7 giugno
SANTISSIMA TRINITÀ
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
RIFLESSIONE
In questo commento di Gesù all’incontro con Nicodemo brillano alcune verità che toccano nel profondo la rivelazione contenuta in questo vangelo. Anzitutto è detta a chiare lettere la motivazione dell’agire di Dio: è l’amore senza misura, o meglio, con la misura di Dio. Sicuramente qui Dio sta per Padre, ma non gli facciamo torto se pensiamo che è tutta la Trinità ad amare e a decidere come esprimere l’amore per l’umanità: il Padre, il Figlio e lo Spirito si muovono amando all’unisono e insieme hanno deciso che, per rendere figli gli uomini, era necessario che proprio il Figlio diventasse uomo e, a causa del peccato, sacrificasse la sua vita umana. Così gli uomini sarebbero stati liberati da ogni colpa e avrebbero visto il Figlio, a immagine del quale sono stati creati e al quale sono invitati a conformare mente, cuore e azione.
È sufficiente questo per capire che Dio non ha nessuna voglia di condannare? Cos’altro deve fare per farci capire che soltanto noi possiamo tragicamente impegnarci per auto-condannarci e auto-escluderci dalla comunione eterna con la Trinità? Non basta che il Figlio incarnato sia venuto, sia morto in croce e sia risorto?
Non possiamo non capire ora che il più grande dispiacere della Trinità è che anche uno solo degli uomini vada perduto.
La chiave di tutto per poter accedere al dono di amore della Trinità, che è la figliolanza divina unita alla vita eterna, è la fede in Gesù. L’evangelista Giovanni rende molto più semplice l’essere discepoli del Signore e ha solo due comandamenti: credere in Gesù e amare i fratelli… e pensa: cosa c’è di difficile?
SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA
- «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito…». Ogni volta che dubitiamo dell’amore di Dio, proviamo a metterci di fronte a un crocifisso. Poi immaginiamo alle spalle di Gesù il Padre che, piangendo, ce lo offre e lo Spirito Santo che ci invita a entrare nel circolo di amore che li avvolge tutti e tre.
- «… perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna». Noi non sappiamo come la Trinità realizzerà questo suo desiderio, ma è certo che Gesù è morto e risorto per questo. Solo un cuore chiuso lo può fermare. La fede apre la porta del cuore e permette al Signore di entrare e salvarci.
- «Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui». Il mondo è fatto di peccatori, ma la missione del Figlio è salvarli. Non c’è nessun bisogno di condannarli, si sono condannati già da soli e camminano verso la solitudine e la morte. La Chiesa ha ereditato la missione di Gesù.
- Trinità, parola difficile per dire una realtà semplice: il nostro Dio è una comunione di persone che si amano, creano per amore, lasciano liberi gli uomini, perché siano dei figli, li salvano perché li amano e si dispiacciono se dovessero perderli. Questa nostra vita è un allenamento di amore, per poter entrare eternamente nella comunione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA
Ricostruire la comunione con una persona.
Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2017