25 ottobre
30ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Il primato dell’amore
COMMENTO
Sappiamo già che i precetti della legge ebraica sono 613. Ma gli stessi maestri non erano così ingenui da considerarli tutti della stessa importanza nel rapporto con Dio. Le scuole rabbiniche da tempo si impegnavano non solo a distinguere i precetti in gravi e leggeri, in piccoli e grandi, ma cercavano anche un principio generale a cui tutti i precetti potessero riferirsi come a una fonte, a un vertice o a una chiave interpretativa.
Ci spieghiamo così la domanda del dottore della Legge a Gesù, che nella risposta raccoglie i due precetti principali.
Dal Deuteronomio egli prende quello del primato dell’amore di Dio con la specificazione delle dimensioni principali della persona: il cuore, che indica la convergenza di tutti gli affetti verso Dio senza spazio per piccoli o grandi idoli; l’anima, cioè la vita, che dice la disponibilità consapevole a rinunciare a tutto pur di non allontanarsi da Dio; la mente, che impegna ad aderire alle verità che Dio rivela e testimoniarle con l’esempio e la parola.
Dal Levitico prende il precetto dell’amore del prossimo. Naturalmente per Gesù il prossimo da amare come se stesso non è solo l’ebreo, ma ogni uomo. Però, la novità in questa risposta di Gesù si trova nel fatto che lui mette il secondo comandamento sullo stesso piano del primo. Dall’apostolo Giovanni poi sentiremo che dire di amare Dio senza amare i fratelli è una menzogna.
Perciò, questi comandamenti, insieme, sono la chiave di lettura e interpretazione di tutti gli altri precetti, i quali acquistano senso e valore nella misura in cui sono legati all’amore per Dio e per i fratelli e lo esprimono. Gesù va anche oltre: questi comandamenti sono pure la chiave per comprendere tutta la Sacra Scrittura, che egli compendia con il binomio «la Legge e i Profeti»: senza questa chiave di lettura la Parola di Dio non solo non può esse- re compresa, ma viene travisata e tradita, come succede ai farisei e a tutti coloro che separano l’amore di Dio da quello del prossimo.
Questo episodio è anche servito all’evangelista Matteo per richiamare la sua comunità, e la Chiesa di tutti i tempi, sul rischio di cadere nel fariseismo, appesantendo e stravolgendo la vita di fede dei discepoli di Gesù con minuziosi precetti ritualistici e moralistici. L’unità dell’amore di Dio e del prossimo, invece, abilita i credenti non solo a comprendere rettamente la Sacra Scrittura, ma ad offrire a chi non conosce Gesù l’autentico splendore del suo Vangelo.
SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA
1. Un maestro della Legge si serve di una domanda che il popolo sinceramente si poneva per mettere alla prova Gesù. Non è sbagliata la domanda, ma il motivo. I dubbi e le domande fanno parte di una fede impegna- Quali domande mi piacerebbe porre a Gesù? Se siamo sinceri, ci sentiamo spinti a ricercare le risposte, anche con l’aiuto di altri fratelli.
2. Tutti abbiamo una nostra personale classifica dei comandamenti di Gesù. Con l’aiuto dello Spirito Santo, possiamo riconoscere il comandamento più grande, quello che determina il nostro modo di pensare e di vivere e le scelte piccole o grandi. Chiediamoci come e quanto corrisponda alla risposta di Gesù.
3. Cuore, anima e mente. Era il modo degli Ebrei per intendere la persona intera e tutte le singole facoltà. L’amore di Dio o prende tutti gli aspetti della persona e della vita oppure è parziale o In ogni caso Gesù è pronto a illuminarci, a curarci e a farci crescere: per questo ci dona ogni giorno il suo Spirito.
4. L’amore del prossimo è possibile nella misura in cui ci amiamo, cioè, vogliamo il vero bene di noi stessi. Se ci amiamo in modo disordinato o sbagliato, non stiamo facendo il bene per noi, non possiamo capire il vero bene degli altri e non siamo capaci di realizzarlo.
PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA
Nell’esame di coscienza chiediamoci: oggi, ho agito per amore dei fratelli o per me stesso?
Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2017