1 agosto
18ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Cercate un altro pane, quello che sfama per sempre
COMMENTO
La folla, di fronte al segno compiuto da Gesù con la condivisione del pane e dei pesci, ha frainteso il significato e ha tentato di impadronirsi di Gesù, facendolo re, pensando così di assicurarsi il pane quotidiano. Gesù faticherà non poco per cancellare questa illusione e annunciare il dono del pane di vita eterna.
Questa prima parte del grande discorso eucaristico, ma non solo, mira a far giungere la folla a chiedere a Gesù: «Signore, dacci sempre questo pane».
Certo, è una cosa buona che la folla lo cerchi ancora, dopo che lui si è sottratto al tentativo di acclamarlo come re, ma Gesù inizia la sua “catechesi” con un piccolo rimprovero: avete mangiato il pane, vi siete saziati, ma non avete colto che è un segno e siete rimasti legati al gusto di una realtà materiale.
Quindi passa a indicare tre passi di crescita spirituale, per arrivare a chiedere il pane della vita eterna.
Primo passo. Comprendere che c’è un altro pane, quello della vita eterna, che soltanto Gesù può donare, perché ha ricevuto questo incarico direttamente dal Padre. Per accogliere questo pane, bisogna “darsi da fare”.
Secondo passo. La folla sa già che non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio (cf Dt 8,3), e chiede a Gesù a quali punti della Legge deve fare riferimento per poter ricevere questo pane. Ma la risposta di Gesù è diversa: non basta più l’osservanza della Legge, bisogna credere in lui, che è stato mandato dal Padre per portare in dono la vita eterna. Quindi, tutti i precetti della Legge ora sono riassunti nel credere in Gesù.
Terzo passo. Di fronte alla richiesta della folla di agire come Mosè, Gesù rifiuta di paragonarsi a lui e sposta l’attenzione sull’opera del Padre: è lui che ha dato il pane nel deserto, non Mosè; quel pane era solo un’anticipazione del vero pane che viene dal cielo e comunica la vita eterna, non solo a Israele, ma al mondo intero.
La folla ora capisce che c’è un nuovo pane e lo chiede, aspettandosi probabilmente un nuovo precetto, una nuova interpretazione della Legge o un nuovo prodigio.
Invece a questo punto Gesù va molto oltre e rivela di sé una verità inimmaginabile: il pane che viene dal cielo e dà la vita è proprio lui, Gesù, che è venuto a sfamare e dissetare quelli che credono in lui. Domenica prossima vedremo come reagirà la folla a questa rivelazione.
SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA
- La folla è legata al gusto delle cose terrene. Gesù non le sminuisce, ma invita ad andare oltre e a mirare alle cose che non finiscono, quelle dello spirito. Dentro di noi c’è ancora contrasto tra spirito e materia? Di cosa abbiamo bisogno per giungere all’armonia, che è anticipazione della vita eterna?
- L’armonia tra materia e spirito non è solo frutto del nostro impegno, ma è anzitutto dono di Gesù. Ci stiamo “dando da fare”, per accogliere questo dono?
- L’opera di Dio è credere in Gesù, mandato dal Padre. Interroghiamoci sulla nostra fede in Gesù: è viva e in movimento, oppure è ferma come una cosa acquisita una volta per sempre?
- I credenti sono immersi nell’amore del Padre e del Figlio, che li raggiunge attraverso l’opera dello Spirito Santo. Quanto e come la nostra vita spirituale è alimentata da questa verità fondamentale della fede?
PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA
Verifichiamo se la nostra fede in Gesù produce frutti di amore per i fratelli.
Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2018