MEDITAZIONE
Tutto il cammino della Quaresima è finalizzato alla scoperta e alla contemplazione della misericordia di Dio. È la sua misericordia che motiva le opere quaresimali (ascesi, preghiera, elemosina). È l’incontro con la sua misericordia che conduce a celebrare il sacramento della riconciliazione, riconoscendo il proprio peccato e gioendo del suo perdono.
La luce della misericordia
La misericordia per Gesù non è stata solo un tema di riflessione o una caratteristica di Dio da narrare nelle parabole. Gesù opera la misericordia aderendo alla volontà salvifica del Padre riguardo l’umanità e percorrendo il camino del Calvario fino alla croce.
Meditare i racconti della passione dei quattro evangelisti significa comprendere che essa è stata consapevolmente accettata da Gesù, come si capisce dalla sua preghiera nell’orto degli Ulivi. Tuttavia, solo con l’ottica della misericordia si afferra il significato di questa scelta. Altrimenti Gesù sarebbe un suicida o al massimo un bell’esempio di coerenza morale; e Dio un feroce esattore di tributi alla propria sovranità, un mostro crudele assetato di sangue.
Solo la luce della misericordia illumina l’oscurità del supplizio. Se della misericordia di Dio non si fa la chiave per comprendere la passione, di Gesù ci rimane solo un cadavere.
Scandalo e coalizione del male
Dopo l’ultima cena Gesù viene arrestato e poi ripetutamente consegnato di mano in mano per essere interrogato, giudicato, condannato. Intorno a lui, per la sua eliminazione si convocano riunioni notturne, s’inviano messaggi, si stabiliscono accordi.
Nelle tenebre della notte si creano forme di solidarietà nel male. Erode e Pilato, fino allora nemici, ora diventano amici (cf Lc 23,12) e si consociano nella condanna. Non solo il bene, ma anche il male ha la potenza di creare comunione di interessi.
Dal racconto risulta evidente che il male ha la capacità di deformare ogni cosa. Anche un gesto che umanamente dovrebbe significare affetto e amicizia, come il bacio, viene stravolto nel suo significato diventando segno per il compimento dell’iniquità.
Nella passione il male si mostra anche nella sua ottusità. È l’atteggiamento di Erode che sembra insensibile a ciò che sta accadendo realmente (cf Lc 23,8).
Tre scene esemplari
Luca descrive Gesù che, in mezzo a questo turbinio di eventi e di volti, superata l’angoscia della notte nell’orto degli Ulivi, domina la scena con solennità e compostezza, e compie gesti che confermano, nonostante il contesto, la sua misericordia.
Lo sguardo di Gesù a Pietro dopo il canto del gallo (cf Lc22,61). Se non si fa della misericordia la luce per interpretare la passione, questo è uno sguardo di condanna, uno sguardo tipo: «te lo avevo detto!». Se si parte dalla misericordia questo è uno sguardo di amore e di perdono, di compassione e di tenerezza. Nel primo caso il pianto amaro di Pietro (cf Lc 22,62) è per la paura della punizione; nel secondo è il pianto del pentimento che invoca perdono.
L’episodio di Barabba. Luca indica che la causa dell’incarcerazione di Barabba è l’accusa di rivolta e di omicidio (cf Lc 23,25). Viene liberato colui che toglie la vita, l’erede di Caino. Al suo posto è condannato colui che dà la vita. Poiché il Salvatore è ucciso, l’omicida è salvato. Già prima della morte di Gesù si compie l’efficacia della sua passione, perché i condannati alla morte, tutti gli uomini, siano salvi.
Infine, la crocifissione. Mentre i carnefici compiono il loro macabro ruolo Gesù invoca per loro la misericordia del Padre (cf Lc 23,34).
Gesù è crocifisso fra i due malfattori, di cui uno pentito, e che lì, in estremo, riceve il perdono (cf Lc 23,43). Solo la misericordia giustifica tali parole, le rende possibili e le rende comprensibili.
La celebrazione delle Palme inaugura la settimana centrale dell’anno liturgico, quella che conduce alla celebrazione dei misteri della passione e della resurrezione, il centro non negoziabile della fede cristiana. La fede in un Dio che in Gesù assume una carne umana per condividere con gli uomini l’umana debolezza; che porta alle estreme conseguenze la sua solidarietà con l’umanità giungendo alla morte per giungere a coinvolgerla nella sua risurrezione.