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3. Annunciare la Parola – 26 dicembre 2021

26 dicembre 2021

SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE
Domenica fra l’ottava di Natale

Gesù cresceva in sapienza, età e grazia

PER RIFLETTERE E MEDITARE

Si conosce pochissimo della giovinezza e della vita in famiglia di Gesù prima della sua vita pubblica. Il racconto di Luca che ricorda l’episodio del pellegrinaggio al tempio del preadolescente Gesù apre qualche spiraglio sulla vita e sui rapporti reciproci nella famiglia di Nazaret.

Pellegrini al tempio di Gerusalemme
Maria e Giuseppe, quando Gesù ha 12 anni, decidono di condurlo con loro al tempio.
Vogliono coinvolgerlo in quella loro esperienza religiosa importante per ogni ebreo.
La strada la fanno in carovana. Il viaggiare insieme, a gruppi di parenti e conoscenti, dà sicurezza e lascia i ragazzi piuttosto liberi. Sulla strada del ritorno però, dopo un giorno di cammino, Maria e Giuseppe si accorgono che Gesù non è con loro.
Il piccolo dramma si conclude dopo tre giorni nel tempio, dove i genitori ritrovano Gesù con i maestri della legge, tutto interessato ad ascoltarli e a interrogarli.
La reazione di Maria e di Giuseppe e l’affanno con cui l’hanno cercato fanno pensare che il comportamento di Gesù finora sia stato assolutamente normale. Ad essi quella di Gesù appare come una scappatella fatta da un ragazzo vivace che incomincia a dare qualche problema alla famiglia. Maria in particolare parla a Gesù con l’affanno di una madre che si stupisce e che continua a trattare suo figlio come un bambino, nonostante che sia già tanto cresciuto da cominciare ad avere una sua personalità.
La risposta di Gesù però coglie Maria e Giuseppe assolutamente di sorpresa. «Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ed è la prima rivelazione esplicita della coscienza che il ragazzo Gesù dimostra di avere di se stesso.
La nascita nella stalla, la sua infanzia e il suo comportamento normale hanno fatto dimenticare a Maria e a Giuseppe l’Annunciazione e la parola degli angeli e dei profeti? Gesù si dichiara a loro Figlio di Dio, al di là di qualsiasi legame umano.

Una famiglia come tante
I Vangeli dell’infanzia di Gesù ci presentano la famiglia di Nazaret quotidianamente alle prese con le difficoltà proprie di una famiglia concreta, che conosce la povertà e l’esilio, la fatica del lavoro e della casa. Nell’episodio di Gesù al tempio troviamo Maria e Giuseppe che, come tutti i genitori, incominciano ad avere le prime difficoltà educative nei confronti del loro figlio che sta crescendo.
I figli non sempre accettano docilmente di fare le stesse esperienze religiose dei genitori, e non è detto che sia sempre opportuno, ma quando qualcosa può o deve essere fatto anche dai figli, essi restano meglio coinvolti, quando osservano il modo di fare e di vivere la fede dei genitori. E Gesù appare estremamente felice di recarsi pellegrino al tempio. L’esperienza lo prende così tanto che “disobbedisce”, obbligando papà e mamma a cercarlo per tre giorni.
Il comportamento di Gesù è quello di un normale preadolescente che sente il bisogno di affermare la propria personalità e di fare nuove esperienze. Come ogni preadolescente, egli non intende semplicemente disobbedire o dare un dispiacere ai genitori, ma incomincia a sentire di avere una personalità propria, e decide che è giunto il momento di farlo sapere anche agli altri.
Il dialogo tra Gesù e Maria rivela però il senso profondo di quella scappatella. Maria e Giuseppe sembra che non capiscano le parole di Gesù. Maria però conserva dentro di sé ogni cosa, meditando su questi avvenimenti. E questo episodio segnerà una svolta anche nella sua vita. Gesù, che tanto ha ricevuto finora da lei, da questo momento aiuterà la madre a crescere nella fede e a comprendere fino in fondo le parole pronunciate dall’angelo Gabriele.

Chi diventerà questo ragazzo?
Tutto l’andamento dell’episodio fa pensare che in quella famiglia ci sia stato un clima di grande rispetto reciproco, di fiducia, di non soffocamento. Ogni ragazzo a un certo punto tende a costruirsi progetti di vita personali e gli adulti dovrebbero aprirsi nei loro confronti senza spegnere i loro progetti, rendendo possibili quelle piccole esperienze che li aiutano a crescere nella conquista della propria libertà e maturità.
Gesù a Nazaret ritorna per obbedire. Il preadolescente Gesù è cambiato: pensa con la propria testa, sente di avere diritto a una certa autonomia. Tuttavia obbedisce, come ogni ragazzo della sua età.
Ogni preadolescente infatti, nonostante la disobbedienza e l’insofferenza che lo spingono a battere i piedi, è sempre facile a piegarsi. Nessuno dovrebbe però approfittare di questa inferiorità, di questa fragilità dovuta alla sua personalità ancora in fase di crescita. In ogni preadolescente è già viva l’immagine dell’uomo di domani: chi sarà quel ragazzo apparentemente mite e infantile che ogni tanto dice delle cose che lasciano di stucco? Quali sono i progetti che Dio ha su di lui?

UN FATTO – UNA TESTIMONIANZA

A differenza di ciò che scrive Luca nel suo Vangelo, nel film Io sono con te di Guido Chiesa, una pellicola originale su Maria e la famiglia di Nazaret, quando la carovana riparte e ci si accorge che lui non c’è, tutti sono in ansia, soprattutto i parenti più stretti di Giuseppe, che appaiono addirittura irritati per la disobbedienza del ragazzo che sta portando disagio a tutta la carovana, costringendoli ad andare a cercarlo. Solo Maria e lo stesso Giuseppe non sembrano scomporsi. Vanno a cercarlo, ma appaiono sereni, convinti che Gesù è un ragazzo responsabile delle proprie azioni. Come a dire: se è rimasto là, ha certamente avuto le sue buone ragioni.

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4. Parola da Vivere – 26 dicembre 2021

26 dicembre 2021

SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE
Domenica fra l’ottava di Natale

Gesù cresceva in sapienza, età e grazia

COMMENTO

Ci troviamo di fronte a un brano molto complesso e poco comprensibile. Proviamo a dare una chiave di lettura che possa aprire almeno un po’ i tesori di questo testo.
Gesù ha 12 anni, è diventato adulto di fronte alla Legge e sale a Gerusalemme. Rimane volontariamente e lascia partire i suoi, che non se ne accorgono. Fa da maestro ai maestri e spiega a Maria e a Giuseppe di dover stare con suo Padre. Ma essi non comprendono. L’incapacità di Maria e di Giuseppe a comprendere l’insegnamento di Gesù attraverserà tutta la vita pubblica del Messia, quando a non capire saranno i discepoli, fino a dopo la risurrezione. Così Luca invita i cristiani a conoscere il Signore e offre una pista di crescita nella comprensione dell’identità di Gesù e della sua missione messianica.
L’evangelista, dunque, conclude il vangelo dell’infanzia con una misteriosa allusione al completamento della missione di Gesù da adulto: la sua risurrezione e ascensione al cielo. Gesù-ragazzo volontariamente si ferma a Gerusalemme, come volontariamente si offrirà alla croce. Per tre giorni rimane nel tempio come nel sepolcro.
«Perché mi cercavate?» è l’anticipazione della domanda che gli angeli faranno alle donne nel sepolcro vuoto. Il rimprovero a Maria e a Giuseppe, perché non hanno capito che lui deve “stare” sempre con il Padre, ha tre significati: indica che è il Padre il luogo in cui Gesù abita da sempre e per sempre (e temporaneamente nel Tempio di Gerusalemme); annuncia che il cuore della sua missione consiste nel realizzare la volontà del Padre; infine anticipa il senso della sua ascensione: tornare al Padre.
Il ritorno a Nazaret è il tempo del silenzio di Gesù, che si allena a obbedire al Padre, obbedendo a Maria e Giuseppe, e della meditazione amorosa di Maria.
Anche noi nella nostra vita ci troviamo come Maria e Giuseppe in situazioni di cui non riusciamo a comprendere il senso e il valore. È normale. Maria ci indica una strada che ci può aiutare: non pretendere di capire tutto subito; restare saldi nella fede riguardo all’amore di Dio; registrare nella mente e nel cuore gli avvenimenti; leggerli
alla luce della parola di Dio; pregare e chiedere lumi allo Spirito Santo. Quando meno ce lo aspettiamo, è possibile che il Signore si faccia comprendere più chiaramente.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. Gesù abita in suo Padre. Per far capire questo a Maria e Giuseppe, rimane a Gerusalemme. Non è la ribellione di un ragazzo, ma il distacco necessario per aiutare i genitori a comprendere che lui ha un riferimento più alto da seguire e una missione da svolgere, lontano da loro.
  2. Gesù ascolta, interroga e risponde. Non è una successione casuale, e non riguarda solo i ragazzi e i giovani nei confronti degli adulti. Nei rapporti con gli altri dice il primato dell’ascolto, la legittimità delle domande, la necessità di rispondere.
  3. Giuseppe e Maria non comprendono la vocazione di Gesù. Devono camminare e crescere nella fede. I genitori e gli educatori sono invitati a chiedersi se nei confronti dei ragazzi hanno fiducia nel loro futuro e nelle loro capacità e se accettano che il primo riferimento non sono loro, ma Dio stesso.
  4. Gesù, obbedendo a Maria e Giuseppe, si allena a obbedire al Padre. Forse, anche per noi, l’ascolto attento e attivo dei fratelli è un buon allenamento per ascoltare, capire e obbedire a Dio.

PROPOSTA DI IMPEGNO PER LA SETTIMANA

Trovare un momento per pregare insieme, tutta la famiglia.


Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2018

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5. Perdono e Preghiere dei Fedeli – 26 dicembre 2021

26 dicembre 2021

SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE
Domenica fra l’ottava di Natale

Gesù cresceva in sapienza, età e grazia

RICHIESTA DI PERDONO

  • Gesù Signore, che al tempio di Gerusalemme ti sei rivelato Figlio del Padre, abbi pietà di noi.
  • Cristo, che sei vissuto come uomo in una famiglia, abbi pietà di noi.
  • Signore Gesù, che ti sei fatto obbediente a Maria e a Giuseppe, abbi pietà di noi.

PREGHIERA UNIVERSALE

Celebrante. Nella festa della Santa Famiglia di Gesù affidiamo al Padre della vita le speranze e le preoccupazioni delle nostre famiglie.
Dio della vita, ascoltaci.

  • Preghiamo per la Chiesa: nelle sue iniziative a favore della famiglia venga ascoltata dai fedeli e da chi governa il nostro paese, preghiamo.
  • Per i fidanzati che si preparano con fiducia al matrimonio, perché sia feconda la loro preparazione e la vita che intendono condividere nell’amore, preghiamo.
  • Preghiamo per le famiglia in difficoltà, per quelle che si sono divise, per quelle provate dalla povertà, preghiamo.
  • Per tutti noi, perché non ci stanchiamo di accompagnare i ragazzi alla fede in famiglia e a catechismo, preghiamo.

Celebrante. O Signore nostro Dio, Padre di tutti, dona alle nostre famiglie di vivere nell’amore e nella accoglienza reciproca. Per Cristo nostro Signore.

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6. Vignetta di RobiHood – 26 dicembre 2021

26 dicembre 2021

SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE
Domenica fra l’ottava di Natale

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

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2. Letture e introduzioni – 19 dicembre 2021

19 dicembre 2021

4ª DOMENICA DI AVVENTO

Beata Colei che ha creduto 

Siamo ormai alla vigilia del Natale. Maria ci prepara a vivere l’attesa come l’ha vissuta lei, nel servizio e nella disponibilità ad accogliere la novità inaudita della nascita nella carne del Figlio di Dio. La vergine Maria impara presto a vivere il Vangelo e a seguire il Figlio Gesù che porta nel suo seno. Giovanissima, affronta coraggiosa un lungo viaggio per assistere Elisabetta, che la accoglie come «la madre del mio Signore».

PRIMA LETTURA
Da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele.    
I tempi sono difficili, dice Michea, e la situazione è senza speranza. Ma il Signore interverrà e ci sarà un termine. «Colei che deve partorire» assicurerà una discendenza al regno di Davide. Il successore nascerà nel villaggio di Betlemme, la stessa località in cui è nato il re Davide.

 Dal libro del profeta Michea.                                 Mic 5,14a

Così dice il Signore:
«E tu, Betlemme di Èfrata,
così piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me
colui che deve essere il dominatore in Israele;
le sue origini sono dall’antichità, dai giorni più remoti.
Perciò Dio li metterà in potere altrui,
ùfino a quando partorirà colei che deve partorire;
e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli d’Israele. Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore, con la maestà del nome del Signore, suo Dio.
Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande
fino agli estremi confini della terra. Egli stesso sarà la pace!».
Parola di Dio.

 SALMO RESPONSORIALE                        Dal Salmo 79 (80)
Il salmista prega per smuovere il Signore e ottenere il suo aiuto. Lo invita a volgere il suo sguardo sulla condizione umana. Allora gli sarà fedele e lo invocherà.

Rit. Signore, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

Tu, pastore d’Israele, ascolta, seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci.

Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.

Sia la tua mano sull’uomo della tua destra,
sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.

 

SECONDA LETTURA
Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà.    
Milioni di animali sacrificati nei tanti riti compiuti dagli ebrei per secoli non sono serviti a eliminare il peccato e a riconciliare l’umanità con Dio. Ecco allora farsi avanti il Figlio di Dio, che assume un corpo e si mette interamente nelle mani del Padre per fare fino in fondo la sua volontà.

 Dalla lettera agli Ebrei.                                                                                     Eb 10,5-10

Fratelli, entrando nel mondo, Cristo dice: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato.
Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato.
Allora ho detto: “Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà”».
Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato», cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: «Ecco, io vengo per fare la tua volontà». Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.
Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO         Lc 1,38

Alleluia, alleluia.

Ecco la serva del Signore:
avvenga per me secondo la tua parola.

Alleluia.

 VANGELO

A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?                                                

Pochi giorni fa abbiamo contemplato Maria nei suoi privilegi, ora la vediamo nella sua operosità, impaziente di venire in soccorso all’anziana Elisabetta. Lascia Nazaret e si reca da lei in tutta fretta per assisterla nella sua maternità. Tra Maria ed Elisabetta il dialogo si fa profezia e Maria pronuncia il suo Magnificat.

 

Dal vangelo secondo Luca.                                                                                            Lc 1,39-45

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Parola del Signore.

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3. Annunciare la Parola – 19 dicembre 2021

19 dicembre 2021

4ª DOMENICA DI AVVENTO

Beata Colei che ha creduto 

PER RIFLETTERE E MEDITARE

Da pochi giorni abbiamo celebrato Maria come Immacolata. Oggi Maria ci viene già proposta come modello di vita cristiana. Infatti subito dopo l’annuncio dell’Angelo la giovane Maria «si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda». Affronta un lungo viaggio e raggiunge Ain-Karin, città della Giudea, per mettersi a servizio di una parente anziana che sta anche lei per diventare madre.

Camminare, incontrarsi, annunciare
Maria si ritrova la fede di chi si è incontrata con Dio, di chi ha ricevuto a sorpresa un annuncio di una grandezza smisurata che la coinvolge e ora ha bisogno di uscire, di donarsi, è impaziente di comunicare la sua gioia. Di confrontare la propria fede con quella di Elisabetta. È ciò che si verifica ogni volta che Dio entra in una vita.
L’episodio è una testimonianza viva della personalità di Maria, ma anche il riconoscimento della venerazione che già la Chiesa primitiva aveva verso di lei.
Nella fede e nell’agire di Maria troviamo il comportamento ideale e corretto di ogni vero discepolo. Maria si fa missionaria come Gesù. Non calcola sacrificio e fatica, affronta un viaggio impegnativo e tanti giorni di servizio per donare agli altri suo Figlio ancor prima che nasca.
Camminare, incontrarsi, annunciare una gioia sorprendente sono le azioni tipiche, quasi le parole d’ordine di ogni annunciatore del Vangelo. Sono le parole coniugate da Maria nella sua visitazione.
C’è chi ha voluto sottolineare che in questo episodio l’atto di carità e di servizio, compiuto da Maria nei confronti di Elisabetta sia in fondo il fatto meno significativo.
Luca presenta infatti Maria come la nuova arca dell’alleanza. «A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?», dice Elisabetta. Espressione molto simile a quella pronunciata da Davide quando trasportò l’arca dell’alleanza a Gerusalemme. Come l’arca, anche Maria rimane tre mesi in casa di Zaccaria. Arca che viene accolta con una processione festosa, con canti e danze (2Sam 6,10-11). Maria fa sussultare di gioia il piccolo Giovanni nel ventre di Elisabetta.

Madre dei credenti
Maria appartiene alla categoria degli strumenti umili, eppure è con lei che Dio compie la sua opera di salvezza. È grazie a lei che si realizza l’evento più straordinario della storia, l’incarnazione del Figlio di Dio. Elisabetta la proclama «beata» perché «ha creduto a ciò che il Signore le ha detto». La grandezza di Maria è infatti legata alla sua fede. Come Abramo, Maria si è fidata di Dio, non gli ha negato nulla, non si è fermata neanche davanti all’inspiegabile: per questo può essere definita “madre dei credenti”. Maria è il primo sì deciso ai progetti di Dio sull’umanità, la prima risposta positiva del nuovo popolo che nascerà dalla parola di Gesù. Dio ha trovato finalmente una piena disponibilità nella persona di una quindicenne, che si mette a sua disposizione senza riserve e accetta di diventare la Madre del suo Figlio.
Il brano di Vangelo che ci viene proposto oggi non lo riporta, ma la visitazione si conclude con l’inno di lode al Signore che Luca pone sulle labbra di Maria. Essa è consapevole delle meraviglie operate dal Signore in lei ed esce nel canto del “Magnificat”. «Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente», dice Maria: il Signore «ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata» (Lc 1,48-49).

Dio ha bisogno degli uomini
«Dio ha bisogno degli uomini», dice il titolo di un vecchio film. La scelta di Maria ci fa riflettere in questa vigilia di Natale su come continua a rendersi presente il Figlio di Dio nella nostra umanità. Perché c’è tanta gente che lo aspetta, in ogni angolo della terra. Persone che non ne hanno mai sentito nemmeno pronunciare il nome. Anche vicino a noi, nei nostri quartieri, nelle nostre case, ci sono persone a cui una presenza significativa di Gesù non è ancora arrivata, per le quali Gesù non è praticamente nessuno.
È dunque una giornata missionaria il Natale, se si vuole che questo giorno non sia soltanto un bel presepe, ma un’occasione per rendere nuovamente presente e operante il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio.
Il Natale è ormai alle porte e probabilmente molti di noi pensano già ai regali che devono fare per metterli davanti al presepe o sotto l’albero e rendere felice qualcuno. «La nostra gioia non è piena se non quando la vediamo negli occhi di coloro che amiamo», ha detto il gesuita François Varillon. Un bel messaggio natalizio che è circolato per le città dice: «Il più bel regalo è essere importante per qualcuno». Almeno a Natale pensiamo a quanto siamo importanti per il Figlio di Dio che per amore si fa bambino per esserci vicino. Ma anche noi proviamo a far capire almeno a qualcuno, magari a chi ci è meno facile da amare, quanto sia importante per noi.

UN FATTO – UNA TESTIMONIANZA

«Ciascuna delle creature uscite da Te ti porta, o Signore, la sua testimonianza di gratitudine: gli angeli il loro canto, i cieli la stella, i magi i loro doni, i pastori la loro ammirazione, il deserto il presepio, e noi uomini una Madre Vergine» (dai Vespri del 24 dicembre della liturgia bizantina).

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4. Parola da Vivere – 19 dicembre 2021

19 dicembre 2021

4ª DOMENICA DI AVVENTO

Beata Colei che ha creduto 

COMMENTO

Maria ha appena detto “sì” all’angelo e ancora non si rende ben conto di che cosa le ha cambiato la vita. Sa solo di essere l’umile portatrice del più grande dono di Dio all’umanità, Gesù, suo figlio e figlio di Dio. Luca narra una bella scena di vita di famiglia, ma la sua intenzione va molto più in profondità. È giusto, infatti, e anche commovente ammirare la prontezza della carità di Maria che affronta un viaggio faticoso e rischioso perché, avendo saputo dall’angelo Gabriele che Elisabetta, ormai anziana, aspetta un bambino, è convinta che può aver bisogno del suo aiuto. Ma questa è una piccola cosa, perché certamente ci sono parenti e vicine più mature di Maria, pronte ad aiutare l’anziana gestante.
Il dialogo delle due madri in attesa, però, ci fa salire a un piano profetico e teologico molto più denso e ricco. L’angelo ha detto a Maria che «nulla è impossibile a Dio» e le ha dato come segno la maternità di Elisabetta. Maria comprende allora che le due maternità sono collegate nel progetto di Dio e si muove proprio per realizzare questo collegamento che il Signore le ha fatto conoscere.
Quando Maria offre il saluto di pace, «shalom», Luca attira la nostra attenzione su due frutti immediati: Giovanni sussulta nel grembo ed Elisabetta viene riempita di Spirito Santo. Giovanni, feto di sei mesi, riconosce il suo Signore cui dovrà preparare la strada; Elisabetta benedice Maria e il suo bambino e nello stesso tempo, animata dallo Spirito, esprime la grande gioia di inchinarsi umilmente davanti al figlio di Maria perché è il Signore. Davvero Elisabetta profetizza e parla a nome di Dio, mentre dichiara «beata» Maria a motivo della sua fede: ha creduto nella completa realizzazione della parola del Signore.
Luca ci conduce così a comprendere che qui si incontrano i due Testamenti: il Primo, rappresentato da Elisabetta, che porta l’ultimo e il più grande dei profeti, Giovanni; il Nuovo, rappresentato da Maria, che porta il Messia atteso, colui che nel suo sangue inaugurerà la Nuova Alleanza.
Elisabetta testimonia che le profezie si sono compiute, che davvero Maria è la madre del Messia, che rende finalmente vero il Primo Testamento (senza Gesù, infatti, esso sarebbe incompiuto e in fondo portatore di promesse non realizzate).
Maria, da parte sua, nella testimonianza di Elisabetta coglie il significato di quello che avvenuto: al Signore è piaciuta la sua fede e per questo le è stata affidata la missione di essere madre del Salvatore. Tale beatitudine è sua per sempre (ma non solo sua, anche di tutti coloro che si fidano di Dio senza riserve) e sarà confermata da Gesù quando, rispondendo a una donna la quale aveva “beatificato” la madre, perché gli aveva dato il latte, disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano» (Lc 1 ,28). A Maria, più di tutti, appartiene questa beatitudine, perché in lei la Parola si è fatta carne e con la sua fede si è assimilata al Figlio, rendendo eterno il suo sì all’angelo. Proprio quel sì che, passando attraverso la croce (dove la maternità della nuova Eva si allarga a tutto il corpo del Figlio, la Chiesa), trova il suo compimento nell’abbraccio eterno con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
Maria continua oggi a visitare ogni “Elisabetta” di questo mondo, cioè tutti coloro che sperano e pregano nell’attesa del Salvatore. Essi hanno già ricevuto da Dio il dono della fecondità: ciò significa che, dopo essere passati attraverso la sofferenza di credersi sterili, cioè incapaci di generare il bene, hanno riconosciuto che il Signore a tutti ha fatto dono del suo Spirito, perché possano portare frutti di conversione e di testimonianza per chi non crede e non spera più.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. Maria si muove in fretta, lascia la sua vita, il suo paese e i suoi programmi e corre per aiutare Elisabetta. È icona e vertice della Chiesa, la quale, portando Cristo, ha la missione di correre per offrire aiuto e salvezza all’umanità bisognosa.
  2. Due bambini, ancora in gestazione, ai quali è affidata la profezia e la realizzazione della salvezza. Bambini: vite che chiedono di nascere, di essere accolti e poi nutriti, educati, il tutto con amore. Chiedono molto e portano molto di più.
  3. Due madri, due figli: non più atteso uno, sconvolgente l’altro. Accolti nella gioia e nella fede. Ogni madre è un’arca dell’alleanza tra Dio e l’umanità. Ogni madre, è benedetta e beata, perché portatrice di un figlio dell’uomo, sì, ma prima ancora di Dio.
  4. Giovanni coglie prima di sua madre la presenza del Messia. I bambini sono antenne della vita, non parlano ma sono in sintonia con Dio e con la vita; sintonia che trasmettono a chi li sa ascoltare con amore e con attenzione. I bambini indicano la strada per salvare questo nostro mondo.

PROPOSTA DI IMPEGNO PER LA SETTIMANA

Portiamo la pace a un parente, amico o conoscente che non sta bene o vive qualche difficoltà particolare.


Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2018

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5. Perdono e Preghiere dei Fedeli – 19 dicembre 2021

19 dicembre 2021

4ª DOMENICA DI AVVENTO

Beata Colei che ha creduto 

RICHIESTA DI PERDONO

  • Signore Gesù, formato nel cuore di Maria per essere accolto nel tuo Natale, abbi pietà di noi.
  • Cristo, messia atteso, aumenta la nostra debole fede in questo tempo di grazia, abbi pietà di noi.
  • Signore Gesù, che vuoi rinascere nella nostra umanità ferita e distratta, abbi pietà di noi.

PREGHIERA UNIVERSALE

Celebrante. Fratelli e sorelle carissimi, di fronte a Maria, Elisabetta ha riconosciuto la sua divina maternità. Accogliamo anche noi Maria in questi giorni di vigilia, e le chiediamo di intercedere per noi.

Vieni, Signore Gesù, per le mani di Maria.

  • Per la Chiesa, perché sia pronta a celebrare l’incarnazione del Figlio di Dio e a donarlo nella fede alla gente del nostro tempo, preghiamo.
  • Per i cristiani, perché in questi giorni sentano come Maria il desiderio di rendersi vicini a chi è in difficoltà e attende la nostra solidarietà, preghiamo.
  • Per la nostra comunità, perché a imitazione di Maria e di Giuseppe sia pronta ad accogliere i sorprendenti progetti di Dio e a rispondere con generosità, preghiamo.

Celebrante. O Padre, che facendoti uomo ci hai comunicato una gioia inattesa e senza misura, aiutaci a essere testimoni tra gli uomini del nostro tempo del grande mistero del tuo amore. Per Cristo nostro Signore.

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6. Vignetta di RobiHood – 19 dicembre 2021

19 dicembre 2021

4ª DOMENICA DI AVVENTO

Beata Colei che ha creduto 

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco