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2. Letture e introduzioni – 10 gennaio 2021

10 gennaio

DOMENICA DOPO L’EPIFANIA

Battesimo del Signore

Tu sei mio Figlio, l’amato

Gesù scende nelle acque del Giordano per sottoporsi al battesimo di Giovanni, mettendosi anche lui in fila con i peccatori. Ma quel rito si trasforma subito nella prima manifestazione al popolo di Israele della sua vera identità, in linea con l’Epifania e le nozze di Cana. Riceve dal Padre l’investitura: Gesù è il Figlio, l’amato su cui il Padre ha posto il suo compiacimento. Da questo momento inizia la vita pubblica e Gesù si fa predicatore del regno.

PRIMA LETTURA

Venite all’acqua: ascoltate e vivrete.      

Dio è fedele alle sue promesse e si realizzano. Per questo l’esilio è finito e gli ebrei tornano a Gerusalemme; per questo il trono di Davide avrà un tempo di nuova gloria. Dio non abbandona il suo popolo, ma l’empio abbandoni i suoi cattivi propositi e tutti si aprano al Signore.  

 Dal libro del profeta Isaia.                                                                                           Is 55,1-11

Così dice il Signore:
«O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro, venite; comprate e mangiate; venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte.
Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia?
Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti.
Porgete l’orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete.
Io stabilirò per voi un’alleanza eterna, i favori assicurati a Davide.
Ecco, l’ho costituito testimone fra i popoli, principe e sovrano sulle nazioni.
Ecco, tu chiamerai gente che non conoscevi; accorreranno a te nazioni che non ti conoscevano a causa del Signore, tuo Dio,
del Santo d’Israele, che ti onora. Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino.
L’empio abbandoni la sua via
e l’uomo iniquo i suoi pensieri;
ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona.
Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie.
Oracolo del Signore.
Quanto il cielo sovrasta la terra,
tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.
Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme a chi semina
e il pane a chi mangia,
così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE                                                                               Da Is 12,2-6

Il Salmo riporta una parte del capitolo 12 di Isaia, un annuncio di gioia per il ritorno degli Ebrei dall’esilio. Essi sperimentano ed esaltano la grandezza del Santo d’Israele.  

Rit. Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza.

Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza.

Rendete grazie al Signore
e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime.

Cantate inni al Signore,
perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra.

Canta ed esulta,
tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te
è il Santo d’Israele.

SECONDA LETTURA

Lo Spirito, l’acqua e il sangue.

In questa seconda breve lettura, l’apostolo Giovanni ricorda alcune verità importanti: l’amore per i fratelli, l’osservanza dei comandamenti come segno del nostro essere figli in Gesù, la nostra vittoria sul mondo grazie a Gesù che ci ha salvati con il suo battesimo e con la sua morte in croce (con acqua e sangue).

 Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo.                                                             1Gv 5,1-9

Carissimi, chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato. In questo conosciamo di amare i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. In questo infatti consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi. Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede.
E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l’acqua soltanto, ma con l’acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità. Poiché tre sono quelli che danno testimonianza: lo Spirito, l’acqua e il sangue, e questi tre sono concordi. Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è superiore: e questa è la testimonianza di Dio, che egli ha dato riguardo al proprio Figlio.
Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO                                 Cf Gv 1,29

Alleluia, alleluia.

Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse:
«Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!».

Alleluia.

VANGELO

Tu sei il Figlio mio, l’amato: il te ho posto il mio compiacimento.

È la forma più breve del racconto del battesimo di Gesù. Giovanni preannuncia il messia e lo battezza, mentre i cieli si aprono e si sente la voce del Padre che riconosce in Gesù il Figlio amato, su cui ha posto il suo compiacimento.  

Dal vangelo secondo Marco.                                                                                        Mc 1,7-11

In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Parola del Signore.

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3. Annunciare la Parola – 10 gennaio 2021


10 gennaio

DOMENICA DOPO L’EPIFANIA

Battesimo del Signore

Tu sei mio Figlio, l’amato

PER RIFLETTERE E MEDITARE

Abbiamo appena festeggiato Gesù nella sua nascita, lo abbiamo visto circondato dai pastori, in braccio alla Madre, visitato nel giorno dell’Epifania dai Magi, straordinari cercatori di Dio, e ora quasi d’improvviso l’evangelista Marco ci mette davanti al Gesù adulto, che riceve il battesimo di Giovanni e inizia la vita pubblica.

Anche a Gesù il battesimo cambia la vita

Il battesimo di Gesù è un episodio molto amato sin dall’antichità ed è stato immortalato in molti mosaici e celebri dipinti. È presente in tutti e quattro gli evangelisti ed è citato dallo stesso Pietro negli Atti (10,37-38).
In alcuni film è singolare una delle prime sequenze. La macchina da presa spazia presso l’ansa di un fiume, si abbassa e si posa su un gruppo indistinto. L’obiettivo mette a fuoco lentamente le persone, un volto dopo l’altro, poi si posa su uno di loro, uno dei tanti, ed è Gesù. Anche lui è lì per ricevere il battesimo di Giovanni.
È il messia e il Battista ha parlato di lui, ha invitato ad attenderlo, eppure entra anche lui nell’acqua, riceve anche lui il battesimo di penitenza. Disorienta così il Battista e chi lo aspettava diverso. Gesù si mette in fila con i peccatori, come se si trovasse in coda davanti a un confessionale. Il suo è un atto di abbassamento, così come è stata la sua incarnazione, la nascita a Betlemme nel nascondimento e nella povertà: è in questo modo che ha assunto intera la nostra umanità.
Si sente però la voce del Padre, scende su di lui lo Spirito e inaugura in questo modo il battesimo cristiano nello Spirito Santo e fuoco.
Il battesimo di Gesù è anche la prima esplicita manifestazione della Trinità. Il Padre rivela l’amore unico, specialissimo per il Figlio, la sua identità. Il cielo solennemente si squarcia e scende su Gesù lo Spirito Santo, colui che, sin dalla creazione, è presente nella storia della salvezza ogni volta che Dio si rivela creativo.

Il nostro battesimo       

Non si può vivere questa giornata senza pensare al nostro battesimo, che è stato un atto di accoglienza, di amore, di predilezione di Dio e della Chiesa nei nostri confronti. Eravamo bambini inconsapevoli, ma questo non rende il nostro battesimo meno significativo. Il battesimo non è però solo un rito di accoglienza da parte della Chiesa, non è nemmeno soltanto la festa della vita, il dire grazie a Dio per il dono di una nuova nascita. Il battesimo esige un cambiamento di vita, la conversione, l’assunzione su di sé della stessa missione di Gesù. E tutto questo evidentemente non è possibile in un bambino. Potremmo dire che per ciascuno di noi il battesimo è stato una specie di pacco dono, che però poi molti non si preoccupano di aprire. Con il battesimo siamo chiamati a vivere da adulti la nostra fede, che porta in sé un cammino di impegno, di morte-vita al seguito di Gesù. Cammino faticoso: lo è stato per Gesù che pure non aveva peccato. Ma è anche l’assunzione di una missione: la stessa di Gesù, il grande comunicatore del Padre, il Vangelo fatto uomo.

È l’inizio della vita cristiana  

Molte famiglie chiedono in parrocchia il battesimo per i figli. Alcuni lo fanno per tradizione, altri per non far mancare proprio nulla ai loro figli o per avere una benedizione e festeggiare la nuova nascita. Sono abbastanza rare le famiglie consapevoli del significato del battesimo e non mancano i parroci che si accontentano per non spezzare una canna incrinata, per «non spegnere uno stoppino dalla fiamma smorta» (Is 42,3). D’altra parte è difficile valutare appieno la fede di questi genitori e sembra preferibile non rifiutare la loro richiesta.
Ma molti dei significati e degli impegni che si assumono nel battesimo sono, come dicevamo, improponibili a un neonato. Per questo motivo ogni famiglia e ogni comunità, pur nel rispetto della libertà di ciascuno, deve farsi carico di promuovere per il battezzato un cammino catecumenale post-battesimale, in modo che possa appropriarsi di ciò che è avvenuto in lui per puro dono di Dio e della comunità cristiana. L’attuale rito del battesimo prevede che per tre volte i genitori esprimano pubblicamente il compito di assumersi in prima persona la crescita nella fede del loro bambino.
Se si battezza male, non si evangelizza. E se vogliamo essere missionari e far crescere la Chiesa, si deve battezzare meglio. Il battesimo di Gesù gli ha cambiato la vita: anche i nostri battesimi dovrebbero lasciare un segno, con il passare degli anni nei bambini stessi, subito nella loro famiglia.

 UN FATTO – UNA TESTIMONIANZA

La storia della Chiesa è piena di testimoni coraggiosi, infaticabili, credibili, che hanno seguito le orme del Battista e si sono fatti banditori del Vangelo. Lo spagnolo san Francesco Saverio, uno dei più grandi missionari di ogni tempo, a 35 anni parte per l’Asia e l’India. Muore a soli 46 anni con il desiderio di entrare in Cina. Dal 1541 al 1552, anno della sua morte percorre 80.000 chilometri sulle strade di quel tempo e con quei mezzi di trasporto. Si calcola che abbia amministrato il battesimo a circa 30.000 pagani. Scrisse: «Talmente grande è la moltitudine dei convertiti, che sovente le braccia mi dolgono tanto hanno battezzato e non ho più voce e forza di ripetere il Credo e i comandamenti nella loro lingua».

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4. Parola da Vivere – 10 gennaio 2021

10 gennaio

DOMENICA DOPO L’EPIFANIA

Battesimo del Signore

Tu sei mio Figlio, l’amato

COMMENTO

La profezia di Isaia illumina la condizione disagiata del popolo in esilio a Babilonia. Può valere benissimo anche per il periodo storico che la Chiesa sta vivendo ora. Tanti cristiani possono sentirsi scoraggiati. La parola di Dio è rivolta a ciascuno di noi e chiede di scegliere se fidarci o no di Dio.
L’apostolo Giovanni ci ricorda che Gesù ha vinto il male e anche chi crede in lui ha già vinto con lui. Solo chi si lascia guidare dallo Spirito Santo e si nutre di Eucaristia, trova la forza e la gioia di rinnovare ogni giorno la propria fede e di attraversare qualunque opposizione, e anche la persecuzione. Per questo Giovanni ci tiene a ricordare ai discepoli chi è Gesù. Così la liturgia della Parola ci conduce a concentrare l’attenzione sul vangelo.
Il quadro del battesimo di Gesù, fondamentale per presentare il Messia, è preceduto dal proclama del Battista. Egli annuncia che il Messia davvero è alle porte. Arriva dopo Giovanni non perché prenda qualcosa da lui o sia suo discepolo, ma solo perché la sua venuta doveva essere preparata. Infatti il Messia è più forte del Battista. In che cosa è più forte? Nel battesimo. I commentatori non sono del parere che Giovanni qui si riferisca al battesimo cristiano, di cui egli non può sapere nulla. La differenza sostanziale sarà svelata dopo la Pasqua: il Messia, grazie alla sua morte e risurrezione, immergerà i discepoli nello Spirito Santo, così non dona solo il perdono dei peccati, ma li fa diventare figli di Dio, come lui.
Marco è stringatissimo nel racconto del battesimo, evento che faceva nascere una domanda problematica ai cristiani dei primi tempi: perché il Cristo senza macchia si fa battezzare come i peccatori? Marco risponde a questa domanda con due elementi. Il primo: mentre gli altri, quando si presentano al battesimo confessano i propri peccati (1,5), di Gesù questo non è detto. Il secondo: per il battesimo usa sette parole, per la teofania successiva trentaquattro. È chiaro che per lui e per i suoi lettori la teofania deve essere considerata più importante del battesimo. Perché? Con la teofania sono rivelate ai discepoli l’identità e la missione di Gesù. Sono due i momenti della teofania: la visione e la voce. Al centro c’è sempre Gesù che vede e ode la frase rivolta solo a lui.
La visione. Negli ultimi tempi Israele si era convinto che i cieli si fossero chiusi e che Dio non parlasse più al suo popolo attraverso i profeti. Qui i cieli si squarciano per indicare che con il Messia si apre un dialogo cielo terra che non si chiuderà più; lo Spirito scende verso di lui per sostenerlo nella missione. Il fatto che si presenti sotto forma di colomba probabilmente non ha un valore simbolico particolare; l’evangelista, avendo bisogno di una forma corporea, sceglie quella di una colomba, che nel Primo Testamento ricorre in diversi contesti, collegabili solo indirettamente a questa scena messianica.
La voce. Il Padre proclama l’identità del figlio, che riconosce come suo e unico. Il termine “amato” nel Primo Testamento viene usato per la figlia o il figlio unico che muore, perciò Marco già ora preannuncia l’esito della missione di Gesù: la passione e la morte. Il compiacimento del Padre allora conferma l’identità e la missione del Figlio, che, prendendo su di sé i peccati degli uomini al Giordano e morendo poi sulla croce, realizza la volontà del Padre, cioè la salvezza dell’umanità.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. «…non ritornerà a me senza aver operato ciò che desidero…». È una promessa solenne di Dio, la sua parola è efficace. Solo noi possiamo decidere di rimanere esclusi dalla salvezza che la parola del Signore porta con sé.
  2. Con la morte e la risurrezione Gesù ci ha battezzati nello Spirito e siamo figli di Dio. Con questa immersione tutto il nostro essere si è impregnato di Spirito Santo, anche nelle fibre più interne. Questa realtà diventa visibile nel nostro modo di pensare, di parlare, di scegliere e di agire. Verifichiamo se abbiamo reso qualche parte di noi impermeabile allo Spirito.
  3. I cieli sono aperti e noi possiamo accedervi. Possiamo contemplare Gesù, conoscere il Padre, lasciarci guidare dallo Spirito Santo. Niente ci è precluso nella vita spirituale. È una misera e falsa vita spirituale, quella che separa terra e cielo, “affari” terreni e “affari” celesti, vita in questo mondo e vita piena ed eterna, vita da “uomo” e vita da figlio di Dio.
  4. «Tu sei mio figlio, amato in modo unico, e sono contento di te»: sentircelo dire dal Padre è un’esperienza che non si può esprimere a parole, è già paradiso. Quante volte il Padre ha potuto e può dirlo a ciascuno di noi? Quante volte io, genitore, l’ho detto a mio/a figlio/a?

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Comportiamoci in modo che alla sera possiamo sentirci dire dal Signore: «Sono contento di te».


Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2017

 

 

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5. Perdono e Preghiere dei Fedeli – 10 gennaio 2021

10 gennaio

DOMENICA DOPO L’EPIFANIA

Battesimo del Signore

Tu sei mio Figlio, l’amato

RICHIESTA DI PERDONO

  • Signore Gesù, che con il battesimo ci hai chiamati a seguirti sulle tue strade, abbi pietà di noi.
  • Cristo, primogenito del Padre, che chiami anche noi a condividere la figliolanza divina, abbi pietà di noi.
  • Signore, figlio amato dal Padre, scenda su di noi lo Spirito, che ci purifichi e ci rinnovi, abbi pietà di noi.

PREGHIERA UNIVERSALE

Celebrante. Fratelli e sorelle carissimi, umanamente fragili, siamo tuttavia chiamati a vivere la figliolanza divina, condividendo con il Signore Gesù la sua missione. Preghiamo affinché il Signore renda efficace la nostra testimonianza.

Ascolta, Signore, le nostre invocazioni.

  • Per la Chiesa, affinché amministrando con sempre maggior consapevolezza il battesimo, arricchisca le nostre comunità di nuovi e autentici cristiani, preghiamo.
  • Per noi che viviamo con gioia l’esperienza cristiana, perché comprendiamo la grandezza e il privilegio di essere stati chiamati alla fede, preghiamo.
  • Per il mondo contemporaneo, affinché nelle scelte che contano a livello sociale e politico sia guidato dalle istanze di giustizia e di solidarietà ispirate al Vangelo, preghiamo.
  • Per noi e la nostra comunità, perché l’amore e lo spirito di servizio ci guidino nel costruire rapporti sempre più intensi e fraterni, preghiamo.

Celebrante. Signore Gesù, che nel tuo amore hai voluto condividere la nostra umanità e la figliolanza divina, accresci in noi il coraggio di vivere con entusiasmo e spirito di novità la vita nuova che ci è stata donata nel battesimo. Per Cristo nostro Signore.

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6. Vignetta di RobiHood – 10 gennaio 2021

10 gennaio

DOMENICA DOPO L’EPIFANIA

Battesimo del Signore

Tu sei mio Figlio, l’amato

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

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2. Letture e introduzioni – 6 gennaio 2021

6 gennaio

EPIFANIA DEL SIGNORE

Tutte le genti chiamate alla salvezza

Il racconto dell’avventuroso viaggio dei Magi e del loro arrivo a Betlemme ha qualcosa di solenne e di grandioso. Guidati da una misteriosa stella questi stranieri giungono da lontano e riconoscono la regalità di Gesù, lo adorano, gli offrono doni simbolici. Dopo gli umili pastori, sono questi i primi chiamati alla contemplazione del Figlio di Dio che si è fatto bambino. Sin dall’inizio Gesù chiama tutti i popoli alla salvezza.

PRIMA LETTURA

La gloria del Signore brilla sopra di te.
Con un linguaggio immaginifico siamo invitati a gioire per una convergenza straordinaria di tutti i popoli verso la futura Gerusalemme. Li attira nel loro cammino una grande luce che li investe e li illumina. È un messaggio di pace universale che raggiunge tutta la città.

 Dal libro del profeta Isaia.                                                                   Is 60,1-6
Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te.
Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli;
ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te.
Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere.
Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te.
I tuoi figli vengono da lontano,
le tue figlie sono portate in braccio.
Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà
e si dilaterà il tuo cuore, perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te,
verrà a te la ricchezza delle genti.
Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Màdian e di Efa,
tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore.

Parola di Dio.

 SALMO RESPONSORIALE                                                                     Dal Salmo 71 (72)

Il salmista profetizza e parla di un progetto di liberazione, di salvezza e di gloria che si realizzerà pienamente nel Signore Gesù.

Rit. Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.

I re di Tarsis e delle isole portino tributi,
i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui,
ùlo servano tutte le genti.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.

SECONDA LETTURA

Ora è stato rivelato che tutte le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità.
Paolo ricorda agli Efesini di aver ricevuto il ministero di annunciare il Vangelo ai pagani. Un ministero nuovo per una realtà nuova: la destinazione universale del Vangelo e il dono a tutti della salvezza nella sua pienezza.

 Dal libro dell’apostolo Paolo agli Efesini.                                                              Ef 3,2-3a.5-6
Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero.
Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.

Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO         Mt 2,2

Alleluia, alleluia.
Abbiamo visto la sua stella in oriente e siamo venuti per adorare il Signore. Alleluia.

VANGELO

Siamo venuti dall’oriente per adorare il re.
Una storia, quella narrata dall’evangelista Matteo, che nei suoi dettagli non può essere interamente storica. Ma Matteo presenta l’atteggiamento dei Magi come esemplare per ogni cercatore di Dio: mentre gli ebrei, i vicini e i più preparati, non accolgono il messia, anzi gli tendono delle insidie, i Magi partono da lontano e affrontano un lungo viaggio per incontrarlo e adorarlo.

Dal vangelo secondo Matteo.                                                                                        Mt 2,1-12N
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Parola del Signore.

ANNUNZIO DEL GIORNO DELLA PASQUA
Dopo la lettura del Vangelo, il diacono o un cantore può dare l’annunzio del giorno della Pasqua.

Fratelli carissimi, la gloria del Signore si è manifestata e sempre si manifesterà in mezzo a noi fino al suo ritorno.
Nei ritmi e nelle vicende del tempo ricordiamo e viviamo i misteri della salvezza.
Centro di tutto l’anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto, che culminerà nella domenica di Pasqua il 4 aprile.
In ogni domenica, Pasqua della settimana, la santa Chiesa rende presente questo grande evento nel quale Cristo ha vinto il peccato e la morte.
Dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi:
Le Ceneri, inizio della Quaresima, il 17 febbraio.
L’Ascensione del Signore, il 16 maggio.
La Pentecoste, il 23 maggio.
La prima domenica di Avvento, il 28 novembre.
Anche nelle feste della santa Madre di Dio, degli apostoli, dei santi e nella commemorazione dei fedeli defunti, la Chiesa pellegrina sulla terra proclama la Pasqua del suo Signore.

A Cristo che era, che è e che viene, Signore del tempo e della storia, lode perenne nei secoli dei secoli.
Amen.

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3. Annunciare la Parola – 6 gennaio 2021


6 gennaio

EPIFANIA DEL SIGNORE

Tutte le genti chiamate alla salvezza

PER RIFLETTERE E MEDITARE

Sono cercatori di Dio questi Magi aperti alla ricerca della verità, che si mettono in viaggio per seguire una misteriosa stella che ha mandato messaggi speciali, tanto da indurli ad affrontare un’avventura che cambierà la loro vita. Magi che si fidano di quell’incerto segnale, affrontano un viaggio insicuro, scomodo, faticoso. Si dirigono prima alla corte del re Erode, poi trovano il bambino Gesù in una povera capanna.

Guidati dalla luce di una stella

Non sono ebrei questi misteriosi Magi e non hanno mai conosciuto le scritture, eppure sono chiamati dalla misteriosa stella all’incontro con Gesù, ad adorarlo e ad aprirsi alla salvezza. Chi cerca sul serio Dio, finisce per trovarlo. I segni possono essere a volte incerti, perché il mistero di Dio non può essere sempre compreso immediatamente, ma sono sufficienti per illuminarci la strada e procurarci la gioia di vivere.
L’evangelista Matteo ha avuto certamente presente la profezia di Isaia (prima lettura), che ha visto Gerusalemme investita da una luce destinata a illuminare tutti i popoli della terra. Ma anche quella di Balaam: «Una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele» (Num 24,17). È Gesù questa luce straordinaria che si riversa su Gerusalemme, destinata a portare un messaggio di pace e di salvezza a tutte le genti.

Baldassarre, Gaspare e Melchiorre

È curioso che non avendo indicazioni precise dal Vangelo, la fantasia lungo i secoli ha pensato che questi Magi fossero dei re, che fossero tre, essendo tre i doni offerti al bambino Gesù (oro per la sua regalità, incenso per la sua divinità, mirra per la sua umanità); e ha voluto dare a loro anche un nome: Baldassarre, Gaspare e Melchiorre. I pittori si sono poi sbizzarriti e hanno dipinto i tre Magi quali rappresentanti delle tre razze principali diffuse sulla terra: l’occidentale, l’africana e l’asiatica. Per significare che tutti i popoli della terra sono chiamati ad adorare Gesù.

Giornata missionaria

Aperti al nuovo e alla ricerca religiosa, i Magi rappresentano quegli uomini di buona volontà che non hanno ancora scoperto Gesù, a cui non è ancora giunta la parola di salvezza. Per questo oggi celebriamo la vera giornata missionaria, perché, come nei Magi, in ogni uomo c’è questo bisogno profondo di ricevere una risposta ai grandi interrogativi della vita.
Spesso sono proprio quelli che non hanno mai sentito parlare del vero Dio a sentire maggiormente la gioia di lasciarsi investire dalla luce che si sprigiona dal Vangelo. Un giovane dice: «Ho scoperto Dio a 28 anni: ritengo gli anni che ho vissuto finora come inutili e sprecati». I Magi «provarono una gioia grandissima». È così per chiunque si apre davvero alla fede.

Cercatori di Dio

Essi sbagliano la meta: scelgono Gerusalemme, perché considerano normale che un grande personaggio nasca nella capitale, nel palazzo del re. E si rivolgono per informazioni proprio alla persona più sbagliata, a quell’Erode che ha fatto eliminare parecchi suoi famigliari, sospettati di tramare contro di lui per scalzarlo dal trono.
Ma poi giungono a Betlemme e si prostrano in adorazione, affermando in modo esplicito la divinità di Gesù, nascosta dal Natale di Betlemme. Prima sono stati i pastori a festeggiare la sua nascita e tutto apparve profondamente umano. Ora sono questi Magi venuti da lontano a riconoscere la sua regalità, anzi la sua divinità.
Per tutti questi motivi, l’Epifania non può considerarsi una festa oscurata dalla grandezza del Natale. Anzi, per gli ortodossi è questo il vero Natale, nel senso che viene celebrato oggi il pieno riconoscimento (epifaneia, manifestazione) della figliolanza divina di Gesù a Betlemme, anche nel suo battesimo. Per questo qualcuno di loro festeggia questo giorno entrando nelle acque gelide di un fiume, anche a 24 gradi sotto zero!
Come i pastori, chiamati per primi a onorare Gesù nella sua nascita e insieme ai Magi, venuti da lontano, per riconoscere la sua divinità, anche noi oggi ci inginocchiamo davanti al Bambino per sentire profondamente la gioia di avere Dio così vicino, lui che si è fatto uno di noi.

 UN FATTO – UNA TESTIMONIANZA

«Il vertice narrativo di Matteo 2,1-12 è costituito dalla frase: si prostrarono e lo adorarono. È il giorno della genuflessione anche per noi. E anche dell’offertorio dei doni. Ma soprattutto, della decisione di tornare a casa seguendo un’altra strada» (Tonino Bello).

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4. Parola da Vivere – 6 gennaio 2021

6 gennaio

EPIFANIA DEL SIGNORE

Tutte le genti chiamate alla salvezza

COMMENTO

Confrontarsi con tutti i protagonisti di questo brano è un’avventura spirituale certamente interessante e fruttuosa.
Iniziamo da Erode. L’episodio avviene «al tempo del re Erode», ma il suo tempo sta per scadere, perché il tempo appartiene a Dio e chi lo usurpa lo perde e si perde. Aveva ricevuto un annuncio che poteva salvarlo, ma non lo riconosce, anzi se ne sente minacciato. La sua grandezza è solo apparenza intrisa di sangue, crede di essere furbo, nasconde il suo progetto omicida, ma Dio lo aspetta per dargli il salario che ha meritato.
I capi dei sacerdoti e gli scribi. Sanno tutto, trovano subito la risposta esatta, si limitano ad accontentare il re sanguinario, ma non sono interessati, non cercano, non si muovono. Hanno indicato ai pagani la via giusta e la meta, ma restano prigionieri di un passato che non apre al futuro, alla novità del dono che Dio mette davanti ai loro occhi. Restano fuori. Per loro la profezia è lettera morta. In realtà sono morti loro, dentro.
I Magi. Sono sapienti perché amano la Sapienza, anche se ancora non l’hanno incontrata. Osservano il cielo, perché hanno fiducia che Dio darà loro un segno. Contemplano in visione una stella, nuova, splendente, e capiscono, perché il loro cuore è sintonizzato con la verità, perché la stella è il Cristo annunciato dai profeti. Sentono di doversi muovere e lo fanno, perché Cristo stesso indica loro una strada da percorrere. Il loro cammino non è senza difficoltà, anch’essi devono liberarsi da qualche pregiudizio fuorviante: immaginano di trovare il re nella reggia di Erode e sbagliano strada. Ma la Sacra Scrittura li istruisce: il re grande si trova in un piccolo paese.
Ci credono e corrono, pieni di gioia, di nuovo incontro alla “stella”, che ora “vedono” con maggiore chiarezza. Il re è un bambino, ma i loro occhi ammirano la luce del mondo, discesa dal cielo per illuminare tutti i popoli e guidarli alla salvezza. È il re, è il figlio di Dio e attraverserà la croce per regnare in eterno. Obbediscono all’angelo, perché sanno distinguere la verità dalla falsità, e percorrono una nuova strada per tornare alla loro terra e vivere una vita nuova.
Gesù. È lui la stella che guida i Magi; è lui, bambino, che li aspetta nella casa e riceve l’adorazione e i doni. Non parla ancora, ma illumina; così i Magi riconoscono in lui il dono di Dio che salva loro e tutti i popoli.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. Erode trova imitatori anche oggi e non solo in coloro che procurano aborti o usano qualsiasi genere di violenza verso i bambini. Chiediamoci se qualche volta la presenza o l’insegnamento di Gesù ci hanno dato fastidio, ci hanno minacciati su quello che possediamo e noi abbiamo preferito, magari solo per un po’, cancellarlo dall’orizzonte delle nostre scelte.
  2. Come i capi dei sacerdoti e gli scribi forse leggiamo o ascoltiamo “troppa” parola di Dio e ci può capitare che essa scivoli via senza lasciare traccia nella mente, nel cuore e nelle scelte che colorano le nostre giornate. La Parola di Dio, invece, illumina la mente, scalda il cuore e spinge ad agire nel bene.
  3. In questo mondo, e anche nella Chiesa, ci sono uomini e donne che somigliano ai Magi e hanno desideri, attendono qualcosa di bello, scrutano il cielo e hanno la valigia pronta. Lo Spirito Santo suscita nel loro cuore l’amore alla verità e al bene ed essi non solo lo lasciano fare, ma sono pure contenti e pronti a sfidare qualunque difficoltà. Anche per loro la stella è Cristo.
  4. Gesù per noi non è più bambino. Porta già i segni della passione e della potenza di Dio che salva il mondo, che salva noi. La sua luce non si spegne, il suo amore non si esaurisce e lui è sempre con noi, per illuminarci, amarci e salvarci, in qualunque situazione ci troviamo. Oggi abbiamo qualche dono da offrirgli?

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Se abbiamo coltivato per qualche tempo un desiderio di bene che abbiamo messo da parte, per sfiducia o scoraggiamento, ripeschiamolo e proviamo a realizzarlo, anche se costa fatica.


Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2017