26 luglio
17ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Il regno di Dio è un tesoro nel campo, una pietra preziosa
COMMENTO
Gesù si è impegnato molto, per far comprendere ai discepoli cosa è il Regno di Dio e soprattutto come «funziona» lungo la storia. La liturgia offre in queste ultime tre parabole la strada della saggezza spirituale e la necessità di scegliere l’appartenenza al Regno.
Le prime due sono parabole «sorelle» con la somiglianza del senso fondamentale e alcune differenze. Chi trova il tesoro nel campo ha un colpo di «fortuna», che tiene nascosto per sé, e con gioia vende tutto per acquistare il campo. Non è qui per niente in discussione la
«moralità» dell’uomo che ha trovato il tesoro in un campo non suo, ma la riconoscenza per un dono gratuito e inatteso di Dio e la saggezza di chi è disposto a privarsi di tutto per acquistare l’unica realtà che vale per la vita eterna.
Chi trova la perla, la sta cercando da tempo, la trova in possesso di un venditore e anche lui, che conosceva già il valore assoluto della perla, investe tutto ciò che possiede per acquistarla. Troviamo qui rappresentati tutti coloro che cercano onestamente la verità e la conoscenza di Dio e la trovano nell’annuncio della risurrezione di Cristo, fatto dagli evangelizzatori.
Il senso fondamentale comune dice che il Regno di Dio ha un valore così alto e assoluto che chi lo scopre, per appartenervi, non solo non fa nessuna fatica, ma addirittura prova gioia nel rinunciare a tutto il resto… e chi cerca il Regno da tempo, lo trova e lo acquista, costi quel che costi. In altro luogo il Signore dice che chi perde per lui la vita, acquista la vita eterna.
È davvero decisivo acquistare il Regno? La risposta è sì, per avere una vita veramente e pienamente umano- divina in questo mondo e per ereditare la vita eterna. Chi non lo fa, perde tutto e per sempre. Ma nella storia il Regno si esprime attraverso la Chiesa, anche se non è chiuso in essa. Tutti possono avere accesso al Regno di Dio ed essere accolti nella Chiesa, sia i buoni sia i cattivi. Per questo la conclusione è affidata alla terza parabola, «sorella» di quella del buon grano e della zizzania. Qui il tutto si conclude quando la rete è piena e si giunge così al tempo del giudizio di salvezza o di condanna. Non basta acquistare il campo o la perla, farsi battezzare e ricevere i sacramenti, bisogna vivere il Vangelo, per entrare nella gioia senza fine.
La conclusione del discorso offre un ritratto del credente, che qualche commentatore riconosce anzitutto nell’evangelista e poi negli evangelizzatori. Sono coloro che hanno «compreso» il Vangelo e possiedono il «tesoro» della fede; essi hanno fatto proprie tutte le novità che ha portato Gesù e valorizzano tutte le «cose» antiche del Primo Testamento, le quali restano valide, perché hanno trovato la loro verità completa in Cristo risorto.
SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA
1. Molte volte il Signore ci ha fatto trovare il tesoro del suo amore misericordioso, attraverso un fratello, una sorella o un avvenimento particolare. Siamo stati capaci di rinunciare a qualcosa per acquistare quel te- soro?
2. Chi cerca, trova. Questa parola del Signore non vale per tutte le cose umane, ma per quelle che vengono da lui. Chi cerca sinceramente il Signore e la saggezza che viene da lui, non rimane deluso.
3. La gioia risplende sul volto e nella vita di chi «acquista» il Regno di Può essere questo un buon criterio per verificare la nostra appartenenza alla Chiesa e la nostra fedeltà a Cristo e al suo Vangelo.
4. Alla fine ci sarà il giudizio e la separazione. Il cristiano non ha paura di essere separato dal Signore e dai fratelli, perché ogni giorno rinnova il suo impegno e mette la sua fiducia, non nella propria bravura, ma nella misericordia del Signore.
PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA
Per incontrare il Signore e per fare del bene ai fratelli, rinuncio volentieri a qualcosa che mi piace.
Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2017