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7. Aforismi – Corpus C, 23 giu ’19

Raccolta di aforismi o testi utili per la riflessione o l’approfondimento

«VOI STESSI DATE LORO DA MANGIARE»

L’episodio della moltiplicazione dei pani era ritenuto così rilevante che lo hanno narrato non solo i tre sinottici ma anche Giovanni.

– Il luogo: «Gesù si ritirò in disparte, verso una città chiamata Betsaida» (Lc 9,10). E là venne raggiunto dalle folle avide – possiamo dire – di cibo spirituale.
Betsaida in aramaico significa casa del pescatore. Doveva essere un piccolo villaggio di pescatori, situato forse all’estremità nord-occidentale della foce del
fiume Giordano sul lago di Tiberiade. A Betsaida nacquero gli apostoli Pietro, Andrea e Filippo. Gesù, oltre a moltiplicarvi i pani e i pesci, vi guarì un cieco (Mc 8,22-26). Ma poi maledirà i suoi abitanti «Guai a te, Betsaida!», perché pur avendo visto i prodigi da lui operati, non si erano convertiti (Mt 11,21-22).
– Voi stessi date loro da mangiare. Gesù sta preparando gli apostoli alla loro futura missione nella Chiesa. Alcuni giorni prima, li aveva mandati in giro per i
villaggi «ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi» (Lc 9,1). Ora li responsabilizza nel provvedere alle necessità della folla.
– Prese… benedisse… spezzò… diede… Sono i verbi che esprimono la gestualità del rito eucaristico. Così Luca ci informa che il prodigio di Gesù ha uno stretto legame con l’Ultima Cena, e con la messa.
– Ai discepoli perché li distribuissero. Il verbo greco distribuire usato da Luca indicava comunemente il servire a tavola. Gli apostoli sono coinvolti nell’operazione di sfamare le folle, e con quel loro gesto mettono la gente in comunione con il Signore.
– Mangiarono e si saziarono. Il verbo saziare usato da Luca è lo stesso della beatitudine: «Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati» (Lc 6,21). Gesù a Betsaida dà così compimento alla beatitudine che aveva annunciato.
– I pezzi avanzati: dodici ceste. é segno dell’abbondanza con cui agisce Dio. Si realizza così la promessa di Gesù: «Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante» (Lc 6,38).
– I numeri. Gli antichi credevano ai numeri, e Luca li riferisce con cura. Il cinque appare tre volte: 5 sono i pani moltiplicati, 5000 gli uomini della folla,
e 50 le persone in ciascun gruppetto in cui sarà suddivisa. Ma non ci risulta se la cifra abbia un valore simbolico, e quale. Invece ha chiaro significato il numero dodici. Luca nel brano indica gli apostoli come «i Dodici», con allusione alle dodici tribù di Israele (essi saranno i capostipiti del nuovo Israele, la Chiesa). E 12 saranno anche le ceste di pane avanzato, simbolo dell’abbondanza dei doni di Dio. In tutti e tre i casi «apostoli, tribù, ceste» il dodici sta a indicare pienezza e totalità.
– La straordinaria abbondanza del cibo contiene una doppia lezione.
1. È facile notare che l’abbondanza si trova non nel potere di acquisto del denaro, ma nel potere divino del Signore.
2. Coloro che danno, ricevono in cambio più di quanto hanno donato (cinque i pani, e dodici le ceste di avanzi di pane).
– «L’Eucaristia – ha osservato Giovanni Paolo II – è un banchetto di comunione fraterna a cui tutti i credenti sono invitati ad assidersi, senza distinzione di
razza, di censo o di cultura. Tutti infatti siamo chiamati a diventare una sola cosa in Cristo». E Teresa di Lisieux, con l’umorismo dei santi: «Se la gente conoscesse il valore dell’Eucaristia, lÕ’accesso alle chiese dovrebbe essere regolato dalla forza pubblica».


(tratto da: E. Bianco, All’altare di Dio – Anno C – Elledici 2009)