2 LUGLIO
XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
«CHI ACCOGLIE VOI, ACCOGLIE ME»
COMMENTO
La prima volta che abbiamo ascoltato i primi versetti di questo brano, certamente siamo rimasti perplessi o sconvolti. Gesù sembra porsi in competizione con gli affetti più cari. La conseguenza non è meno dura: «… non è degno di me», ripetuto due volte.
È necessario mettersi in atteggiamento di ascolto e di preghiera, per entrare nel dono che Gesù ci fa con queste sue parole.
Poco prima Gesù dice di essere venuto a portare non la pace, ma una spada (10,34). Certamente non sta parlando della spada che un discepolo estrarrà al momento del suo arresto, ma della spada della sua Parola, quella che nella lettera agli Ebrei è detta «a doppio taglio» e capace di scrutare «i sentimenti e i pensieri del cuore» (cf Eb 4,12). Egli sa bene che la sua Parola creerà divisione anche nelle famiglie, per questo avverte i suoi discepoli: se dovesse essere necessario scegliere tra i famigliari e lui, essi sanno di non avere alternative, perché è in gioco il loro rapporto con Gesù e la salvezza. Chi rinnega il Si- gnore, per salvare gli affetti terreni, lo costringe a rinnegare lui davanti al Padre, come abbiamo ascoltato do- menica scorsa.
Non basta. La sequela di Gesù esige anche di seguirlo sulla strada della croce, portando la propria. Certamente Matteo qui fa riferimento alle persecuzioni che già hanno afflitto i discepoli e che si ripeteranno lungo la storia fino a oggi. Anche la vita in questo mondo passa in secondo piano rispetto alla fedeltà verso il Signore. La scelta è drammatica, ma necessaria: chi crede di salvare la propria vita, cedendo alle richieste dei persecutori (o alle lusinghe di questo mondo), in realtà la spreca e la perde, rinunciando alla vita eterna; chi invece investe la propria vita nella sequela del Signore e nel servizio dei fratelli e del Vangelo si realizza in questo mondo, come figlio di Dio, e attraverserà la morte, risorgendo alla vita eterna.
Le esigenze della sequela di Cristo in certe situazioni possono essere laceranti, per questo l’evangelista, al fine di incoraggiare gli evangelizzatori, conclude con un dono immediato: il discepolo che annuncia il Vangelo è assimilato a Gesù stesso, che lo collega direttamente al Padre. È questo il modo di Matteo di esprimere ciò che in Giovanni diventa l’inabitazione reciproca tra Gesù e il discepolo, che vive la sua Parola.
La conclusione riguarda chi accoglie e aiuta gli evangelizzatori. Agli inizi si trattava spesso di dare ospitalità ai predicatori itineranti. Il Signore, con chi li ospita, si impegna in una promessa straordinaria: la ricompensa sarà corrispondente alla persona accolta, quindi all’evangelizzatore, a Cristo e al Padre.
Da noi non capita spesso e a tutti di avere l’opportunità di ospitare in casa un evangelizzatore, ma i modi di aiutare e sostenere i predicatori del Vangelo, che dedica- no la propria vita a Cristo e ai fratelli, sono molti, vari e alla portata di tutti. Il Signore ricompensa sempre, in questa vita e nell’altra.
SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA
1. «… più di me». Gesù non si mette in competizione, ma insegna la verità. Chi ama Cristo e lo mette al centro della vita e di ogni scelta, nelle situazioni difficili saprà fare la scelta giusta e buona per sé e per gli altri.
2. Prendere la propria croce. Qui non c’è Tutti abbiamo una croce personale, anche quelli che non la vogliono. Si tratta di decidere se portarla dietro al Signore per la salvezza nostra e delle persone che amiamo, op- pure di rifiutarla, lasciandoci schiacciare da essa, senza salvezza.
3. Vivere per sé o per Cristo e i È un tragico errore pensare di realizzarsi nell’egoismo, in realtà si cammina verso l’isolamento e la morte. Chi vive per gli altri, può avere a volte l’impressione di sprecare la vita, ma Gesù dice che la spende bene e porterà frutti di vita eterna per sé e gli altri.
4. Un bicchiere di acqua Quando si tratta di aiuto ai fratelli, non conta la quantità, ma l’amore con cui agiamo.
PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA
Aiutare, secondo le nostre possibilità, sacerdoti e religiosi/e e parlare bene di loro.