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Pianeta Islam

Testo agile ed equilibrato.
Sintesi essenziale per una conoscenza storica e dottrinale dell’Islam.
Punto di partenza per approfondimenti e per avviare iniziative di dialogo.

PIANETA ISLAM
di Vittorio Pozzo
(Editrice Elledici – Pagine 96 – € 6,90)
L’Islam è un “pianeta" dalle mille sfaccettature, difficili da decifrare e capire. La situazione odierna, che vede oggi i musulmani vittime e protagonisti di episodi drammatici, richiede una lettura attenta e puntuale.
Le pagine del nuovo libro Pianeta Islam di Vittorio Pozzo (Editrice Elledici – Pagine 96 – € 6,90) aiutano a far chiarezza e a eliminare pregiudizi e interpretazioni distorte, per evitare di continuare a innalzare muri invece di costruire ponti. Solo conoscendosi è possibile capirsi e vivere insieme.
L’autore, VITTORIO POZZO, sacerdote salesiano, è un grande conoscitore del mondo islamico, laureato in studi arabi e islamistica e con 60 anni di presenza continua in Medio Oriente, dove tuttora risiede.
Il libro, partendo dall’attualità, drammatica e problematica, offre un serio contributo alla conoscenza dell’Islam attraverso una panoramica sui suoi princìpi e le sue pratiche.
Indice del volume:
1. L’attualità ci interpella (Incompatibilità o possibile convivenza? – Il terrorismo islamista – L’attuale “invasione" islamica e la formazione di un Islam europeo…).
2. L’Islam e il suo Profeta (Maometto – Il Corano – I pilastri dell’Islam…).
3. Cristiani e musulmani (Affinità e divergenze – È possibile il dialogo?…).
Introduzione
«C’est la guerre!» (Siamo in guerra!): questo il grido allarmato lanciato dalle massime autorità politiche francesi in reazione ai sanguinosi attentati del 13 novembre 2015 a Parigi. Ripreso e rilanciato dai media, sembra fare presa sull’opinione pubblica non solo transalpina.
Quest’offensiva islamista, attuata da esecutori e mandanti ben definiti, in nome di Dio (Allâh), in nome e per l’esaltazione dell’Islam di cui si diventa martiri o eroi, vuol forse dire che la controffensiva dovrà estendersi su tutti i fronti dove si possono trovare musulmani inermi e pacifici, del tutto estranei ai fatti?
Quando la pancia si sostituisce alla mente nel reagire in simili frangenti, è facile sviare. La situazione deve decantare e occorre ragionare a mente fredda, facendo leva sulla conoscenza, la prudenza e la saggezza, per evitare di fare di ogni erba un fascio o di gettare il bambino con l’acqua sporca della bacinella. La realtà va guardata in faccia, ma colta nella sua totalità. Solo così è possibile analizzarla, distinguere il positivo dal negativo, discernendo cioè un “vero" Islam da un “falso" Islam, la follia omicida e suicida di pochi dalla “normalità" dei più.
Si vive ormai in società plurali, nelle quali la gestione del pluralismo culturale e religioso è un vero problema. Inoltre, l’individualismo e il senso di superiorità prevalenti nelle società occidentali non favoriscono la conoscenza degli altri, soprattutto se “diversi". Non di rado, si ignora persino chi sia il proprio vicino di casa. Se poi si hanno dei sospetti, diffidenza, isolamento e chiusura diventano ancora più accentuati.
Eppure la via preferenzialmente percorribile per una gestione più positiva di questo pluralismo sembra consistere proprio nell’adeguata, mutua conoscenza tra le varie componenti della stessa società.
Avversione, diffidenza, pregiudizi reciproci sono per lo più frutto dell’ignoranza, bandita la quale ci si trova con uno sguardo più sereno e un cuore più aperto, disponibile all’accoglienza del diverso fino alla comprensione e all’apprezzamento della sua identità.
Anzi, se si è credenti, si può giungere fino a una vera solidarietà spirituale che è qualcosa di più di un semplice dialogo che mantiene gli interlocutori sulle rispettive posizioni, sia pure con la disposizione dell’animo a capire le ragioni dell’altro. Questo è vero in modo particolare con i musulmani che, salvo imprevisti, saranno sempre più numerosi nelle società occidentali.
Qualcuno, allarmato, già si chiede: «Sarà l’Islam il futuro dell’Europa?». Comunque sia, è bene sapere che la maggioranza dei musulmani attribuisce una grande importanza alla dimensione religiosa, contrariamente alla mentalità occidentale odierna.
Obiettivo finale della conoscenza deve essere quello di vivere insieme – e non solo l’uno accanto all’altro -, in vista, sia pure a lungo termine, di una cittadinanza inclusiva che inglobi le diversità, esprimendosi finalmente come cittadinanza interculturale.
A questa ovviamente ci si deve preparare e formare. Solo allora la diversità etnica, culturale e religiosa non apparirà più come minaccia o provocazione, ma come ricchezza, anche in società che tendono a emarginare l’aspetto religioso per confinarlo nella sfera del privato.
Partendo dall’attualità, a volte drammatica e particolarmente problematica, queste pagine intendono offrire un modesto contributo in questa direzione, aiutando a far conoscere l’Islam attraverso i suoi princìpi e le sue pratiche, così come sono interpretati e vissuti dalla stragrande maggioranza dei musulmani che non sono tutti vicini scomodi e pericolosi, né tanto meno fanatici e potenziali terroristi come, purtroppo e troppo spesso, vengono dipinti o come vengono percepiti, con indebite generalizzazioni.
D’altra parte non occorre cadere nel buonismo e in un ingenuo irenismo, né rinunciare a chiedere di essere riconosciuti nella propria identità.
Senza nascondere eventuali, anzi crescenti difficoltà, si tratta di un’opportunità da non sottovalutare, ma da affrontare con coraggio e saggezza, indipendentemente dalle convinzioni religiose personali, per evitare il troppo sovente sbandierato scontro di civiltà e di religioni.
Se alle autorità politiche e civili compete l’aspetto istituzionale del problema con la ricerca di soluzioni adeguate, ai singoli cittadini compete quello di stabilire rapporti di correttezza, di rispetto, di stima, di collaborazione nella ricerca del bene comune.
Si potrà pure giungere a rapporti di solidarietà e di vera amicizia. Se poi si è credenti, non è escluso di poter compiere ulteriori passi insieme, facendo però sempre il primo passo, così come ha insegnato e praticato Gesù.

Vittorio Pozzo

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