17 ottobre
29ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
L’autorità è servizio
Ci sono sempre state nella Chiesa persone meravigliose che hanno avuto l’unica ambizione di annunciare il regno di Dio e di servire i fratelli. Testimoni qualificati, vissuti unicamente distinguendosi per la loro generosità, e che hanno seguito Gesù sulle strade semplici del Vangelo. Oggi ci viene proprio chiesto qual è stata nei duemila anni di storia della Chiesa la concezione cristiana del potere. Ci chiediamo se i cristiani hanno sempre guardato ai posti di responsabilità come a un’occasione per servire meglio, oppure come al coronamento di una carriera.
PRIMA LETTURA
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza.
La prima lettura presenta una parte del quarto carme del profeta Isaia che descrive il «servo di Jahvè» come un piccolo virgulto nel deserto, cresciuto in terra arida, «disprezzato e reietto dagli uomini». Ma Dio attua i suoi disegni proprio attraverso l’umiltà, la debolezza e la sofferenza di questo servo, figura di Gesù, che salva gli uomini servendoli e dando la vita per loro.
Dal libro del profeta Isaia. Is 53,10-11
Al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore. Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà le loro iniquità.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 32 (33)
Il Creatore veglia su di noi e ci aiuta, governa ogni cosa con amore. Il salmista chiede di capire le vie di Dio per attingervi una regola di vita.
Rit. Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.
Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.
L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore,
Signore, come da te noi speriamo.
SECONDA LETTURA
Accostiamoci con piena fiducia al trono della grazia.
Il brano della lettera agli Ebrei ricorda che possiamo metterci nelle mani di Dio con piena fiducia. Gesù infatti, il nostro grande e sommo sacerdote, vero uomo, ma anche vero Dio, ha condiviso in tutto le nostre debolezze, e viene in nostro aiuto.
Dalla lettera agli Ebrei. Eb 4,14-16
Fratelli, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede.
Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato.
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno.
Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO Mc 10,45
Alleluia, alleluia.
Se ci amiamo gli uni gli altri,
Dio rimane in noi
e l’amore di lui è perfetto in noi.
Alleluia.
VANGELO
Il Figlio dell’uomo è venuto per dare la propria vita in riscatto per molti.
Gesù ha appena parlato per una terza volta della sua passione e morte e due apostoli si fanno avanti per chiedere i primi posti nel futuro regno messianico. Gesù approfitta della loro evidente ambizione per far conoscere quale deve essere l’idea di autorità che deve caratterizzare la comunità cristiana.
Dal vangelo secondo Marco. Mc 10,35-45
[Tra parentesi la forma breve]
[In quel tempo], si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora [Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».]
Parola del Signore.