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4. Letture – 3 NOVEMBRE 2024 – XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

3 NOVEMBRE

XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

«HAI DETTO BENE, MAESTRO…»

PRIMA LETTURA

Ascolta, Israele: ama il Signore tuo Dio con tutto il cuore.
Il cuore per gli Ebrei non è la sede solo dei sentimenti, ma di ogni pensiero e decisione. Mosè in questo brano inizia con l’invito a «temere» Dio, che significa amarlo in modo tale da obbedire in tutto alla sua parola e desiderare di non offenderlo mai. Amarlo «con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze» vuol dire consegnare a lui tutto di sé, della propria vita e delle proprie azioni, perché è totale la fiducia nel suo amore.

Dal libro del Deuteronomio       Dt 6,2-6

Mosè parlò al popolo dicendo: «Temi il Signore, tuo Dio, osservando per tutti i giorni della tua vita, tu, il tuo figlio e il figlio del tuo figlio, tutte le sue leggi e tutti i suoi comandi che io ti do e così si prolunghino i tuoi giorni.
Ascolta, o Israele, e bada di metterli in pratica, perché tu sia felice e diventiate molto numerosi nella terra dove scorrono latte e miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha detto. Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore».

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE                

dal Salmo 17 (18)

Il salmista canta la propria esperienza dell’amore di Dio, rinnova la fede in lui e dichiara il suo amore riconoscente.

Ti amo, Signore, mia forza.

Ti amo, Signore, mia forza, Signore, mia roccia,
mia fortezza, mio liberatore.
Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.

Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.

Viva il Signore e benedetta la mia roccia,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato.

SECONDA LETTURA

Egli, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta.
L’autore della lettera agli Ebrei, nostalgici del tempio e delle sue celebrazioni, celebra la superiorità di Gesù per tre motivi: i sacerdoti del Primo Testamento morivano ed erano sostituiti, Gesù risorto rimane per sempre; è innocente e non deve offrire sacrifici per i propri peccati, come i sacerdoti del tempio; non ha offerto il sangue di animali, ma se stesso in sacrificio gradito a Dio una volta per tutte.

Dalla lettera agli Ebrei                 Eb 7,23-28

Fratelli, [nella prima alleanza] in gran numero sono diventati sacerdoti, perché la morte impediva loro di durare a lungo. Cristo invece, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta. Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore. Questo era il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli. Egli non ha bisogno, come i sommi sacerdoti, di offrire sacrifici ogni giorno, prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo: lo ha fatto una volta per tutte, offrendo se stesso. La Legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti a debolezza; ma la parola del giuramento, posteriore alla Legge, costituisce sacerdote il Figlio, reso perfetto per sempre.

Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO

Gv 14,23

Alleluia, alleluia.

Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.

Alleluia.

VANGELO

Amerai il Signore tuo Dio. Amerai il prossimo tuo.
Manca poco alla passione. Gli avversari sottopongono Gesù a molte prove, per avere di che accusarlo. Questo scriba sembra sincero nella sua domanda, campo di battaglia di tutte le scuole rabbiniche. Qui Marco mette insieme i due comandamenti più importanti, secondo Gesù. Ma non sono in concorrenza: il vero amore di Dio si manifesta nell’amore del prossimo.

Dal vangelo secondo Marco          Mc 12,28b-34

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Parola del Signore.

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