alla luce un Figlio

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

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1. Letture e orazioni – 13 dicembre 2020

13 dicembre

3ª DOMENICA DI AVVENTO «Gaudete»

Giovanni, testimone della luce

ANTIFONA D’INIZIO

Rallegratevi sempre nel Signore:
ve lo ripeto, rallegratevi,
il Signore è vicino.               Fil 4,4.5

COLLETTA

Guarda, o Padre, il tuo popolo,
che attende con fede il Natale del Signore,
e fa’ che giunga a celebrare con rinnovata esultanza
il grande mistero della salvezza.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Oppure:

O Dio, Padre degli umili e dei poveri,
che chiami tutti gli uomini
a condividere la pace e la gioia del tuo regno,
mostraci la tua benevolenza
e donaci un cuore puro e generoso,
per preparare la via al Salvatore che viene.
Egli è Dio, e vive e regna…

PRIMA LETTURA

Gioisco pienamente nel Signore.

Dal libro del profeta Isaia                          Is 61,1-2.10-11

Lo spirito del Signore Dio è su di me,
perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri,
a fasciare le piaghe dei cuori spezzati,
a proclamare la libertà degli schiavi,
la scarcerazione dei prigionieri,
a promulgare l’anno di grazia del Signore.
Io gioisco pienamente nel Signore,
la mia anima esulta nel mio Dio,
perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza,
mi ha avvolto con il mantello  della giustizia,
come uno sposo  si mette il diadema
e come una sposa si adorna di gioielli.
Poiché, come la terra produce i suoi germogli
e come un giardino fa germogliare i suoi semi,
così il Signore Dio farà germogliare
la giustizia e la lode davanti a tutte le genti.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE    Da Lc 1,46-54) 

R. La mia anima esulta nel mio Dio.

L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione
la sua misericordia per quelli che lo temono.

Ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia.

SECONDA LETTURA           

Spirito, anima  e corpo si conservino irreprensibili per la venuta del Signore.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi               1 Ts 5,16-24

Fratelli, siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.
Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Vagliate ogni  cosa e tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male.
Il Dio della pace vi santifichi interamente,  e tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo.
Degno  di fede è colui che vi chiama: egli farà tutto questo!
Parola di Dio.

VANGELO          Is 61,1 (cit. in Lc 4,18)

Alleluia, alleluia.

Lo Spirito del Signore è sopra di me,
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.

Alleluia.

VANGELO     

In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete.

Dal vangelo secondo  Giovanni               Gv 1,6-8.19-28

Venne un uomo  mandato  da Dio: il suo nome  era Giovanni.
Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni,  quando  i Giudei gli inviarono  da Gerusalemme  sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò.  Confessò: «Io non  sono  il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose.  Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro  che ci hanno  mandato.  Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono  voce di uno  che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore,  come disse il profeta Isaia».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono  e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?».
Giovanni  rispose  loro: «Io battezzo  nell’acqua. In mezzo  a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo  di me: a lui io non sono  degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo  avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
Parola del Signore

ORAZIONE SULLE OFFERTE

Sempre si rinnovi, Signore,
l’offerta di questo sacrificio,
che attua il santo mistero da te istituito,
ùe con la sua divina potenza
renda efficace in noi l’opera della salvezza.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO DELL’AVVENTO I

La duplice venuta del Cristo

Il Signore sia con voi. E con il tuo spirito.
In alto i nostri cuori. Sono rivolti al Signore.
Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio.
È cosa buona e giusta.

È veramente cosa buona e giusta,
nostro  dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro  Signore.
Al suo primo  avvento
nell’umiltà della nostra natura  umana
egli portò a compimento la promessa antica,
e ci aprì la via dell’eterna salvezza.
Verrà di nuovo  nello splendore della gloria,
e ci chiamerà  a possedere  il regno promesso
che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa.
E noi, uniti agli Angeli
e alla moltitudine dei Cori celesti,
cantiamo con gioia l’inno della tua lode:

Santo, Santo, Santo…

PREFAZIO DELL’AVVENTO I/A

Cristo, Signore e giudice della storia

Il Signore sia con voi. E con il tuo spirito.
In alto i nostri cuori. Sono rivolti al Signore.
Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio.
È cosa buona e giusta.

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo Signore nostro.

Al suo primo avvento
nell’umiltà della condizione umana
egli portò a compimento la promessa antica
e ci aprì la via dell’eterna salvezza.
Quando verrà di nuovo nello splendore della gloria,
ci chiamerà a possedere il regno promesso
che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa.

E noi,
uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei cori celesti,
cantiamo con voce incessante
l’inno della tua gloria:

Santo, Santo, Santo…

ANTIFONA ALLA COMUNIONE

Dite agli sfiduciati: «Coraggio,
non abbiate  timore:
ecco, il nostro  Dio viene a salvarci».                Is 35,4

Oppure:

«In mezzo a voi sta uno che non conoscete,
al quale io non sono degno
di sciogliere i calzari».                            Cf Gv 1,26-27

DOPO LA COMUNIONE

O Dio, nostro Padre,
la forza di questo sacramento
ci liberi dal peccato
e ci prepari alle feste ormai vicine.
Per Cristo nostro Signore.

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2. Introduzioni – 13 dicembre 2020

13 dicembre

3ª DOMENICA DI AVVENTO «Gaudete»

Giovanni, testimone della luce

Terza domenica di Avvento, domenica Gaudete o della gioia. «Rallegratevi sempre nel Signore! Ve lo ripeto: rallegratevi! Il Signore è vicino», dice l’antifona d’inizio, che si rifà alla lettera di san Paolo ai Filippesi. E anche nella seconda lettura, scrivendo ai Tessalonicesi, san Paolo insiste: «State sempre lieti: questa è la volontà di Dio». Il Signore viene e rinnoverà ogni cosa, il Signore viene e ci sorprenderà.

PRIMA LETTURA

Gioisco pienamente nel Signore. 

Questo brano di Isaia ci è famigliare, perché Gesù stesso (Luca 4) quelle parole le ha fatte proprie parlando nella sinagoga di Nazaret e annunciando la venuta del regno di Dio. È l’investitura del messia atteso, che viene anzitutto per i poveri, per la liberazione degli schiavi, per farsi consolazione a chi è piagato nello spirito.

 Dal libro del profeta Isaia.                                                                Is 61,1-2.10-11

SALMO RESPONSORIALE                                                               Da Luca 1,46-54

Il Signore fa grandi cose in coloro che accolgono la sua Parola. Come Maria, anche noi siamo invitati a gioire per la misericordia di Dio verso il suo popolo.

Rit. La mia anima esulta nel mio Dio.

 SECONDA LETTURA

Spirito, anima e corpo si conservino irreprensibili per la venuta del Signore.

Paolo invita i cristiani a vivere nella gioia. Una gioia che viene da una vita buona, da una vita nuova. È l’invito a non spegnere lo spirito, a diventare santi fino alla perfezione, a conservarsi pronti, irreprensibili per la venuta del Signore.

Dalla prima lettera di san Paolo ai Tessalonicesi.                                1Ts 5,16-24

VANGELO

In mezzo a voi sta uno che non conoscete.        

Il Vangelo di Giovanni annuncia la luce che deve venire e lo fa anche in questa domenica attraverso la parola di Giovanni il Battista. Non è lui la luce, dice, ma uno che rende testimonianza alla luce. È un testimone, una voce che grida nel deserto di preparare la strada al Signore che viene. Il Battista non è il messia, anche se la gente si interroga e riconosce la forza della sua persona. È un testimone credibile e austero, che indica la venuta di uno che «non conosciamo» e che ci sorprenderà.

Dal vangelo secondo Giovanni.                                                         Gv 1,6-8.19-28

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3. Annunciare la Parola – 13 dicembre 2020


13 dicembre

3ª DOMENICA DI AVVENTO «Gaudete»

Giovanni, testimone della luce

PER RIFLETTERE E MEDITARE

La parola di Dio di questa domenica ci invita ripetutamente alla gioia. Nessuno, lo sappiamo, ha diritto più di noi cristiani di vivere questo tempo di attesa del Natale nella gioia. Ma la televisione e la pubblicità parlano della gioia di questi giorni in termini ben diversi: pioggia di panettoni (e qualcuno urla: «Adesso è Natale!»); «A Natale chiedi di più!», insinua un altro spot. Il Natale è spesso tutto qui e la festa rischia di essere per lo meno dimezzata. Dobbiamo imparare a difenderci. Non è proibito fare regali, dal momento che Gesù si è fatto dono per noi. Ma dobbiamo prendere le distanze dal Natale consumistico.

Nella gioia e nella semplicità

Il Natale è semplicità, povertà. Gesù sin dalla nascita rifiuta ricchezze, onori, potere (il diavolo lo tenterà così proprio all’inizio della vita pubblica). La gente farà addirittura fatica a riconoscerlo come messia. Ma i poveri, gli ammalati, gli esclusi, i miserabili, i peccatori lo hanno capito e non hanno avuto paura di lui. È tutta gente che viene tenuta lontana dai cortei imperiali, che non può avvicinarsi ai sovrani. Gesù sin da Betlemme fa in modo che tutti possano avvicinarlo e possano riconoscersi nella sua umanità di bambino indifeso, di adulto “normale”.
Paolo invita alla gioia, scrivendo ai Tessalonicesi. Ciò che più colpisce di questo suo invito sono gli avverbi che usa: sempre (siate lieti), incessantemente (pregate), tutto (tutta la vostra persona, anima e corpo). Si tratta di un radicalismo cristiano a cui Paolo è assuefatto, ma che a noi risulta più difficile e per il quale il tempo dell’Avvento può venirci in soccorso, spingendoci a un allenamento più deciso. È l’atteggiamento di chi si dà a Dio non a tempo parziale o a scadenza, ma definitivamente e seriamente.

L’ultimo dei grandi profeti

Anche in questa domenica protagonista è Giovanni Battista. Egli non predica se stesso, ma si pone in funzione di Gesù. I Vangeli di Matteo, Marco e Luca lo presentano come il suo precursore, e la tradizione lo riconosce come l’ultimo dei grandi profeti (il profetismo è scomparso da vari secoli). L’evangelista Giovanni lo vede come un testimone credibile, significativo, convincente.
È un uomo «mandato da Dio», aggiunge, ma non è il messia. E non lo nasconde agli ambasciatori che vanno a chiederglielo, a nome del sinedrio. Qualcuno poteva pensarlo, per la vita austera che conduce, e per il gruppo di giovani che ha raccolto e che lo seguono. Sarà proprio da questo gruppo che verranno i primi discepoli di Gesù.
«Chi sei?», gli domandano gli inviati dei farisei. Egli non nasconde la propria identità, non si monta la testa. «Non sono io il messia», dice: «Sono voce di uno che grida nel deserto»: preparate la strada al Signore che viene. E prepara quelli che vanno da lui a farsi battezzare ad attenderlo.

Nel deserto preparate la strada

«In mezzo a voi c’è uno che non conoscete», dice il Battista a chi lo avvicina. Ed è un’espressione applicabile a milioni di persone che ancora oggi non conoscono Cristo, addirittura per molti cristiani che non vivono la sua presenza in loro e in mezzo a loro.
La testimonianza di Giovanni Battista viene dal deserto. «Voce di uno che grida… Nel deserto preparate la strada al Signore». La sua è voce per noi, gente di ogni tempo, e invita a farsi testimoni, banditori, battistrada del Signore che viene. Perché prepariamo la strada al Signore che viene.
Ma è così difficile oggi ritagliarsi momenti di deserto, di solitudine, di riflessione, di preghiera. Oggi c’è soprattutto il deserto dell’anima, dei sentimenti. La mancanza di persone di riferimento, di qualcuno di cui fidarsi, a cui poter telefonare…
Riempiamo la nostra solitudine con la tv, il computer, la radio, mentre sarebbe bello abbattere le barriere delle nostre case per parlare con qualcuno, approfittare del nostro deserto per incontrare Dio che ci viene incontro nei nostri fratelli. Anche questo è Natale, anzi è il motivo principale per cui il Figlio di Dio ha scavalcato i cieli ed è giunto fino a noi.

UN FATTO – UNA TESTIMONIANZA

«Nulla può essere realizzato senza la solitudine. Io ho cercato di realizzare per me la più completa solitudine. Ma non ci sono riuscito. Da quando esiste l’orologio è finita la possibilità di realizzare la solitudine. Ve l’immaginate un eremita con l’orologio? E allora bisogna accontentarsi di una “solitudine simulata”. Ma in questi limiti sprofondarsi. Con se stessi. Solitudine non vuol dire rifiuto del mondo. Anzi vuol dire collocarsi in un osservatorio dove tutte le cose del mondo possono penetrare, ma decantate e rese limpide» (Pablo Picasso).

 

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4. Parola da Vivere – 13 dicembre 2020

13 dicembre

3ª DOMENICA DI AVVENTO «Gaudete»

Giovanni, testimone della luce

COMMENTO

Alcuni avevano  pensato che Giovanni Battista fosse il Messia. Questa interpretazione della sua figura permane anche dopo la risurrezione di Gesù. Per questo l’evangelista Giovanni ci tiene molto, nella prima parte del suo vangelo, a riconoscere l’importanza del Battista, a dargli la giusta dimensione e a definire il suo ruolo rispetto  al vero Messia.
Già nel prologo gli assegna il ruolo di testimone della luce, cioè del Verbo eterno  di Dio, diventato carne nel tempo, per illuminare il mondo.
Dopo  il prologo, subito,  introduce la testimonianza diretta di Giovanni in risposta a una delegazione di Giudei: egli dichiara  apertamente di non  essere il Messia. E di fronte  alla loro insistenza per sapere chi pensasse  di essere e con quale  autorità battezzasse,  egli si definisce «voce» che invita il popolo di Israele a preparare  la via del Signore. Con questa citazione  del profeta Isaia, Giovanni dice tre cose: la prima, il suo compito è breve come quello della voce, che, una volta proclamata la Parola, si perde; la Parola rimane  per sempre, la voce solo per poco; la seconda,  il Messia sta arrivando e bisogna  preparargli la strada, come quella che i deportati di Babilonia hanno preparato per il ritorno di Dio in mezzo  al suo popolo e di loro stessi a Gerusalemme; la terza, io sto già realizzando ciò che i profeti hanno annunciato, preparando la venuta del Messia.
Il Battista aggiunge un’espressione, «slegare il laccio del sandalo», che a noi risulta misteriosa. Un primo senso potrebbe essere la dichiarazione della propria  piccolezza rispetto  al Messia, verso il quale  egli non  si sente degno di svolgere il compito degli schiavi. Un altro senso fa riferimento al diritto matrimoniale in uso presso Israele: scioglieva il laccio del sandalo al promesso sposo chi pretendeva di sposarne  la «fidanzata»; così il Battista afferma che lo sposo della nuova alleanza è Gesù e lui non ha nessuna pretesa di prenderne il posto.
Può così affermare che il Messia c’è già, che egli stesso non  lo conosceva  (Gv 1,31),  ma quando lo ha visto lo ha riconosciuto e ha iniziato  a rendergli testimonianza. Ammonisce  quindi coloro che lo stanno esaminando a fare lo stesso suo percorso: ora non conoscono il Messia, ma quando lo vedranno, anch’essi dovranno credere in lui. Cosa che si verificherà non  per i capi, ma per il popolo.
La conclusione di questo  brano  serve all’evangelista per sottolineare la consapevolezza del Battista della propria piccolezza e debolezza di fronte alla grandezza e potenza di Dio che si manifesterà pienamente in Gesù.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

1. Giovanni è testimone della luce. Il Verbo, incarnato, morto e risorto, è la luce del Anche noi, co- me il Battista, siamo chiamati a essere testimoni della luce in questo mondo minacciato dalle tenebre della falsità. Sappiamo che vivere nella verità e dire la verità, sempre, anche  quando costa, è un modo concreto  di testimoniare la luce di Cristo.

2. Il Battista aveva chiara la propria identità e lo dice anche a chi non  vuole capire. Oggi tanti  dicono  di essere cristiani senza sapere cosa voglia dire. Noi, che pensiamo di sapere, a volte dimentichiamo o mettiamo da parte Gesù Cristo. Il Vangelo, il crocifisso, l’Eucaristia, Maria e i poveri sono specchi davanti  ai quali possiamo riscoprire cosa vuol dire essere cristiani senza maschere.

3. Il testimone della luce diventa luminoso perché accoglie e riflette la luce del Verbo di Dio. Gli altri se ne accorgono, senza che il testimone abbia bisogno di ostentare nulla di sé.

4. Forse pretendiamo di vedere i risultati della nostra testimonianza e, quando questo non succede, ci scoraggiamo. Giovanni Battista non ha visto gli effetti della sua missione e ha accettato di scomparire, come la voce. Tutti i cristiani hanno il compito di essere voce, che proclama la salvezza, portata dalla Parola eterna, con l’unica pretesa di restare fedeli fino alla morte e di ereditare un posto nella casa del Padre.

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Cercare qualche  occasione  per parlare di Gesù in famiglia o altrove.


Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2017

 

 

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5. Perdono e Preghiere dei Fedeli – 13 dicembre 2020

13 dicembre

3ª DOMENICA DI AVVENTO «Gaudete»

Giovanni, testimone della luce

RICHIESTA DI PERDONO

  • Signore Gesù, che vieni a visitare il tuo popolo nella pace, abbi pietà di noi.
  • Cristo, che vieni a salvare chi si è perduto, abbi pietà di noi.
  • Signore Gesù, che vieni tra noi a dare inizio a una nuova umanità, abbi pietà di noi

PREGHIERA UNIVERSALE

Celebrante. Fratelli e sorelle carissimi, il Natale si fa vicino e il nostro cammino si riempie di gioia e di speranza. Rivolgiamoci con serena fiducia al Padre perché renda fecondo il nostro impegno di questi giorni di Avvento.

Vieni, Signore Gesù!

  • Perché la Chiesa, sensibile alle esigenze della nostra società, si faccia portatrice del messaggio d’amore che viene da Betlemme, preghiamo.
  • Per coloro che governano le nazioni, perché siano consapevoli della loro responsabilità e collaborino ai progetti che Dio ha sul mondo, preghiamo.
  • Per i giovani, perché trovino sulla loro strada persone autentiche che li ascoltino e promuovano iniziative efficaci per il loro futuro, preghiamo.
  • Perché la nostra comunità accolga generosamente il messaggio salvifico che viene da Betlemme, preghiamo.

Celebrante. O Padre, ti chiediamo di dare ascolto alle nostre preghiere e di venire incontro a chi si impegna con tutto cuore in questi giorni a renderti testimonianza. Per Cristo nostro Signore.

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6. Vignetta di RobiHood – 13 dicembre 2020

13 dicembre

3ª DOMENICA DI AVVENTO «Gaudete»

Giovanni, testimone della luce

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

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2. Introduzioni – 8 dicembre 2020

8 dicembre

IMMACOLATA CONCEZIONE

DELLA BEATA VERGINE MARIA

La prima donna di una nuova umanità

Nel cuore dell’Avvento, la liturgia ci propone la figura della Vergine Immacolata che Dio ha voluto unica, speciale. Maria ci accompagna nell’accogliere Gesù, il Figlio di Dio, nel suo Natale. Si mette totalmente a disposizione e i progetti di Dio si realizzano. Il Natale vero è già in quel sì di Maria, che all’annuncio dell’angelo lo Spirito Santo renderà madre dell’immenso Dio che entra nella nostra umanità.

PRIMA LETTURA

Porrò inimicizia tra la tua stirpe e la stirpe della donna.

È il famoso racconto del primo peccato entrato nel mondo per la debolezza e l’infedeltà di Adamo ed Eva. Essi rompono il patto d’amore che il creatore ha voluto iniziare creando l’uomo. Il peccato rompe gli equilibri e trasforma in profondità la vita degli uomini. Ma proprio nel momento più drammatico, si parla di una donna che schiaccerà la testa al «serpente», una donna assolutamente libera che non cederà alla tentazione.

Dal libro della Genesi.                                                                         Gn 3,9-15.20

SALMO RESPONSORIALE                                                            Dal Salmo 97 (98)

La fedeltà del Signore e il suo amore per l’umanità sono espresse bene in questo canto di lode e di gioia per le meraviglie che egli ha compiuto.

Rit. Cantate al Signore un canto nuovo perché ha compiuto meraviglie.

SECONDA LETTURA

In Cristo Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo.

L’inizio della lettera di Paolo agli Efesini è molto più di un saluto e un augurio. Paolo afferma che Dio ha pensato a noi prima della creazione del mondo, e ci ha voluti «santi e immacolati», conformi all’immagine del suo figlio Gesù, figli di Dio ed eredi dei suoi progetti.

 Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini.                               Ef 1,3-6.11-12

 VANGELO

Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.              

I tempi sono maturi e l’angelo Gabriele a nome di Dio si presenta a Maria, la «piena di grazia», e le annuncia che è stata scelta per essere madre dell’atteso messia. Maria accoglie la sua parola e dice «sì» alla richiesta di Dio. La sua disponibilità è la prima vera risposta positiva dell’umanità ai progetti di Dio.

Dal vangelo secondo Luca.                                                                     Lc 1,26-38

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3. Annunciare la Parola – 8 dicembre 2020


8 dicembre

IMMACOLATA CONCEZIONE

DELLA BEATA VERGINE MARIA

La prima donna di una nuova umanità

PER RIFLETTERE E MEDITARE

Ogni giorno il mondo si presenta a noi con il suo carico di problemi e di contraddizioni. E siamo tutti impegnati a uscirne in qualche modo. C’è chi li affronta senza farsi troppi scrupoli, mentre altri soccombono sotto il peso delle cose o dell’arrivismo e della prepotenza di altri.

Il peccato delle origini

È l’eterno conflitto tra bene e male che ci insegue da quando esiste l’uomo. È la lotta tra chi si propone un mondo a misura d’uomo e come lo vorrebbe Dio e chi lo costruisce a misura di se stesso, dei propri obiettivi e delle proprie ambizioni.
Ecco in estrema sintesi quello che chiamiamo peccato originale, quell’eterno dibattersi tra fedeltà e infedeltà a Dio, quella radice negativa che ci troviamo dentro e contro la quale dobbiamo investire l’intera vita.
In ciascuno di noi è annidato questo vecchio Adamo che vuole costruirsi contro Dio, che non si fida di lui, che vuole mettersi al suo posto.
Maria è la nuova Eva, la prima risposta in controtendenza, la donna del sì a Dio senza riserve. Nella prospettiva della sua divina maternità, diventa la pietra miliare della nuova umanità fedele al suo Creatore.
Da parte nostra ci collochiamo sul versante del superamento della nostra situazione di peccato attraverso il battesimo, che ci inserisce nella comunità della Chiesa, tra gente nuova che si propone di vivere come Maria.

 Maria, donna libera

La Vergine Immacolata è modello, aurora di questa nuova umanità, di chi vuol vivere fedele a Dio e ai suoi progetti. Di chi si mette nelle sue mani, disponibile a cercare e a realizzare i sogni che il Creatore ha su ciascuno di noi e sul mondo.
La Vergine Maria è questa donna speciale, che Dio ha voluto senza peccato, in vista della sua straordinaria maternità. È la verità di fede che è stata proclamata da Pio IX nel 1854. Verità di fede – se si vuole – confermata dall’apparizione di Lourdes quattro anni dopo, quando la misteriosa «Signora» ha detto alla povera Bernadette di essere l’«Immacolata Concezione», e lei non conosceva in alcun modo il significato di queste parole.
Maria è la prova che questa vita nuova è possibile, che quando si getta il seme della disponibilità lo si vede crescere, come è avvenuto nel suo grembo verginale che ha cambiato il mondo.
Maria è la donna libera, non condizionata dal male nemmeno per un istante. In Maria si incontrano due libertà, quella di Dio che non si arrende di fronte al rifiuto degli uomini e cerca una nuova collaborazione, un nuovo inizio; e la libertà di Maria, la donna del sì senza riserve.
Maria ha accolto la chiamata di Dio e ha realizzato la propria vocazione alla vita. È una donna riuscita, pienamente realizzata. Ogni donna e ogni uomo possono identificarsi con lei e proporsi di diventare segno di novità nel mondo.
La persona di Maria, come dice papa Francesco, è più importante dei ministeri e di qualsiasi altra forma di servizio nella Chiesa.

Chiamati anche noi come Maria

La lettera ai Filippesi afferma che Dio ha chiamato anche noi per nome sin dall’eternità, e ci vuole «santi e immacolati di fronte a lui», per essere in questo modo coinvolti nella vita di Gesù e nel suo destino di gloria.
Il peccato è visto spesso come una cosa piacevole ma proibita. In realtà la solennità dell’Immacolata ci assicura che il peccato deturpa l’uomo e deforma la sua identità. E il più grande peccato è il rifiuto della nostra vocazione profonda, dei progetti che Dio ha su di noi. Al contrario il metterci nelle mani di Dio dà un senso pieno alla nostra chiamata alla vita.
Siamo nell’Avvento e la Vergine Maria ci accompagna nel nostro cammino verso il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio. Come lei prepariamo il nostro cuore alla venuta di Gesù, ci disponiamo a rispondere di sì quando il Signore in questo tempo di Avvento ci propone un cammino che ci porti verso di lui, a rispondere in modo più pieno alla nostra vocazione cristiana, a donare a chi ancora non la conosce la gioia del vero Natale.

UN FATTO – UNA TESTIMONIANZA

«Il Signore venne in lei per farsi servo. Il Verbo venne in lei per tacere nel suo seno. Il fulmine venne in lei per non fare rumore alcuno. Il pastore venne in lei ed ecco l’Agnello nato, che sommessamente piange. Poiché il seno di Maria ha capovolto i ruoli: Colui che creò tutte le cose ne è entrato in possesso, ma povero. L’Altissimo venne in lei (Maria), ma vi entrò umile. Lo splendore venne in lei, ma vestito con panni umili. Colui che elargisce tutte le cose conobbe la fame. Colui che abbevera tutti conobbe la sete. Nudo e spogliato uscì da lei, egli che riveste (di bellezza) tutte le cose» (Sant’Efrem).

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4. Parola da Vivere – 8 dicembre 2020

8 dicembre

IMMACOLATA CONCEZIONE

DELLA BEATA VERGINE MARIA

La prima donna di una nuova umanità

COMMENTO

È questo uno di quei brani che chiedono la pura contemplazione, fonte di rivelazione intima che lo Spirito Santo realizza nel cuore di ogni credente ben disposto.
Inizia con la nota del «sesto mese», che richiama il «sesto giorno» della creazione dell’uomo, vertice di tutta l’opera creatrice di Dio. Ma «sei» è il numero dell’incompletezza, e con l’annunciazione si realizza invece la pienezza: Dio e uomo diventano una cosa sola in Cristo incarnato.
Solo Dio può realizzare questo inconcepibile e impossibile mistero e per questo ha bisogno di una vergine, cioè di una donna che da sola non può concepire. Deve essere chiaro che la nascita del Messia è opera impossibile all’uomo, per questo tutta di Dio, che alla vergine chiede solo fiducia e obbedienza. Maria non è chiamata a «fare» qualcosa, ma solo a fidarsi e obbedire.
All’inizio Maria resta sconcertata di fronte a un saluto unico e perciò strano. Questo permette all’angelo di rivelarle il dono che Dio ha preparato, quasi dicesse: «Il saluto è fin troppo poco, rispetto a quello che tu sei agli occhi di Dio: tu sarai madre del Messia, figlio di Dio, che non solo realizzerà le promesse fatte a Davide, ma le supererà con un regno universale ed eterno».
È naturale che, di fronte all’impossibile e all’inconcepibile, Maria si chieda come possa realizzarsi un tale mistero: lei non conosce uomo, infatti nessun uomo potrebbe essere in grado di realizzare ciò che l’angelo an- nuncia. La conferma  è chiara e misteriosa allo stesso tempo: sarà Dio stesso a realizzare in lei ciò che all’uomo è impossibile.
Il segno offerto a Maria, circa Elisabetta, non è richiesto, ma serve a rivelare l’onnipotenza di Dio, che, per salvare l’umanità, è disposto all’impossibile, perché nulla è impossibile a lui, neanche diventare carne mortale, egli che è spirito eterno.
Dio ha detto sì all’umanità, che senza parole chiede di vedere lui e di essere salvata. Maria, con il suo «sì» di- venta il vertice dell’umanità e apre la porta a Dio per un abbraccio fecondo, salvifico ed eterno.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

1. Maria non sapeva di essere l’Immacolata Conce- zione e non conosceva in anticipo la sua vocazione e missione. Ma, non appena l’ha conosciuta, non si è spaventata e non si è esaltata, ha semplicemente detto «sì». Nessun uomo o donna ha fatto qualcosa di più grande.

2. Certamente, quando ha accettato di essere la madre di Gesù, Maria non aveva chiare tutte le conseguenze del suo «sì», si è fidata e si è affidata. Anche lei, giorno dopo giorno, è cresciuta nella fede, fino al Calvario e al mattino di Pasqua.

3. Maria ha raggiunto la piena chiarezza della propria missione, quando Gesù, stando sulla croce, l’ha resa madre di tutti. Ella non ha fatto un passo indietro, ma, mentre offriva il suo unico figlio al Padre, accettava di allargare il suo amore materno all’umanità intera.

4. Gesù dalla croce ha fatto capire a Maria che tutta la sua vita, qui sulla terra e su nel cielo, doveva spenderla per gli altri figli, che egli salvava e che lei ha accettato di accogliere e guidare al Padre, come ogni madre accompagna il suo bambino, incerto sulle gambe, per condurlo verso il papà, che lo aspetta, per farlo correre nel mondo.

 


Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2017