14 novembre
33ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Giornata Mondiale dei Poveri
Papa Francesco suggerisce che la celebrazione della Giornata Mondiale dei Poveri sia vissuta come momento privilegiato di evangelizzazione. Non dunque come un’occasione per attivare azioni di carità e assistenza, ma strumento pastorale per incoraggiare la comunità a incontrare i poveri, a non farsi estranei al loro cammino di vita con spirito evangelico.
Sono tre le azioni suggerite.
Primo atteggiamento, saper ascoltare il grido dei più poveri, come la Scrittura ci dice faccia Dio.
– Secondo atteggiamento, rispondere a tale grido non per un superficiale senso di pietà, ma con amore, affinché i più poveri non pensino che il loro grido cada nel vuoto anche da parte di Dio. E questo atteggiamento non sia delegato a qualche gruppo caritativo, ma trovi attenzione d’amore in ogni cristiano.
– Terzo atteggiamento è l’impegno determinato di liberare chi fa più fatica, tendendo concretamente la mano per promuovere ogni sua vera e profonda aspirazione.
La «dimensione della reciprocità» trova riscontro nel logo di questa giornata. C’è una porta aperta e sul ciglio ci sono due persone. Entrambi tendono la mano; una perché chiede aiuto, l’altra perché intende offrirlo. In effetti, è difficile comprendere chi tra i due sia il vero povero. O meglio, ambedue sono poveri. Chi tende la mano per entrare chiede condivisione; chi tende la mano per aiutare è invitato a uscire per condividere.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi
Nelle ultime settimane abbiamo conosciuto un Gesù avvincente, che guarisce e proclama l’amore come primo, anzi come unico comandamento, e contrappone ai ricchi e vanitosi scribi la generosità di una povera vedova. Oggi, penultima domenica dell’anno liturgico, la liturgia cambia bruscamente registro e ci presenta le parole impressionanti e profetiche di Gesù che ci invita a metterci di fronte alla fine dei tempi, a vivere la nostra storia con più lucidità, come tempo di attesa e di vigilanza.
PRIMA LETTURA
In quel tempo sarà salvato il tuo popolo.
La visione immaginifica del profeta Daniele è di consolazione per il popolo ebraico che si trova oppresso, ed è un invito a rimanere fedeli nella prova: la persecuzione avrà un termine, sta per realizzarsi il giudizio di Dio. Per dare più forza alle sue parole assicura l’intervento del grande principe, l’arcangelo Michele.
Dal libro del profeta Daniele. Dn 12,1-3
In quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo.
Sarà un tempo di angoscia, come non c’era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro.
Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna.
I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 15 (16)
Il Signore ci è vicino, ci indica i sentieri della vita, viviamo sicuri alla sua presenza. È lui la nostra eredità e noi attendiamo fiduciosi di poterlo incontrare.
Rit. Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.
Per questo gioisce il mio cuore ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
ùdolcezza senza fine alla tua destra.
SECONDA LETTURA
Cristo con un’unica offerta ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.
La lettera agli ebrei paragona il sacerdozio ebraico con quello di Cristo. Essi offrono più volte i loro sacrifici, perché essi non sarebbero mai in grado di eliminare una volta per tutte il peccato, mentre Gesù ci ha salvati dai nostri peccati offrendo se stesso una sola volta e ora siede alla destra di Dio, in attesa che gli sia riconosciuta piena giustizia.
Dalla lettera agli Ebrei. Eb 10,11-14.18
Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati.
Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.
Ora, dove c’è il perdono di queste cose, non c’è più offerta per il peccato.
Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO Lc 21,36
Alleluia, alleluia.
Vegliate in ogni momento pregando,
perché abbiate la forza
di comparire davanti al Figlio dell’uomo.
Alleluia.
VANGELO
Il Figlio dell’uomo radunerà i suoi eletti dai quattro venti.
Gesù adotta in questo testo il linguaggio apocalittico del tempo. Parla anche lui di sconvolgimenti cosmici, ma per assicurare la sua venuta finale nella gloria, nella quale raccoglierà tutti i giusti dai quattro angoli della terra. Gesù esorta a preparare questo incontro dando fiducia alle sue parole, e lasciandosi guidare dai segni che invitano all’attesa e alla vigilanza.
Dal vangelo secondo Marco. Mc 13 ,24-32
«In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».
Parola del Signore.