Autore: Valter Rossi
3. Commento alle Letture – 13 OTTOBRE – XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
13 OTTOBRE
XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
«POI VIENI E SEGUIMI!»
COMMENTO
Proviamo a leggere questo brano dal punto di vista di questa persona adulta (solo Matteo lo presenta come «giovane») e degli apostoli.
Era a posto, faceva tutto bene, glielo dicevano gli altri e se lo diceva anche da solo. Ma dentro di sé aveva una strana inquietudine e si domandava: «Ma è tutto qui? È così facile andare in Paradiso? Mi sembra che manchi qualcosa e nessuno mi dà una risposta. Anzi mi prendono in giro, perché non mi accontento di essere bravo e pure benedetto dal Signore, visto che sono ricco». Questi pensieri lo agitavano, ma quando ha sentito parlare di un nuovo maestro, si è messo subito in viaggio per presentare i propri dubbi. È incoraggiato dai discorsi di Gesù, dalla sua predicazione sul Regno e, quando lo incontra, comincia dalla domanda fondamentale: «Cosa devo fare per arrivare in Paradiso?». È chiaro che da questa domanda dipendono tutte le altre scelte che si possono fare nella vita, perché ci sono scelte che ti portano verso Dio e altre che te ne allontanano.
La prima risposta di Gesù è la stessa che gli davano gli altri: «Osserva i comandamenti!». Un po’ deluso, lui gli dice che fin da ragazzo li ha osservati e continua a farlo, ma non gli basta.
A questo punto avviene una cosa straordinaria: Gesù lo fissa, cioè gli legge dentro al cuore e vede che ha detto il vero, ma è profondamente inquieto, il suo cuore desidera qualcosa di più nel rapporto con Dio. L’espressione che usa Marco, «lo amò», non significa che prima non lo amava, ma che il Signore ha visto in lui una disposizione speciale a fare qualcosa di diverso per Dio e quindi ha intuito che ci poteva essere con lui una sintonia speciale.
E allora Gesù gli offre una rivelazione e una proposta. Prima lo aiuta a comprendere che la sua inquietudine interiore deriva dal fatto che sta facendo una vita “normale”, e invece il suo cuore desidera qualcosa di speciale, di cui sente la mancanza. Poi arriva la proposta: vendere le sue case e i suoi terreni che lo tengono legato a tante incombenze, distribuire il ricavato ai poveri e così somigliare a Dio, e infine seguire lui, che gli avrebbe aperto gli orizzonti di una vita spesa totalmente per gli altri e per Dio, predicando il Vangelo e somigliando sempre più al suo maestro.
Qui scoppia il dramma interno. Egli tutto questo lo capisce, si rende conto che la proposta di Gesù è l’unica risposta vera alla sua inquietudine, ma mette sull’altro piatto della bilancia quello che deve lasciare e dolorosamente sente di non averne il coraggio. Per questo se ne va triste. Se avesse colto nella risposta di Gesù un giudizio negativo su di lui, una pretesa eccessiva e strana, se ne sarebbe andato con un’alzata di spalle o con una risata. Invece è scuro in volto e triste, cioè si sente incapace di realizzare quello che il suo cuore ha desiderato a lungo. E sa che da ora in poi nessuno potrà liberarlo dalla tristezza, perché ha rifiutato liberamente la proposta giusta per la sua vita. Il Vangelo non ne parla più, ma possiamo sperare che più tardi si sia ravveduto.
Gli apostoli, quando sentono che i ricchi difficilmente entrano nel Regno di Dio, restano sgomenti: la ricchezza materiale era segno della benedizione di Dio, e magari anche loro hanno fatto un pensierino per se stessi su questo. Gesù ribadisce la difficoltà quando dice che solo la potenza di Dio può salvare quel tipo di persone. Così Pietro, magari spinto dai suoi amici, pensa di presentare a Gesù un piccolo conto da pagare: «Abbiamo già fatto tanto per te e per il Regno, quale ricompensa avremo?». La risposta di Gesù è spiazzante, ma sarà compresa solo dopo la risurrezione: il centuplo è possibile riceverlo e sperimentarlo solo nella comunità dei battezzati; fanno parte del “contratto” anche le persecuzioni; la vita eterna è la ricompensa che viene direttamente da Dio. Probabilmente gli apostoli, quando capiranno che Gesù giorno per giorno comunica tutto se stesso, si vergogneranno un po’ di aver pensato e chiesto una ricompensa.
La promessa di Gesù agli apostoli oggi sembra non realizzata nella Chiesa. Un piccolo segno è dato dalle comunità di vita religiosa, e non sempre. Lo spostamento della ricompensa sul piano del rapporto personale con Gesù è certamente valida in assoluto, ma la mancanza sul piano ecclesiale stride dolorosamente con il Vangelo. Abbiamo fiducia nell’azione dello Spirito Santo che, suscitando varie piccole comunità fraterne di laici, offre a tutta la Chiesa una chiara indicazione della strada da percorrere.
SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA
- Quest’uomo si presenta a Gesù con la domanda che lo pungola da sempre: come arrivare alla salvezza. Noi a volte mettiamo questa domanda in secondo piano e ci lasciamo occupare mente e cuore, ci lasciamo togliere la serenità, da domande, problemi e desideri marginali. Il desiderio della salvezza, messo al cuore di ogni altra domanda, ispira le risposte giuste.
- Osservare i comandamenti. Per quell’uomo è una risposta conosciuta, vissuta e insufficiente. E per noi? Possiamo dire, almeno, di osservare i comandamenti? E se sì, ci accontentiamo?
- «Vendi tutto… ai poveri… tesoro in cielo…». Vale per tutti, religiosi e laici, in modi diversi. Tutto quello che possediamo serve per vivere di amore e di generosità. A nessuno è consentito di vivere solo per se stesso e per la propria “famiglia”.
- Gesù promette il centuplo. Lui mantiene le promesse. Se non ne facciamo esperienza è perché non abbiamo costruito vere comunità di fratelli, che si amano come lui ci ha insegnato.
PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA
Condividere qualche nostra “ricchezza” (non solo in denaro) con chi ne ha bisogno.
2. introduzioni – 13 OTTOBRE XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
13 OTTOBRE
XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
«POI VIENI E SEGUIMI!»
Cosa fare per ereditare la vita eterna? È la domanda più importante della vita e insieme a «un tale» la facciamo anche noi al Signore. Chi dimentica questa domanda o la mette dietro a tante altre, perde il senso della vita e le motivazioni più profonde per le scelte importanti. L’osservanza dei comandamenti è fondamentale, ma apre strade più belle e impegnative per crescere nell’amore: il vertice è camminare sulle orme di Gesù.
PRIMA LETTURA
Al confronto della sapienza stimai un nulla la ricchezza.
L’autore mette sulle labbra di Salomone una verità universale: la sapienza, come gusto delle cose di Dio e capacità di discernere il bene dal male, non si acquista per eredità o studio, è dono di Dio. Chi prega sinceramente ed è disposto a seguire la parola di Dio certamente la riceve e sperimenta che, insieme a lei, gli vengono concessi dal Signore tutti i beni necessari alla salvezza.
SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 89 (90)
Il salmista prega accoratamente e chiede a Dio un cuore saggio, per condurre una vita buona e accogliere la benedizione del Signore.
SECONDA LETTURA
La parola di Dio discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
L’autore in pochi tratti presenta alcune caratteristiche della parola di Dio: viva, perché porta la vita; efficace, perché cambia i cuori; penetra nel profondo e separa nell’intimo di ciascuno il bene dal male; è luce che permette di giudicare se stessi in vista della conversione.
VANGELO
Vendi quello che hai e seguimi.
Siamo nei capitoli in cui Marco ha raccolto gli insegnamenti morali per coloro che vogliono diventare discepoli. L’incontro con un tale, ricco, il confronto con i discepoli e la risposta a Pietro convergono in una richiesta impegnativa per tutti: per essere veri discepoli, non basta osservare i comandamenti, ma è necessario staccarsi dai propri beni e condividerli con i poveri. La ricompensa è ricevuta già in questo mondo.
4. Letture – 13 OTTOBRE 2024 – XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
13 OTTOBRE
XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
«POI VIENI E SEGUIMI!»
PRIMA LETTURA
Al confronto della sapienza stimai un nulla la ricchezza.
L’autore mette sulle labbra di Salomone una verità universale: la sapienza, come gusto delle cose di Dio e capacità di discernere il bene dal male, non si acquista per eredità o studio, è dono di Dio. Chi prega sinceramente ed è disposto a seguire la parola di Dio certamente la riceve e sperimenta che, insieme a lei, gli vengono concessi dal Signore tutti i beni necessari alla salvezza.
Dal libro della Sapienza Sap 7,7-1
Pregai e mi fu elargita la prudenza, implorai e venne in me lo spirito di sapienza.
La preferii a scettri e a troni, stimai un nulla la ricchezza al suo confronto, non la paragonai neppure a una gemma inestimabile, perché tutto l’oro al suo confronto è come un po’ di sabbia e come fango sarà valutato di fronte a lei l’argento.
L’ho amata più della salute e della bellezza, ho preferito avere lei piuttosto che la luce, perché lo splendore che viene da lei non tramonta.
Insieme a lei mi sono venuti tutti i beni; nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 89 (90)
Il salmista canta la bellezza della famiglia costruita sull’obbedienza alla parola di Dio e su un amore fedele, che diventa fecondo.
Il salmista prega accoratamente e chiede a Dio un cuore saggio, per condurre una vita buona e accogliere la benedizione del Signore.
Saziaci, Signore, con il tuo amore:
gioiremo per sempre.
Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Rendici la gioia per i giorni in cui ci hai afflitti,
per gli anni in cui abbiamo visto il male.
Si manifesti ai tuoi servi la tua opera
e il tuo splendore ai loro figli.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.
SECONDA LETTURA
La parola di Dio discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
L’autore in pochi tratti presenta alcune caratteristiche della parola di Dio: viva, perché porta la vita; efficace, perché cambia i cuori; penetra nel profondo e separa nell’intimo di ciascuno il bene dal male; è luce che permette di giudicare se stessi in vista della conversione.
Dalla lettera agli Ebrei Eb 4,12-13
La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto.
Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO
1 Gv 4,12
Alleluia, alleluia.
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Alleluia.
VANGELO
* Tra parentesi [ ] la forma breve.
Vendi quello che hai e seguimi.
Siamo nei capitoli in cui Marco ha raccolto gli insegnamenti morali per coloro che vogliono diventare discepoli. L’incontro con un tale, ricco, il confronto con i discepoli e la risposta a Pietro convergono in una richiesta impegnativa per tutti: per essere veri discepoli, non basta osservare i comandamenti, ma è necessario staccarsi dai propri beni e condividerli con i poveri. La ricompensa è ricevuta già in questo mondo.
Dal vangelo secondo Marco Mc 10,17-30
[In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”.
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».]
Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».
Parola del Signore.
5. Preghiere di perdono e dei fedeli – XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
13 OTTOBRE
XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
«POI VIENI E SEGUIMI!»
RICHIESTA DI PERDONO
- Padre, tu ci segui con amore ogni giorno, ma noi a volte preferiamo nasconderci a te. Kyrie eleison.
- Cristo, ci guardi con amore e ci chiedi di seguirti, ma noi ci scoraggiamo e ci fermiamo. Christe eleison.
- Spirito Santo, niente è impossibile a chi si lascia ispirare da te, ma noi di fronte alle difficoltà ci arrendiamo Kyrie eleison.
PREGHIERA UNIVERSALE
Il Signore ci chiede delle rinunce, per indicarci la strada della vera realizzazione e felicità. Innalziamo la nostra preghiera, per chiedere i doni che servono alla salvezza nostra e degli altri.
Diciamo insieme: Ascoltaci, o Signore.
- Per i vescovi e i presbiteri: avendo scelto di servirti nei fratelli, diano esempio concreto di distacco dalle ricchezze materiali e di condivisione fraterna di tutti i beni. Preghiamo.
- Per tutti coloro che nel mondo hanno molte ricchezze, affinché guardino con compassione i poveri e li aiutino generosamente. Preghiamo.
- Per i religiosi e le religiose: il voto di povertà che hanno offerto a te, Signore Gesù, sia per loro motivo di gioia e di testimonianza verso tutti i cristiani. Preghiamo.
- Per la nostra comunità, affinché non si accontenti della osservanza dei comandamenti, ma ti segua con impegno e aiuti i poveri a vivere dignitosamente e a conoscerti. Preghiamo.
Gesù, Signore nostro, tu non avevi dove posare il capo e hai donato a noi tutto te stesso. Ti preghiamo, donaci il tuo Spirito che ci dia il coraggio e la forza di seguire il tuo esempio. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
6. Vignetta di RobiHood – 13 OTTOBRE 2024 – XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
13 OTTOBRE
XVIII DOMENICA
DEL TEMPO ORDINARIO
«POI VIENI E
SEGUIMI!»
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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:
Laudato sii
Ancilla Domini
Un anno straordinario
Sorrisi divini
I Love Francesco
Testi e i commenti proposti per la domenica
1. orazioni – 6 OTTOBRE 2024 – XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
6 OTTOBRE
XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
COME UN BAMBINO…
Scarica le orazioni del Nuovo Messale romano
3. Commento alle Letture – 6 OTTOBRE – XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
6 OTTOBRE
XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
COME UN BAMBINO…
COMMENTO
I farisei sanno già cosa pensa Gesù; lo interrogano perché la sua risposta lo ponga in contrasto non solo con la Legge di Mosè, ma anche con tutti gli ebrei maschi, che ci tenevano a conservare i loro privilegi rispetto al matrimonio (la cultura era maschilista sia al tempo di Mosè che a quello di Gesù, e non solo in Israele).
Ma Gesù è più “furbo” di loro. Anzitutto, chiedendo quale “ordine” avesse dato Mosè, li costringe a riconoscere che non c’è un ordine, ma solo una concessione (se fosse stato un “ordine” avrebbe codificato una precisa volontà di Dio). Di conseguenza Gesù ha buon gioco in un primo tempo nel rimproverare gli Ebrei che si avvalgono del divorzio, per l’incapacità di amare davvero e con tutto il cuore, e in un secondo momento di dichiarare, da vero profeta, ormai superata la concessione mosaica perché su di essa prevale ciò che Dio stesso ha fatto nella creazione e che sta al di sopra di qualsiasi permesso di Mosè.
Da notare: la norma che obbliga il marito a concedere il documento di ripudio alla donna, in qualche maniera risulta una difesa della donna, la quale con quel documento poteva risposarsi; sicuramente questa norma corregge una prassi precedente e non l’ha introdotta Mosè, dal momento che si trova nel Deuteronomio che inizia a vedere la luce nel VII sec. a.C. (sarà completato ancora più tardi).
Inoltre: nella legislazione ebraica era solo il marito che poteva ripudiare la moglie. Se Marco parla pure di una donna che ripudia il marito, lo fa perché il suo vangelo raggiunge anche la cultura greco-romana, nella quale la donna poteva ottenere il divorzio. Tutto questo discorso di Gesù è decisamente controcorrente rispetto alla cultura ebraica, ma non solo, e richiede un cambiamento di mentalità e di atteggiamento non piccolo.
La durezza del cuore, che si traduce in incapacità di amare fino in fondo, è una denuncia che tocca profondamente uomini e donne del nostro tempo. Molti sono convinti che non sia possibile amare “per tutta la vita”, che ad amare ci si stanchi e prima o poi nasca la legittima esigenza di cambiare partner. Il nostro tempo e la nostra Chiesa si trovano a fare i conti con la durezza del cuore. Se la coppia per la vita è uscita dalle mani di Dio nella creazione, allora è un dono che Dio fa a tutti, non solo ai cristiani. I cristiani poi, da parte loro, hanno una forza e un motivo in più: essere di Cristo e testimoniare che ciò che lui insegna è non solo possibile, ma bello, giusto e santo. La Chiesa non può stancarsi di ricordare l’insegnamento di Cristo e di trovare strade di misericordia per chi sulla strada dell’amore di coppia non è stato capace di fedeltà.
Il bambino, che poco dopo Gesù propone come modello di chi accoglie il regno di Dio, suggerisce che solo chi assomiglia a lui può comprendere e vivere l’insegnamento di Gesù.
Così Marco, dopo aver difeso la donna attraverso l’insegnamento sul matrimonio, inserisce anche la difesa dei bambini, altra categoria debole.
Intanto, è notevole che l’evangelista parli addirittura di indignazione di Gesù verso i discepoli, ancora schiavi della loro cultura, e che faccia loro pronunciare due imperativi, positivo uno, negativo l’altro, sul comportamento da avere verso i bambini.
Poi presenta i bambini come modelli per l’appartenenza e l’accoglienza del Regno di Dio. E di qui possiamo indicare ai “grandi” due atteggiamenti fondamentali dei più piccoli: sono dipendenti dai genitori, quindi accolgono tutti i doni come qualcosa di bello e gratuito, e poi esprimono con l’affetto la loro gioia e la loro riconoscenza per i doni ricevuti. Chi non accoglie il Regno con gli stessi atteggiamenti nei confronti di Dio, ne rimane fuori.
Purtroppo gli uomini di Chiesa devono riconoscere che sono riusciti a far credere che entrare nel Regno di Dio sia una cosa noiosa, pesante e opprimente, che toglie non solo la gioia di vivere ma anche il respiro e la libertà. Noi cristiani abbiamo il compito di accogliere il Regno come dono inestimabile di un Dio che ci vuole felici e salvi in eterno, e abbiamo la responsabilità di testimoniarlo con gioia, perché gli altri provino il desiderio di entrarvi e di appartenervi.
SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA
- La citazione della Genesi non riguarda il sacramento del matrimonio, ma il progetto di Dio sull’uomo e la donna. Pensare al legame coniugale come una norma “restrittiva” è di chi non sa amare o si è “convertito” a se stesso. Gli altri, non solo cristiani, ci vedono un dono e un cammino per imparare ad amare totalmente, sempre e fino alla fine.
- La durezza del cuore non si esprime solo tra i coniugi, ma si trova anche tra i preti e i religiosi. Quando cercano scappatoie per sfuggire alla Regola, somigliano al marito fedifrago. Tutti, sposati e non, ogni giorno devono chiedere al Signore un cuore capace di amare, come lui.
- Bella questa indignazione di Gesù. Don Bosco amava questo brano e lo ha vissuto con gioia e amore senza limiti. È bene che facciamo di tutto per accompagnare da Gesù i bambini, ragazzi e giovani che incontriamo.
- Si entra nei vari regni di questo mondo diventando “grandi”, “forti”, “potenti”; nel Regno di Dio si entra solo “piccoli”, “deboli”, “bisognosi”. Non possiamo non scegliere, ma bisogna diventare ”bambini”.
PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA
Riconosciamo un atteggiamento che ci allontana da Dio e combattiamolo.
2. introduzioni – 29 SETTEMBRE XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
6 OTTOBRE
XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
COME UN BAMBINO…
Un cuore duro non sa amare e non può comprendere il progetto di Dio sulla vera felicità dell’uomo. Nella famiglia si fa esperienza di amore, ma, purtroppo, anche di egoismo. Il Signore mette tutti in guardia: non si può costruire la felicità mettendo da parte l’insegnamento della parola di Dio e ponendo al primo posto se stessi, la propria affermazione o il proprio piacere. Per Gesù, il modello di accoglienza del Regno di Dio e delle sue esigenze, che promuovono l’uomo, la donna e il loro destino, è il bambino.
PRIMA LETTURA
I due saranno un’unica carne.
Pagina di una semplicità straordinaria che, però, contiene verità profonde e decisive per comprendere il progetto di Dio sull’uomo e la donna. In pochi tratti la Genesi sulla coppia proclama: parità nella diversità, aiuto reciproco, progetto di amore pieno e fecondo e indissolubilità, la quale non è un precetto, ma un dono, che esprime una parte decisiva dell’identità dell’amore coniugale.
SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 127 (128)
Il salmista canta la bellezza della famiglia costruita sull’obbedienza alla parola di Dio e su un amore fedele, che diventa fecondo.
SECONDA LETTURA
Colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine.
Gesù, figlio di Dio, è divenuto davvero uomo. Il Padre lo ha mandato non solo per salvare l’umanità, ma perché mostrasse come vive un figlio di Dio. Per questo Gesù è passato attraverso la sofferenza e la morte, elevando tutti gli uomini alla dignità di figli di Dio e fratelli suoi.
* Tra parentesi [ ] la forma breve.
L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto.
Il divorzio era contemplato in tutti i popoli vicini. Mosè, chiedendo l’atto di ripudio, ha difeso la donna, rendendo anche lei libera di risposarsi. Ma Gesù denuncia tutto ciò che sa di compromesso e riafferma con decisione il progetto di Dio espresso nella Genesi: uomo e donna, diversi e pari nella dignità, nel matrimonio diventano una sola carne, e perciò il divorzio contraddice il progetto di Dio. Solo chi si fa piccolo come un bambino può comprendere e accogliere la parola di Dio e le esigenze del suo Regno.
4. Letture – 6 OTTOBRE 2024 – XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
6 OTTOBRE
XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
COME UN BAMBINO…
PRIMA LETTURA
I due saranno un’unica carne.
Pagina di una semplicità straordinaria che, però, contiene verità profonde e decisive per comprendere il progetto di Dio sull’uomo e la donna. In pochi tratti la Genesi sulla coppia proclama: parità nella diversità, aiuto reciproco, progetto di amore pieno e fecondo e indissolubilità, la quale non è un precetto, ma un dono, che esprime una parte decisiva dell’identità dell’amore coniugale.
Dal libro della Genesi Gn 2,18-24
Il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda».
Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse.
Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo.
Allora l’uomo disse:
«Questa volta
è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne.
La si chiamerà donna,
perché dall’uomo è stata tolta».
Per questo l’uomo
lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie,
e i due saranno un’unica carne.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 127 (128)
Il salmista canta la bellezza della famiglia costruita sull’obbedienza alla parola di Dio e su un amore fedele, che diventa fecondo.
Ci benedica il Signore tutti i giorni della nostra vita.
Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.
La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.
Ecco com’è benedetto l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!
Possa tu vedere i figli dei tuoi figli!
Pace su Israele!
SECONDA LETTURA
Colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine.
Gesù, figlio di Dio, è divenuto davvero uomo. Il Padre lo ha mandato non solo per salvare l’umanità, ma perché mostrasse come vive un figlio di Dio. Per questo Gesù è passato attraverso la sofferenza e la morte, elevando tutti gli uomini alla dignità di figli di Dio e fratelli suoi.
Dalla lettera agli Ebrei Eb 2,9-1
Fratelli, quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti. Conveniva infatti che Dio – per il quale e mediante il quale esistono tutte le cose, lui che conduce molti figli alla gloria – rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza. Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli.
CANTO AL VANGELO
1 Gv 4,12
Alleluia, alleluia.
Se ci amiamo gli uni gli altri,
Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi.
Alleluia.
VANGELO
* Tra parentesi [ ] la forma breve.
L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto.
Il divorzio era contemplato in tutti i popoli vicini. Mosè, chiedendo l’atto di ripudio, ha difeso la donna, rendendo anche lei libera di risposarsi. Ma Gesù denuncia tutto ciò che sa di compromesso e riafferma con decisione il progetto di Dio espresso nella Genesi: uomo e donna, diversi e pari nella dignità, nel matrimonio diventano una sola carne, e perciò il divorzio contraddice il progetto di Dio. Solo chi si fa piccolo come un bambino può comprendere e accogliere la parola di Dio e le esigenze del suo Regno.
Dal vangelo secondo Marco
Mc 10,2-16
[In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».]
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.
Parola del Signore.