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3. Commento alle Letture – Santissima Trinità

12             GIUGNO

SANTISSIMA TRINITÀ

TRE PERSONE, UNA SALVEZZA

Di fronte al mistero della Trinità, la parola si trova in condizione d’indigenza, perché non riesce a dire l’indicibile. Tuttavia non si può rinunciare ad addentrarci un poco, seppure con umiltà e rispetto, nell’ineffabile.
Difficilmente, quando parliamo di Dio con il linguaggio abituale, lo facciamo in termini trinitari. Normalmente ne scomponiamo le persone parlando, volta per volta, del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Eppure la rivelazione che Gesù ha fatto di Dio, è la rivelazione delle relazioni fra le tre persone della Trinità. Pertanto una via che si può percorrere per approssimare l’ineffabile è quella della relazionalità.

L’opera dello Spirito
Come dice l’orazione di colletta (la prima) di questa liturgia, il Padre è la fonte della rivelazione. Essa avviene per opera del Figlio e dello Spirito. Il contenuto di tale rivelazione è il mistero della vita divina e la fede è in un Dio uno nella trinità delle persone, in relazione fra loro, che ovviamente vuol dire nell’amore reciproco. Questa è la vita divina.
Il vangelo pare aprire la porta a un dubbio: Gesù ha rivelato tutto? La sua rivelazione è incompleta? Sembra quasi che, a causa della debolezza dei discepoli, ci sia qualcosa di non detto (cf Gv 16,12). È lo stesso Giovanni che ci mette sulla via della corretta interpretazione di questo passo. Non manca qualcosa al tutto della rivelazione, manca la capacità di comprenderla del tutto (cf Gv 16,12.13).
Ciò sarà possibile solo dopo la risurrezione e dopo l’effusione dello Spirito Santo, perché per mezzo suo (cf Gv 16,13) il credente accederà a un ampliamento qualitativo (non quantitativo) della rivelazione di Gesù. Grazie allo Spirito i discepoli, dopo la risurrezione, potranno progressivamente penetrare l’insegnamento di Gesù.

Unità, consustanzialità, relazioni
Lo Spirito, per compiere la sua funzione, «dirà tutto ciò che avrà udito» (Gv 16,13). Da chi? Gesù rivela quello che ha udito dal Padre (cf Gv 15,15). Lo Spirito «prenderà da quel che è mio [di Gesù] e ve lo annuncerà» (Gv 16,14). Questo però non fa differenza perché «tutto quello che il Padre possiede è mio» (Gv 16,15), infatti, dice Gesù, «io e il Padre siamo una cosa sola» (Gv 10,30). Ciò dice l’unità e la «consustanzialità» delle tre Persone.
Il tratto del vangelo di questa solennità aggiunge la dimensione relazionale. Gesù afferma che «egli [lo Spirito] mi glorificherà» (Gv 16,14). Infatti, ne continua la rivelazione. Ma è qui che s’instaura la circolarità della glorificazione: lo Spirito glorifica il Figlio, il Figlio è glorificato dal Padre, e il Padre, a sua volta, è glorificato dal Figlio (cf Gv 17,1.4).

Effetti in noi

Le letture di oggi ci indicano anche la direzione del nostro coinvolgimento con il Dio Trinità.
San Paolo, nei primi capitoli della lettera ai Romani, afferma la condizione di peccatori di tutti gli uomini, fino ad esultare per la salvezza realizzata da Cristo, «il quale è stato consegnato alla morte a causa delle nostre colpe ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione» (Rm 4,25). All’inizio del capitolo 5 della lettera, l’apostolo afferma che la giustificazione, cioè il dono di essere resi giusti di fronte a Dio, è donata gratuitamente e per la fede. Inoltre, essa produce degli effetti negli uomini. Innanzi tutto la «pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo». Inizia una nuova condizione negli uomini. È la fede che fa accedere al dono della grazia che raggiunge gli uomini nel presente («ci troviamo e ci vantiamo»). Tutto ciò è la base della speranza, anche nella tribolazione. «La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5).
Seguendo il corso del discorso paolino, che è un discorso sull’uomo e sugli effetti in esso dell’opera della redenzione, vengono nominate tutte e tre le Persone della Trinità. Il Padre è all’origine, il Figlio opera la redenzione, lo Spirito abita i nostri cuori. La Trinità, relazione fra tre Persone, abita il cuore umano e per la sua opera di salvezza ci immette in questa stessa relazione. Da qui ne viene una nuova vita. A essa corrispondiamo?