29 GENNAIO
IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Giornata mondiale dei malati di lebbra)
POVERI, UMILI E DEBOLI: I PREDILETTI DEL SIGNORE
COMMENTO
Questa pagina del vangelo è da contemplare più che da commentare. Tuttavia, siccome fa sorgere molte do- mande, richiede anche delle risposte non facili da comprendere e soprattutto da accettare, specie se si ha una fede debole o vacillante. Chi non è credente potrebbe considerare le beatitudini il manifesto dell’«oppio dei popoli».
Per Matteo esse costituiscono il proclama che apre il discorso della montagna, il primo dei grandi discorsi, e che, in qualche maniera, annuncia una nuova creazione e una alleanza nuova, quella del nuovo popolo di Dio attorno a una Legge nuova, scritta non più su tavole di pietra ma nel cuore di chi crede.
Sono elencate nove categorie di persone che Gesù dichiara «beate», in contrasto con la mentalità corrente tra gli uomini, non solo del suo tempo. Sono beatitudini dichiarate, ma non sempre sperimentate dalle persone che vivono le situazioni descritte. È qui il primo problema. I poveri di spirito e i perseguitati per la giustizia so- no beati nel presente perché il regno di Dio appartiene a loro. Tutte le altre situazioni troveranno una risposta nel futuro di Dio. È una promessa alienante? I credenti sono spinti a proiettare solo nel futuro il loro anelito alla felicità? Non è quello che dice Gesù. Chi crede ha la capacità di leggere ora la sua vita nella prospettiva evangelica e di sperimentare la beatitudine anche nelle situazioni di sofferenza citate da Gesù. Tutte le persone che appartengono a queste nove categorie possiedono il regno, ma Dio non interviene immediatamente e miracolosamente a cambiare le situazioni. I martiri hanno sperimentato la presenza di Dio, perché hanno avuto da lui la forza per affrontare vittoriosamente il martirio, conservando e testimoniando splendidamente la fede, e i santi non hanno avuto vita facile ma felice, man mano che si rendevano conto di somigliare sempre di più al Figlio di Dio e di collaborare con lui alla salvezza dei fratelli. Anche se le persecuzioni e le sofferenze continuano, la promessa di Dio rimane e i credenti sperimentano subito la consolazione della presenza di Dio e della somi- glianza a Cristo e anticipano nella fede la felicità che gusteranno in questa vita, se è nella volontà di Dio, e certamente, in pienezza, nell’eternità. Capiscono e gustano tutto questo soltanto i poveri in spirito, cioè coloro che non mettono la loro felicità solo nelle cose di questo mondo, acquistando così una vera libertà interiore, e che gioiosamente riconoscono di dipendere da Dio, scelgono di fidarsi di lui e si aspettano solo da lui la vita piena e la vera felicità.
SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA
- È facile ammirare le beatitudini, più difficile è credere che siano vere. Sono troppo in contrasto con la mentalità comune, anche dei cristiani. Ci provocano a una presa di posizione sulla fiducia da accordare a Gesù.
- Beatitudini e «oppio dei popoli». Coloro che Gesù proclama beati, non sono passivi nei confronti di Dio e, tanto meno, degli uomini o degli avvenimenti. Essi lottano con tutte le loro forze e con la forza della preghiera. Come ha fatto Gesù.
- Le beatitudini sono vangelo per la Chiesa, quando somiglia a Gesù e realizza la propria missione tra le persecuzioni. La mettono in crisi, quando deve annunciarle e mostrarle ai poveri e ai perseguitati del nostro mondo.
- Le beatitudini sono tutte al plurale. Chi soffre da solo, facilmente si avvicina alla disperazione. Nella sofferenza solo la comunione con i fratelli in una comunità viva porta sollievo, forza e speranza.
PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA
Riconosciamo una beatitudine che il Signore proclama per noi e in questa settimana la viviamo, rinnovando ogni giorno la fiducia nell’amore di Dio.