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4. Letture – Battesimo del Signore

DOMENICA 08 GENNAIO 2023

BATTESIMO DEL SIGNORE

DIO PADRE PRESENTA IL FIGLIO CHE CI SALVA NELLO SPIRITO

PRIMA LETTURA
Ecco il mio servo di cui mi compiaccio.
È questo il primo dei quattro carmi nei quali Isaia parla del «Servo del Signore». Non è chiaro se parlasse di una persona o dell’intero popolo di Israele. I primi cristiani però hanno riconosciuto che Gesù ha realizzato in pieno la missione che il Profeta attribuisce al Servo mandato da Dio.

Dal libro del profeta Isaia                           Is 42,1-4.6-7

Così dice il Signore:
«Ecco il mio servo che io sostengo,
il mio eletto di cui mi compiaccio.
Ho posto il mio spirito su di lui;
egli porterà il diritto alle nazioni.
Non griderà né alzerà il tono,
non farà udire in piazza la sua voce,
non spezzerà una canna incrinata,
non spegnerà uno stoppino
dalla fiamma smorta;
proclamerà il diritto con verità.
Non verrà meno e non si abbatterà,
finché non avrà stabilito  il diritto sulla terra,
e le isole attendono il suo insegnamento.
Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano;
ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo
e luce delle nazioni,
perché tu apra gli occhi ai ciechi
e faccia uscire dal carcere i prigionieri,
dalla reclusione  coloro che abitano nelle tenebre».
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE                                      Dal Salmo 28 (29)
Dio manifesta la sua potenza e viene in aiuto del suo popolo, donando la pace, cioè tutti i beni di cui ha bisogno. Noi siamo invitati ad accogliere i suoi doni, a lodarlo e a ringraziarlo.

Il Signore benedirà il suo popolo con la pace.

Date al Signore, figli di Dio,
date al Signore gloria e potenza.
Date al Signore la gloria del suo nome,
prostratevi al Signore nel suo atrio santo.

La voce del Signore è sopra le acque,
il Signore sulle grandi acque.
La voce del Signore è forza,
la voce del Signore è potenza.

Tuona il Dio della gloria,
nel suo tempio tutti dicono: «Gloria!».
Il Signore è seduto sull’oceano del cielo,
il Signore siede re per sempre.

SECONDA LETTURA
Dio consacrò in Spirito Santo Gesù di Nazaret.
È l’inizio della predicazione di Pietro nella casa di Cornelio, centurione pagano. Il Signore lo ha mandato perché annunci che la salvezza è per tutti i popoli, senza distinzione e senza preferenza per nessuno. Proprio questa è la missione che Gesù ha ricevuto dal Padre e ha realizzato.

Dagli Atti degli Apostoli                             At 10,34-38

In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto  che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque  nazione  appartenga.
Questa è la Parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, annunciando la pace per mezzo di Gesù Cristo: questi è il Signore di tutti.
Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo  predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo,  perché Dio era con lui».
Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO                                   Mc 9,9

Alleluia, alleluia.

Si aprirono i cieli e la voce del Padre disse:
«Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!».

Alleluia.

VANGELO
Appena battezzato, Gesù vide lo Spirito di Dio venire su di lui.
Il Battista ha annunciato l’arrivo imminente del Messia. Quando Gesù si presenta dinanzi a Giovanni, egli riconosce in lui il Salvatore che non ha bisogno del battesimo di peni- tenza. Ma Gesù vuole mostrare l’obbedienza al Padre e la so- lidarietà con i peccatori. Su tutto questo il Padre mette il suo sigillo.

Dal vangelo secondo Matteo                          Mt 3,13-17

In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «So- no io che ho bisogno di essere battezzato  da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene  che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato,  Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba  e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo  che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
Parola del Signore.

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5. Preghiere di perdono e dei fedeli – Battesimo del Signore

DOMENICA 08 GENNAIO 2023

BATTESIMO DEL SIGNORE

DIO PADRE PRESENTA IL FIGLIO CHE CI SALVA NELLO SPIRITO

PERDONO
• Signore, ci riteniamo forti se abbiamo molto denaro o se sappiamo essere violenti, ma non siamo capaci di morire per coloro che amiamo. Kyrie eleison.
• Cristo Gesù, con le nostre colpe abbiamo reso più grande il peso che tu hai portato sulla croce. Christe eleison.
• Spirito Santo, non abbiamo riconosciuto e seguito i tuoi suggerimenti per compiere il bene. Kyrie eleison.

PREGHIERA UNIVERSALE

Dio Padre non ha disprezzato il nostro mondo, ma ha mandato il Figlio, così che potessimo conoscere il suo amore per noi. Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, Signore.

  • Perché desideriamo compiere la tua volontà, come ha fatto Gesù. Preghiamo.
  • Perché diventiamo capaci di riconoscere in Gesù la pienezza del tuo amore. Preghiamo.
  • Perché, nel decidere cosa sia giusto fare, ci affidia- mo sempre all’esempio di Gesù. Preghiamo.
  • Perché sappiamo rimanere in ascolto di coloro che ci esortano a vivere la tua parola. Preghiamo.

O Padre, donaci il tuo Spirito affinché ci comunichi la forza e la gioia di compiere la tua volontà, così che tu possa essere sempre contento di noi. Per Cristo nostro Signore.

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6. Vignetta di RobiHood – Battesimo del Signore

DOMENICA 08 GENNAIO 2023

DIO PADRE PRESENTA IL FIGLIO CHE CI SALVA NELLO SPIRITO

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

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4. Letture – Maria Santissima Madre di Dio

1 G E N N A I O MARIA SS. MADRE DI DIO
(Giornata mondiale della pace)
POVERI, UMILI E TESTIMONI DELLA GRAZIA

PRIMA LETTURA
Porranno il mio nome sugli Israeliti, e io li benedirò.

Il Signore parla a Mosè e lo istruisce sui compiti da assegnare a suo fratello Aronne. Quest’ultimo, assieme ai sui figli, è il capostipite della casta sacerdotale di Israele. Egli è dunque responsabile di benedire il popolo eletto e di ricordargli che è dal rapporto privilegiato con Dio che trae la sua sicurezza e la sua pace.

Dal libro dei Numeri                                                   Nm 6,22-27

Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi fi- gli dicendo: “Così benedirete gli Israeliti: direte loro:
Ti benedica il Signore e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”.
Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò». Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE                      Dal Salmo 66 (67)
Il salmista  chiede a Dio di rendere visibile il suo volto, segno univoco di verità e giustizia per tutte le genti.

Rit. Dio abbia pietà di noi e ci benedica.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio
e lo temano tutti i confini della terra.

SECONDA LETTURA
Dio mandò il suo Figlio, nato da donna.
Paolo collega la venuta del Figlio di Dio nel mondo con la nostra condizione di figli. Grazie all’incarnazione di Dio in Gesù Cristo, il nostro rapporto con Dio non si riduce più all’osservanza  di alcuni precetti morali, ma si apre all’immediatezza di un amore paritario.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati                    Gal 4,4-7

Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli. E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.

Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO                                           Eb 1,1-2

Alleluia, alleluia.

Molte volte e in diversi modi nei tempi antichi Dio ha parlato ai padri per mezzo dei profeti; ultimamente, in questi giorni,
ha parlato a noi per mezzo del Figlio.

Alleluia.

VANGELO
I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino. Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù.
Il lungo cammino d’elezione del popolo d’Israele ha il suo compimento nella figura di Maria. Il suo bambino, frutto del suo grembo, è il Messia tanto atteso, il Figlio del Dio vivente. Lo stesso nome dato al neonato, «Gesù», che significa «Dio è salvezza», rimanda al compimento di un cammino storico.

Dal vangelo secondo Luca                                            Lc 2,16-21

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Parola del Signore.

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2. introduzioni – Maria Santissima Madre di Dio

1   G E N N A I O MARIA SS. MADRE DI DIO
(Giornata mondiale della pace)
POVERI, UMILI E TESTIMONI DELLA GRAZIA

Gesù Cristo, Figlio di Dio, viene al mondo grazie all’amore in- finito di Dio per l’uomo ma anche grazie al «sì» detto da una donna, vissuta in un luogo e in un tempo preciso: Maria di Nazaret.

Ella è il punto più alto del cammino di collaborazione dell’uomo con Dio per la realizzazione del suo progetto di salvezza. Nella sua figura la storia, con la sua contingenza, si eleva fino a toccare l’eternità. Ecco perché Maria rimane il modello sommo di santità per ogni cristiano: tutti noi siamo chiamati a dire di «sì» a Dio e a rendere così possibile la nostra salvezza e forse quella di molti altri.

PRIMA LETTURA
Porranno il mio nome sugli Israeliti, e io li benedirò.
Il Signore parla a Mosè e lo istruisce sui compiti da assegnare a suo fratello Aronne. Quest’ultimo, assieme ai sui figli, è il capostipite della casta sacerdotale di Israele. Egli è dunque responsabile di benedire il popolo eletto e di ricordargli che è dal rapporto privilegiato con Dio che trae la sua sicurezza e la sua pace.

SALMO RESPONSORIALE         Dal Salmo 66 (67)
Il salmista  chiede a Dio di rendere visibile il suo volto, segno univoco di verità e giustizia per tutte le genti.

SECONDA LETTURA
Dio mandò il suo Figlio, nato da donna.
Paolo collega la venuta del Figlio di Dio nel mondo con la nostra condizione di figli. Grazie all’incarnazione di Dio in Gesù Cristo, il nostro rapporto con Dio non si riduce più all’osservanza  di alcuni precetti morali, ma si apre all’immediatezza di un amore paritario.

VANGELO
I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino. Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù.
Il lungo cammino d’elezione del popolo d’Israele ha il suo compimento nella figura di Maria. Il suo bambino, frutto del suo grembo, è il Messia tanto atteso, il Figlio del Dio vivente. Lo stesso nome dato al neonato, «Gesù», che significa «Dio è salvezza», rimanda al compimento di un cammino storico.

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3. Commento alle Letture – Maria Santissima Madre di Dio

1 G E N N A I O MARIA SS. MADRE DI DIO
(Giornata mondiale della pace)
POVERI, UMILI E TESTIMONI DELLA GRAZIA

Quale uomo può ritenersi degno di Dio? Non si tratta solo della dignità morale, perché la domanda si può e si deve formulare in modo più proprio e originario dicendo: quale creatura finita può stimarsi degna di stare di fronte a Dio? La sproporzione fra infinito e finito, eterno e temporale, assoluto e relativo, è radicale. Sotto questa prospettiva appare ancora più sublime il mistero dell’accondiscendenza di Dio che, per misericordia, contrae la propria potenza nella debolezza di una carne umana.
Nel racconto evangelico il paradosso dell’incarnazione  si pro- lunga, diventa sistema. Non si ferma al «segno» (cf Lc 2,12) deposto nella mangiatoia, ma si estende anche ai suoi testimoni.
La consapevolezza della nostra indegnità non deve paralizzarci. Primo, perché Dio stesso ha colmato la distanza in Gesù. Secondo, perché primi destinatari dell’annuncio evangelico sono i pastori. In loro possiamo riconoscerci. Da loro possiamo attingere speranza.

I pastori primi testimoni e annunciatori

Attori non marginali di questo passo del vangelo di Luca sono proprio i pastori.
Per professione e posizione sociale identificabili con gli ultimi, i poveri, i sospetti, religiosamente parlando, essi sono la personificazione di quell’indegnità che sembrerebbe escludere da qualsiasi rapporto con Dio. Invece, proprio loro ricevono l’annuncio dell’angelo e per primi si muovono (cf Lc 2,16) verso la mangiatoia.
La narrazione dei primi diciannove versetti del capitolo secondo del vangelo di Luca ruota tutta intorno alla nascita di Gesù. Il fatto storico prima è narrato (cf Lc 2,6-7); quindi è annunciato nella sua portata salvifica (cf Lc 2,11); di questo annuncio viene indicato un «segno» (cf Lc 2, 2) che poi viene verificato (cf Lc 2,16). In questo dinamismo è descritto l’itinerario di fede del credente, di cui i pastori sono rappresentanti.
La fede in Cristo nasce sempre dall’aver ricevuto un annuncio che deve essere effettuato da qualcuno e ascoltato con disponibilità (cf Rm 10,17). Ma l’ascolto, seppur disponibile, non è mai rinuncia alla ricerca e alla riflessione. Per tale via il credente si appropria personalmente del messaggio ascoltato e da tale appropriazione sorge la visione: i pastori vanno a vedere Gesù. Dalla visione, confrontata con le parole ricevute nell’annuncio, sorge la gioia della consapevolezza della salvezza ricevuta, ed è questa che spinge a farsi testimoni, trasformando l’annuncio ricevuto in un annuncio missionario.
Nel loro itinerario i pastori sono l’immagine della Chiesa: povera, indegna del suo Signore, ma esattamente per questo «graziata» e testimone della benevolenza ricevuta.

La disponibilità di Maria

La solennità che oggi è celebrata ha come oggetto chi di questa vicenda di benevolenza fu collaboratrice: Maria, venerata con il ti- tolo di «Madre di Dio». L’orazione di colletta ne celebra il ruolo: «nella verginità feconda di Maria  hai donato agli uomini i beni della salvezza eterna…  per mezzo di lei abbiamo ricevuto l’autore della vita».
Nella lettera ai Galati l’apostolo dice questo ruolo affermando la storicità dell’incarnazione (cf Gal 4,4-5).
Il dono che Maria ha fatto all’umanità rendendosi  «mezzo» è che con la sua maternità si colma, in Gesù, la distanza fra Dio e uomo. Con la sua maternità entra nella storia il Figlio di Dio perché noi siamo assunti a dignità di figli di Dio, in virtù dello Spirito Santo che ci ha donato.
È questa dignità l’oggetto della seconda parte della lettera di Paolo. Per essa noi possiamo rivolgerci in termini confidenziali a Dio (cf Gal 4,6). Per essa riconosciamo che di fronte a Dio non siamo schiavi ma figli ed eredi (cf Gal 4,7).

La benedizione chi ci raggiunge
Attraverso questa chiave di lettura si può rileggere la benedizione di Aronne.
Dove il testo dei Numeri dice «ti benedica il Signore e ti protegga» (Nm 6,24) si potrebbe molto liberamente dire «il Signore ti benedica ed estenda la sua cura su di te». È lui il Signore della sto- ria e delle nostre storie, e, come padre provvidente, si prende cura di noi.
La benedizione  è data al popolo, e cioè alle persone. Alla luce delle affermazioni paoline, la benedizione di Aronne è un invito a tutti all’affidamento e all’abbandono  in Dio nella fede: Dio ha cura di noi, come padre provvidente dei propri figli.

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5. Preghiere di perdono e dei fedeli – Maria Santissima Madre di Dio

DOMENICA 01 GENNAIO 2023
MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO – SOLENNITÀ

PERDONO
• Signore, ci riteniamo forti se abbiamo molto denaro o se sappiamo essere violenti, ma non siamo capaci di morire per coloro che amiamo. Kyrie eleison.
• Cristo, riteniamo che la nostra storia sia troppo infima perché tu possa interessartene. Christe eleison.
• Signore, ci hai mostrato che la salvezza è possibile, ma ci riteniamo ancora perduti. Kyrie eleison.

PREGHIERA UNIVERSALE

Maria non era probabilmente a conoscenza di tutte le conseguenze a cui il suo «sì» avrebbe portato, eppure si è fidata di Dio. Preghiamo insieme e diciamo:

Signore, rendici strumenti della tua salvezza.

  • Perché ci ricordiamo di essere stati benedetti dal tuo amore di Padre. Preghiamo.
  • Perché il tuo Spirito di saggezza guidi le nostre scelte di vita e ci suggerisca la strada migliore per essere veramente felici. Pre- ghiamo.
  • Perché sappiamo leggere nella storia i segni della tua presenza e sappiamo testimoniare con la nostra vita la tua Parola di verità. Pre- ghiamo.
  • Perché, sull’esempio di Maria, sappiamo meditare nel silenzio e lasciare che tu agisca in noi. Preghiamo.

O Padre, collaborare con te a costruire il Regno dei cieli significa seguire un cammino d’umiltà e di pazienza. Aiutaci a percorrerlo con cuore sereno e spirito saldo. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

 

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6. Vignetta di RobiHood – Maria Santissima Madre di Dio

DOMENICA 01 GENNAIO 2023
MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO – SOLENNITÀ

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

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Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

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4. Speciale Pasqua – Commenti alle letture Venerdì Santo

VENERDÌ SANTO: PASSIONE DEL SIGNORE

LA CROCE, TRONO DEL CRISTO

Lo spartiacque della liturgia di oggi sta tutto nelle parole del sommo sacerdote Caifa: «È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo» (Gv 18,14).
Possiamo condividere la ragionevolezza di un’osservazione come questa e provare un leggero senso di sollievo per essere arrivati alla fine di un giorno così triste, nel quale siamo stati obbligati a ricordarci che non tutto, in questo mondo, va per il verso giusto. Oppure possiamo lasciarci turbare e interrogare, ancora oggi, dalla morte di un innocente.

PRIMA LETTURA
Egli è stato trafitto per le nostre colpe (Quarto canto del Servo del Signore).
Nella figura del Servo sofferente di Yahweh rivive l’immagine del seno sterile di Sara: un’immagine di tristezza incolmabile, di inutilità e di promesse infrante. Come accadde ad Abramo e a sua moglie, è da questa sterilità che Dio farà nascere una moltitudine: una moltitudine di salvati.

SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 30 (31)
All’uomo che non ha più niente, non rimane che confidare nella giustizia del Signore.
Rit. Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.

SECONDA LETTURA
Cristo imparò l’obbedienza e divenne causa di salvezza per tutti coloro che gli obbediscono.
La lettera agli Ebrei ci fornisce un’immagine troppo spesso dimenticata: quella di un Gesù che tiene alla sua vita e che non vuole perderla. Il testo ci dice anche, però, che egli non si rifiutò di obbedire al Padre. Essere cristiani non significa dunque essere degli eroi, ma fidarsi di Dio, fino alla fine.

Dalla lettera agli Ebrei Eb 4,14-16; 5,7-9

CANTO AL VANGELO Cf Fil 2,8-9
Gloria e lode a te, Cristo Signore!
Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome.
Gloria e lode a te, Cristo Signore!

VANGELO
Passione del Signore.
La prima preoccupazione di Gesù, nel momento in cui i suoi aguzzini vengono a catturarlo, è quella di mettere al sicuro i suoi discepoli. Come accade per noi oggi, infatti, chi vorrà seguirlo sulla via del Calvario dovrà farlo per sua libera scelta.

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni
Gv 18,1–19,42

MEDITAZIONE
Tipico della celebrazione del Venerdì Santo è il tono di austerità, di essenzialità. Nel rito trova grande spazio il silenzio; tutte le sue parti sono volutamente sobrie.
Momento caratteristico di questa celebrazione è il rito della venerazione della croce che deve essere illuminato dalla liturgia della Parola.

L’ironia di Giovanni
Apparentemente contrasta molto con la serietà della celebrazione riconoscere nella narrazione giovannea della passione alcuni tratti ironici. che Gesù, appena arrestato, è condotto a processo innanzitutto da Anna e successivamente da Caifa (cf Gv 18,12-13). Si tratta probabilmente di un interrogatorio ufficioso ma, conoscendo i personaggi, si può leggere una sferzata alle opacità del potere. Caifa era il legittimo sommo sacerdote; Anna, suo suocero, fu sommo sacerdote ma fu deposto. Biasimato per la sua ambizione e avidità, dopo la sua esautorazione continuò a gestire il potere in maniera nepotistica.
Con la chiave dell’ironia si può leggere il dialogo di consegna di Gesù a Pilato (cf Gv 18,29-30). Ciò serve a Giovanni per annunciare il tipo di condanna, ma c’è un «sentore di tautologico» nella risposta dei Giudei, grazie al quale è possibile leggere un riferimento ai sofismi spesso utilizzati a giustificazione delle intenzioni malvagie.
I soldati, per ordine di Pilato, prendono Gesù, lo flagellano e poi, intrecciata una corona di spine e vestitolo con un mantello di porpora, lo scherniscono (cf Gv 19,3). Proprio quella burla, però, è la proclamazione, per bocca di pagani, della regalità di Gesù. Gesù è proclamato re dai soldati romani, mentre è rinnegato dai Giudei. Non è però senza ironia che nel farlo, coloro che accusavano Gesù di essere un bestemmiatore diventino loro stessi idolatri (cf Gv 19,15).
Sulla regalità Giovanni ritorna con insistenza parlando dell’iscrizione composta da Pilato e posta sopra la croce. Anche qui c’è dell’ironia, perché quella regalità è scritta, e letta, in tre lingue: ebraico, la lingua sacra; latino, la lingua dei dominatori del mondo; greco, la lingua più diffusa nel mondo antico. Grazie a quell’iscrizione il mondo intero può ricevere l’annuncio della regalità di Gesù.

La regalità di Gesù
L’ironia di Giovanni è funzionale alla sua proposta teologica, e cioè affermare la regalità di Gesù. Gesù è re e il suo trono è la croce. Gesù è intronizzato per ordine di un pagano e dall’alto del suo trono esercita la sua sovranità.
Sulla croce, infatti, si compiono le parole che progressivamente egli aveva pronunciato nel corso del vangelo. La croce è il luogo dal quale egli attirerà tutto il mondo a sé (cf Gv 12,32). È il luogo dove manifesterà la sua regalità non come dominio ma come servizio (cf Gv 19,37). Il riferimento è alla profezia di Zaccaria: «In quel giorno io mi impegnerò a distruggere tutte le nazioni che verranno contro Gerusalemme. Riverserò sopra la casa di Davide e sopra gli abitanti di Gerusalemme uno spirito di grazia e di consolazione: guarderanno a me, colui che hanno trafitto» (Zc 12,9-10). La croce è il luogo dal quale Gesù salva gli uomini dal veleno del loro peccato che mitridatizza la loro esistenza (cf Gv 3,14).

Il compimento delle profezie
Verso la croce si focalizza l’attenzione di oggi. Le letture sostanziano il rito della venerazione. Dalla profezia di Isaia si traggono robuste indicazioni riguardo la passione di Gesù sulla croce.
«Egli è stato trafitto per le nostre colpe, per le nostre iniquità» (Is 53,5): a causa dei nostri peccati egli è stato trafitto e questo induce alla contrizione. «Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada» (Is 53,6): sulla croce Gesù è pienamente e compiutamente il Buon Pastore, secondo la descrizione che lui stesso ne ha fatto (cf Gv 10). «Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore» (Is 53,10): la sua passione è offerta di sé per compiere la volontà del Padre, è libera adesione al progetto della nostra salvezza in piena consapevolezza (cf Gv 18,4). «Il giusto mio servo giustificherà molti» (Is 53,11): per la sua passione ci è donata la giustificazione. La giustizia di Dio, in Cristo, non giustifica giustiziando, ma rendendo giusti. In questo sta la speranza dei credenti davanti alla croce.