19 GIUGNO
SANTISSIMO CORPO
E SANGUE DI CRISTO
Per il povero il pane è ciò che placa la fame. La liturgia di oggi ci ricorda quanto questo significato della parola «pane» non sia per nulla estraneo alla figura di Gesù e quanto poco ci sia di metaforico nel definirlo «pane del cielo».
La fede in Cristo non è qualcosa di estraneo ai nostri bisogni primari, è connaturato a essi, poiché risponde al bisogno di speranza, senza la quale il pane fisico non è abbastanza. È Gesù stesso che si offre per placare la nostra fame e per indicarci la strada da seguire una volta liberi. Siamo infatti chiamati a placare a nostra volta la fame, di pane e di speranza, dei nostri fratelli.
PRIMA LETTURA
Offrì pane e vino.
Melchisedek, prima ancora che venisse istituito il sacerdozio di Aronne e dei suoi successori, benedice Abramo per conto di Dio. Allo stesso modo i discendenti di Abramo saranno benedetti dalla venuta del Messia.
SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 109 (110)
Il Signore stesso ha designato il suo sacerdote: Gesù Cristo. È lui il giuramento di cui Dio non si pente.
SECONDA LETTURA
Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore.
La Nuova Alleanza è fondata sul corpo e sul sangue di Cristo. Il suo sacrificio non è un evento isolato, ma un fatto che vale per sempre e la cui risonanza nella storia dipende anche da noi: dalle nostre parole e dalle nostre azioni.
VANGELO
Tutti mangiarono a sazietà.
In questo brano del vangelo di Luca, Gesù parte dalla miseria umana e la trasforma in abbondanza. Questo passaggio ha due condizioni: l’uomo mette a disposizione quel che ha, per quanto piccolo; Dio s’impoverisce fino ad accogliere la fragilità umana in Cristo, autentico pane di vita.