PRENDI IL LARGO
Isaia 6,1-2a.3-8 – Uomo dalle labbra impure io sono
1 Corinzi 15,1-11 – Ho trasmesso quello che anch’io ho ricevuto
Luca 5,1-11 – Insegnava alle folle dalla barca
Dio, dono incontenibile
Le esperienze di fede riferite dai tre testi biblici celebrati oggi, sottolineano l’«incapacità» dell’uomo a «contenere» il dono di Dio. «Uomo dalle labbra impure», «peccatore», «aborto», sono le definizioni spaventate ma sincere che si attribuiscono i tre protagonisti delle letture. Mentre il profeta sta vivendo in maniera intensa una funzione religiosa, la percezione della trascendenza, della santità della gloria di Dio, gli fa toccare con mano quale sia l’impurità sua e del popolo. Il profeta ha paura, si sente inadeguato al compito profetico. Ma colui che si rivela è anche colui che rende simili a sé e purifica. Dopo di che Isaia dice: «Ecco, manda me» (v. 8).
Dio ha bisogno di aiuto
Perché possa avvenire, per tutti, l’incontro col Signore, Cristo Gesù ha bisogno di essere accolto da Simone e ricevuto sulla sua barca. Sedendo sulla barca e distanziandosi un poco da quella folla, si fa pescatore di uomini, diventa Colui che getta la rete della sua Parola per raggiungere ciascuno personalmente. Pietro coglie tutta la potenza della Parola, ma scopre anche di essere «uomo peccatore». Solo partendo dalla consapevolezza del suo nulla, conosce la grandezza di Dio. «Prendi il largo e gettate le reti» (Lc 5,4). Pietro è invitato ad andare al largo e noi con lui, dove lo sguardo spazia libero tra cielo e mare, dove finito ed infinito si incontrano.
Andiamo al largo, ma dopo essere stati in mezzo alla folla che fa ressa intorno… dopo che abbiamo preso su di noi le fatiche e la vita dei fratelli. Andiamo al largo con Lui che ci chiede di compiere i gesti di sempre, ma nel suo nome, nella fedeltà e verità della sua parola. Allora i gesti quotidiani, il vivere di ogni giorno che sembra monotono, banale, vengono vissuti «al largo», cioè oltre ogni piccola sicurezza, oltre le chiusure, le prigioni.
Cristo Gesù trasforma l’esistente
La barca di Pietro è un elemento essenziale nella scena. Da essa Cristo Gesù fa un annuncio alla folla e viene l’obbedienza dei tre uomini che la governano. Con questa barca si realizza una pesca straordinaria, si esplica l’atto di fede in Gesù, e un modo totalmente nuovo di essere pescatori. Gli uomini ricevono un’identità nuova e si qualificano: Simone diventa Pietro, lui e i suoi amici diventano pescatori di uomini. Ora i gesti di sempre hanno il sapore dell’infinito perché sono ricchi della sua presenza, saranno trasformati, trasfigurati, moltiplicati. La nostra vita, sulla sua Parola, diventerà alimento per sfamare tanti, diventerà ricchezza condivisa e sovrabbondante. Abbandonare il superfluo, quel pesce che è tanto da non poterlo contenere, non è segno di disprezzo, ma giusta collocazione delle cose della nostra vita, perché Qualcuno, sulla sua Parola ci chiama a seguirlo.
Dio si imbarca nella nostra storia
«Il mandato da Dio», «il Pescatore di uomini», «l’Apostolo», sono le definizioni di risposta da parte di Dio. Non esprimono l’«evasione» di questi uomini dalla loro storia, ma l’«imbarcarsi» di Dio nella loro vita. In tal senso, ognuno di noi, qualunque sia la sua situazione, è profeta, pescatore di uomini e apostolo. Per portare frutto, la Parola non può essere ricevuta con mezze misure, ma è dono che chiede di essere accolto e mantenuto in tutta la sua forza. Paolo si considera indegno di essere chiamato apostolo a causa delle persecuzioni da lui compiute contro la Chiesa prima della sua conversione. Tuttavia, non per merito suo, ma per grazia, per dono di Dio, è pur sempre apostolo. È provvidenziale il regalo di questa domenica e dei suoi tre celebri protagonisti: Isaia, Simone il peccatore detto Pietro, Paolo di Tarso. Il «punto di partenza» che hanno in comune è la loro condizione di peccatori. Dio li ha sorpresi nello spazio negativo della loro vita.
PER IL CONFRONTO NEL GRUPPO
– Di fronte ad una richiesta imprevista come reagiamo?
– In che modo Dio agisce nella storia?
IN FAMIGLIA
Gli imprevisti in famiglia sono all’ordine del giorno.
Lasciamo per un momento da parte l’inevitabile fatica che generano e proviamo a scoprire nelle loro pieghe la novità.
Insieme cerchiamo di dire a che cosa aprono e quali spunti di creatività suggeriscono.
(tratto da: R. Paganelli – Vivere la domenica aprendoci alla Parola, anno C – Elledici 2015)