7 A G O S T O
19ª DOMENICA T.O.
UNA NUOVA PATRIA: IL REGNO DEI CIELI
Da un po’ di domeniche a questa parte, la liturgia ci aiuta a mettere a fuoco l’immagine del discepolo di Cristo delineata dall’evangelista Luca. Il discepolo: si fa prossimo ai fratelli in difficoltà; ascolta la Parola e la mette in pratica; prega; non fa dei beni materiali il senso ultimo della sua esistenza.
Scopriamo oggi altre due caratteristiche, tra loro legate, che vanno a comporre questo identikit: la capacità di perseverare in un attesa vigile, e la fede coraggiosa. Entrambe queste virtù possono manifestarsi a una sola condizione: tutta la propria vita deve essere riorientata in funzione della promessa del Regno.
PRIMA LETTURA
Come punisti gli avversari, così glorificasti noi, chiamandoci a te.
La fedeltà dell’uomo giusto non è vana. Dio non si dimentica, infatti, di chi non rinnega il suo nome nell’ora della prova e lo ricompensa con la sua amicizia.
SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 32 (33)
L’anima di colui che ha la fiducia del Signore non subisce il logorio del tempo.
SECONDA LETTURA
Aspettava la città il cui architetto e costruttore è Dio stesso.
È la fede ad aver determinato le sorti del popolo eletto. Senza di essa il patriarca Abramo sarebbe rimasto a Ur, la sua città d’origine, e sarebbe morto senza lasciare discendenti. Allo stesso modo, la vita del cristiano e le sue speranze per il futuro si fondano sulla scelta di considerarsi un pellegrino sulla strada verso il Regno.
VANGELO
Anche voi tenetevi pronti.
Come ci si può mantenere sempre pronti all’avvento del Regno? La risposta non può essere: fingendosi cristiani. Ogni maschera è infatti destinata, prima o poi, a cadere. L’invito di Gesù alla vigilanza ha dunque come presupposto una conversione autentica: una fede che non si manifesti una volta ogni tanto, ma informi l’intera vita del credente.