12 MAGGIO
ASCENSIONE DEL SIGNORE
GESÙ PRESENTE NELLA CHIESA
COMMENTO
Secondo gli studiosi, questa conclusione del vangelo non appartiene a Marco, è un’aggiunta voluta dalla comunità, perché il testo non finisse con la paura e la fuga delle donne dal sepolcro. In ogni caso per noi è autentica parola del Signore.
In pratica questo brano presenta attraverso la parola di Gesù ciò che le comunità cristiane avevano già sperimentato nella predicazione degli apostoli.
Condizione necessaria per la salvezza è la fede che nasce dall’accoglienza e dall’adesione alla predicazione e raggiunge la sua maturazione nel Battesimo. Invece il rifiuto del Vangelo è già un’autoesclusione non solo dalla comunità dei salvati ma dal regno di Dio.
Anche i segni distintivi della presenza di Gesù, che Giovanni e Luca attribuiscono all’azione dello Spirito Santo, fanno parte dell’esperienza delle prime comunità.
È interessante notare come i cristiani hanno inteso l’Ascensione di Gesù, infatti dichiarano indifferentemente che Gesù è salito al cielo o «fu elevato» (anche per la risurrezione i verbi attivi e passivi sono usati indifferentemente). Per noi significa che il Padre e il Figlio agiscono insieme in perfetta unità.
Ma la cosa più notevole è che mentre si dice che Gesù sale al cielo e siede alla destra del Padre, nello stesso tempo candidamente si dichiara che Gesù agisce con i discepoli e conferma la predicazione con i miracoli. È chiaro allora che il vangelo dice che l’Ascensione non è un allontanamento dal mondo, ma sancisce semplicemente la fine della visibilità fisica di Gesù e l’inizio della sua azione invisibile, ma ugualmente efficace, per la salvezza di ogni uomo, attraverso il dono dello Spirito Santo e l’azione della Chiesa.
E i miracoli promessi oggi dove sono?
È difficile spiegare i segni della presenza salvifica di Gesù nel mondo e in particolare nella Chiesa ed è ricorrente la tentazione di desiderare nostalgicamente i segni miracolosi dei primi tempi o di restare delusi per la loro “scarsissima” presenza.
Una comunità cristiana che vive nella fede e cresce in essa, da una parte con una fede autentica può sperimentare gli interventi straordinari del Signore, dall’altra, e ancora di più, è chiamata a dare i segni dei miracoli dello Spirito, che si rivelano anzitutto nell’amore fraterno, visibile e sperimentabile da tutti, dentro una fede incrollabile, capace di affrontare le persecuzioni, nella speranza sicura, generatrice di forza e di gioia anche nelle difficoltà della vita quotidiana.
Viviamo in un tempo in cui la potenza del male si fa sempre più violenta per opera dell’avversario e di coloro che se ne lasciano catturare. Chi ha fede possiede la potenza di Cristo e dello Spirito ed è capace, anche se non se ne accorge e non pratica esorcismi, di difendere e proteggere i fratelli dall’influenza del male. La fede e l’amore sono la forza che mette in fuga l’avversario e sono anche l’antidoto contro il veleno dello spirito che paralizza e uccide molti. Tanti fratelli ne hanno bisogno.
Infine, la Chiesa oggi ha bisogno del miracolo delle lingue: è alto il rischio che parli in un modo incomprensibile per gli uomini e le donne di oggi. Soprattutto i pastori hanno bisogno di invocare il dono dello Spirito che, animando lo loro fede, li renda capaci di parlare una lingua che tocchi non solo le orecchie ma i cuori delle persone, specialmente dei giovani.
SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA
- «Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato». La salvezza viene dalla fede; il Battesimo è il sacramento della fede donata da Dio, accolta e professata dal cristiano. Non c’è nulla di magico nei sacramenti… se non c’è la fede il Battesimo non salva. Interroghiamoci su come la nostra fede si esprime nella vita.
- Il Signore Gesù sale al cielo e non è più visibile, ma agisce attraverso i suoi discepoli. Questa verità della fede ci sostiene nella preghiera, nella carità e nell’affrontare difficoltà e persecuzioni.
- «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura». Il Signore non manda solo gli apostoli, ma ogni cristiano. Sarebbe sufficiente che noi proclamassimo il Vangelo nel mondo in cui viviamo e che frequentiamo: famiglia, lavoro, relazioni amicali e sociali.
- La nostalgia dei miracoli denuncia una fede immatura. Chi ha gli occhi della fede riesce a vedere i segni dell’amore di Dio e dei fratelli ogni giorno. E il cuore si apre alla gioia e alla perseveranza.
PROPOSTA DI IMPEGNO
Facciamo il “miracolo” di continuare ad amare concretamente una persona «difficile».