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4. Parola da Vivere – 28 novembre 2021

28 novembre 2021

1ª DOMENICA DI AVVENTO C

Alzate il capo, la vostra liberazione è vicina

COMMENTO

Siamo in pieno discorso apocalittico di Gesù in Luca. In questo brano può esserci utile sottolineare due elementi.
Il primo. Le immagini catastrofiche, prese dal linguaggio apocalittico del Primo Testamento, possono suscitare timore in chi non ha fede. I profeti annunciavano in questo modo la punizione dei persecutori di Israele, ma soprattutto l’intervento potente di Dio, che salva i suoi fedeli. In Luca le catastrofi annunciate sono secondarie e denunciano le cattiverie di ogni tempo, che sconvolgono la creazione e le relazioni tra gli uomini. All’evangelista interessa annunciare che la salvezza definitiva si realizza con la seconda venuta di Gesù, il Figlio dell’uomo annunciato da Daniele, il Figlio di Dio, fatto carne. È lui che ha inaugurato la salvezza con la sua passione, morte e risurrezione e verrà una seconda volta a liberare il nuovo popolo di Dio, per condurlo nella casa del Padre a gustare la gioia del banchetto senza fine.
Il secondo. Non sapendo il momento e l’ora di questi avvenimenti, l’atteggiamento che viene richiesto ai cristiani è quello della vigilanza nella quotidianità. Questo significa: da una parte, lottare contro tutto ciò che addormenta la coscienza, fa perdere il senso delle cose, delle relazioni, delle scelte e progressivamente allontana dal Signore e dai fratelli; dall’altra, curare un rapporto quotidiano di amore con il Signore nella preghiera.
Tutto questo abilita il cristiano ad essere sempre pronto ad accogliere il Signore, che viene in molti modi prima della venuta definitiva e lo rende aperto al dono dello Spirito, che comunica la sua luce e la sua forza per vincere qualsiasi paura, anche di fronte ad avvenimenti terrificanti. Così per il credente comparire davanti al Signore potrà essere il momento del compimento definitivo del desiderio di incontrarlo e restare per sempre con lui, con Maria e con tutti i santi.
Questa pagina è bella notizia per noi oggi e ci invita a essere sobri. C’è nel nostro mondo una certa mentalità catastrofica, come si vede in molte manifestazioni culturali: come esempio basta ricordare qualche film e qualche romanzo di ultima generazione. C’è chi rifiuta di pensarci e trova motivi in più per «godersi la vita», finché dura. I dissipati sono coloro che non vogliono pensare alle cose importanti della vita e preferiscono vivere in superficie. Gli ubriachi sono quelli che volontariamente cercano ciò che li stordisce (le droghe sono di molti generi e toccano non solo il corpo ma anche lo spirito). Gli affannati sono coloro che si lasciano schiavizzare dalle cose di questo mondo, che pure bisogna curare, ma dando loro il posto e il valore giusto, non di più.
Inoltre è all’opera una strategia diabolica: portare le persone e le famiglie sull’orlo del baratro e presentarsi come nuovi messia che promettono ricchezza e benessere in questo mondo; in realtà questi personaggi progettano di dominare gli altri con tipi nuovi di schiavitù. Solo le comunità di fratelli possono denunciare e contrastare efficacemente questo piano che mira a devastare persone, comunità e popoli, calpestando la vita e la dignità dei figli di Dio.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. Il nostro tempo è attraversato da guerre, odio, terrore. Per molti insicurezza e paura sono diventate quotidiane. Anche noi possiamo esserne contagiati in qualche modo. La nostra fede cosa ci dice su quello che succede nel mondo e dentro di noi?
  2. Siamo dissipati, ci ubriachiamo, siamo affannati. A volte non ci accorgiamo di esserci allontanati da noi stessi, dal nostro vero bene, dai fratelli e dal Signore.
  3. Possiamo sentirci comodi nella nostra casa di questo mondo, ma sappiamo bene che non è definitiva. Molto spesso sperimentiamo il rischio di diventare schiavi di qualche cosa, di qualche persona o anche di noi stessi. Solo il Signore ci rende liberi, per vivere nella verità e fino in fondo la bellezza di questa vita e per aprirci al desiderio dell’incontro definitivo con lui.
  4.  

    Vegliare e pregare: sono intrecciati desiderio e attesa, alimentati dalla fede in Gesù, dall’amore per Dio e i fratelli, dalla speranza certa che abbiamo già un posto preparato per noi in Paradiso.

PROPOSTA DI IMPEGNO PER LA SETTIMANA

Riconosciamo qualcosa che ci dissipa, ci ubriaca o ci rende affannati e combattiamolo con decisione.


Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2018