1 agosto
18ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Cercate un altro pane, quello che sfama per sempre
PER RIFLETTERE E MEDITARE
Gesù, dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, si ritira in disparte a pregare, attraversa il lago insieme agli apostoli. Ma viene ancora una volta inseguito dalla folla, che, come dice Giovanni, sale sulle barche e lo raggiunge a Cafarnao. Al vederli, Gesù dice loro apertamente che lo cercano perché hanno mangiato e si sono saziati. Sono solo interessati al pane materiale, e per questo sono anche disposti a riconoscere che lui è l’atteso messia e a proclamarlo re, ma non sono disposti ad andare oltre.
Il dialogo con chi lo ha seguito
Gesù questa volta non moltiplica il pane, ma li invita a riflettere su chi ha compiuto il miracolo e ad attendere un altro pane, quello che li sfamerà per sempre. La folla sembra dimostrarsi disponibile e chiede: «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?». «L’opera da compiere è una sola», risponde Gesù: «credere in colui che Dio ha mandato». Ma la gente è perplessa, vuole vedere altri segni per poter credere, segni più convincenti. Come se la moltiplicazione dei pani e dei pesci non reggesse il confronto con la manna e le quaglie dati al popolo da Mosè nel deserto.
Gesù dice loro di sollevarsi dal pane materiale, che toglie la fame soltanto per un giorno, e di cercare un altro pane, di cui hanno bisogno, anche se non lo sanno.
Certo nutrirsi ha la sua importanza, Gesù lo ha dimostrato moltiplicando il pane. Ma il suo non è stato soltanto un gesto di solidarietà. Se loro pensano di essere esonerati dalla fatica per il cibo quotidiano e chiedono: «Signore, dacci sempre questo pane», Gesù chiarisce fino in fondo il cammino di fede a cui li vuole condurre e dice loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
Il pane di ogni giorno non ci basta
Gesù dunque gioca scoperto con chi lo ha seguito e dichiara apertamente di essere lui il vero pane, quello che sfama per sempre. Ma la folla non riesce a fare il passo e ad accogliere fino in fondo le sue parole e la sua persona.
Gesù si rivela ed è curioso che sembra farlo di preferenza con la gente semplice e meno complicata, quella che forse non è nemmeno in grado di capire. Così ha fatto con la samaritana, parlando dell’acqua viva, che disseta in eterno, e che si è fatta poi annunciatrice entusiasta del messia tra i suoi compaesani (Gv 4,1-26).
A quella folla sembra proprio bastare il miracolo. Non immagina e non cerca altro che il prodigio e la possibilità di perpetuarlo. Gesù non li accontenta, eppure «Dio che non esaurisce i nostri desideri, è fedele alle sue promesse» (Dietrich Bonhoeffer) e risponde ai nostri desideri più profondi. Gesù si rivela loro come colui che realmente sazia la fame e spegne la sete di ogni uomo.
Noi oggi che abbiamo il pane, in realtà spesso non abbiamo fame perché siamo sazi, indifferenti, apatici. È la malattia del nostro tempo. E siamo denutriti nella fede, non abbiamo il desiderio di ricercare, di approfondire, di vivere in una dimensione più a misura della nostra grandezza di figli di Dio. Ma a tanti sembra bastare il benessere assicurato, il conto in banca, una bella casa… Un piatto pieno di carne, la bocca piena di manna. Troppo poco per dare un senso alla vita, per spegnere la nostra fame e la nostra sete. «Appena compresi che Dio esiste, capii che non potevo far altro che vivere per lui. Dio è così grande, c’è una tale differenza fra Dio e tutto ciò che non è Dio…» (Charles de Foucauld). C’è addirittura chi si dà a qualcosa di esoterico per soddisfare il proprio bisogno di spiritualità.
Il pane dei nostri altari ogni domenica
Gesù ci dice oggi che oltre al pane ci sono bisogni più grandi, che esistono valori che valgono per oggi, per domani e per l’eternità. Nel nostro affanno di ogni giorno è lui e la sua parola che dobbiamo trovare, e dare così un significato pieno alla nostra vita e trovare la pace. Ė un’esperienza che hanno fatto in tanti: accolto Gesù, tutto prende un colore diverso, tutto diventa accettabile e rende la nostra vita degna di essere vissuta. È questa la sorpresa di chi ha conosciuto la fede: attori, attrici, imprenditori, gente comune che non ha mai dato importanza alla fede e che la scopre in modo nuovo e trasforma la propria vita.
Gesù con la moltiplicazione dei pani pensava all’Eucaristia e noi oggi non dobbiamo cadere nel facile tranello in cui finì quella folla: rimanere bloccati davanti a quell’umile pezzo di pane azzimo che riceviamo a ogni messa. Perché è proprio Gesù che riceviamo accogliendolo con gli occhi della fede.
UN FATTO – UNA TESTIMONIANZA
Come il corpo ha bisogno di mangiare e bere ogni giorno, così alcuni Padri della Chiesa raccomandano la comunione quotidiana: «Se è quotidiano questo pane, perché aspetti un anno per riceverlo? Ricevi ogni giorno ciò che ogni giorno ti giova. Vivi in modo tale da meritare di riceverlo ogni giorno. Colui che non merita di riceverlo ogni giorno, non merita di riceverlo dopo un anno» (Sant’Ambrogio).