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3. Annunciare la Parola – 22 agosto 2021

22 agosto

21ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Tu hai parole di vita eterna

PER RIFLETTERE E MEDITARE

Gesù pone i giudei di fronte alla difficile scelta di accogliere, anzi di mangiare lui, pane disceso dal cielo, oppure di continuare a vivere come hanno fatto finora, accontentarsi del pane materiale, quello che Gesù ha appena moltiplicato. Essi però non se la sentono di fare il salto nel buio e di accogliere senza riserve le sue parole. E perfino molti dei suoi discepoli se ne vanno, perché, dicono, la proposta è «troppo dura».

Un drammatico rifiuto
Forse questi giudei e i discepoli non hanno capito? O hanno capito male? No, no, è proprio perché hanno capito troppo bene che rifiutano. Si tratta di fare della vita di Gesù la propria vita, di «cibarsi di lui» per vivere come lui e per lui. Non si fidano, nonostante la straordinaria moltiplicazione del pane e dei pesci.
Gesù pare però sfidarli: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima?». Ai discepoli e alle folle che trovano difficile sbilanciarsi e scegliere, ancora una volta Gesù rincara la dose e parla di altri prodigi, che metteranno ancora più a dura prova la loro fede.
Infine Gesù rispetta la loro libertà, non obbliga nessuno a condividere le sue scelte, non li costringe a «mangiare la sua carne». Di fatto l’esperienza si chiude con un rifiuto e la profezia del tradimento di Giuda («Gesù sapeva chi era colui che lo avrebbe tradito»). Ma anche con la risposta affermativa di Pietro. Alla domanda del maestro: «Volete andarvene anche voi?», Pietro, a nome di tutti, esprime la fede del Dodici: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il santo di Dio». È la professione di fede che Gesù attende da ogni cristiano.

La nostra fede è Qualcuno
Siamo al termine del discorso sul pane di vita. Il dialogo è stato difficile e duro, fra la crescente incomprensione dei giudei e le parole di Gesù che con grande e crescente chiarezza ribadisce il suo pensiero. Le sue parole possono essere accolte o rifiutate, ma non negoziate, modificate, rese più accettabili. Gesù scandalizza, chiede di avere fede in lui senza tentennamenti, ma essi non se la sentono e se ne vanno.
Gesù li lascia andare. È fondamentale la libertà con Dio, il nostro rapporto con lui. Libertà religiosa vuol dire anche questo. Non forzare, rispettare i tempi di maturazione. Se ne vanno anche i discepoli, essi che lo hanno sicuramente conosciuto di più e meglio.
Gesù addirittura lancia la sfida agli apostoli, disposto a rimanere solo a continuare la sua missione. Pietro, come abbiamo ricordato, riafferma la propria adesione a Gesù, il Santo di Dio, con la più bella professione di fede. «Da chi andremo?», dice Pietro, ricordando che la nostra fede è Qualcuno, prima di essere un insieme di verità da conoscere e praticare. Essi erano ex pescatori, ex pubblicani, ex zeloti… il Signore li ha trasformati e ha riempito la loro vita di senso: non vogliono tornare indietro.

Una sfida che coinvolge anche noi
Tutti siamo chiamati in alcuni momenti della nostra esistenza a scelte importanti, che cambiano la nostra vita. Così il popolo di Israele al momento dell’ingresso nella terra promessa (prima lettura). Dice Giosuè: «Scegliete oggi chi servire: gli dei vostri padri o gli dei degli Amorrei…». Ed essi rispondono: «Noi serviremo il Signore, poiché egli è il nostro Dio».
Anche noi a volte siamo chiamati a scelte importanti: cambiare lavoro, fare un mutuo per comprare una casa, dedicarsi alla politica o al sindacato. Da questa scelta dipendono tante cose, il nostro futuro. Altre scelte sono ancora più importanti, anche se non sono di tutti e non tutti le ritengono così determinanti, come decidere di dedicare un po’ più di tempo alla nostra comunità parrocchiale, offrirsi come catechisti, accettare un incarico, iscriversi a una associazione, dare una mano come animatore all’oratorio. Si dirà: non sono cose che cambiano la vita. Invece sì, perché è proprio in questo modo che si comincia a fare spazio vero alle parole di Gesù e alla sua proposta di vita, cominciando a comprometterci, a fidarci di lui, sapendo che queste scelte ci fanno crescere, cambiano non solo la nostra vita, ma quella di chi vive con noi.

 Il dono di sé reciproco nel matrimonio
Tra le scelte importanti c’è anche quella del matrimonio, e la parola di Dio esemplifica, attraverso l’ultima parte della lettera agli Efesini, facendo riferimento proprio ai rapporti nella famiglia. L’adesione a Cristo infatti rinnova anche il rapporto vissuto tra moglie e marito e con i figli. In ogni casa, tanti contrasti e incomprensioni nascono facilmente dal voler prevaricare sugli altri, tentando di avere il sopravvento o addirittura pretendendo di essere serviti dagli altri.
Se le parole di Paolo in alcuni passaggi risentono della mentalità del tempo, il suo messaggio però è chiaro e le sue parole sanno di vera novità, sgorgando dal Vangelo: «Siate sottomessi gli uni agli altri», dice. Nessuno deve dominare sul più debole, ma in tutti ci deve essere accettazione e rispetto, disponibilità al servizio, amore dimostrato. La “fede” che gli sposi si scambiano il giorno delle nozze diventa il simbolo di questo amore reciproco donato, e richiama un tipo di fedeltà che dovrebbe essere un impegno per tutta la vita.

UN FATTO – UNA TESTIMONIANZA

La maestra parla di famiglia, e dice che c’è da essere contenti quando in una famiglia papà e mamma sono esigenti e severi. Poi fa una specie di indagine tra le sue piccole allieve. Quando chiede a una di loro: «Chi comanda a casa tua? Tuo papà o tua mamma?», si sente rispondere: «Da noi non comanda nessuno, perché ci vogliamo bene!».