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3. Commento alle Letture – VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

11 FEBBRAIO

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

(Giornata mondiale del malato)

CERCARE CRISTO, PER ESSERE PURIFICATI

 

COMMENTO

Anche oggi ci sono molti «lebbrosi» per i motivi più diversi; sono gli emarginati, gli esclusi dalla vita. Gesù ha toccato il lebbroso, si è fatto vicino per compassione. Oggi tocca alla Chiesa e a ogni cristiano avvicinare con compassione i deboli, i bisognosi di ogni tipo, i migranti… per offrire loro una speranza di vita.
Nella vita e nella riflessione della Chiesa oggi si intrecciano in vari modi la libertà, le regole e la carità e a volte assistiamo, oppure ne siamo coinvolti, a dispute senza soluzioni. San Paolo ci offre due criteri che non risolvono tutti i contrasti, ma chiedono una profonda conversione interiore a tutti e a ciascuno: il primo è quello di pensare e agire, con il desiderio e la scelta di somigliare a Gesù; il secondo ribadisce il primato della carità, che si fa misericordia e compassione verso i più deboli, senza che si arrivi a credersi superiori agli altri.
Ascoltiamo un brano scarno ed essenziale, ma significativo nel vangelo di Marco. La lebbra era una malattia strana. In Israele poteva riguardare anche diverse malattie della pelle che non erano lebbra, per cui poteva anche esserci qualche guarigione spontanea. In ogni caso era regolata dalla Legge: chi veniva riconosciuto lebbroso doveva essere allontanato dalla comunità civile, per la paura del contagio, e da quella religiosa, per il suo legame stretto con il peccato. Il lebbroso era ritenuto una persona “punita” da Dio per chissà quale terribile colpa (Maria, sorella di Mosè, insieme ad Aronne, aveva mormorato contro di lui, ed era stata punita con la lebbra, da cui fu risanata per l’intercessione di Mosè stesso, dopo essere stata sette giorni fuori dall’accampamento). Il lebbroso era considerato un morto ambulante e contagioso.
Il brano presenta un lebbroso, probabilmente inguaribile, che ha sentito parlare di Gesù e si presenta con una fiducia chiara: Gesù può guarirlo. Egli crede nella potenza di Gesù, ma forse non conosce bene la sua misericordia, perché pensa che Gesù possa pretendere delle condizioni: «se vuoi». Potrebbe Gesù non volere? L’evangelista risponde al dubbio, sottolineando la compassione di Gesù e la sua decisione immediata, seguita da un gesto non consentito, ma che esprime il passaggio della vita nuova da Gesù al lebbroso: lo tocca. La morte civile e religiosa è vinta. La purificazione (guarigione dello spirito, prima che del corpo) è quindi frutto prima della compassione di Gesù e poi della sua potenza.
L’ex-lebbroso deve presentarsi al sacerdote, il quale, secondo la Legge, aveva il compito di verificare l’avvenuta guarigione e di consegnare il documento che consentiva il rientro nella comunità civile e religiosa, da cui era stato escluso.
Così Gesù fa rispettare la Legge al guarito, ma rende questo miracolo anche un segno per i sacerdoti. Infatti tutti sapevano che solo Dio ha il potere di guarire e purificare un lebbroso.
Fin qui tutto bene, ma ci sono due verbi che sicuramente ci suonano strani: «ammonendolo severamente, lo cacciò via…». Come si legano alla compassione e come si spiegano? Possiamo immaginare l’esultanza del guarito che mette in allarme Gesù: non vuole assolutamente che la gente lo veda solo come guaritore potente e anche come colui che può impadronirsi del potere politico e militare. Sembra quasi che qui Gesù voglia essere obbedito, ricorrendo alla severità.
Marco però, raccontando la disobbedienza del lebbroso purificato, può dare l’impressione di stare dalla sua parte: potremmo pensare che voglia dire ai suoi lettori cristiani, i quali col battesimo sono stati guariti dalla lebbra del peccato, che dovrebbero imitarlo nel proclamare la bontà del Signore.
Ma la disobbedienza è chiara. Allora forse più giustamente possiamo ritenere che anche l’evangelista, dopo Gesù, non approvi la propaganda della potenza di Gesù e, ancora di più, non condivida le iniziative individuali nell’evangelizzazione. Difatti poco dopo Gesù manderà gli apostoli in missione non da soli, ma a due a due con indicazioni precise.
E comunque questa disobbedienza, nota ancora Marco, procura a Gesù non pochi fastidi pratici e interiori: non può entrare in città e ha la netta sensazione che molti lo cerchino non per il Vangelo, ma per ottenere o vedere i miracoli. È sicuro che Gesù non cerca la fama, ma la fede.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. Siamo invitati a metterci nei panni del lebbroso e ci chiediamo: perché andiamo da Gesù? Cerchiamo la sua potenza che ci risolva i problemi o il suo amore che trasforma il nostro cuore?
  2. Il lebbroso teme che il Signore possa mettere delle condizioni per la guarigione. Non siamo noi a mettere delle condizioni alla nostra fede e al nostro amore verso Gesù, del tipo: «crederò e amerò, se tu…»?
  3. L’ex-lebbroso non obbedisce a Gesù e fa tutto da solo. Noi cristiani apparteniamo a una comunità di fede e di amore. Possiamo pensare di essere testimoni di Cristo prendendo le distanze dalla Chiesa, da qualche punto del suo insegnamento o dalle sue scelte pastorali?
  4. I lebbrosi di oggi hanno bisogno di qualcuno che abbia compassione. Il messia di oggi possono essere un po’ i singoli cristiani, ma molto di più le parrocchie, le comunità, i gruppi, le associazioni e i movimenti.

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Conosco forse un «lebbroso» nel quartiere, nel condominio, tra i miei familiari? Il Signore ci invita a risvegliare la nostra compassione.

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2. introduzioni – VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

11 FEBBRAIO

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

(Giornata mondiale del malato)

CERCARE CRISTO, PER ESSERE PURIFICATI

PRIMA LETTURA

Il lebbroso se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento.
In tutte le culture la lebbra era (ed è) ritenuta una malattia ripugnante e i lebbrosi erano esclusi dalla vita pubblica e sociale. Anche in Israele è così, anzi ancora di più perché la lebbra è considerata una punizione di Dio particolarmente severa per i peccati commessi. L’emarginazione sociale e religiosa rende la vita dei lebbrosi senza speranza.

SALMO RESPONSORIALE

Dal Salmo 31 (32)

Per il salmista la beatitudine consiste non nell’innocenza, ma nel riconoscere il proprio peccato e ottenere il perdono da Dio misericordioso.

SECONDA LETTURA

Diventate miei imitatori come io lo sono di Cristo.
Alcuni cristiani di Corinto giustamente ritenevano che, dato che gli idoli non esistono, era lecito mangiare la carne sacrificata nei loro templi e venduta al mercato. L’Apostolo condivide questa posizione, ma invita tutti a curare anzitutto la carità verso coloro che, per la fragilità della loro fede, rimarrebbero scandalizzati da chi mangia queste carni. E si offre come esempio.

VANGELO

La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
Solo Dio poteva guarire un lebbroso. Marco colloca all’inizio del vangelo un segno che indica la presenza di Dio in Gesù: è lui il Messia. La proibizione di divulgare il prodigio mira a evitare il sorgere di false attese, perché Gesù sarà un Messia diverso da quello che tutti si attendono. La disobbedienza del lebbroso purificato indica il compito dei discepoli che hanno sperimentato la salvezza: annunciare a tutti che Gesù è il salvatore.

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4. Letture – VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

11 FEBBRAIO

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

(Giornata mondiale del malato)

CERCARE CRISTO, PER ESSERE PURIFICATI

PRIMA LETTURA

Il lebbroso se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento.
In tutte le culture la lebbra era (ed è) ritenuta una malattia ripugnante e i lebbrosi erano esclusi dalla vita pubblica e sociale. Anche in Israele è così, anzi ancora di più perché la lebbra è considerata una punizione di Dio particolarmente severa per i peccati commessi. L’emarginazione sociale e religiosa rende la vita dei lebbrosi senza speranza.

Dal libro del Levitico         Lv 13,1-2.45-46

Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne e disse:
«Se qualcuno ha sulla pelle del corpo un tumore o una pustola o macchia bianca che faccia sospettare una piaga di lebbra, quel tale sarà condotto dal sacerdote Aronne o da qualcuno dei sacerdoti, suoi figli.
Il lebbroso colpito da piaghe porterà vesti strappate e il capo scoperto; velato fino al labbro superiore, andrà gridando: «Impuro! Impuro!».
Sarà impuro finché durerà in lui il male; è impuro, se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento».

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE

Dal Salmo 31 (32)

Per il salmista la beatitudine consiste non nell’innocenza, ma nel riconoscere il proprio peccato e ottenere il perdono da Dio misericordioso.

Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall’angoscia.

Beato l’uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno.

Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità»
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato.

Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!
Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia!

SECONDA LETTURA

Diventate miei imitatori come io lo sono di Cristo.
Alcuni cristiani di Corinto giustamente ritenevano che, dato che gli idoli non esistono, era lecito mangiare la carne sacrificata nei loro templi e venduta al mercato. L’Apostolo condivide questa posizione, ma invita tutti a curare anzitutto la carità verso coloro che, per la fragilità della loro fede, rimarrebbero scandalizzati da chi mangia queste carni. E si offre come esempio.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi     1 Cor 10,31–1 ,1

Fratelli, sia che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio.
Non siate motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare il mio interesse ma quello di molti, perché giungano alla salvezza. Diventate miei imitatori, come io lo sono di Cristo.

Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO       

Lc 7,16

Alleluia, alleluia.

Un grande profeta è sorto tra noi,
e Dio ha visitato il suo popolo.

Alleluia.

VANGELO

La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
Solo Dio poteva guarire un lebbroso. Marco colloca all’inizio del vangelo un segno che indica la presenza di Dio in Gesù: è lui il Messia. La proibizione di divulgare il prodigio mira a evitare il sorgere di false attese, perché Gesù sarà un Messia diverso da quello che tutti si attendono. La disobbedienza del lebbroso purificato indica il compito dei discepoli che hanno sperimentato la salvezza: annunciare a tutti che Gesù è il salvatore.

Dal vangelo secondo Marco       Mc 1,40-45

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

Parola del Signore.

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5. Preghiere di perdono e dei fedeli – VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

11 FEBBRAIO

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

(Giornata mondiale del malato)

CERCARE CRISTO, PER ESSERE PURIFICATI

RICHIESTE DI PERDONO

  • Padre misericordioso, con il nostro peccato ci siamo allontanati da te e dai fratelli. Kyrie, eleison.
  • Cristo, anche quando sappiamo di aver sbagliato, facciamo fatica a presentarci a te. Christe, eleison.
  • Spirito Santo, spesso ci dimentichiamo che abiti in noi e inquiniamo il nostro spirito. Kyrie, eleison.

PREGHIERA UNIVERSALE

Solo Dio può guarire alcune malattie dello spirito che affliggono gli uomini e i gruppi di questo nostro mondo.
Rivolgiamo a lui la nostra preghiera e diciamo insieme: Ascoltaci, o Padre.

  • Perché tutta la Chiesa imiti il suo Signore nell’avere compassione degli emarginati del nostro mondo. Preghiamo.
  • Perché ogni piccola o grande comunità cristiana si impegni a cercare e ad aiutare i bisognosi. Preghiamo.
  • Perché coloro che hanno perduto la speranza riescano a riconoscere persone e gruppi a cui possono rivolgersi per essere aiutati. Preghiamo.
  • Perché ciascuno di noi alleni occhi e cuore a una compassione semplice, spontanea e operosa. Preghiamo.

 

O Padre, quando gli uomini non possono nulla, tu puoi salvare. Donaci il tuo Spirito, perché ci aiuti ad andare al di là delle apparenze e a ricercare il bene dei nostri fratelli. Per Cristo nostro Signore.

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6. Vignetta di RobinHood – VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

11 FEBBRAIO

VI DOMENICA DEL TEMPO
ORDINARIO

(Giornata mondiale del
malato)

CERCARE CRISTO, PER ESSERE
PURIFICATI

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

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3. Commento alle Letture – V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

4 FEBBRAIO

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

(Giornata nazionale per la vita)

UNA GIORNATA DI GESÙ: EVANGELIZZARE, GUARIRE, PREGARE

 

COMMENTO

L’autore del libro di Giobbe non trova una risposta di senso per il dolore dell’innocente, solo chiede di avere fiducia in Dio che tutto sa, anche ciò che l’uomo non può comprendere. Gesù, a questa domanda drammatica degli uomini di ogni tempo, non offre una risposta teorica, ma condivide la condizione dell’innocente perseguitato e ucciso e mostra che il Figlio di Dio soffre proprio come ogni uomo e con il suo sacrificio è causa di salvezza dell’umanità.
L’amore di Cristo è totalmente gratuito e non arretra di fronte alle difficoltà, alla persecuzione e alla morte. Da lui l’apostolo Paolo ha imparato la gratuità nel por- tare il Vangelo ai pagani, perché non c’è dono più grande di questo: offrire a tutti la strada della conoscenza di Dio e della salvezza eterna.
L’amore di Gesù si diffonde nella vita quotidiana. È questo che prova a mostrare Marco, presentandoci una giornata-tipo di Gesù.
La prima scena è familiare. Dopo l’ascolto della parola di Dio nella sinagoga, Gesù e i suoi primi discepoli si spostano in casa e lì trovano un problema: la suocera di Pietro ha la febbre. In quel tempo la febbre era considerata malattia in sé, non solo un sintomo. Probabilmente ella era la donna che “governava” la casa. Possiamo immaginare che, per la presenza di ospiti in casa, ci sia stato del disagio, per quanto piccolo e risolvibile diversamente. Ma Gesù la guarisce. Può sembrare un miracolo piccolo e semplice, invece è molto significativo: i discepoli, che non sanno come intervenire, pregano; Gesù si fa vicino all’inferma, la prende per mano e la “risuscita” (il verbo usato è quello della risurrezione); la donna riacquista la piena salute. Quindi Marco sottolinea la conclusione: ella si mette a servire. Il legame tra il dono della guarigione e il servizio ai fratelli è un elemento di non piccola importanza per la vita spirituale e la carità quotidiana di una comunità cristiana.
La seconda scena è collocata dopo il tramonto, quando, finiti gli obblighi del sabato, ci si poteva muovere liberamente. Gesù si reca nel luogo in cui la gente si raduna e così incontra “la città” e si prende cura di chi ha bi- sogno. Non aspetta, va dove ci sono le persone bisogno- se della sua parola e del suo aiuto. Ma non accetta pubblicità, tanto meno dai demòni che è venuto a scacciare, perché la conoscenza che hanno di lui non è legata alla fede e all’amore, ma alla paura. Egli vuole che la gente impari a riconoscerlo Messia da come lui parla e agisce, e non dalla paura rabbiosa dell’avversario.
La terza scena è più complessa. Gesù si alza di notte e si apparta per pregare. La preghiera per lui è il dialogo di amore con suo Padre, che gli serve come l’aria che respira e da cui trae chiarezza per la sua missione ed energia per portarla avanti. I discepoli invece non lo capiscono (è la prima di una lunga serie di incomprensioni), anzi sembra che lo rimproverino, dicendogli più o meno così:

«Come mai sei qui, dal momento che tutti ti cercano? Ieri hai avuto molto successo, perché non ti preoccupi di utilizzarlo?». Ma Gesù, fresco di dialogo con il Padre, sa bene cosa deve fare: andare altrove per annunciare il Van- gelo, libero da qualunque legame o interesse personale.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. La suocera. Il Signore ogni giorno ci fa dei doni, non principalmente per il nostro benessere psico-fisico, ma anzitutto per metterci in condizione di amare e servire i fratelli.
  2. Gesù va dove si raduna la gente e dove chi ha bi- sogno può incontrarlo. Certamente questo atteggiamento di Gesù interpella tutta la Chiesa: i vescovi, i preti, i diaconi, i laici impegnati, e ciascuno di noi.
  3. Gesù fa tacere i demòni, non vuole pubblicità da loro. Quanti, senza fede autentica, elogiano la Chiesa, i suoi insegnamenti e i suoi “valori” per interesse politico o ideologico, somigliano a quei demòni. Gesù li farebbe tacere.
  4. Gesù ha bisogno di pregare. Dall’incontro con il Padre riceve consapevolezza di sé, chiarezza per la mis sione e libertà assoluta da tutti i condizionamenti. Gli apostoli non sono ancora liberi dalla mentalità di questo mondo. E noi?

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Facciamoci vicini a parenti, amici e conoscenti che stanno soffrendo, per sostenerli e aiutarli.

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2. introduzioni – V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

4 FEBBRAIO

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

(Giornata nazionale per la vita)

UNA GIORNATA DI GESÙ: EVANGELIZZARE, GUARIRE, PREGARE

PRIMA LETTURA

Notti di affanno mi sono state assegnate.
Giobbe, fedele a Dio, è colpito da sciagure nella famiglia e nella salute. Non si ribella a Dio, ma non accetta facili spiegazioni sulla presenza della sofferenza nella sua vita. Legge lucidamente la propria condizione, ha perso ogni speranza, ma non rinuncia a dialogare con Dio. Vuole capire il perché della sua sofferenza. La risposta la darà solo Gesù, sulla croce.

 

SALMO RESPONSORIALE               

Dal Salmo 146 (147)
Il Salmo ci invita a riconoscere l’amore del Signore che salva i sofferenti e i poveri. La riconoscenza si esprime con il canto e la lode.

SECONDA LETTURA

Guai a me se non annuncio il Vangelo.
Ci sono uomini che, incaricati da Dio, dedicano la loro vita all’annuncio del Vangelo. La comunità, che riceve questo dono deve contribuire al loro mantenimento. Paolo ha rinunciato a questo diritto, si mantiene con il proprio lavoro e at- tende la ricompensa dal Signore. Per lui evangelizzare è obbedienza al Signore e, insieme, impulso irrefrenabile, che nasce dall’essere e sentirsi apostolo.

VANGELO

Guarì molti che erano affetti da varie malattie.
L’evangelista Marco si impegna a presentare il Messia in azione in una intera giornata, il sabato, che la Legge imponeva di dedicare solo a Dio. Gesù mette insieme Dio e i fratelli. Con il Padre si mette in ascolto e in dialogo, per ricevere luce e forza per la sua missione; con i fratelli annuncia il Van- gelo del Regno e guarisce, vincendo ogni sorta di male, che rende schiavo l’uomo.

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4. Letture – V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

4 FEBBRAIO

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

(Giornata nazionale per la vita)

UNA GIORNATA DI GESÙ: EVANGELIZZARE, GUARIRE, PREGARE

PRIMA LETTURA

Notti di affanno mi sono state assegnate.
Giobbe, fedele a Dio, è colpito da sciagure nella famiglia e nella salute. Non si ribella a Dio, ma non accetta facili spiegazioni sulla presenza della sofferenza nella sua vita. Legge lucidamente la propria condizione, ha perso ogni speranza, ma non rinuncia a dialogare con Dio. Vuole capire il perché della sua sofferenza. La risposta la darà solo Gesù, sulla croce.

Dal libro di Giobbe                                Gb 7,1-4.6-7

Giobbe parlò e disse:
«L’uomo non compie forse un duro servizio sulla terra
e i suoi giorni non sono come quelli d’un mercenario?
Come lo schiavo sospira l’ombra
e come il mercenario aspetta il suo salario, così a me sono  toccati mesi d’illusione
e notti di affanno mi sono  state assegnate. Se mi corico dico: «Quando mi alzerò?».
La notte si fa lunga
e sono stanco di rigirarmi fino all’alba.
I miei giorni scorrono più veloci d’una spola, svaniscono senza un filo di speranza. Ricòrdati che un soffio è la mia vita:
il mio occhio non rivedrà più il bene».

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE               

Dal Salmo 146 (147)

Il Salmo ci invita a riconoscere l’amore del Signore che salva i sofferenti e i poveri. La riconoscenza si esprime con il canto e la lode.

Risanaci, Signore, Dio della vita.

È bello cantare inni al nostro Dio,
è dolce innalzare la lode.
Il Signore ricostruisce Gerusalemme,
raduna i dispersi d’Israele.

Risana i cuori affranti
e fascia le loro ferite.
Egli conta il numero delle stelle
e chiama ciascuna per nome.

Grande è il Signore nostro,
grande nella sua potenza;
la sua sapienza non si può calcolare.

Il Signore sostiene i poveri,
ma abbassa fino a terra i malvagi.

SECONDA LETTURA

Guai a me se non annuncio il Vangelo.
Ci sono uomini che, incaricati da Dio, dedicano la loro vita all’annuncio del Vangelo. La comunità, che riceve questo dono deve contribuire al loro mantenimento. Paolo ha rinunciato a questo diritto, si mantiene con il proprio lavoro e at- tende la ricompensa dal Signore. Per lui evangelizzare è obbedienza al Signore e, insieme, impulso irrefrenabile, che nasce dall’essere e sentirsi apostolo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi                     1 Cor 9,16-19.22-23

Fratelli, annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!
Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Qual è dunque la mia ri- compensa? Quella di annunciare gratuitamente il Van- gelo senza usare il diritto conferitomi dal Vangelo.
Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io.

Parola di Dio.

 

CANTO AL VANGELO         

Mt 8,17

Alleluia, alleluia.

Cristo ha preso le nostre infermità
e si è caricato delle nostre malattie.

Alleluia.

VANGELO

Guarì molti che erano affetti da varie malattie.
L’evangelista Marco si impegna a presentare il Messia in azione in una intera giornata, il sabato, che la Legge imponeva di dedicare solo a Dio. Gesù mette insieme Dio e i fratelli. Con il Padre si mette in ascolto e in dialogo, per ricevere luce e forza per la sua missione; con i fratelli annuncia il Van- gelo del Regno e guarisce, vincendo ogni sorta di male, che rende schiavo l’uomo.

Dal vangelo secondo Marco       Mc 1,29-39

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli porta- vano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non per- metteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti so- no venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Parola del Signore.

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5. Preghiere di perdono e dei fedeli – V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

4 FEBBRAIO

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

(Giornata nazionale per la vita)

UNA GIORNATA DI GESÙ: EVANGELIZZARE, GUARIRE, PREGARE

RICHIESTE DI PERDONO

  • Padre misericordioso, noi a volte sprechiamo in cose inutili il tempo che tu ci doni. Kyrie, eleison.
  • Cristo, non abbiamo aiutato i fratelli infermi che avevano bisogno del nostro aiuto e del nostro conforto. Christe, eleison.
  • Spirito Santo, abbiamo trascurato i tuoi inviti a de- dicare tempo alla preghiera. Kyrie, eleison.

PREGHIERA UNIVERSALE

Gesù prega e il Padre lo ascolta, come ascolta anche oggi le preghiere della Chiesa e di ciascuno di noi. Diciamo insieme: Ascoltaci, o Signore.

  • Perché, quando si tratta di assistere i nostri fratelli in difficoltà, ci doni la forza di non tirarci indietro. Preghiamo.
  • Perché la nostra fede non vacilli nei momenti della tentazione che proviene dalla sofferenza. Preghiamo.
  • Perché gustiamo la gioia di servire i nostri fratelli gratuitamente e con costanza. Preghiamo.
  • Perché, nell’ora della difficoltà, il tuo Spirito ci sostenga con la sua luce e la sua forza. Preghiamo.

Padre, donaci il tuo Santo spirito, perché ci aiuti a rinnovare ogni giorno la nostra fiducia nel tuo amore misericordioso, che ci salva in ogni situazione. Per Cristo nostro Signore.