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3. Commento alle Letture – I DOMENICA DI AVVENTO

3 DICEMBRE

I DOMENICA DI AVVENTO Anno B

«… LO DICO A TUTTI: VEGLIATE!»

COMMENTO

Siamo nell’anno B e iniziamo a leggere il vangelo secondo Marco. Questo brano è la conclusione del discorso che Gesù fa sugli ultimi tempi. Il centro è nel verbo «vegliare», in contrasto al dormire, simbolo della pigrizia, che impedisce di agire, per realizzare qualcosa di buono. Il contrappunto è affidato al verbo «ritornare», che si riferisce al padrone.
E partiamo dal ritorno del padrone, che evidentemente è Gesù. La traduzione «ritornerà» può portare fuori strada, inducendo l’idea che il Signore, salendo al cielo, si sia allontanato, che non sia presente nella vita quotidiana del «portiere» e dei «servi», e che ritornerà solo al termine della vita di ciascuno e alla fine dei tempi. Ma i vangeli, e tutto il Nuovo Testamento, sono pieni di espressioni che dicono la presenza attiva di Gesù nella vita della Chiesa. Le due verità non possiamo metterle in alternativa o in contrasto. Dicono entrambe la realtà. Il Cristo, salendo al Padre, non si allontana, ma inaugura un nuovo tipo di presenza, invisibile ma reale; è anche vero che alla fine verrà per raccogliere tutti gli eletti e consegnare il Regno al Padre.
Il verbo tradotto con «ritornerà» in greco è semplicemente «viene», al presente, e l’indicazione delle quattro parti della giornata in cui il padrone «viene», dice che tutti devono essere svegli e pronti ad accoglierlo, in ogni ora del giorno e della notte. Non sa quando viene il padrone solo chi si mette a dormire. Cosa vuol dire questo fuori di parabola? Che Gesù effettivamente incontra i suoi discepoli in ogni ora e si rende visibile attraverso i piccoli e i poveri che hanno bisogno di aiuto, come abbiamo sentito domenica scorsa. Sapendo questo, il portiere, che rappresenta i pastori, e quelli che nella Chiesa hanno un compito particolare di servizio ai fratelli devono aiutare gli altri «servi» a essere svegli e attivi nel bene. Così nessun discepolo è autorizzato ad addormentarsi e impigrirsi nella cura egoistica di sé, trascurando i fratelli.
Può sembrare strano che l’evangelista riferisca che il padrone dà a tutti i servi un «potere». Sì, perché con il Battesimo tutti i cristiani, anche i più deboli e i più poveri, hanno il potere di servire i fratelli, come Gesù, che «non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc 10,45).

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. Potere e missione. Non c’è vocazione e missione senza potere corrispondente. Il cristiano, di fronte al comandamento di amare e servire i fratelli, non può dire: «Non ce la faccio… è più forte di me… non ci riesco…». Equivale a dire che il Signore somiglia a un tiranno che chiede qualcosa di impossibile, per avere l’opportunità di punire. San Paolo traduce così: «Tutto posso in Colui che mi dà la forza» (Fil 4,13).
  1. Vegliate. Il simbolo di questo comando non può essere la sveglia, perché essa autorizza a dormire e risveglia a un’ora prefissata. Il Signore ordina di essere sempre svegli, perché quando lui arriva, a qualunque ora, ci trovi al lavoro sulla missione ricevuta. È sempre e davvero sveglio colui che ama e serve i fratelli, senza interruzione.
  2. Il portiere è il pastore della comunità. Ha il compito di vegliare come tutti in attesa del Signore e, in più, di vegliare sulla comunità; realizza questo secondo compito conoscendo, curando, incoraggiando, esortando, correggendo i fratelli che il Signore gli ha affidati.
  3. Il Signore Gesù parte, ma non ci abbandona e non ci lascia soli e orfani, rimane con noi e ci dona il suo Spirito. L’Eucaristia domenicale è il sacramento che realizza questa verità, perché si prolunga in tutta la settimana, attraverso il contatto con la Parola e la vita fraterna nella comunità.

 

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

La sera, quando andiamo a dormire, decidiamo di servire un fratello o una sorella che abbiamo trascurato.

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2. introduzioni – I DOMENICA di AVVENTO

3 DICEMBRE

I DOMENICA DI AVVENTO Anno B

«… LO DICO A TUTTI: VEGLIATE!»

Iniziamo oggi l’attesa del Messia. A Natale festeggeremo la venuta del Figlio di Dio nella carne. È un periodo di quattro settimane che ci offre l’opportunità di rivedere la nostra vita cristiana e il nostro rapporto con Dio e i fratelli. Ci aiutano la Parola di Dio, che la liturgia ci offre, la celebrazione domenicale, che ci dà forza, la vita fraterna, che ci chiede di allargare il cuore.

PRIMA LETTURA

Se tu squarciassi i cieli e scendessi.
Israele è in esilio a Babilonia e ha bisogno di un redentore, uno che paghi il prezzo della libertà. Nè Abramo, né Giacobbe possono farlo. Il profeta-poeta scrive questa bellissima preghiera e si spinge a chiamare «padre» il Dio d’Israele. Gli chiede perché permette che i suoi fedeli si allontanino da lui e perché i nemici hanno prevalso. Non c’è scoraggiamento, ma riconoscimento dei propri peccati e speranza che il Dio, che li ha liberati dalla schiavitù in Egitto, presto li riporti a Gerusalemme.

SALMO RESPONSORIALE

Dal Salmo 79 (80)

Il salmista dà voce a Israele che sta soffrendo a causa dei nemici. La sua preghiera vuole ricordare quanto il Signore ha operato per il suo popolo e rinnovare la fiducia nel suo intervento che salva.

SECONDA LETTURA

Aspettiamo la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo.
Nella prima lettera ai Corinzi Paolo affronta i problemi sorti nella giovane comunità dopo la sua partenza. In questi versetti iniziali li loda per i doni ricevuti da Dio, ma ricorda che solo il Signore Gesù può sostenerli, perché siano perseveranti nella fede, «sino alla fine».

VANGELO

Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà.
Gesù è giunto al compimento della sua missione. Dopo la passione non sarà più visibile. Marco si rivolge ai cristiani e ai pastori, ripetendo quattro volte il verbo vegliare. Il Signore viene ogni giorno e bisogna essere pronti ad accoglierlo nei fratelli, solo così potremo essere riconosciuti da lui, quando verrà alla fine.

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4. Letture – I DOMENICA DI AVVENTO

3 DICEMBRE

I DOMENICA DI AVVENTO Anno B

«… LO DICO A TUTTI: VEGLIATE!»

PRIMA LETTURA

Se tu squarciassi i cieli e scendessi.
Israele è in esilio a Babilonia e ha bisogno di un redentore, uno che paghi il prezzo della libertà. Nè Abramo, né Giacobbe possono farlo. Il profeta-poeta scrive questa bellissima preghiera e si spinge a chiamare «padre» il Dio d’Israele. Gli chiede perché permette che i suoi fedeli si allontanino da lui e perché i nemici hanno prevalso. Non c’è scoraggiamento, ma riconoscimento dei propri peccati e speranza che il Dio, che li ha liberati dalla schiavitù in Egitto, presto li riporti a Gerusalemme.

Dal libro del profeta Isaia             Is 63,16b-17.19b; 64,2-7

Tu, Signore, sei nostro padre,
da sempre ti chiami nostro redentore.
Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore, cosi che non ti tema?
Ritorna per amore dei tuoi servi,
per amore delle tribù, tua eredità. Se tu squarciassi i cieli e scendessi! Davanti a te sussulterebbero i monti.
Quando tu compivi cose terribili che non attendevamo,
tu scendesti e davanti a te sussultarono i monti.
Mai si udì parlare da tempi lontani, orecchio non ha sentito,
occhio non ha visto che un Dio, fuori di te, abbia fatto tanto per chi confida in lui.
Tu vai incontro
a quelli che praticano con gioia la giustizia e si ricordano delle tue vie.
Ecco, tu sei adirato
perché abbiamo peccato contro di te da lungo tempo e siamo stati ribelli.
Siamo divenuti tutti come una cosa impura, e come panno immondo
sono tutti i nostri atti di giustizia; tutti siamo avvizziti come foglie, le nostre iniquità
ci hanno portato via come il vento. Nessuno invocava il tuo nome,
nessuno si risvegliava per stringersi a te; perché tu avevi nascosto da noi il tuo volto, ci avevi messo in balìa della nostra iniquità.
Ma, Signore, tu sei nostro padre;
noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi siamo opera delle tue mani.

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE

Dal Salmo 79 (80)

Il salmista dà voce a Israele che sta soffrendo a causa dei nemici. La sua preghiera vuole ricordare quanto il Signore ha operato per il suo popolo e rinnovare la fiducia nel suo intervento che salva.

Signore, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

Tu, pastore d’Israele, ascolta,
seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci.

Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.

Sia la tua mano sull’uomo della tua destra,
sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.

SECONDA LETTURA

Aspettiamo la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo.
Nella prima lettera ai Corinzi Paolo affronta i problemi sorti nella giovane comunità dopo la sua partenza. In questi versetti iniziali li loda per i doni ricevuti da Dio, ma ricorda che solo il Signore Gesù può sostenerli, perché siano perseveranti nella fede, «sino alla fine».

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi      1 Cor 1,3-9

Fratelli, grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!
Rendo grazie continuamente al mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della conoscenza. La testimonianza di Cristo si è stabilita tra voi così saldamente che non manca più alcun carisma a voi, che aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. Egli vi renderà saldi sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!

Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO     

Sal 84,8

Alleluia, alleluia.

Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza.

Alleluia.

VANGELO

Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà.
Gesù è giunto al compimento della sua missione. Dopo la passione non sarà più visibile. Marco si rivolge ai cristiani e ai pastori, ripetendo quattro volte il verbo vegliare. Il Signore viene ogni giorno e bisogna essere pronti ad accoglierlo nei fratelli, solo così potremo essere riconosciuti da lui, quando verrà alla fine.

Dal vangelo secondo Marco           Mc 13,33-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

Parola del Signore.

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5. Preghiere di perdono e dei fedeli – I DOMENICA di AVVENTO

3 DICEMBRE

I DOMENICA DI AVVENTO Anno B

«… LO DICO A TUTTI: VEGLIATE!»

RICHIESTE DI PERDONO

    • Signore, ci siamo lasciati distrarre dalle preoccupazioni e dai divertimenti superficiali. Kyrie eleison.
    • Cristo, non siamo riusciti a vivere l’amore fraterno nelle occasioni semplici e quotidiane. Christe eleison.
    • Signore, abbiamo dimenticato le tue promesse e la nostra speranza si è affievolita. Kyrie eleison.

PREGHIERA UNIVERSALE

Il Padre è sempre sveglio per ascoltare le nostre preghiere. Con fiducia presentiamo a lui le nostre richieste per il bene nostro e dei fratelli.
Diciamo insieme: Ascoltaci, o Signore.

  • Affinché la tua Chiesa si renda attenta al mondo, per contribuire alla pace e alla collaborazione di tutti i popoli tra di loro. Preghiamo.
  • Affinché teniamo sempre aperta la porta del nostro cuore per accogliere Gesù nei fratelli che hanno bisogno di aiuto. Preghiamo.
  • Affinché, quando siamo intorpiditi dal nostro egoismo, ci lasciamo risvegliare dal contatto con la tua Parola. Preghiamo.
  • Affinché la nostra comunità, illuminata dalla tua Parola e nutrita dall’Eucaristia diventi sempre più capace di vivere e di testimoniare il Vangelo. Preghiamo.

O Padre, donaci il tuo Spirito che ci aiuti a vegliare per accogliere con fede e amore il tuo Figlio, che viene ogni giorno per salvarci e vive e regna nei secoli dei secoli.

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6. Vignetta di RobiHood – I DOMENICA di AVVENTO

3 DICEMBRE

I DOMENICA DI AVVENTO Anno B

 

«… LO DICO A TUTTI: VEGLIATE!»

 

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

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3. Commento alle Letture – XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

26 NOVEMBRE XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO

(Giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostentamento del clero)

«… L’AVETE FATTO A ME»

COMMENTO

Per comprendere questo brano conviene dimenticare il Cristo del Giudizio Universale della Cappella Sistina, che è un capolavoro, ma presenta un Giudice irato. Michelangelo ha voluto rappresentare specialmente la seconda parte del brano di oggi, ma noi non possiamo mettere in secondo piano il Cristo che dà la vita per i peccatori e alla fine nel giudizio farà prevalere la misericordia.
Il brano del giudizio, a un primo sguardo, sembra molto semplice e chiaro, ma richiede una lettura attenta. Si tratta di una scena giudiziaria, con un giudice, che sottopone a giudizio «tutti i popoli». Ci sono anche i cristiani? Sia i «benedetti» che i «maledetti» dicono di non aver mai conosciuto e incontrato Gesù. Allora, secondo alcuni commentatori, questo giudizio riguarda i pagani; se è vero, con il brano di oggi Matteo ha voluto rispondere a questa domanda: come possono essere salvati quelli che non sono stati battezzati e non hanno conosciuto Gesù?
Per rispondere, assume tutta la sua importanza l’identificazione di Gesù con tutti i piccoli, i poveri e i bisognosi della storia. Il criterio di salvezza rimane Gesù, ma quelli che non lo hanno conosciuto, lo hanno seguito e servito, ugualmente e senza saperlo, nei poveri e nei bisognosi che hanno incontrato lungo la loro vita.
E i cristiani? A maggior ragione e con consapevolezza piena, sono impegnati a compiere le stesse opere di misericordia e, se questo avviene, non avranno bisogno di passare attraverso il giudizio, sono già salvati.
È notevole l’insistenza con cui per quattro volte viene ripetuto l’elenco delle opere da compiere. Così Matteo dice ai cristiani della sua comunità che seguire e servire Gesù non si fa con opere straordinarie, ma nella trama semplice della vita quotidiana, con azioni legate ai bisogni primari del corpo e dello spirito, offrendo, a chi ne ha bisogno, aiuto concreto e accoglienza fraterna.
Possiamo anche concludere che Matteo, rivolgendosi ai cristiani della sua comunità, non ha lo scopo di spaventare con la terribile descrizione della condanna, ma vuole con forza richiamare a tutti come deve vivere un discepolo di Gesù, per realizzare la propria vocazione cristiana e giungere a condividere con lui la gioia del Paradiso.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. Questo brano di vangelo riconosce santi coloro che con amore gratuito hanno considerato e trattato da fratelli tutti i bisognosi e hanno sentito una spinta «naturale» ad aiutarli concretamente. Per noi cristiani è davvero più facile?
  2. Tutti siamo stati creati «a immagine di Dio per la somiglianza». Nonostante il peccato del mondo e quello personale, abbiamo dentro il seme della bontà che ci viene da Dio e il desiderio insopprimibile di realizzare qualcosa di buono nella vita. Orientarci al male richiede lo sforzo di deturpare il nostro volto umano. Fare il bene degli altri esige la fatica della lotta contro le spinte egoistiche presenti anche in noi. Ma in questo secondo sforzo non siamo soli: sono con noi e per noi il Signore e la comunità dei fratelli.
  3. Abbiamo un esame finale sull’amore. In realtà l’esame avviene ogni giorno e, se abbiamo la furbizia che viene dallo Spirito Santo, ogni sera ci esaminiamo da soli: quanto e come abbiamo amato oggi i nostri fratelli bisognosi? Il voto ce lo diamo da soli e il giorno dopo molte occasioni per fare di più e meglio.

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Ogni giorno cerco attivamente un fratello povero e bisognoso a cui farmi vicino con un aiuto concreto.

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2. introduzioni – XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

26 NOVEMBRE XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO

(Giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostentamento del clero)

«… L’AVETE FATTO A ME»

PRIMA LETTURA

Voi siete mio gregge, io giudicherò tra pecora e pecora.
Dopo la distruzione del tempio e la deportazione a Babilonia, sia in Palestina che in esilio, gli Israeliti stanno sperimentando lo smarrimento, la povertà e i soprusi dei prepotenti. Il profeta Ezechiele incoraggia i fedeli con una promessa del Signore: egli stesso sarà il pastore che si prenderà cura di tutti e di ciascuno. Questa profezia avrà compimento con la venuta del Messia.

Dal libro del profeta Ezechiele   Ez 34,1 -12.15-17
Così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine. Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia. A te, mio gregge, così dice il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e pecora, fra montoni e capri.

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE      

Dal Salmo 22 (23)

Chi riconosce il Signore come suo pastore e si lascia guidare da lui, sperimenterà la pienezza di vita e abiterà per sempre nella casa di Dio.

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare.
Ad acque tranquille mi conduce.

Rinfranca l’anima mia,
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

SECONDA LETTURA

Consegnerà il regno a Dio Padre, perché Dio sia tutto in tutti.
A Corinto qualcuno aveva messo in dubbio la realtà della risurrezione di Gesù. Paolo reagisce con forza e riafferma la realtà della risurrezione di Cristo, di cui sono testimoni gli apostoli, tanti altri e lui stesso. Quindi spiega che la potenza della risurrezione di Cristo farà risorgere tutti gli uomini. Cristo risorto, dunque, continua ad agire, per annientare tutti i nemici e consegnare al Padre, alla fine dei tempi, il regno conquistato con la sua morte e risurrezione.

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
1 Cor 15,20-26.28

Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.
Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni potenza e Forza. È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi.
L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte. E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch’egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.

Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO 

Mc 1 ,9.10

Alleluia, alleluia.

Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene,
del nostro padre Davide!

Alleluia.

VANGELO

Siederà sul trono della sua gloria e separerà gli uni dagli altri.
Le opere di carità elencate in questo brano erano conosciute dai rabbini e si trovano anche in altri testi religiosi. Gesù aggiunge la sua identificazione con i poveri bisognosi di aiuto. È un testo molto chiaro per indicare il modo con cui chiunque, ma specialmente i discepoli, devono spendere la propria vita.

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4. Letture – XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

26 NOVEMBRE XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO

(Giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostentamento del clero)

«… L’AVETE FATTO A ME»

PRIMA LETTURA

Voi siete mio gregge, io giudicherò tra pecora e pecora.
Dopo la distruzione del tempio e la deportazione a Babilonia, sia in Palestina che in esilio, gli Israeliti stanno sperimentando lo smarrimento, la povertà e i soprusi dei prepotenti. Il profeta Ezechiele incoraggia i fedeli con una promessa del Signore: egli stesso sarà il pastore che si prenderà cura di tutti e di ciascuno. Questa profezia avrà compimento con la venuta del Messia.

Dal libro del profeta Ezechiele   Ez 34,1 -12.15-17
Così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine. Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia. A te, mio gregge, così dice il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e pecora, fra montoni e capri.

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE      

Dal Salmo 22 (23)

Chi riconosce il Signore come suo pastore e si lascia guidare da lui, sperimenterà la pienezza di vita e abiterà per sempre nella casa di Dio.

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare.
Ad acque tranquille mi conduce.

Rinfranca l’anima mia,
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

SECONDA LETTURA

Consegnerà il regno a Dio Padre, perché Dio sia tutto in tutti.
A Corinto qualcuno aveva messo in dubbio la realtà della risurrezione di Gesù. Paolo reagisce con forza e riafferma la realtà della risurrezione di Cristo, di cui sono testimoni gli apostoli, tanti altri e lui stesso. Quindi spiega che la potenza della risurrezione di Cristo farà risorgere tutti gli uomini. Cristo risorto, dunque, continua ad agire, per annientare tutti i nemici e consegnare al Padre, alla fine dei tempi, il regno conquistato con la sua morte e risurrezione.

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
1 Cor 15,20-26.28

Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.
Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni potenza e Forza. È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi.
L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte. E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch’egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.

Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO 

Mc 1 ,9.10

Alleluia, alleluia.

Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene,
del nostro padre Davide!

Alleluia.

VANGELO

Siederà sul trono della sua gloria e separerà gli uni dagli altri.
Le opere di carità elencate in questo brano erano conosciute dai rabbini e si trovano anche in altri testi religiosi. Gesù aggiunge la sua identificazione con i poveri bisognosi di aiuto. È un testo molto chiaro per indicare il modo con cui chiunque, ma specialmente i discepoli, devono spendere la propria vita.

Dal vangelo secondo Matteo      Mt 25,31-46

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

Parola del Signore.