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3. Annunciare la Parola – XIII C, 30 giu ’19

• 1 Re 19,16b.19-21 – Eliseo si alzò e seguì Elia.
• Dal Salmo 15 – Rit.: Sei tu, Signore, il mio unico bene.
• Gal 5,1.13-18 – Siete stati chiamati alla libertà.
• Canto al Vangelo – Alleluia, alleluia. Io sono la luce del mondo, dice il Signore; chi segue me avrà la luce della vita. Alleluia.
• Lc 9,51-62 – Si diresse decisamente verso Gerusalemme. Ti seguirò dovunque tu vada.

PER COMPRENDERE LA PAROLA

La chiamata di Dio è radicale, il cammino su cui Dio ci invita a seguirlo è senza ritorno (parallelo fra la terza vocazione del Vangelo e il comportamento di Eliseo).

PRIMA LETTURA
È un racconto insieme chiaro e strano, nel quale i discepoli del profeta sottolineano la filiazione spirituale e insieme la somiglianza del loro maestro con Elia.
Solamente Dio chiama un uomo al suo servizio, Elia non ne è che il portavoce. Egli sa che il tempo del suo ministero è finito e deve passar la mano al suo successore. C’è una continuità nella tradizione profetica.
Eliseo è chiamato nel luogo dove si trova, dove lavora. La chiamata di Dio esige una risposta. Eliseo può ancora prender congedo dalla famiglia. Nel Nuovo Testamento la chiamata di Dio è più urgente ed esige risposta immediata (Vangelo: cf Mt 8,18-22).
Col suo gesto, Elia associa Eliseo alla propria missione: il mantello è il segno distintivo del profeta. Non si tratta d’un mantello regale, ma probabilmente d’un mantello fatto di pelle di capra o di pecora, o tessuto con peli di cammello (come quello di Giovanni Battista: Mc 1,6).
Tutto sottolinea la determinazione di Eliseo: il desiderio di salutare i suoi, il modo in cui “taglia i ponti”: brucia gli attrezzi e cuoce i buoi (il simbolismo del gesto è sottolineato a scapito del realismo: è difficile cuocere due buoi con la legna del giogo e del timone).

SALMO
Preghiera fiduciosa di un uomo attaccatissimo al Signore (un levita o una persona pia). “Mi indicherai il sentiero della vita”. Preghiera del Cristo risorto: “Non abbandonerai la mia vita nel sepolcro, né lascerai che il tuo santo veda la corruzione”. (Cf At 2,31: ruolo del salmo nella predicazione di Pietro). Un salmo della liturgia delle ordinazioni. Si potrebbero usare anche altri versetti.

SECONDA LETTURA
Conclusione morale d’un insegnamento teologico capitale sulla giustificazione.
I Galati potrebbero ingannarsi sulla libertà. I giudaizzanti, per motivi non molto puri, predicavano il ritorno alla Legge, all’antica schiavitù (At 15,10).
La libertà per Paolo è: quella di Cristo: egli ci ha liberati perché siamo liberi; un dono dello Spirito; un affrancamento dalle catene dell’“antico giogo”; si manifesta nell’amore fraterno. Nella carità la legge raggiunge la perfezione (Rm 13,9); comporta un pericolo: diventare un pretesto per soddisfare l’egoismo.
Si noti la traduzione sfumata e insieme precisa di “sarx” (carne): egoismo, tendenze egoistiche, desideri della carne.

VANGELO
– Nella prima parte (4,1–9,50), Gesù ha scelto i suoi apostoli, ai quali poi s’è fatto conoscere con l’insegnamento e i miracoli. Un giorno, Pietro è in grado di esprimere la fede nascente dei Dodici: “Tu sei il Cristo (Messia) di Dio” (9,20). Confessione di fede che esigerà ancora una lunga purificazione.
Allora Gesù comincia la salita verso Gerusalemme, al termine della quale ci sarà la croce e la risurrezione, ultima tappa della rivelazione ai suoi. Itinerario inquadrato tra due versetti: “Egli si diresse decisamente verso Gerusalemme” (9,51) e: “Gesù proseguì avanti agli altri salendo verso Gerusalemme” (19,28). In Luca, questo itinerario spirituale (senza indicazione di luoghi) è segnato all’inizio da due episodi.
– Il passaggio fra i Samaritani
Il rifiuto di accoglierlo non deve sorprendere. I Samaritani sono pieni di risentimento verso i Giudei.
I discepoli troverebbero normale che Gesù, nuovo Elia, mandasse su di loro il fuoco dal cielo (1 Re 18,30-40). Ma Gesù non è venuto a portare la vendetta del cielo, bensì l’accoglienza. I Samaritani gli danno l’occasione di manifestarla (cf Gv 4; Lc 17,11-19; At 8).
– Alcune vocazioni
Cristo sale a Gerusalemme: coloro che vogliono seguirlo devono tenerlo presente, conformemente alle direttive date in precedenza (Lc 8,23-25).
– Tre brevi dialoghi sottolineano il carattere radicale della condizione del discepolo. Ragioni umanamente senz’altro valide per ritardare momentaneamente la risposta del discepolo non vengono prese in considerazione da Cristo. Il Regno di Dio è una priorità assoluta. È arrivato il tempo di un’urgenza immediata. La terza vocazione è propria di Luca. Ricorda quella di Eliseo (1ª lettura) e forse serve a introdurre la missione dei settantadue.
– Le parole di Cristo trovano la luce chiarificatrice nella risurrezione: il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo; lascia che i morti seppelliscano i loro morti; non voltarti indietro. Con la risurrezione è cominciato un mondo nuovo, che il discepolo ha il dovere di anticipare.


PER ANNUNCIARE LA PAROLA (piste di omelia)

Seguire Cristo
– Non lo segue chi vuole.
Nei capitoli precedenti abbiamo visto Cristo scegliere i Dodici, rivelarsi loro e farsi riconoscere come Messia. Alcune persone si offrono per seguirlo. Senza scoraggiarle, mette precise condizioni. Non bastano le idee generose. Ci vuole una chiamata profonda e personale, perché si tratta dell’opera del Signore e quindi è lui che sceglie.
– La vocazione è una chiamata che non ci si aspetta e che sconcerta.
Eliseo lavorava (1ª lettura). Due dei tre discepoli non immaginano la strada che dovranno seguire. Il terzo mette delle condizioni che Cristo non accetta.
– È una chiamata che ci raggiunge nelle occupazioni quotidiane, come Mosè, Davide, Amos (Es 3,1; 1 Sam 16,11; Am 7,14), vicini ai loro greggi; Gedeone (Gdc 6,11) al lavoro nei campi; Samuele (1 Sam 3,1) mentre dorme; Saul (1 Sam 11,5) al ritorno dai campi; Maria (Lc 1,28) in casa sua; Simone e Andrea (Mc 1,16) a pesca; Matteo (Mt 9,9) al tavolo delle imposte… Così pure Eliseo e quelli di cui parla il Vangelo.
– È una chiamata che esige decisione: “Gesù si diresse decisamente verso Gerusalemme” (Vangelo). Alla lettera: “indurì il suo volto”, “strinse i denti”.
Rottura: “Non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù… La libertà non divenga un pretesto per vivere secondo la carne” (2ª lettura); Eliseo brucia il suo aratro e sacrifica i suoi buoi (1ª lettura); gli abitanti (Vangelo) se ne vanno “tristi” come il giovane ricco (Mt 19,22).
Rinuncia: alle sicurezze materiali per ottenere la libertà dello spirito (Vangelo: 1° discepolo e 2ª lettura); a tutto ciò che è morto per far posto alla vita e all’avvenire (Vangelo: 2° discepolo); a ogni ritorno al passato per accogliere la novità e l’inatteso (Vangelo: 3° discepolo).
– È una chiamata che porta la gioia. Colui che vi risponde trova la gioia: si affida interamente al Signore: “Mia parte di eredità” (Salmo); non ha niente da temere: “Egli sta alla mia destra, non posso vacillare” (Salmo); si consacra a un compito che gli riempie la vita: “Tu va’ e annunzia il regno di Dio” (Vangelo).

Per essere libero, lasciarsi guidare dallo Spirito
“I desideri egoistici della carne” (carne = vedute e forze umane) ci danno tranquillità, e noi ci giustifichiamo “giudaizzando”, mettendoci al riparo dietro il legalismo, le usanze, la natura.
“La carne ha desideri contrari allo Spirito” (2ª lettura). Le rivalità fra persone, razze o poteri accentuano i nostri riflessi di difesa: “Ci si morde” (2ª lettura), si invoca “il fuoco dal cielo” (Vangelo); anche oggi si moltiplicano le crociate, le inquisizioni, i ghetti. Persino nella Chiesa permane la tendenza a trattare i fedeli come minorenni e a moltiplicare le prescrizioni disciplinari… Lo Spirito rispetta la libertà ed elimina le opacità della “carne” soltanto col nostro concorso. Eliseo chiede una dilazione prima di sacrificare tutto (1ª lettura). I Samaritani rifiutano la visita dello Spirito e sembra che i tre discepoli non facciano il passo decisivo (Vangelo).
Il Vangelo non è una legge rigida, ma un invito all’apertura, un invito alla verità (Colletta). Vivere sotto la guida dello Spirito vuol dire andare incontro a coloro che non chiedono. Aprirsi agli altri come Gesù che va da un villaggio all’altro, persino fra i Samaritani; come la Chiesa degli apostoli che va tra i non Giudei e i pagani. Mettersi al servizio degli altri, ma senza fare pressione: “Sai bene che cosa ho fatto di te” (1ª lettura).
Il Vangelo, comunque, pur rispettando la libertà, spinge le sue esigenze all’estremo: “Nessuno che si volge indietro è adatto per il regno di Dio”. Tornare indietro vorrebbe dire rifarsi al giudaismo, alla circoncisione, al legalismo (2ª lettura) e cioè ritornare in un mondo chiuso.
“L’immenso progresso morale dovuto al Vangelo proviene dalle sue esagerazioni” (Renan).


(tratto da: M. Gobbin, Omelie per un anno – vol. 2, anno C, tempo ordinario – Elledici 2003)