8 Maggio
4ª DOMENICA DI PASQUA
(Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni)
CUSTODITI NELLA FEDE
Di fronte a Dio non si possono accampare diritti. Frequentare più o meno assiduamente l’assemblea domenicale e riconoscersi sotto l’etichetta «Cristiano» non basta per essere dei suoi.
Anche i Giudei di Antiochia, di cui ci parla la prima lettura, nutrivano infatti aspettative simili e, credendosi già salvi in virtù della loro appartenenza al popolo eletto, rifiutarono gli inviti di Paolo e Barnaba a perseverare nella grazia di Dio (cf At 13,43-45). Per essere riconosciuti dal Padre occorre invece avere fede, amarlo e accettare di essere amati, rinnovandosi ogni giorno a immagine di Cristo.
PRIMA LETTURA
Ecco, noi ci rivolgiamo ai pagani.
Paolo e Barnaba riconoscono ai Giudei la loro primogenitura e si rivolgono innanzitutto a questi ultimi. Dopo aver ricevuto un rifiuto, essi non insistono, ma nemmeno si rassegnano. Fanno invece una cosa nuova, trasformando un ostacolo posto dagli uomini in un’opportunità concessa da Dio.
SECONDA LETTURA
L’Agnello sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita.
Solo lavando le proprie vesti nel sangue dell’Agnello è possibile raggiungere la salvezza. Si tratta di un cammino che passa per tre scelte: affidarsi al suo sacrificio, aver fede che esso non sia stato inutile e imitarlo nella nostra vita.
VANGELO
Alle mie pecore io do la vita eterna.
Gesù si qualifica come buon pastore. La chiave per comprendere il rapporto tra lui e le sue pecore è un’immensa tenerezza, così profonda da resistere perfino di fronte alla morte.