19 settembre
25ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Chi è il più grande, il più importante?
Gesù si confida con gli apostoli e parla loro della sua passione, morte e risurrezione. Ma essi, dice il Vangelo, lungo la strada discutono su chi tra di loro è il più grande. Gesù non li condanna, ma ancora una volta li spiazza proponendo un modo diverso di diventare grande: «Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». Così ha fatto lui, che ha vissuto la sua grandezza mettendosi a servizio di tutti.
PRIMA LETTURA
Condanniamo il giusto a una morte infamante.
Contro il giusto si accaniscono i superficiali, gli empi, gli edonisti, disposti a tormentarlo e addirittura a condannarlo a una morte infame. Ma il giusto è nelle mani di Dio: sarà il Signore a dire l’ultima parola e il soccorso gli verrà.
Dal libro della Sapienza. Sap 2,12.17-20
[Dissero gli empi:]
«Tendiamo insidie al giusto, che per noi
ùè d’incomodo e si oppone alle nostre azioni;
ci rimprovera le colpe contro la legge e ci rinfaccia le trasgressioni
contro l’educazione ricevuta. Vediamo se le sue parole sono vere,
consideriamo ciò che gli accadrà alla fine. Se infatti il giusto è figlio di Dio,
egli verrà in suo aiuto
e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.
ùMettiamolo alla prova con violenze e tormenti,
per conoscere la sua mitezza e saggiare
il suo spirito di sopportazione.
Condanniamolo a una morte infamante, perché,
secondo le sue parole, il soccorso gli verrà».
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 53 (54)
In questo salmo il giusto perseguitato si mette con fiducia nelle mani di Dio, nella certezza che gli verrà in aiuto e potrà ringraziarlo.
Rit. Il Signore sostiene la mia vita.
Dio, per il tuo nome salvami,
per la tua potenza rendimi giustizia. Dio,
ascolta la mia preghiera,
porgi l’orecchio alle parole della mia bocca.
Poiché stranieri contro di me sono insorti
e prepotenti insidiano la mia vita;
non pongono Dio davanti ai loro occhi.
Ecco, Dio è il mio aiuto,
il Signore sostiene la mia vita.
Ti offrirò un sacrificio spontaneo,
loderò il tuo nome, Signore, perché è buono.
SECONDA LETTURA
Per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia.
Continua la lettera di Giacomo, concreto come sempre. «Dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è disordine e ogni sorta di cattive azioni», dice; perché è da qui che nascono le cattive azioni, le liti, le guerre.
Dalla lettera di san Giacomo apostolo. Gc 3,16–4,3
Fratelli miei, dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è disordine e ogni sorta di cattive azioni. Invece la sapienza che viene dall’alto anzitutto è pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera. Per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia.
Da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle vostre membra? Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a ottenere; combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male, per soddisfare cioè le vostre passioni.
Parola di Dio.
ALLELUIA
Alleluia, alleluia.
Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo,
per entrare in possesso della gloria
del Signore nostro Gesù Cristo.
Alleluia.
VANGELO
Il Figlio dell’uomo viene consegnato… Se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti.
Ancora una volta Gesù fa riferimento alla sua passione, morte e risurrezione. Ma gli apostoli non capiscono. Anzi, lungo la strada discutono su chi tra di loro occuperà i posti di maggior prestigio nel futuro regno predicato da Gesù.
Dal vangelo secondo Marco. Mc 9,30-37
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro:
«Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
Parola del Signore.