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4. Parola da Vivere – 18 aprile 2021

18 aprile

3ª DOMENICA DI PASQUA

Guardate le mie mani e i miei piedi, sono proprio io!

COMMENTO

«Avete ucciso l’autore della vita». Accusa terribile, che Pietro rivolge alla folla radunata a causa della guarigione dello storpio alla porta Bella del tempio. Nella storia espressioni come questa hanno dato origine all’antisemitismo tra i cristiani. Ma è stata una cattiva interpretazione della parola di Dio. Coloro che hanno condotto materialmente il Signore Gesù sulla croce erano i rappresentanti di tutti i peccatori della storia, tra i quali ci siamo anche noi, perciò noi abbiamo ucciso «l’autore della vita». Abbiamo «agito per ignoranza», così ci scusa Pietro, ma ora per noi questa scusa non vale più, ci rimane più pressante l’invito alla conversione.
Ma noi non ci siamo convertiti già? È vero, ma restiamo peccatori. Oggi non è diffusa, come al tempo di Giovanni evangelista, la presunzione di essere immuni dal peccato, ma non manca tra di noi la superficialità di considerare il peccato quasi come cosa “normale”. Don Bosco riguardo ai suoi ragazzi era preoccupato delle confessioni ripetitive e senza impegno di correggersi. Ma, forse l’apostolo Giovanni ai cristiani del XXI secolo farebbe il rimprovero di essere bugiardi: diciamo di credere in Gesù, ma non viviamo come ci ha insegnato. È certo che la misericordia di Dio in Gesù non viene mai meno, ma questa certezza richiederebbe anche una crescita nell’impegno di convertirsi. Questo ci fa diventare autentici testimoni della fede.
Luca nel brano evangelico racconta l’unica apparizione di Gesù risorto ai discepoli riuniti. All’inizio degli Atti ne racconterà un’altra prima dell’Ascensione, ma qui vuole dare fondamento alla testimonianza degli Apostoli, radice della fede della Chiesa. Emerge anzitutto un obiettivo: far vedere che il Risorto è sempre quel Gesù che essi avevano frequentato fino alla morte in croce.
Ma c’è un secondo obiettivo: presentare la nuova condizione di Gesù: è lui, in carne e ossa, ma è diverso, è risorto, non è più soggetto alla morte, quindi si muove con una libertà che ai mortali non è consentita. Nel frattempo emerge una reazione che ci sembra strana nei discepoli: sono sconvolti, pensano a un fantasma, hanno dei dubbi; però tutta questa lentezza nella fede stranamente è legata alla gioia. Possiamo essere comprensivi con gli apostoli, che si trovano di fronte a un evento letteralmente “incredibile”, che però scatena fortissime emozioni e tra queste la gioia insperata di rivedere il Signore. Comunque sono confusi e non riescono a darsi una spiegazione razionale di quello che stanno vivendo.
Emerge allora il terzo obiettivo dell’evangelista: far capire a noi, suoi lettori, che passione, morte e risurrezione di Gesù sono l’opera “finale” di Dio per la salvezza di tutti gli uomini; che tutto questo era stato annunciato in maniera velata nel Primo Testamento; che ciò che hanno annunciato la Legge e i Profeti si può vedere e capire solo attraverso la morte e risurrezione di Gesù. È lui dunque l’unica chiave che apre i tesori nascosti della rivelazione, che Dio ha seminato lungo la storia del popolo eletto.
I discepoli, che di fronte alla risurrezione non hanno fatto finora una bella figura, hanno però mente e cuore disposti ad accogliere il Risorto e la sua parola. Per questo Gesù rivela e consegna loro il nuovo titolo di riconoscimento: non solo discepoli, ma “testimoni”. A questo nuovo tratto di identità è strettamente legata la missione: annunciare a tutto il mondo la salvezza realizzata da Gesù.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. «Pace a voi!» è il saluto/dono di Gesù risorto ai discepoli e a ciascuno di noi. Chi riceve questa pace con cuore aperto rinnova la fede nel Risorto ed è pronto a offrire la pace ricevuta a tutti i fratelli.
  2. «Perché sorgono dubbi nel vostro cuore?» è un leggero rimprovero che nasce dal cuore di Gesù. Il crocifisso-risorto e l’Eucaristia sono il luogo in cui i dubbi sull’amore e sulla presenza di Gesù si sciolgono come neve al sole.
  3. Gesù risorto appare per far sperimentare il nuovo modo della sua presenza. Gli apostoli ricorderanno per sempre questo incontro. Ci fa bene ricordare e rivivere i momenti e le situazioni speciali in cui il Signore si è manifestato nella nostra vita.
  4. I primi testimoni hanno svolto la loro missione fino al dono della vita e non ci sono più. Ma noi vediamo attorno a noi testimoni che spendono la vita per Cristo e testimoni ai quali questa vita è tolta per la loro fede. Questa è la Chiesa viva, oggi. La testimonianza della Chiesa passa attraverso noi per raggiungere i nostri fratelli e quelli che non conoscono Gesù risorto.

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Facciamo stare insieme di più la nostra professione di fede con la vita concreta di ogni giorno.


Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2018