19 NOVEMBRE
XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
«BENE, SERVO BUONO E FEDELE…»
PRIMA LETTURA
La donna perfetta lavora volentieri con le sue mani.
In tutte le culture, e anche in Israele, si trovano giudizi negativi e facili battute sulle donne. Anche questo brano inizia con una domanda che non fa pensare bene della grande maggioranza delle donne. Poi indica le caratteristiche di una donna «forte»: brava moglie, laboriosa, generosa con i poveri, timorata di Dio. Possiamo dire che di donne così nella storia ce ne sono molte e non solo nella Chiesa.
Dal libro dei Proverbi Prv 31,10-13.19-20.30-31
Una donna forte chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore. In lei confida il cuore del marito e non verrà a mancargli il profitto. Gli dà felicità e non dispiacere per tutti i giorni della sua vita.
Si procura lana e lino e li lavora volentieri con le mani. Stende la sua mano alla conocchia e le sue dita tengono il fuso.
Apre le sue palme al misero, stende la mano al povero.
Illusorio è il fascino e fugace la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare.
Siatele riconoscenti per il frutto delle sue mani e le sue opere la lodino alle porte della città.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 127 (128)
Chi ama il Signore e rispetta la sua legge è beato e gode dei suoi doni e dei frutti della propria vita buona.
Beato chi teme il Signore.
Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.
La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.
Ecco com’è benedetto l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!
SECONDA LETTURA
Non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro.
Paolo velatamente rimprovera chi vorrebbe sapere di più sui tempi della venuta del Signore e ricorda che di una cosa sola i cristiani devono preoccuparsi: vivere il Vangelo in modo tale da essere sempre pronti per la venuta del Signore.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi 1 Ts 5,1-6
Riguardo ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. E quando la gente dirà: «C’è pace e sicurezza!», allora d’improvviso la rovina li colpirà, come le doglie una donna incinta; e non potranno sfuggire.
Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro. Infatti siete tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte, né alle tenebre. Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri.
Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO
Gv 15,4a.5b
Alleluia, alleluia.
Rimanete in me e io in voi, dice il Signore,
chi rimane in me porta molto frutto
Alleluia.
VANGELO
TRA PARENTESI [ ] LA FORMA BREVE.
Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone.
La parabola dei talenti parla della Chiesa e di ciascun cristiano. Il Signore Gesù a tutti affida i suoi doni che devono portare frutti. Chi si impegna e produce frutti, condividerà la gioia del Signore al suo ritorno; chi, per paura, non si impegna resterà escluso.
Dal vangelo secondo Matteo Mt 25,14-30
[In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.]
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
[Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo:“Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.]
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».
Parola del Signore.