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4. Parola da Vivere – 6 gennaio 2021

6 gennaio

EPIFANIA DEL SIGNORE

Tutte le genti chiamate alla salvezza

COMMENTO

Confrontarsi con tutti i protagonisti di questo brano è un’avventura spirituale certamente interessante e fruttuosa.
Iniziamo da Erode. L’episodio avviene «al tempo del re Erode», ma il suo tempo sta per scadere, perché il tempo appartiene a Dio e chi lo usurpa lo perde e si perde. Aveva ricevuto un annuncio che poteva salvarlo, ma non lo riconosce, anzi se ne sente minacciato. La sua grandezza è solo apparenza intrisa di sangue, crede di essere furbo, nasconde il suo progetto omicida, ma Dio lo aspetta per dargli il salario che ha meritato.
I capi dei sacerdoti e gli scribi. Sanno tutto, trovano subito la risposta esatta, si limitano ad accontentare il re sanguinario, ma non sono interessati, non cercano, non si muovono. Hanno indicato ai pagani la via giusta e la meta, ma restano prigionieri di un passato che non apre al futuro, alla novità del dono che Dio mette davanti ai loro occhi. Restano fuori. Per loro la profezia è lettera morta. In realtà sono morti loro, dentro.
I Magi. Sono sapienti perché amano la Sapienza, anche se ancora non l’hanno incontrata. Osservano il cielo, perché hanno fiducia che Dio darà loro un segno. Contemplano in visione una stella, nuova, splendente, e capiscono, perché il loro cuore è sintonizzato con la verità, perché la stella è il Cristo annunciato dai profeti. Sentono di doversi muovere e lo fanno, perché Cristo stesso indica loro una strada da percorrere. Il loro cammino non è senza difficoltà, anch’essi devono liberarsi da qualche pregiudizio fuorviante: immaginano di trovare il re nella reggia di Erode e sbagliano strada. Ma la Sacra Scrittura li istruisce: il re grande si trova in un piccolo paese.
Ci credono e corrono, pieni di gioia, di nuovo incontro alla “stella”, che ora “vedono” con maggiore chiarezza. Il re è un bambino, ma i loro occhi ammirano la luce del mondo, discesa dal cielo per illuminare tutti i popoli e guidarli alla salvezza. È il re, è il figlio di Dio e attraverserà la croce per regnare in eterno. Obbediscono all’angelo, perché sanno distinguere la verità dalla falsità, e percorrono una nuova strada per tornare alla loro terra e vivere una vita nuova.
Gesù. È lui la stella che guida i Magi; è lui, bambino, che li aspetta nella casa e riceve l’adorazione e i doni. Non parla ancora, ma illumina; così i Magi riconoscono in lui il dono di Dio che salva loro e tutti i popoli.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. Erode trova imitatori anche oggi e non solo in coloro che procurano aborti o usano qualsiasi genere di violenza verso i bambini. Chiediamoci se qualche volta la presenza o l’insegnamento di Gesù ci hanno dato fastidio, ci hanno minacciati su quello che possediamo e noi abbiamo preferito, magari solo per un po’, cancellarlo dall’orizzonte delle nostre scelte.
  2. Come i capi dei sacerdoti e gli scribi forse leggiamo o ascoltiamo “troppa” parola di Dio e ci può capitare che essa scivoli via senza lasciare traccia nella mente, nel cuore e nelle scelte che colorano le nostre giornate. La Parola di Dio, invece, illumina la mente, scalda il cuore e spinge ad agire nel bene.
  3. In questo mondo, e anche nella Chiesa, ci sono uomini e donne che somigliano ai Magi e hanno desideri, attendono qualcosa di bello, scrutano il cielo e hanno la valigia pronta. Lo Spirito Santo suscita nel loro cuore l’amore alla verità e al bene ed essi non solo lo lasciano fare, ma sono pure contenti e pronti a sfidare qualunque difficoltà. Anche per loro la stella è Cristo.
  4. Gesù per noi non è più bambino. Porta già i segni della passione e della potenza di Dio che salva il mondo, che salva noi. La sua luce non si spegne, il suo amore non si esaurisce e lui è sempre con noi, per illuminarci, amarci e salvarci, in qualunque situazione ci troviamo. Oggi abbiamo qualche dono da offrirgli?

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Se abbiamo coltivato per qualche tempo un desiderio di bene che abbiamo messo da parte, per sfiducia o scoraggiamento, ripeschiamolo e proviamo a realizzarlo, anche se costa fatica.


Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2017

 

 

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5. Perdono e Preghiere dei Fedeli – 6 gennaio 2021

6 gennaio

EPIFANIA DEL SIGNORE

Tutte le genti chiamate alla salvezza

RICHIESTA DI PERDONO

  • Signore Gesù, aprici gli occhi, tu che sei la luce del mondo, e abbi pietà di noi.
  • Cristo, perdona il nostro scarso impegno nel ricercare e approfondire la nostra fede, abbi pietà di noi.
  • Signore Gesù, che ti sei mostrato e hai riempito di gioia i Magi che si sono messi alla tua ricerca, abbi pietà di noi.

PREGHIERA UNIVERSALE

Celebrante. Fratelli e sorelle carissimi, i Magi, cercatori di Dio, hanno seguito le tracce incerte di una stella pur di incontrare il re dell’Universo. Preghiamo perché il Signore ci apra gli occhi e ci conceda di scoprire il senso profondo della nostra vita.

Signore, rendici ricercatori della verità.

  • Per la santa Chiesa, perché annunci con gioia la luce di Betlemme, destinata a illuminare tutte le genti, preghiamo.
  • Perché il messaggio di speranza e di fede di questa giornata giunga fino agli ultimi confini della terra, e l’umanità si apra alla salvezza, preghiamo.
  • Per i governanti e gli uomini di potere, perché costruiscano una società aperta alla verità, alla giustizia, alla pace, alla fraternità, preghiamo.
  • Per chi è lontano dalla fede, per chi si trova in una situazione di ricerca, perché nella nostra comunità possa scoprire il senso pieno della vita, preghiamo.

Celebrante. O Padre, ti chiediamo il gusto e la ricerca della verità per noi e per quelli che amiamo, e la luce della fede che illumini tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

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6. Vignetta di RobiHood – 6 gennaio 2021

6 gennaio

EPIFANIA DEL SIGNORE

Tutte le genti chiamate alla salvezza

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

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2. Letture e introduzioni – 3 gennaio 2021

3 gennaio

2ª DOMENICA DOPO NATALE

È venuto ad abitare in mezzo a noi

Sono passati il Natale e il Capodanno. Tra poco celebreremo l’Epifania. La liturgia in questa domenica di mezzo ci presenta nuovamente il prologo del Vangelo di Giovanni. Siamo quindi ancora immersi nel mistero del Natale, addirittura al livello più profondo e impensabile possibile. Siamo chiamati a passare dall’emozione del Natale all’approfondimento teologico per comprendere il significato pieno della venuta del Signore Gesù tra noi.

PRIMA LETTURA

La sapienza di Dio è venuta ad abitare nel popolo eletto.

È uno dei brani centrali del libro del Siracide. L’autore immagina che Dio ordini alla sapienza di scendere sulla terra e di «piantare la tenda» in Giacobbe, tra il popolo ebraico. Un’immagine ardita e apparentemente soltanto poetica o simbolica. In realtà si avvera pienamente in Gesù, Parola di Dio e sapienza di Dio, che prende dimora nell’umanità.

 Dal libro del Siracide.                                 Sir 24,1-4.8-12

La sapienza fa il proprio elogio,
in Dio trova il proprio vanto,
in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria.
Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca,
dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria,
in mezzo al suo popolo viene esaltata,
nella santa assemblea viene ammirata,
nella moltitudine degli eletti trova la sua lode
e tra i benedetti è benedetta, mentre dice:
«Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine,
colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse:
“Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele,
affonda le tue radici tra i miei eletti” .
Prima dei secoli, fin dal principio,
egli mi ha creato, per tutta l’eternità non verrò meno.
Nella tenda santa davanti a lui ho officiato
e così mi sono stabilita in Sion.
Nella città che egli ama mi ha fatto abitare
e in Gerusalemme è il mio potere.
Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso,
nella porzione del Signore è la mia eredità,
nell’assemblea dei santi ho preso dimora».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE                                          Dal Salmo 147

Gerusalemme, città della pace, è amata da Dio, che l’ha collocata al centro della storia della salvezza.

Rit. Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi.

Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce.

Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.

SECONDA LETTURA

Mediante Gesù, Dio ci ha predestinati a essere suoi figli adottivi.

Dio ci ha scelti sin dall’origine del mondo per renderci suoi figli in Gesù. È questo lo straordinario messaggio che Paolo lascia ai cristiani di Efeso. Poi si congratula perché essi vivono già di questa fede, ma chiede per loro un spirito di sapienza più profondo per vivere con maggior consapevolezza questa meravigliosa realtà.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini.                                 Ef 1,3-6.15-18

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
Perciò anch’io [Paolo], avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell’amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi.

Parola di Dio

VANGELO

Il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

È l’inizio del Vangelo di Giovanni che si legge nella terza messa del giorno di Natale. Gesù è la sapienza che viene da Dio e scende sulla terra per illuminare l’umanità della sua luce. Ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce e non lo hanno accolto. Ma a chi l’ha accolto ha dato potere di diventare figli di Dio.

 Dal vangelo secondo Giovanni.                                                                         Gv 1,1-18

[ In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta. ]

Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.

Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.

E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità. ]

Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».

Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

Parola del Signore

[Tra parentesi la forma breve]

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3. Annunciare la Parola – 3 gennaio 2021


3 gennaio

2ª DOMENICA DOPO NATALE

È venuto ad abitare in mezzo a noi

PER RIFLETTERE E MEDITARE

Ci viene proposto ancora una volta il brano di Vangelo che è stato proclamato nella terza messa di Natale, la messa del giorno. L’inizio del Vangelo di Giovanni è sicuramente uno dei testi teologicamente più alti di tutta la Bibbia e rivela fino in fondo il mistero del Natale. «Et Verbun caro factum est» («Il Verbo si è fatto carne»): queste parole, diceva sant’Agostino, dovrebbero essere scritte a caratteri d’oro alla porta di tutte le chiese. Prima della riforma liturgica conciliare il sacerdote recitava questo brano di san Giovanni a sinistra dell’altare, al termine di ogni messa.

La Parola di Dio si fa carne

Nella prima lettura, il Siracide, un autore di cultura greca vissuto duecento anni prima di Cristo, immagina che la Sapienza personificata venga ad abitare nel popolo ebraico. Di fatto questo popolo sentirà sempre viva la presenza di Dio nelle sue vicende storiche.
Ma Giovanni nel suo prologo dice molto di più. Afferma che Gesù, il Figlio di Dio, è «Parola», «Verbo» (“Verbum” significa “parola” in lingua latina; in greco si dice “Logos”), e dice che per mezzo di questa Parola tutto è stato creato: «Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu» (Gn 1,3), così inizia la storia dell’umanità. E poi con grande profondità teologica, afferma che per amore questa Parola ha posto la sua tenda nel popolo ebraico, inserendosi nelle nostre vicende umane, entrando nella nostra storia. Parola che ci si espressa sin da subito nel Natale, per come si è incarnata tra noi, facendosi bambino povero e indifeso, invitando per primi i pastori, gli ultimi nella scala sociale. Parola di Dio che poi racconterà Dio attraverso i miracoli, le parabole, ma anche di più con la sua vita, con le sue scelte.
Un progetto grandioso e inimmaginabile, che tuttavia non è stato compreso e accolto dal suo popolo. L’infinito si è reso finito, la ricchezza di Dio si è fatta povertà, l’invisibile è diventato sensibile, la luce si è nascosta nell’umiltà della nostra carne. Giovanni usa il termine carne (sarks) quasi a sottolineare la profondità dell’abbassamento, la debolezza assunta dal Figlio di Dio che si fa uomo. Il termine sarks (carne) Giovanni lo userà anche per indicare l’Eucaristia. Il logos si è fatto carne e noi potremo nutrirci di lui.

La parola si rivela e illumina

Con Gesù viene nel mondo la luce vera, quella che ci rivela il senso della nostra vita. È la luce di Betlemme, quella predetta da Isaia: «Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce» (9,1). Dio supera le barriere, si rivela all’uomo, viene a illuminare il mondo, suscita la fede e separa gli uomini in credenti e non credenti. Ma chi crede alla sua parola diventa figlio di Dio. C’è chi si lascia illuminare e chi sceglie le tenebre. In ogni tempo c’è chi preferisce che Dio rimanga qualcosa di oscuro e di lontano; un Dio potente, ma che non dia fastidio. Una divinità che vive nei cieli, indifferente alle vicende umane.
Giovanni ci assicura che Dio non gioca a nascondino con l’uomo. Sin dall’inizio ha voluto parlargli, rivelargli l’amore che lo ha spinto a chiamarlo all’esistenza. Lo ha fatto nella storia di Israele, con Abramo e Mosè, con la parola dei profeti. Poi si è fatto lui stesso Parola, una parola che è rivelazione, luce che illumina.
Gesù rivela Dio

Se vedere Dio e la sua gloria è il desiderio, la nostalgia di tutti gli uomini di tutti i tempi, di tutte le religioni, questo sarà sempre impossibile se non ci si apre a Gesù. Perché è lui che svela il volto di Dio e lo fa conoscere. È lui il volto del Padre.
Per millenni culture e religioni si sono inventato un dio su misura, a propria immagine e somiglianza. Dio è stato rappresentato dal sole, da un albero, da un animale. Dice Dostoevskij: «L’uomo non può vivere senza inginocchiarsi, non lo potrebbe sopportare, nessuno ne sarebbe capace. Se rigetta Dio, si inginocchia davanti a un idolo di legno o di oro o immaginario».
Se oggi certe immagini di Dio sono improponibili e inaccettabili, un numero crescente di persone non si adatta a vivere senza qualche spiritualità e si dà al buddismo, alla new age, a qualche culto esoterico.
Ma se oggi come sempre la fede è rara, è anche raro l’ateismo dichiarato e prevale di fatto l’indifferenza, che vuol dire trovarsi praticamente nella incapacità di aprirsi alla fede. Ma di fronte al mistero della vita, un essere ragionevole dovrebbe farsi delle domande.
Con Gesù possiamo vivere la comunione perfetta con Dio. La sua incarnazione è lo sposalizio con Dio dell’umanità. È ciò che ci salva e ci rende figli.
Con l’incarnazione, se vogliamo, il mistero diventa doppio: c’è quello di Gesù, in cui la divinità si rivela in un uomo. Ma dal momento in cui Dio ha messo la sua tenda tra di noi, il nostro vivere, anche se si svolge tra piccole cose, a volte addirittura meschine, è avvolto dalla grazia, dalla salvezza di Dio. Ci rimane dunque solo il compito di vivere quello che siamo.

UN FATTO – UNA TESTIMONIANZA

«La notte di Natale andavamo in chiesa. Quando avevo cinque o sei anni abitavamo in un paesino in montagna e bisognava camminare nella neve. Poiché ero il più giovane, mio papà mi teneva per mano. La mamma, il mio fratello maggiore e le mie sette sorelle ci seguivano. Mio padre mi indicava nel cielo aperto la stella dei pastori che gli stessi Magi avevano visto. Quelle immagini mi ritornano in mente quando si legge il testo dell’apostolo Pietro dove scrive: “Guardate a Cristo come luce che brilla nella notte, finché non splenda il giorno e non si levi nei vostri cuori la stella del mattino” (2Pt 1,19). Una pianta che non è rivolta verso la luce intristisce. Un credente che si soffermasse sulle ombre potrebbe far crescere dentro di sé la fiducia del cuore?» (frère Roger Schutz).

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5. Perdono e Preghiere dei Fedeli – 3 gennaio 2021

3 gennaio

2ª DOMENICA DOPO NATALE

È venuto ad abitare in mezzo a noi

RICHIESTA DI PERDONO

  • Signore, Figlio di Dio, che nascendo dalla Vergine Maria ti sei fatto nostro fratello, abbi pietà di noi.
  • Cristo, Figlio dell’uomo, che conosci e comprendi la nostra debolezza, abbi pietà di noi.
  • Signore, Figlio primogenito del Padre, che fai di noi una sola famiglia, abbi pietà di noi.

PREGHIERA UNIVERSALE

Celebrante. Fratelli e sorelle carissimi, il Figlio di Dio si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. Innalziamo la nostra comune preghiera affinché venga accolto da tutti come Salvatore. Preghiamo insieme e diciamo:

Salva il tuo popolo, Signore!

  • Per la Chiesa e per chi ha ricevuto la missione di annunciare il Vangelo, perché continui a farlo con coraggio ed entusiasmo, preghiamo.
  • Per noi, che siamo stati battezzati nel nome di Gesù, perché impariamo a vivere la vita nuova che lui ci ha donato, preghiamo.
  • Per chi vive questo tempo di Natale lontano da casa, nella solitudine o nella malattia, perché la sua fede sia illuminata dalla luce che viene da Betlemme, preghiamo.
  • Per la nostra comunità, perché sappia condividere la gioia di questi giorni con tutti, specialmente con chi è più lontano dall’esperienza cristiana, preghiamo.

Celebrante. Oggi, Padre, ci hai manifestato il tuo disegno di amore donandoci tuo Figlio. Consapevoli del dono ricevuto, fa’ che ci rendiamo ogni giorno disponibili a realizzare i tuoi progetti per la salvezza del mondo, Per Cristo nostro Signore.

 

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6. Vignetta di RobiHood – 3 gennaio 2021

3 gennaio

2ª DOMENICA DOPO NATALE

È venuto ad abitare in mezzo a noi

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco