23 APRILE
III DOMENICA DI PASQUA
LO RICONOBBERO ALLO SPEZZARE DEL PANE
COMMENTO
Piccolo capolavoro letterario di Luca, questo brano è una sintesi del vangelo della risurrezione e del suo senso.
Abbiamo due discepoli tristi (Cleopa e un altro senza nome: sono io, sei tu) che hanno perso la fede in Gesù e la speranza; rimane loro nel cuore solo il ricordo dolo- roso di un passato bello ma illusorio. Tornano a casa sconfitti. Un viandante che si aggrega e si mostra uomo «normale», forestiero ignaro. Lungo il cammino succedono molte cose. Cleopa rimprovera il viandante di non sapere e poi racconta sui fatti una versione personale che non corrisponde per niente alla verità di ciò che è accaduto: un passato perdente e un presente senza fede, dato che non hanno creduto alle donne. I fatti vissuti dal viandante non sono questi!
Luca ci ha avvisati che il viandante è Gesù, ma essi non possono riconoscerlo, perché la perdita della fede ha oscurato loro gli occhi e la mente. Luca fa capire così che il Risorto può essere riconosciuto solo da chi ha fede, chi non crede non può riconoscerlo; per questo Gesù non va dai Giudei, non lo avrebbero mai riconosciuto!
Dopo il racconto triste e rassegnato, il viandante li rimprovera a sua volta di non avere intelligenza né amore sufficienti per capire né la parola di Dio, né quella dei profeti e neanche quella che Gesù stesso aveva comunicato.
La spiegazione, che Luca fa dare da Gesù ai due discepoli sintetizza l’esperienza della Chiesa primitiva, che progressivamente ha riletto tutto il Primo Testamento alla luce della morte e risurrezione di Gesù e ne ha colto significati prima nascosti.
Intanto qualche cosa è successa nel cuore dei due: mentre Gesù parla, nel loro intimo si riaccende una fiamma, che essi non sanno spiegare, e li spinge a voler trattenere Gesù, che fa finta di andare oltre. Quando Gesù in casa fa il gesto e usa le parole abituali del pasto (gesti e parole che non appartengono solo all’ultima cena, che pure è stata unica), dopo l’amore si risveglia anche la fede ed essi diventano capaci di riconoscere Gesù, che sparisce, perché non c’è più bisogno della sua presenza fisica. Cleopa e l’altro hanno recuperato la fede e portano il risorto con sé, mentre tornano a Gerusalemme per dare la bella notizia dell’incontro che ha fatto rivivere in loro l’amore, la fede e la speranza del Regno di Dio e della liberazione non solo di Israele, ma di tutta l’umanità.
Il brano indica allora due luoghi permanenti in cui il Risorto è presente, riconoscibile e raggiungibile: la Parola di Dio e l’Eucaristia.
MEDITAZIONE
Signore Gesù,
mio compagno di cammino, proprio quando ho perso la speranza e ho dimenticato le parole tue, quelle che hanno illuminato la mia strada e riscaldato il mio cuore in tanti momenti e periodi del passato.
Oggi sono proprio io il compagno di Cleopa, non dico una parola, ma sono in ascolto attento di quello che tu mi stai dicendo attraverso i miei fratelli, risorti con te, che vedono il mio volto abbattuto e il mio passo pesante. A volte faccio fatica a riconoscere che in loro ci sei tu con il tuo Spirito, che suggerisci loro quello di cui io ho bisogno.
Oggi ti prego, illuminami, perché anch’io veda che «è necessario soffrire per entrare nella gloria». Su questo ho avuto le mie difficoltà: perché soffrire? perché accettare la sconfitta, i fallimenti? Ero confuso, lo capivo per te, ma non per me. Ora so che tu hai amato non la sofferenza, ma il dono della tua vita a ogni costo, per la mia salvezza, e che mi chiedi semplicemente di fare anche della mia vita un dono, senza mai tirarmi indietro, specialmente quando il dono di me non è semplice e gratificante, ma costoso e doloroso.
Ti chiedo anche di riscaldare il mio cuore fino a sentire il desiderio incontenibile di correre per comunicare ai miei fratelli, specialmente ai giovani e ai lontani, che tu sei risorto e che sei l’unica garanzia che niente della nostra vita è perduto, che neanche la più piccola briciola di amore sofferto sarà sprecata. Sì, perché la tua risurrezione è la porta della vita eterna, spalancata per noi, e lì solo l’amore sarà il nostro corpo e il nostro sangue e an- che l’aria che respireremo.
SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA
1. I cristiani contemporanei di Luca erano tristi per le Noi oggi possiamo essere tristi per altri motivi non meno dolorosi, che toccano tutta la Chiesa. La tristezza e la sfiducia ci chiudono gli occhi e ci impediscono di riconoscere Cristo che cammina con noi.
2. «Stolti e lenti di cuore a credere…». Queste sembrano parole, più che di Gesù, di Luca, rivolte ai cristiani del suo Forse facevano fatica ad accettare che essere cristiani comporta seguire Gesù anche nella passione, per giungere alla gloria della risurrezione.
3. «Non ardeva forse in noi il nostro cuore…?». La parola di Dio, ascoltata con cuore aperto, è capace di risvegliare amore e fede anche in chi ha perso i riferimenti ideali e spirituali ed è in crisi di fiducia e di speranza.
4. L’Eucaristia è il luogo «naturale» dell’incontro con Cristo, dell’apertura degli occhi, dell’ardore del cuore, della comunione con i fratelli, del desiderio di diventare annunciatori del Vangelo.
PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA
Cercare nel vangelo la risposta a un problema che stiamo attraversando, anche facendoci aiutare.